Veglione, ma quale veglione

Mustique, 31 dicembre 2013

Tra poche ore inizia l’anno nuovo e come da prassi bisogna tirar fuori i buoni propositi per l’anno nuovo. Beh, dirli è facilissimo, son sempre gli stessi… è metterli in pratica che è più complicato….

Ma passiamo ad altro: il 2013 che mi ha dato? Tanto; ma mi ha anche tolto tanto. Spero di recuperare qualcosa nel 2014.

Nel frattempo: questo charter sta andando bene, mi sto facendo un culo mondiale ma non ho lamentele da fare, il target di clientela è quello previsto. Per il secondo anno consecutivo capodanno a Mustique, ma quest’anno diversissimo dall’anno scorso: l’anno scorso cena in barca poi tutti a terra al Basil per la mezzanotte, baci abbracci e tutti felici; quest’anno clienti al ristorante e io farò cenetta frugale con lo skipper poi mi imbusterò in cabina cotta come una salama da sugo. Prima stavo giusto considerando che una cosa positiva di questo lavoro è anche che non ho più il problema di dove vado – cosa faccio – con chi – oddio come mi vesto…. no: solite bermuda, solita maglietta, al limite se scendo a terra metto le infradito se no se sto in barca sto scalza come solito. Impagabile.


Tramite whatsapp mi giunge notizia che è previsto l’arrivo di Mario & ciurma stasera verso le 20. Intanto il gruppo di “quelli in Martinica per caso” sta preparando l’accoglienza. Un sentito grazie al radioamatore Grande Laguna che ha fatto da ponte tra i nostri uomini e terra, dando tutte le informazioni e le indicazioni per il problemino tecnico che hanno avuto. E Marin tornerà Marin, finalmente con la poppa del Ferraù a bella vista, che era un po’ un riferimento per tutto il popolo, quel rosso in mezzo a tanto bianco e soprattutto la scritta Venezia, che fa tanto Bell’Italia e quando la leggi dici “casa”.

fuochi di fine anno...

Le Marin, 28 dicembre 2013, l’alba

….e meno male che sono una che si sveglia presto, almeno tra le 6 e le 8 del mattino vivo una vita tranquilla…. Perché poi parte la giornata e non ci si sta più dietro! In questi giorni è veramente un delirio di arrivi e partenze, poi si aggiunge gente che perde l’aereo, amici in traversata con problemi quindi c’è da organizzargli l’aiuto quando sarà il momento, gente che si ammala e manda un sostituto ma poi per casini vari non può più imbarcare e si trova bloccato in Martinica quindi per fortuna a casa c’è un divano vuoto, tanti nuovi amici veramente simpatici e coi quali mi piacerebbe passare più tempo ma sto pur sempre lavorando quindi mi dedico a loro solo la sera con conseguente iperstanchezza…. Insomma meno male che oggi riparto per mare almeno calmo il ritmo di attività perché questi giorni sono veramente massacranti! Ma belli, tanto intensi e pieni, insomma….vivi!!!!

(ma che perdessi un mezzo kg no….?).


Radio Italia del popolo di Marin

Martinica, Marin, ore 18.43 della vigilia di Natale

 …..quanto tempo che non stavo su Radio Italia qui a Marin: negli ultimi anni vivendo sempre in appartamenti ero un po’ fuori dal giro ma quest’anno che per questi giorni di riposo dormo comunque in barca eccomi collegatissima col vhf, e in preparazione dell’imminente cenone degli Italiani ecco gli accordi, le logistiche, le domande e le cazzate in radio: Emilia chiama Sardegna, qui Toscana, avanti dimmi, ce li hai i piatti di plastica, io porto due bottiglie di vino, io ho fatto le lasagne (Omero sempre il numero uno), cavoli io non ho avuto tempo di fare niente che vergogna, si ma piove lo facciamo lo stesso, come no mica ci facciamo frenare da due gocce, si ma dai siete disorganizzatissimi nemmeno il bel tempo riuscite a procurare, ma vai ben al diavolo tu e porta il tuo culo, oh ma con le forchette come facciamo, ma quanti siamo, ma che ne so, io oggi ho incontrato un sacco di italiani e ho sparso la voce, ma la Vaifra dov’è che non risponde, mah sarà rimasta sotto al frigo, no sono qui stavo cercando i piatti, ok dai allora ci vediamo tra poco, oh che qualcuno si ricordi i sacchi della spazzatura, si tranquillo li ho già preparati…. Tante voci con accenti regionali misti che si sovrappongono, alcune sono voci amiche di vecchia data che mi fanno sentire in famiglia, altre sono voci nuove ma nomi già sentiti, altri non ho idea di chi siano ma tra poco ci si ritrova tutti insieme a festeggiare anche noi questo Natale di oltreoceano, una vigilia che nulla ha a che spartire coi cenoni tipici: noi ci si trova sotto la tettoia del nuovo marina e ognuno porta qualcosa, si improvvisa una sorta di apparecchiatura alla meglio sui carrelli se ci sono (sperèm) e si mette tutto lì insieme e si mangia, non ce ne frega niente del menu l’importante è stare insieme, ritrovarsi tra vecchi amici e dare il benvenuto ai nuovi arrivati, l’abbigliamento non cambia molto da quello del pomeriggio a lavorare: bermuda e maglietta, forse stasera giubbottino o k-way per via del tempo (eh si, fa freschino, saranno massimo 20 gradi). Fino a pochi anni fa l’appuntamento era al pontile del benzinaio senza ripari e nulla, e quante volte ci siamo presi degli acquazzoni durante “il cenone”! Proprio un’oretta fa ero al telefono con mio babbo e mi diceva che uno dei ricordi più belli che ha di quando è venuto qui è stato proprio quel veglione….e quell’anno quanta acqua che è venuta giù!!! Ma nessuno ci ha nemmeno pensato di abbandonare il campo, no, siamo rimasti tutti lì sotto la pioggia zuppi fradici ed infreddoliti a ridere aspettando che passasse.

E’ vero, confesso che mi manca il Natale in famiglia tutti riuniti con cugini zii eccetera, mi manca tanto l’atmosfera bianca e freddolosa, l’arrivo a casa della zia distribuendo baci ancor prima di togliersi il cappotto, l’apertura dei pacchi, i tortellini, la musica natalizia…. ma queste vigilie a Marin compensano, mi fanno sentire bene e penso che un domani quando ricambierò vita mi mancheranno davvero tantissimo. Ma ora basta scrivere, ora vado a spegnere il forno, impacchetto il tutto, mi infilo in un sacco della spazzatura che copre meglio di qualunque k-way e mi incammino verso il nostro ristorante autogestito aperto una sola volta l’anno ma giuro è il migliore di tutti i tempi e di tutto il mondo, senza bisogno di recensioni tripadvisor.


26 dicembre (2 giorni senza connessione, bella cosa!!!!)

Bella festa la vigilia! Davvero molto bella, quest’anno c’è gente simpatica ed era tanto che non mi facevo così tante e così sane e genuine risate. Apparecchiatura su tavolo improvvisato con 3 pallet trovati, perfino la tovaglia avevamo, e vai di cibo e di bevande: dolci e salati, alcool o no ce n’era per tutti! E dopo cena sulla barca di un simpaticissimo sardo appena partito per il giro del mondo, con il suo equipaggio di Maddalenini, anche loro di una simpatia unica. Niente di che, ma tanto buonumore e tirar tardi con gente che hai conosciuto due ore prima, chiacchierando e ridendo come se ti conoscessi da anni…. Queste cose mi mancavano tanto, troppo! 

E anche il giorno di Natale passato in compagnia di nuovi amici (la maggior parte conosciuti meno di 24 ore prima) è stata una giornata allegra e spensierata. Quest’anno sono arrivate tutte persone simpatiche, ambiente giovanile, e nota bene non ho detto giovane ma giovanile e con questo intendo che dai 27 anni del più giovane ai 64 del meno giovane….siamo tutti coetanei!!!!! Erano tanti anni che non si riuniva un gruppo così bello e variegato. Oh, da rimarcare quest’anno l’invasione dei sardi: non ne erano mai arrivati così tanti tutti in una volta! E ridendo si sentono gli sfottò di un potenziale imminente sequestro, loro giurano che non ne avranno colpa!


E della serie il mondo è piccolo succede che un giorno al bar pranzi con varia gente tra cui un napoletano ed una bresciana, chiacchiera chiacchiera succede di scoprire che la ex fidanzata di lui è la dirimpettaia di lei! Poi succede che un veneto trapiantato altrove parla con una di Pordenone e scoprono che un amico trevigiano di lui è collega di lei. Un altro conosce di vista la mamma di Ira. Un altro ha parenti trentini col mio stesso cognome (ed infatti i Melchiorri secondo una ricerca araldica discendono dal Trentino, va a finire che siamo pure parenti). Fantastico…

Break di Natale

Rodney Bay, 23 dicembre 2013

…. Hanno detto di esser molto soddisfatti della crociera…. Vai te a capire la gente che io ci rinuncio proprio… Certo che sti Inglesi sanno contenere bene l’entusiasmo perché io avrei scommesso sulle lamentele, non sui ringraziamenti per la meravigliosa vacanza! Comunque meglio così.

E ora dritti via in Martinica, che non vedo l’ora di arrivare: questi sono i giorni più belli, tutti o quasi sono arrivati dall’Atlantico… Eugenio & Paola, Ghego, Omero e poi chissà chi c’è di nuovo quest’anno, nnamo a vedé! Che poi domani sera ci sarà la solita cena sul pontile? Io spero di si, sarà anche vero che non è niente di eccezionale ma a me piace tanto e ci tengo. Peccato Mario e Bolina che per problemi tecnici hanno tardato molto la partenza dalle canarie e chissà quando arriveranno, forza ragazzi vi aspettiamo! Ferraù, Ferraù, a Marin manchi solo tu!!!

Nel frattempo io mando un caloroso augurio di tutto a tutti, non tanto di un felice Natale perché non ho mai capito gli auguri di Natale in quanto io spero che la gente passi felicemente 365 giorni all’anno e non solo il 25 dicembre, quindi direi che i miei auguri sono più per un felice  2014 che ci porti qualcosa di buono per tutti, che chi in un modo chi nell’altro abbiamo tutti bisogno! E lo auguro anche a chi mi vuole male e mi sparla alle spalle, che il nuovo anno gli dia il coraggio di affrontarmi (non mordo).


Il mio 2013 è stato anomalo. Non un anno eccezionalmente felice ma nemmeno un brutto anno, rispetto ad altri anni non è stato né meglio né peggio però c’è da dire che è stato un anno a picchi: su su su su su alle stelle, e poi giù giù giù giù negli abissi, questo varie volte tipo montagne russe (con annesso giro della morte), la pianura o le dolci collinette non le ho viste proprio. Non mi sono annoiata per niente. Ci sono stati dei cambiamenti nella mia vita, alcuni anche molto importanti e ne ho sofferto tantissimo (e forse non ho nemmeno ancora metabolizzato), ma anche cose belle tipo persone ritrovate. Quindi come dicevo faccio a tutti tanti tanti ma tanti auguri di trovare ognuno ciò che cerca, pace e serenità in primis. 

Santa Vaifra Martire da St.Vincent

Marigot Bay, 22 dicembre 2013

Forza e coraggio che domani è finita e si scrostano dalla barca, questi peggio dei denti di cane sono stati!!!!! Gruppi così per fortuna sono rari….dei veri, autentici, bollati scassaminchiatori professionisti, di quelli che quando ti capitano preferiresti spaccare pietre in miniera piuttosto che cercare di accontentarli perché soddisfarli è una mission impossible, impresa in cui nemmeno wonder woman e tutti i magnifici 5 potrebbero riuscire. Simpatici, ma incontentabili. Il cibo, per esempio: budget alto (ma alto alto), freezer capientissimi, e allora che fo? Compro giusto un po’ di pollo perché non si può non mangiarlo almeno  una volta cucinato alla maniera locale, un filetto di angius per fare carne rossa una volta, e poi riempio tutto di pesce, ma mica pesce congelato, no: pesce comprato dai pescatori in Martinica e congelato io stessa, quindi mi trovo con quintalate di marlin, tonno, dorado e redsnappers, e completo la collezione ittica con un po’ di salmone e qualche gambero surgelato ma di ottima qualità, e…sì, lo confesso, cedo anche alla tentazione delle capesante, importate direttamente dal mio venditore di fiducia. Il tutto con somma disperazione dello skipper, che non ama il pesce. E questi cafoni la prima volta che gli fai un pasto senza pesce (ma nota bene, gli dai del foie gras, mica fagioli e cipolla) che ti dicono? Che vogliono pesce fresco, che vogliono vederti comprare il pesce dai barchini. Allora ragazzi, parliamoci chiaro… punto primo: io il pesce dai barchini lo posso anche comperare, ma voi per poter assistere alla trattativa dovreste metteste il naso fuori dalla cabina…. Eh già, è un mondo difficile per tutti, e lo so che l’aria condizionata e la playstation sono tentazioni forti a cui è difficile dire di no, vi capisco e avete tutta la mia solidarietà, ma vorrei divi – giusto a titolo informativo – che siamo ai Caraibi, precisamente alle Grenadine, e qui fuori c’è un mondo che tanta gente può solo sognare, perché non venite a dare un’occhiata?  Comunque dicevo: comprare il pesce dai barchini, punto secondo: in ogni caso scordatevi le cozze, le vongole, le cicale di mare, il polpo e soprattutto le ostriche, qui mi danno pesce uguale a quello che ho in freezer oppure aragoste; e scordatevi che mi metta a farvi un’aragosta a testa in barca, su questo baraccone galleggiante ho talmente tante cose da fare che non ne ho proprio il tempo. Ma loro insistono, e allora io li assecondo e chiamo il mio amico Jean Claude, che si presta al gioco (mi fa morire quando “fa la parte” di sé stesso!!!!).

Comunque, tornando ai miei 7 sminuzzacoglioni che il minipimer in confronto è un attrezzucolo grossolano, che da veri inglesi manco hanno un filo di senso dell’umorismo (tranne la nonna, che infatti è di origini spagnole e quando sparo le mie stronzate – perché sì, nonostante tutto io insisto a cercare di scherzare – è l’unica che non mi guarda come se fossi scema e mi rilancia la battuta), in questa vacanza si sono portati dietro il mondo ma hanno scordato a casa l’entusiasmo e la joie de vivre perché non gli piace proprio niente: a Wallilabou c’è l’acqua scura, a Bequia troppi Inglesi (sono scesi solo in due, gli altri piantati in cabina), Mustique troppo secca, Palm Island troppo privatizzata (cabina), a Saline Bay la vegetazione non è un granchè, Salt Whistle gli è piaciuta ma sono rimasti in cabina, (hanno detto che Mayerau in generale ci sono i cani e avevano paura di prendere malattie e poi la strada per il villaggio è troppo ripida), a Union non sono nemmeno scesi a terra, andare a Psv o Morpion manco a parlarne, a Tobago Cays c’è vento e ci siamo stati mezzora (nessuno è uscito!!!!!), Cumberland non hanno nemmeno guardato, a The Pool non mi ricordo che cavolo hanno avuto da dire, arrivati qui nemmeno finita la manovra erano già in cabina, insomma due maroni bestiali, e mi viene in mente Mingardi quando canta “ma scusate, ma per caso siete gente che ci fa schifo la vita a voi?”.

E lo skipper, con cui almeno mi faccio delle sane risate, alterna due frasi con me: la prima riferita a quando poveretto si sorbisce i miei sfoghi e ascolta i miei piani per le manovre di problem solving misto diplomatico-stronzo: “ma sei sicura di non avere origini corse tu? io così vendicativi conosco solo i corsi”. E la seconda quando mi vede in ascolto dell’ennesima richiesta: “ma come fai a mantenere il sorriso quando ti chiedono ste asurdità?”. Caro skipper, no non sono corsa né corsara, sono solo navigata rispetto a questo genere di gente e ho le mie armi, e poi non è un sorriso ma una paresi facciale.



no, semplicemente no

Mustique, 17 dicembre 2013

Ho voluto provare pur sapendo cosa significava - e lo sapevo anche bene - quindi mi chiedo proprio perché la mia testa a volte mi dica di fare cose che so già da principio che poi mi pento e non posso arrabbiarmi che con me stessa, maledetta testaccia che sono. Non mi piace. E’ vero, questo catamarano è bello, spazioso, equipaggiato bene ed è uno strumento di lavoro facile e comodo. Lo skipper è a posto e andiamo d’accordo, quindi tutto bene, ostacoli non ce n’è… Ma io faccio già abbastanza yachting durante l’estate (e l’ultima estate mi è anche andata di lusso da questo punto di vista) quindi mi spiace ma la mia risposta definitiva sarà no, non resto su questa barca. Non ne ho voglia di farmi anche l’inverno in divisa a crepare dal caldo servendo e riverendo gente che alla fine della settimana manco sa come mi chiamo, no mi dispiace ma non saranno quelle due lire in più che mi offrono a convincermi. Io amo le Grenadine, forse è l’ultima volta che ci vengo e quindi voglio godermele, voglio poter fare un tuffo quando voglio anche se veloce, anche solo rubare un pluff tra un soufflè ed un tiramisù ma sapere di avere la libertà di poterlo fare. 

E poi voglio poter almeno vedere dove sono, non che ho le tende tutte chiuse perché “fanno classe” e potrei essere alle Tobago Cays o in mezzo ad una palude senza vedere la differenza. Voglio i miei clienti easy, quelli che se gli faccio una battuta ridono, non che mi guardano come fossi una marziana (ma come, la hostess dice qualcosa oltre le frasi standard si, certo, prego, subito, come vuole?); voglio stare con gente come me, voglio ridere con i miei passeggeri, voglio prenderli in giro e farmi prendere in giro, voglio conosceròi e chiacchierare con loro, sapere da dove vengono, cosa fanno e cosa pensano, e voglio gente a cui interessi sapere chi sono e cosa penso io, e che si rendano conto che ho il mio carattere e le mie idee, non sono solo un accessorio della loro vacanza. Qui non si ride, qui ci si mette a quattro zampe a stendere il tappetino rosso sotto i piedi dei clienti… passo per passo. Si certo, mi piace avere la possibilità di “creare” senza troppe limitazioni di budget, si riescono a fare delle cose che a volte mi stupisco io stessa per prima (ma come, ma questo l’ho fatto io? Ma davvero????), ma non è tutto. 

E quindi sono straincazzata con me stessa per aver preso non uno bensì due charter quando avevo possibilità di rifiutare il secondo pur mantenendo il diritto a decidere di restare io hostess prioritaria - sì, quest’anno un gran casino per Natale e Capodanno: parole rimangiate, annullamenti di prenotazioni, sgambetti ed incazzi, ma alla fine tutto si era girato al meglio per me e mi ero ritrovata il manico del coltello nella mano…. e io, cogliona (perché non c’è altro termine) al momento di decidere pur sentendo salire dalle viscere un no secco e deciso per il secondo, e mi ero anche preparata il discorsino stile “intanto ne facciamo uno e poi ne discutiamo a gennaio”, mi sono sentita uscire dalla bocca un “sì, mi impegno anche per il secondo e poi ne discutiamo”. Cogliona, cogliona, cogliona, e quindi ora la pago: per esempio mi scrosto da questa tastiera e vado a fare le cabine, che sono le 11 di mattina e non le ho ancora fatte. Oh, ma stamattina erano le 5 che stavo facendo uova e bacon per tutti, non è che me la stia proprio sciallando…..



Abitare nella jungla

Martinica, 10 dicembre 2013


Cosa vuol dire abitare nella jungla, che poi giungla non è, è solo foresta “montanara” in quel di Martinica, isola caraibica con conseguente vegetazione tropicale, e fauna di conseguenza.
Allora, per una come me che è aracnofobica ai massimi livelli, che preferisce affrontare un leone incazzato piuttosto che una cavalletta e che rischia l’infarto ogni volta che incrocia un insetto (farfalle comprese), la vita di terra in Martinica non è facile, soprattutto poi quando mi scelgo degli alloggi un po’ campagnoli, e riconosco di essere un po’ masochista. Anche per questo amo le barche, perché non esistono gli insetti se non ogni tanto qualche formichina e a queste latitudini possono esserci invasioni di cucarache (raramente per fortuna). Cos’è una cucaracha? No non è solo la danza del furor, è anche e soprattutto una bestia di dimensioni variabili tra una lenticchia ed un pacchero, parente del nostro scarafaggio, di colore un po’ meno nero e di forma più allungata. Presente i datteri? Ecco, io da quando conosco le cucarache non riesco più a mangiare datteri, ci somigliano troppo. Sono aggressive, cattive, soprattutto le grosse quando le incontri sul pontile ti vengono incontro cercando di spaventarti (e un po’ ci riescono anche). Ecco, dopo 9 anni ancora non le digerisco, ogni volta faccio dei salti che Fiona May può andare a nascondersi. E il bello è quando le scopri in barca, che ovviamente devi celare il problema ai clienti che quando ti vedono saltare come un grillo tu gli racconti panzane mondiali stile che ti sei bruciata col forno, e lo skipper invece racconta che semplicemente hai un tic, che ogni tanto hai questi scatti di nervi, ma ti stai facendo curare e tutto andrà bene. Comunque, oggi ne ho trovata una in casa. Apriti cielo, indecisa se chiamare la protezione civile, la farnesina o tutto l’esercito ho cercato innanzitutto di calmarmi e poi l’ho affrontata, da sola e con coraggio e determinazione. L’ho spalettata fuori dalla porta dopo averle rotto almeno 6 zampe a colpi di ciabatta da una distanza di metri 2, che anche se non la colpivo ad ogni lancio almeno sono sicura di averle fatto venire il raffreddore con tutti gli spostamenti d’aria.


Comunque, dicevo: vivere nella jungla. Non è solo cucaracha. E’ anche stare attenta a dove cammini perché rischi di pestare un vermicello, e non capisco perché ma ci sono solo di notte, di giorno no. E’ arrivare a casa la sera e fare lo slalom tra i rospi per raggiungere la porta di ingresso. E’ far colazione in compagnia delle lucertole (no queste non mi danno fastidio, anzi mi piacciono, stanno lì che mi guardano curiose…troppo carine!). E’ fare l’ispezione visiva di ogni angolo di casa ogni volta che ci entri. E’ spostare la tenda della doccia con circospezione aspettandosi chissà cosa nascosto dietro. E’ metterci mezzora per andare a letto perché anche il letto potrebbe nascondere sorprese e quindi ogni sera scuoti bene tutte le lenzuola, guarda sotto e a lato, sposta i cuscini, rimetti a posto la zanzariera e poi finalmente, se non ci sono mostri in agguato, puoi anche sdraiarti e dormire. E’ fare la doccia nell’autan almeno 3 volte al giorno e nonostante questo ritrovarti le gambe e le braccia martoriate dagli gnè-gnè. E’ non sorprendersi se incroci sul tuo cammino un topolino (carini!). E’ contare i manitù spiccicati sulla strada di casa ogni volta che la percorri. E’ svegliarti al mattino col canto dei galli (ce ne saranno ottomila qui nella valle, e non sono nemmeno sincronizzati).  Ecco, tutto questo è vivere nella foresta. Ma non solo, c’è molto di più: c’è che apri la finestra e vedi VERDE, tanto verde, tutto verde; c’è che non senti automobili ma l’unico rumore sono i canti dei grilli e delle cicale dal tramonto all’alba, e i cani qualche volta quando uno di loro da il “la” e tutti gli altri rispondono; c’è che senza avere nemmeno la tivù non hai idea di cosa stia succedendo nel mondo, hai solo internet e ti rifiuti di usarlo per avere le notizie di politica o di economia, vuoi solo avere notizie dei tuoi cari a casa, il resto non ti interessa e non ti riguarda proprio (perché deprimersi?) (ok, ora sento l’eco: Vaifra menefreghista, si va bene sono disinteressata e menefreghista, e allora? E non sono nemmeno gli unici difetti che ho); c’è che quando torni a casa dopo due settimane da 12 passeggeri cadauna e per due giorni l’unica attività contemplata è fare la spola dal letto al divano e ritorno…. beh, sei veramente in un’oasi di pace!!! E allora anche le tre ore impiegate a debellare la cucaracha vanno nel dimenticatoio talmente in fretta che manco ti ricordi più quando è stato.

E poi dopo qualche giorno torni in barca, e sei pure contenta di ricominciare a lavorare!!!

stanca, stanca, stanca

 Le Marin, Martinica, 07 dicembre 2013


docciaaaaa
Sbarcati gli anzianotti stamattina, è stata veramente una bella settimana con un gruppo fantastico, lavorato sodo ma tanto buonumore, tanta allegria, insomma mi sono veramente divertita tantissimo!!! Con lo skipper tutto benissimo, è stato un idillio professionale e mi ha chiesto se mi va di lavorare ancora insieme: cavoli, come no, dove devo firmare? E’ troppo forte e mi faceva ridere a vederlo all’opera, ogni giorno riusciva a farmi uscire un nuovo soprannome quindi durante la settimana è come se avessimo avuto 7 skipper: da Lawrence d’Arabia a Spiderman passando per Diabolik e Gesù.

robert, il rastaman di mayerau
Ma ora riposo, riposo, riposo…
Oggi il mio programma è di fare esattamente GNIENTE, con la GN maiuscola. Domani magari faccio anche meno.

Un po’ di foto non fanno male, ne ho ancora tante di Carla, sono belle e voglio condividerle. 






sulla vetta!

oggi impariamo a pulire il lambi

ma poi relax

se va male in Italia, qui lavoro ce n'è!

finita la pausa sindacale, si torna al lavoro. No, nè in metro nè in bus nè in automobile, io vado a nuoto!

e me paiono pure innamorati....




visita alla distilleria di rhum, con degustazione (e noi degustiamo)




conosco i miei polli....

St.Lucia, Marigot Bay, 05 dicmebre 2013

La scena: siamo in navigazione, penso al da farsi e decido che per motivi logistico/organizzativi mi conviene invertire il menu di stasera con quello di domani sera, allora mi reco nella cabina clienti di poppa a babordo, dove sotto il letto c’è il grande freezer. Vado, rovescio il materasso, apro il freezer, afferro ciò che cerco, e con una mano richiudo il portellone mentre con l’altra mi tengo stretti i miei due polli cercando di riscavalcare il materasso. L’imprevisto: L’onda anomala. La coincidenza: la cliente entra in cabina proprio in quell’istante e mi vede rotolare sul suo letto abbracciata ad un pollo mentre l’altro sguilla via e le atterra su un piede (ahi). Ci guardiamo, e scoppiamo a ridere che non ci fermiamo più, ho i lacrimoni e i crampi alla pancia. 



quando il sole splende

Bequia, 04 dicembre 2013

Troppo bello quando finalmente fai pace col mondo e ti senti a posto con te stessa. Apprezzi da morire ogni singolo istante di quel che vivi e quel che fai, quel che vedi, la gente che incontri, tutto è bellissimo!

Sto bene, confermo quel che ho deciso qualche settimana fa che non me ne frega più niente di niente, e non permetto più a nessuno di invadere la mia bolla felice: se qualcuno deve dirmi o farmi qualcosa di male che lo faccia, mi scivola esattamente di fianco senza sfiorarmi. Le cose obiettivamente sono migliorate parecchio, certo se presto attenzione vedo ancora un mucchio di situazioni che non vanno bene, vedo gente che mi manca di rispetto o mi pesta i piedi o semplicemente non mi apprezza e dice nefandezze alle mie spalle, ma la cosa non mi intacca: ho una strada da percorrere, chi mi ama ben venga, se no proseguo da sola sguillando via gli infelici ostacoli che mi si prospettano davanti lasciandomeli alle spalle e mi concentro sul bel panorama, please let me live! E riguardo la mia confusione mentale per il momento non vedo soluzione, sono ancora abbastanza nella nebbia ma confido in una illuminazione uno di questi giorni (o mesi, o anni, si comunque sono abbastanza sicura che sarà in questa vita).

E quindi…. tutto quel che pensavo solo un mese fa, di cambiare tutto…. no, non ce la posso fare. Vorrei, ma amo troppo questo lavoro e questi posti, mi sto riscoprendo entusiasta e poi mi piace troppo navigare, soprattutto quando lo fai con la gente giusta; anche questo gruppo è favoloso, lo skipper poi non ne parliamo: lo conosco di vista da anni, corre voce che sia uno dei migliori e lo chiamano “le grand” ma incrociandoci sui pontili non ci siamo mai detti niente più che bonjour, e ora che sono con lui non posso far altro che confermare la sua reputazione: è… come dire… fantastico, spettacolare, veramente un fuoriclasse non solo per ciò che concerne la parte tecnica del suo lavoro ma soprattutto il lato umano, veramente una bella persona. E poi mi fa morir dal ridere, siamo così diversi! Lui alto-alto e magro-magro, sempre calmo e serafico e perfezionista, io la piccola trottola di bordo (anche nella forma), mai ferma e casinista che una ne fa e dieci ne disordina, ma andiamo d’accordissimo e ci complementiamo, sono assolutamente affascinata da questo personaggio per i suoi modi di fare e di rapportarsi al prossimo.




E ora, con musica soft un po’ anni 50 a volume piuttosto alto ed il mare perfetto che ci fa navigare dolcemente ma a buona velocità, ero in pozzetto a godermi il panorama di Mayerau, le cays e tutte le isole del sud che si allontanano a poppa, e nel mio campo visivo una coppia dei miei clienti che chiacchiera seduta poco lontano da me, un’altra signora a spalmarsi la crema solare, uno a correr dietro al bicchiere (di plastica) che rotola per il pozzetto, l’altro che scende dal flight e va a cercarsi una banana….beh, io osservando tutto questo pensavo: perché smettere? Guarda che meraviglia, guarda che onde, che cielo, che nuvole, le palme laggiù lontane e l’inconfondibile sagoma di Union che sembra stenografata, e guarda questa gente che mette nelle mie mani una settimana della propria vita, siamo estranei eppure in questi giorni siamo un’unica famiglia, loro seppure tutti pensionati sono per me come bimbi da accudire, c’è pace, armonia, rispetto reciproco, tutto va meravigliosamente bene….perchè privarmi di queste cose? No, non lo so se sono pronta; un giorno dovrò farlo ma non so se è veramente giunto il momento. Ma ora non ci penso, ora per esempio vedo Bequia non lontana dalla nostra prua, ora è il momento di preparare un po’ di frutta, che la colazione di 3 ore fa è roba già dimenticata e il popolo reclama!

bouge ton corp!

Le Marin, 30 novembre 2013

Quei 2 giorni in Martinica dopo la partenza di Carla mi sono sentita un po’ sola. Mi sono divertita parecchio durante la sua presenza, devo dire che tanti anni di separazione non ci hanno cambiate poi tantissimo e abbiamo ritrovato piuttosto velocemente le nostre abitudini, le nostre scemenze e i nostri codici. Sono le cose belle della vita. Il giorno stesso della sua partenza è arrivato Julien, ci siamo visti giusto il suo primo giorno di vacanza poi sono partita in charter con 12 passeggeri alla cabina per un toccata-e-fuga alle Grenadine assegnatomi last minute: un branco di pazzi furiosi che a sceglierli uno per uno non si poteva trovare in giro di meglio. A bordo tante risate, tanti scherzi, tanto ma tanto buonumore…. Di quei gruppi che poi ti ricordi per sempre, al richiamo di “bouge ton corp!”. In particolare uno dei ragazzi me ne ha combinate di tutti i colori, e io che gli davo corda: ne sono usciti di quei siparietti che c’era da star male dal ridere (della serie: se pubblicano le foto su facebook sono licenziata seduta stante per manifesta sprofessionalità).


Questi è un peccato davvero salutarli e penso sia uno dei charter meglio riusciti della mia carriera, li amo alla follia tutti e 12! (No, ok, sarò sincera, ne amo solo 10, ma i due restanti mi piacciono comunque). Ce ne sono un paio un po’ speciali, ma penso sempre che sia per il discorso che la gente quando va in vacanza dimentica i neuroni a casa perché certe perle di storditaggine non sono obiettivamente compatibili con la sopravvivenza in un mondo difficile come quello in cui viviamo, quindi dev’essere per forza una questione di sinapsi momentaneamente non disponibile.


E detto questo corro via che devo vedere di corsa l’osteopata (sto cadendo a pezzi, una volta mi bastava una seduta ogni 6 mesi, mò siamo a 2 in un mese…) e poi di nuovo a bordo a prepararsi per l’accoglienza dei nuovi 12, altro giro altro regalo. E…. bouge ton corp!

one love, one hearth

Martinica, 18 novembre 2013

Finita. Con tutte le gag involontarie di Ameliosclero stiamo scrivendo la trama di uno sceneggiato che spopolerà tutte le serie televisive ora in auge, cerchiamo solo produttore che sponsorizzi il progetto e siamo a posto! Oppure ancora meglio l’idea di montare sul palco di Zelig coperta e tuga di un catamarano e farlo muovere nel suo mondo (ricordiamolo: è un mondo magico!) osservando la scena come spettatori esterni…  cioè… voglio dire… c’è di che star male dal ridere!!! A partire dall’abbigliamento a come si muove, le espressioni che fa ma soprattutto il linguaggio che usa, che switcha dall’inglese al francese al creolo con parole di tedesco che a volte escono frasi che per ricostruirle ci dobbiamo mettere veramente tanto impegno e tanta fantasia… Un personaggio unico, sicuramente disconnesso ma simpatico, che in certi momenti hai voglia di prenderlo di prepotenza e sassarlo in acqua, ma in linea generale alla fine gli vuoi anche quasi bene, è troppo svitato per arrabbiarsi veramente! Sono le Sieben past fourteen (ore 19.40) racchiude tutta l’essenza del personaggio: queste tre parole nella loro semplicità sono un complicatissimo capolavoro di mix lingua/struttura oraria/grammatica ed ingegneria neuronica…. giuro se mai avrò una barca mia la chiamerò sieben past fourteen.

Gli altri…. che dire… i due passeggeri olografici alla fine si sono rivelati due persone reali e corrette, semplicemente un po’ introversi: lei parla pochissimo, lui ancora meno. Gli altri due invece un pelino più attivi, forse il marito fin troppo tanto da arrivare quasi a scocciare per quanto metteva il naso ovunque, e poi col suo modo di rivolgersi alla gente sempre come se fossero tutti deficienti non ha riscosso grande successo, anzi a me ha anche fatto girare un po’ le scatole e non lo metto certo nella mia top list… ma nemmeno tra i peggio avuti in barca, diciamo un anonimo rompipalle che verrà dimenticato nel giro di mezza giornata. In generale comunque io (professionalmente parlando) non ho dato il meglio di me stessa, ero demotivatissima: i pasti si svolgevano in un silenzio quasi imbarazzante: qualunque tentativo di conversazione cadeva nel vuoto e nel piatto potevano trovarsi ostriche o merda loro non facevano una piega né un commento, non ho mai sentito dire né grazie né buono né schifo, espressività inesistente…. e allora sai che ho fatto io? 
Ho fatto che per la soddisfazione che ne traevo ho lasciato da parte l’aspetto culinario del mio lavoro e mi sono dedicata a Carla: in tavola il l’indispensabile per nutrire la ciurma e per il resto del tempo via a godermi le isole con la mia amica, e così abbiamo fatto una bellissima lunga nuotata a Tobago Cays con le tartarughe e perlustrazione iguane sull’isolotto, poi abbiamo passato un bel pomeriggio a Mayerau con Mr.Faboulous Jean Claude, e anche in serata siamo uscite sempre con lui (la faccia degli altri quando ci è venuto a prendere col suo barchino…); poi sono stata anche alle Dark View Water Falls con Loghi, che in 9 stagioni è la seconda volta che riesco ad andarci, e varie volte a terra in cazzeggio a destra e sinistra, insomma me la sono proprio goduta!!! E ho concluso che se per certa gente la gioia di vivere è un fatto interiore non bisogna farsi condizionare ed è meglio godersi questa vita, che ne abbiamo una sola e come dice Jean Claude don’t stress, keep calm, take it easy, feel right.


Martinica: oggi ci siamo installate nella mia casa nuova della stagione e finalmente forse la smetterò di traslocare ogni 3 giorni, che sarebbe anche ora. E’ bellissima!!!!!!!!!!!!!!!!

Ora qualche giorno di turismo con Carla, serate in compagnia e giri vari, e poi quando lei parte arriva Julien tipo staffetta, fino al prossimo charter (beh, sabato non è che sia poi così lontano eh). E in tutto questo ‘ndo sta il mio riposo? Bah, che mi frega, avrò tempo da vecchia di riposarmi!!!!



“how do you say calamars in french? “sèche” 

“no, quelle sono le seppie” “ah bon, alors calamars”



siamo un equipaggio bellissimi

Mustique, 12 novembre 2013


Un equipaggio che sembra il casting di un film genere demenziale, o forse è uno studio scientifico studiato a tavolino perché persone normali non ce n’è, a partire dallo skipper (affettuosamente soprannominato Amelio perché vive in un suo magico mondo…) ma è un personaggio troppo forte che se sai prenderlo dal verso giusto ti fa morire dal ridere.
Poi abbiamo Olo e Gramma, una coppia che fa parte della serie è proprio vero che Dio li fa e poi li accoppia; si aprono le scommesse su quando si sentirà per la prima volta il loro timbro di voce. Gli dici le cose o gli fai una domanda e non ricevi né un si né un no, né un grazie né un vaffanculo, allora semplicemente li chiami quando è pronto da mangiare e loro arrivano, mangiano, si alzano da tavola e non li senti/vedi più fino al pasto successivo. Però non danno fastidio e non rompono, quello proprio no. Poi abbiamo un’altra coppia più avanti con l’età ma viventi ed attivamente partecipi alla vita di bordo, sono simpatici. Tutto sta andando bene tranne il tempo che è un po’ birichino ma confidiamo nel bel tempo per i prossimi giorni quando saremo nel cuore delle Grenadine. Domani Tobago Cays, poi Mayerau, poi Union. Io sono molto curiosa di vedere che effetto mi fanno con questi ultimi stati d’animo. Mah. Punto interrogativo plurimo.  

gira la ruota.... e compra una vocale

Le Marin, 09 novembre 2013

Non può piovere per sempre, diceva Murphy. E quanto più forte piove più il temporale sarà breve, aggiunge Vaifra.

O è la volta buona che mi ricoverano davvero o sono una forza della natura che in quattro e quattr’otto mi sono ripresa… (forse complice anche l’esperienza a prendere delle batoste e farsele scivolare via il più velocemente possibile….??). Sto bene. Davvero, l’acquazzone è passato. Si ok, lo ammetto, un po’ di fondo amaro c’è ancora ma è veramente giusto un fondino perché di base sto ritrovando me stessa, col sorriso, la joie de vivre e tutto il companatico. E tutto si è sistemato, almeno qui in Martinica, e ho fatto pace con le Antille. E poi ecco che certe cose come ti basiscono quando succedono e poi altrettanto ti si rigirano quando ormai ci avevi messo una pietra sopra e ti stavi rassegnando.
Carla è qui da 3 giorni e un po’ io ho fatto la turista, un po’ lei ha fatto l’aiuto-hostess il giorno dell’imbarco. I suoi compagni di viaggio sembrano persone a posto, teteschi quinti etucati e cortiali, e a bordo succede che: tra me e Carla si parla Italiano, se c’è anche lo skipper si parla Francese, i ragazzi tra di loro parlano Tedesco, mentre quando si chiacchiera tutti insieme ovviamente si opta per l’Inglese e non manca qualche parola di Spagnolo. A noi Babele ci fa ‘na pippa.
Lo skipper è un personaggio surreale, non lo conoscevo e anche chiedendo in giro non è tra i più conosciuti ma è simpatico e disponibile. Credo proprio che ci farà ridere molto, probabilmente anche a sua insaputa. Già il primo giorno ha avuto un paio di uscite di quelle che ti guardi e ti dici che non può essere talento naturale, ci dev’essere per forza il suggeritore da qualche parte. Forte.
Domattina si salpa finalmente con direzione sud, prossimo aggiornamento più avanti nel tempo.



Ps: ah ecco, prima della partenza nella barca nostra dirimpettaia c’era un gruppo di Italiani e mi ci sono inchiacchierata: simpatici, e mi dispiace moltissimo per loro che abbiano come skipper quel grandissimo fottutissimo bastardo del mio padrone di casa dell’anno scorso, quello delle mutande per intenderci, quello a cui avevo spiegato in maniera piuttosto colorita che casomai ci fossimo incrociati per sbaglio avrebbe dovuto far finta di non vedermi proprio, pena la sua incolumità fisica. Così è stato, bravo, nel giro degli ultimi 12 mesi deve aver ritrovato il cervello che si era bevuto l’anno scorso.
Le Marin, Martinica,  08 novembre 2013

I periodi sfigati capitano a tutti, così come i periodi d’oro. E io sono contenta quando i periodi sfigati sono veramente tanto sfigati che non ne va dritta una e anzi si mettono d’accordo che vanno tutte storte proprio tutte insieme, ti guardi intorno e non c’è un aspetto della tua vita che stia andando bene. Bene, che capitino tutte insieme allora, almeno quando la piena del fiume sarà finita il sole asciugherà il fango e magari verranno anche scoperti aspetti del paesaggio che prima erano coperti dall’acqua in fuga. (filosofica oggi)
E’ così ora; come ho già ripetuto allo sfinimento, sono un po’ alla frutta con questi posti; ne parlavamo l’altra sera a cena con gli zii della montagna, siamo antillo-dipendenti: vogliamo smettere ma poi torniamo sempre qui, si sta anche pensando di fondare un’associazione di auto-aiuto e recupero, stile Caraibisti Anonimi…
Io non volevo venire, poi invece eccomi qua. E in 20 giorni ne sono successe come non erano mai successe nelle 9 stagioni passate, nemmeno quell’anno in cui ero con la Milena e pensavo veramente di andarmene via. Un’agenzia mi tira un colpo basso, una ex collega si dimostra poco corretta, una padrona di casa mi truffa, un amico mi aggredisce… c’è altro nella scaletta del programma o va bene così? No perché io se sommo queste a quelle, ben più dolorose, che arrivano dall’Italia sarei anche a posto. E allora sbrocco. Ma non faccio casino, semplicemente con un tocco di magia trasformo le sfighe in botte di culo, in fondo basta solo cambiare l’angolo di veduta ed ecco che il vederci privati di qualcosa si trasforma in occasione di fare qualcos’altro. Volevo andarmene? Eccomi servita la scusa. Avevo paura di avere poi rimpianti? A questo punto no.


E ho anche capito un’altra cosa: io non sono stufa delle barche, ho semplicemente perso di vista le cose che tanto mi avevano entusiasmato agli inizi, tutta quella vita semplice, i rapporti veri e facili tra le persone, la mancanza di invidie ma anzi la solidarietà, l’apertura di mente e di cuore…. Quelle cose esistono ancora, e ci sono anche qui; ma io in preda al delirio che avendo contratto debiti avevo bisogno di soldi e quindi lavorare lavorare lavorare le avevo perse di vista immergendomi nella vasca degli squali che mangiano pane e cattiveria senza contorni di correttezza. Io invece ero partita con quelli che della barca ne avevano fatta una scelta di vita, e loro esistono ancora ma io negli ultimi anni, sempre su e giù a saltellare da un charter all’altro senza sosta, li ho visti e vissuti troppo poco. Quindi la colpa è mia e non sono una vittima, sono solo il risultato di questa mia distrazione. Ma posso rimediare. Non so, forse abbandono davvero le barche o forse no, intanto con i dovuti modi e maniere (perché se gli altri sono scorretti non significa che anche io debba esserlo) me ne vado. Forse non subito, forse aspetto di aver portato a termine i miei impegni o forse mando a culo tutti e me ne sbatto, ma dentro di me la porta è chiusa. E almeno questa la sistemo. Restano le altre cose a casa, purtroppo io lì quel che potevo fare l’ho fatto e non posso scegliere io anche per le altre persone, ma di buono c’è che anche in questo ho proprio sentito lo scrocchio dello switch che da Down ha fatto Up… e come per magia…. tutte le “sfighe” degli ultimi giorni si sono veramente girate a botte di culo e nuove opportunità, e tutte nel giro di una giornata tanto che la difficoltà maggiore è proprio raccapezzarcisi! E l’arrivo di Carla qui sembra stia impostando il pulsante bello fermo in posizione Up: quella ragazza mi fa bene, arriva sempre nei momenti giusti nella mia vita. E Ira che ci manda messaggi dicendo che ci ama mentre scorrazza in bicicletta per Amsterdam con la gamba ingessata (è Ira….. no comment)…. Ecco, tutto questo mi fa sentire che probabilmente il cerchio è chiuso. E mi sento serena.

E come avevo terminato il post precedente, questa è la Vaifra. Che ogni tanto si abbatte ma poi porca zozza si alza sempre, e chi non l’apprezza prego si accomodi a rivolgere il proprio interesse altrove, che io c’ho una vita da vivere e vorrei viverla con persone che vogliono a loro volta viverla con me. Ho fior di amiche e una famiglia spettacolare…. tutto il resto…. è solo aria fritta!


Io torno su Marte, qui sulla terra siete tutti matti!!!!!!!!!

Il mondo è bello perchè vario

Le Marin, 04 novembre 2013

….In questo periodo già un po’ down di suo, poi ti succedono anche cose che rimani lì un po’ basita chiedendoti “ma questa poi….”

Allora, succede che tu ad un certo punto della tua vita ti rendi conto che tu, proprio tu, esattamente tu, sei stata scelta per “altro” che non è riprodurti e partecipare all’evoluzione della specie, te ne fai una ragione e parti in giro per il mondo a cercare questo “altro”, e visto che comunque da quando sei nata hai sempre avuto una predisposizione quasi maniacale x tutto ciò che riguarda le comunicazioni alla forma scritta, ma dico fin da piccolina proprio: ti ricordi perfettamente che – tu all’asilo e tuo fratello in prima elementrare – i compiti di casa glieli facevi tu, e a metà anno scolastico il babbo è stato costretto a comprare libri e quaderni anche a te con la promessa che avresti lasciato anche a tuo fratello la possibilità di imparare l’alfabeto; a 7 anni componevi già mini racconti di burattini e bambolotte; sei maniacale  tanto che anche a scuola la prof diceva a tutta la classe ragazzi il tema almeno una pagina e aggiungeva Vaifra tu fanne al massimo 30 per favore ma tu, già all’epoca una personcina insubordinata e testarda che invece voleva fare le cose di testa sua, per non oltrepassare le 30 pagine di limite massimo cosa facevi, facevi che anziché scrivere nella metà pagina piegata per verticale come usava (usa ancora?) lasciavi un margine a destra di meno di un centimetro (furba!) ed ecco che riuscivi (pur cercando di contenerti e di frenarti) a stare dentro le 30 pagine, al massimo 31, o qualche volta 40; Ecco, dicevo, visto che tu hai sempre avuto questa mania di scrivere, succede che quando parti per andare dall’altra parte del mondo a fare qualcosa che nemmeno sapessi esistesse, come puoi non iniziare a scrivere mail a dir poco kilometriche a tutti quelli che conosci e che ti hanno chiesto di aggiornarli sulla tua nuova vita? L’unico modo per impedirtelo è tagliarti le dita, diversamente non c’è soluzione. E quindi inevitabilmente qualcuno ad un certo punto ti dice caspita Vaifra ma lo sai che mi fai proprio ridere nelle tue descrizioni, ma lo sai che scrivi bene (si lo sapevo già grazie, voglio dire: in mezzo a tante cose in cui sono impedita almeno una cosa fatta bene la saprò pur fare anche io no?), ma lo sai che però per quanto è piacevole leggerti a volte rompi anche un po’ le balle? Ops. E allora ecco che diplomaticamente ti lanciano l’idea di aprire un blog, in modo che chi vuole ti legge, chi non vuole non ti legge. Giusto, perfetto, non fa una piega ed in fondo io non ho nessun diritto di invadere le caselle di posta altrui, mica sono spam io, e allora ben venga l’idea del blog. E blog sia allora. Poi succede che qualche anno dopo, qualche anno passato a scrivere questa sorta di diario pubblico su internet, che tu sei convinta sia seguito dai tuoi genitori, zii, cugini, amici e qualche ex collega, monti sul tuo bloggettino questo strumento di cui ti hanno parlato, si chiama analytics e registra tutte le visite sul tuo blog, e tu con tanto, ma tanto, tantissimo e vero STUPORE resti come un baccalà a fissare lo schermo, precisamente quel numero: media mensile di visitatori, che oscilla tra i 500 ed i 600. Ti senti ribollire il sangue, dici ma come, ma no, ma io non pensavo, ma chi cazzo se ne frega di cosa faccio io se non appunto i parenti e quei quattro gatti dei vicini di casa? Allora cambia tutto cavolo, allora non è solo il mio diario, è vero sono una grandissima cogliona a non averci pensato ma è palese che internet è uno strumento potentissimo, e anche mettere un titolo simile non è che passa proprio inosservato nei motori di ricerca…. Ma guarda un po’, come disse il pesce rosso che fece tutto il giro del vaso, ma certo, ma che ingenua che sono, io in certe cose sono tanto sgamata ma in altre sono veramente indietro, me ne rendo conto: non è la prima volta e probabilmente nemmeno l’ultima. E poi inizi a ricevere mail da parte di sconosciuti, ma tante mail, tantissime. Ok gli esauriti che ti mandano il cv ti fanno un po’ ridere, ma poi ci sono anche tutti quelli – tantissimi – che ti chiedono informazioni su come fare per diventare hostess, o “come butta lì ai caraibi che sto pensando di trasferirmici?”, o anche semplici mail di complimenti, di felicitazioni perché comunque raccontando certe cose porti un po’ di sole sulle grigie scrivanie invernali di tanta gente, e quelli che ti ringraziano “per la compagnia”, e poi nei periodi in cui magari sei un po’ giù o hai avuto qualche difficoltà perfino le mail-paccasullaspalla ti fanno piacere anche da parte di sconosciuti. Insomma, inizi un pochino a pensare che forse, nel tuo piccolino, stai anche facendo una cosa buona. E a volte non ne hai proprio voglia di scrivere (strano, stranissimo, ma si sa anche i più golosi dei golosi a volte rifiutano un profitterol) ma comunque lo fai. E poi ci sono quelli che ti criticano, quelli che ti dicono (molti alle spalle e pochi nel grugno, e io questi ultimi li rispetto tantissimo perché almeno me lo dicono chiaro) “ma chi ti credi di essere” o “ma pensi di essere l’unica?” o “eh beh, in questa epoca di esibizionismo figurati se non mancava la mitomane col blog”. Accetti le critiche, non tenti nemmeno di difenderti perché fa parte del gioco, non puoi piacere a tutti per forza. Però cambi il tuo modo di scrivere: prima nella tua  convinzione (ok criticabile ma comunque in buona fede) di blog-uguale-diario-che-nessuno-si-fila scrivevi senza problemi nomi cognomi e tutto, invece quando scopri di avere un’eco superiore ad ogni attesa ecco che stai un po’ più attenta e metti i nomi solo delle persone che te lo dicono, per il resto no, magari metti l’iniziale oppure un nomignolo inventato. Poi ci sono situazioni dove non fai nessun riferimento di riconoscimento delle persone di cui stai scrivendo perché comunque ci sono leggi sulla privacy, e poi c’è chi ti dice ridendo “non voglio che scrivi nemmeno la mia iniziale”, ok hai fatto bene a dirmelo e ti ringrazio di avermene informato perché io nella mia ingenuità avrei continuato a scriverla, ma potevi dirmelo subito così non dovevo andare a ritroso di tutto quel tempo per correggere post già pubblicati, ma comunque riconosco che hai ragione, è un tuo diritto anzi mi scuso per la mia ingenuità e rimedierò quanto prima a tutti i post vecchi….


E poi c’è che un giorno ad un certo punto uno che ti ha sempre detto quanto tu sia una persona meravigliosa ma con l’unico difetto di avere un blog ti esplode improvvisamente nel muso che sei una persona di merda e devi solo vergognarti di avere un blog, non vali una sega, fai schifo, quasi arriva a farti capire che se ti ammazzi fai un favore al mondo, in ogni caso sei pregata di sparire e probabilmente ti denuncerà anche perché sparli male pubblicamente della gente che incontri. Boh, un pochino ci rimani anche male, cavolo è vero che sai che odia il tuo blog ma in fondo ci si è riso sopra insieme un sacco di volte, e soprattutto nella tua ingenuità il fatto di definirlo in maniera generica è sufficiente, non ti aspetti proprio un attacco del genere e ti verrebbe voglia di dirgli “scusa, forse io sarò anche gnucca, deficiente, ritardata, definiscimi come vuoi ma non aggredirmi, tu mi avevi detto niente iniziale e io sono stata sul generico, non vedo dove sia il problema e quindi se invece il problema c’è allora dammi la possibilità di spiegarti la mia buona fede e soprattutto di scusarmi e magari anche rimediare, non mettermi in croce così, perché se no mi viene da pensare che non sia questa la ragione del tuo così feroce incazzo con me ma ci sia altro…..”
E comunque, in un periodo già così confuso per me, questo attacco è fatale. Ci sono già tanti vasi colmi, e le gocce stanno cadendo tutte adesso, il pavimento è un lago! Ma per non divagare restiamo sull’argomento blog. L’ho privatizzato così si entra solo su invito, basterà? O ancora una volta sto peccando di ingenuità? Ma poi in tre giorni tra messaggi privati in facebook e mail (a parte le persone che conosco che me lo hanno chiesto direttamente al telefono), ho ricevuto almeno due dozzine di proteste da parte di EMERITI SCONOSCIUTI “mi mancheranno i tuoi racconti” “no, perché l’hai fatto???” “peccato”…. E allora anche questo ti fa riflettere, come se in questo periodo ti mancassero gli argomenti di riflessione, e ti ricordi di essere – nel tuo infinitamente piccolo – una sorta di servizio sociale antinoia e stai espletando un’attività di favoreggiamento sogni per tanta gente. E ti chiedi se è giusto precludere la possibilità di leggerti a delle persone che magari non sanno come fare a raggiungerti per chiederti l’autorizzazione ad entrare.
E la conclusione è: io non scrivo cose personali delle altre persone (le più personali nemmeno le mie), non racconto balle, non sparlo proprio di nessuno, e per il resto quel che voglio raccontare di me stessa sono solo ca**i miei, se voglio mettermi anche a descrivere minuziosamente per filo e per segno che ho avuto la diarrea e quanta ne ho fatta e di che colore era… ma saranno affari miei o no!!! Io rispetto la privacy degli altri, ma la mia libertà di espressione dov’è? Ma soprattutto, nessuno è obbligato a leggere un blog: ti piace leggi, non ti piace non leggere, mi sembra semplice. E non mi si rompano le scatole, che finora le critiche mosse sono sempre state lecite e infatti ho rimediato e mi sono scusata, ma non ho né tempo né voglia di correr dietro alle altrui paturnie perché ne ho fin troppe delle mie. Onestamente ed obiettivamente non mi sembra di aver offeso né insultato nessuno, la mia coscienza è a posto, poi se le scuse vengono accettate bene, se no non posso farci niente e pur con la morte nell’anima posso solo rispettare la lecita richiesta di non farmi più viva.


Ecco, questa è la Vaifra che conosco. La confusione c’è ancora tutta ma la crisi sta passando, e sono anche questi incidenti di percorso che a volte ti danno lo scossone per reagire. Sei già piegata a metà e ti arriva un’altra bastonata, esattamente da dove pensavi di ricevere affetto e abbracci: o ti butti sotto un treno o reagisci. E in Martinica non esiste la ferrovia.