15 marzo 2007 ST.MARTIN, E guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po’….. la canticchiavo spesso nei giorni scorsi, ora sarebbe il caso di coniugare il predicato verbale al passato in quanto stamane ho riacquisito la mia libertà e ho visto il cielo aperto. Io cmq con gli aeroporti di queste isole del nord non ho proprio feeling, anche stamattina è stata una comica all’aeroporto di St.Thomas: sarà stato per il mio aspetto un po’ troppo casual (braghe a righe, infradito e zaino in spalla), o forse il viso leggermente sciupato o l’aria di una morta di sonno, non lo so, fatto sta che al controllo bagaglio a mano qualcosa deve aver attirato l’attenzione perché ci ho messo mezzora a passare (e gli altri passavano tutti lisci lisci con i soliti controllini standard)…. Prima mi hanno requisito le ciabatte e se le sono tenute tutto il tempo, con una scuuura gigantesca che le ha analizzate perfino con la lente d’ingrandimento (c’è gente che nasconde le bombe negli infradito o le piaceva il modello?), un altro tizio mi ha preso passaporto e carta d’imbarco, una è sparita col mio bagaglio e l’altra più che una perquisizione mi ha fatto una visita medica completa, dicono che il referto me lo mandano a casa. Alla fine tutto si è risolto sequestrandomi burro cacao e dentifricio (gli americani ce l’hanno col mio dentifricio, questo ormai è un dato di fatto), mentre invece mi hanno lasciato le forbici. Bah. All’aeroporto di St.Juan invece c’è stata una scena buffissima: al momento dell’imbarco hanno visto che dentro al mio passaporto c’era ancora il visto d’ingresso americano (e non se l’erano preso? Qui c’è lo zampino di Houdini) allora mi hanno mandata ad una macchinetta in cui ho dovuto inserire il passaporto, è apparso il mio nome a caratteri cubitali, una voce mi ha invitata ad inserire entrambi gli indici per le impronte digitali e infine mi hanno fatto una foto e la macchina ha finalmente sputato la mia uscita dagli USA. L’importante è sempre arrivare a destinazione, quel che succede negli aeroporti ha importanza marginale.

Ora sono a St.Martin ma il mio pomeriggio di svacco totale, causa pioggia incessante si è trasformato in pomeriggio presso un ristorante italiano (nb: di cesenati, vicini di casa!) con Jeff, il tipo che mi aveva caricata dall’autostop la volta scorsa e che ho chiamato una volta giunta qui in quanto Denis (quello che mi aveva dato ospitalità) era a lavorare. Stavolta ho trovato da dormire in un hotel che di hotel non ha nemmeno l’insegna. Per 70 dollari mi hanno venduto uno “studio”, in realtà è una stanza con brandina e bagno, ma senza acqua nella doccia, non so, forse bisogna pagare un supplemento? Tra poco torno al porto di Marigot, vado a prendere un aperitivo con Timo e Miriam. Non ricordo se mi viene a prendere Jeff o Denis, sono talmente stanca che troppa grazia che mi ricordo di aver detto alle 8, a chi non lo so, secondo me l’ho detto a tutti e due quando si sono incrociati: non so bene per quale magia ma sono riuscita a trovarmi in macchina con uno e avere le valigie nella macchina dell’altro, sono un fenomeno a fare del casino!


Appena arrivo a casa la prima cosa da fare è guarire dal virus preso a bordo: la sindrome della filippina… non voglio mai più vedere un aspirapolvere in vita mia, sia ben chiaro!! A forza di sgurare lucidare e pulire da mattina a sera senza tregua sono arrivata addirittura al punto di sognare che prendevo dei cazziatoni perché c’era una ditata nel tambuccio o un capello sulla moquette, un vero incubo! C’erano dei momenti nella giornata in cui pensavo a quando ero piccola e giocavo con Damiano: quando uno era stanco morto e aveva bisogno di riprendere fiato un attimo bastava alzare la mano e dire “fido”…. Quante volte tra me e me in questi giorni pensavo “fido! fido! per favore fido!!!!” Oppure al mattino a volte tra di noi non ci salutavamo neanche perché non avevamo la forza di emettere sillaba fino a dopo il caffè… quella barca ci ha proprio spremuti come dei limoni!!! Devo ammettere però che la gita pomeridiana ai baths di virgin gorda (ordinata dall’armatore per tutto l’equipaggio) ci ha regalato 40 stupendi minuti di stacco, sembravamo bambini in gita, incredibile come le cose semplici a volte possano avere un gusto indescrivibile!!!

Ok, scritto tutto, vado a ‘mbriacarmi che me lo merito, và!!!
10 marzo 2007…… AUGURI DAMIANO!!!!! Dalle isole vergini americane, dopo una settimana di crociera.

Eccomi qui, ancora viva. La settimana ad antigua è passata velocemente con i preparativi della barca, un giorno sono anche andata a fare la spesa con Sandra in città e siamo passate attraverso la rain forest…bellissima, e in macchina ogni tanto vedevo anche scorci di spiaggie niente male, bisogna tornare in questa isola, merita, merita…. Poi ho avuto modo di esplorare in lungo ed in largo Nelson Dockyard dove eravamo noi, e qualche sera siamo stati in gita a Falmouth (qualche centinaio di metri più in là, diversi locali e tanta vita notturna).

A bordo va tutto bene, si lavora come pazzi e come previsto non esiste una vita privata: si dorme e si lavora, si lavora e si dorme, i ritrmi sono questi e la giornata è scandita dai tempi di servizio e di riposo (scarsino). Non mi entusiasma lavorare su questo genere di barche, troppo grandi, troppo formali i rapporti con gli altri, inoltre sono alle isole vergini ma potrei essere in qualunque altra parte del mondo in quanto vivo sottocoperta con luce artificiale ed aria condizionata, come in miniera!!!…..dicono che qui fuori ci siano i caraibi….mah…. ho dei seri dubbi…. Ma questa non è assolutamente una lamentela, è solo una conferma a ciò che già pensavo prima di fare questa prova: non mi piace. Eccheccacchio, mica potrà sempre piacermi tutto no?? Coi colleghi sto benone, a parte Sandra con la quale litigherò ferocemente non appena entrerò in possesso di una bilancia… ovviamente scherzo, però il fatto che lei cucini così divinamente per me non va bene, neanche un po’… Dicevo: con lei e con Mirko ci siamo presi bene, si ride e il clima è ottimo, quindi tutto sommato non è così tragica, se non fosse per questo clima di austerità e proibizionismo terroristico dettati non dall’armatore, che invece è una persona gentilissima, così come la moglie ed i loro amici. Ma è pur sempre vero che nessuno siam perfetti, ognuno c’abbiamo i suoi difetti…. no?

Da quando abbiamo imbarcato e siamo partiti, come prima tappa abbiamo fatto St.Martin (e daje, son sempre qui ultimamente), seconda tappa isole vergini britanniche e mo’ siamo alle americane, t’è capi??? Mica brodo di giuggiole qui!! Unico inconveniente è che a noi dell’equipaggio non ci hanno accettati in quanto sprovvisti di visto, quindi non possiamo scendere dalla barca, ma non fa nessuna differenza rispetto ad averlo sto benedetto visto, tanto non abbandoneremmo la barca comunque…. Unica escursione a terra in questa settimana è stata proprio x andare a far dogana tutti insieme, qui mica si accontentano dei passaporti, vogliono vedere bene tutte le persone…. Almeno ho visto la dogana di St.John, posso dire di aver visto le isole vergini, anche se un “refused” sul mio passaporto nuovo di zecca non è che mi piaccia tanto, inoltre mi chiedo come facciano quando arriva una bella Costa Crociere con quelle 2-3000 persone a bordo…. Tutti lì in quell’ufficio???

Il mio viaggio verso casa stavolta sarà duro: a causa del visto devo scendere a Tortola e prendere un traghetto per St.Thomas, poi il giorno seguente inizio coi voli: prima un po’ di rimbalzi per i caraibi, sempre col rischio di esser arrestata per vagabondaggio: St.Thomas-St.Juan-St.Martin, praticamente una via crucis, poi appena capisco dov’è St.Juan sono anche contenta. A St.Martin stazionerò 24 ore, ho anche appuntamento x l’aperitivo con Timo e Miriam che saranno là, e ne approfitterò per fare un po’ di meritata spiaggia e svacco totale, tanto ormai dopo i pellegrinaggi dell’ultima volta l’isola ce l’ho in tasca, poi il giorno dopo un bel St.Martin-Guadalupa-Parigi, e col fuso arrivo in Europa il giorno seguente ancora, poi finalmente l’ultimo volo x l’Italia. A quel punto sarò fusa io…. Non mi era mai successo di metterci 4 giorni per un viaggio….oltretutto mi sono anche resa conto che avendo considerato di tornare a maggio non ho abbigliamento consono alla stagione primaverile italiana….ebbene si, atterrerò a Linate in bermuda, t-shirt e infradito, non ho altro genere di indumenti con me….machissenefrega, sono già felice che mi aspetta una bella pizza con Carla e il giorno dopo megaspiedo a 300 km da casa con tutta la famiglia, tanto per non perdere l’abitudine a viaggiare…

Ma sì, è bello così dai!!!