Tutto ok

Milna-qualcosa, isola di Brac, Croazia, 22 luglio 2014


Tranquillizzo tutti quelli che in qualche modo mi hanno brontolato per l’interruzione del blog. Non è successo niente di grave, solo non avevo voglia di scrivere. Strano vero? Eppure… 
Comunque per farla breve: un velocissimo passaggio da quel di Toscanella-city, una vacanzina in Turchia andata stra-bene su un caicco dove sono capitata in un gruppo fantasticamente favoloso, tutta bella gente, eravamo molto variegati in termini di provenienza, età, caratteri…. ma eravamo incredibilmente GRUPPO e ricorderò con tanta gioia ognuno dei miei compagni di viaggio.

Poi finito il cazzeggio di nuovo a lavorare, che se fossi stata figlia di Onassis sarei anche rimasta in vacanza ma purtroppo me tocca lavurà. Quest’anno grande indecisione: voglia di restare in mediterraneo sempre meno, occasioni di fuga purtroppo poche (in estate) e quindi indecisione tra le solite mille offerte, di cui – diciamocelo pure – il 90% sono ciofeche di imbarchi che lo capisci subito a naso che andrà male e quindi eviti, ma quest’anno ho avuto anche tre proposte di quelle che ti gira un po’ la testa, poi due sono decadute per i fatti loro e la terza mi ha dato non pochi pensieri trattandosi di un genere di imbarco per il quale potrei fare la firma anche ad occhi chiusi. Ma poi alla fine dico dico ma resto pur sempre una sentimentalona e quindi eccomi qui di nuovo sulla barca dell’anno scorso, che poi alla fine uno si affeziona anche alle persone con cui sta bene e allora fanculo l’offerta economica da capogiro e si sceglie dove si è sicuri di star bene. Che questo non è solo un lavoro: è una scelta di vita e quattro mesi son pur sempre quattro mesi di vita, e se per una volta posso avere la certezza di stare con persone che mi trattano bene, mi rispettano, mi lasciano lavorare come dico io e con le quali ormai c’è un rapporto di confidenza e stima che oltre che lavorare mi ci diverto anche insieme – che due risate non guastano mai – ma come si fa a rinunciare? 
Per cui sono in Croazia. Ma non è che abbia grandi cose da raccontare, davvero. Sono ancora in fase di riflessione: il mio pensiero è proiettato verso il mio io interno e quindi il mio io chiacchierone e cazzarolo in questo momento è un po’ in secondo piano.

Sto progettando di rifare la traversata. E non ho voglia di rifare un’altra stagione alle Grenadine. Che poi solo al pensiero di non andare là mi viene una specie di nodo allo stomaco. Io non posso vivere senza le mie Grenadine, senza i miei rastoni, senza il mio poulet boukané e senza il mio “popolo di Marin” con i nostri tormentoni e le risate con l’ammiraglio, senza scancherare sui pontili quando devo caricare la cambusa e piove e nessuno mi aiuta, senza gli incazzi per i ritardi dei locals, senza il caffè mattutino al mango bay che a seconda della barista di turno è buono, bevibile o schifoso, senza la sensazione meravigliosa di buttarmi in mare quando sono tutta sudata, senza le contrattazioni all’ultimo centesimo per comprare un tonno, senza i sorrisi ed i calorosi saluti dei miei amici giù alle isole, senza perdere 10 anni di vita ogni volta che incontro una cucaracha e sempre col terrore di un tete-a-tete con una migale, e non posso nemmeno immaginare di non vedere più Mayerau o le Tobago cays o Cumberland. Ma non posso invecchiare senza vedere altro...il mondo è grande e io ho già 43 anni.


Non lo so.


Però intanto vi faccio vedere due cose della Croazia che mi hanno fatto ridere un pochino: