voglio invecchiare come lei

Martinica, 27 gennaio 2012


Tutto è andato bene. Skipper bravo e simpatico, e pure belloccio (che non guasta mai). I clienti ok pure loro, target standard di questa compagnia: semplici, rilassati, senza tante pretese; bel gruppo; non molto omogeneo perché in 12 persone siamo riusciti a mescolare tante tipologie di persone che poco hanno in comune, a partire dall’età passando per il carattere e la professione e finendo con la posizione sociale, però tutte positive, ognuno a modo suo ha dato il proprio contributo ad avere sempre buonumore ed allegria a bordo. Una menzione particolare ad una creatura straordinaria, di sesso femminile, età anagrafica 73 suonati, vitalità 15, spirito mentale 30. Festeggia un anno di pensionamento (era in polizia), ha conosciuto il suo fidanzato (76 anni) su internet pochi mesi fa, fuma come una ciminiera ma è in forma splendida; trasuda simpatia, canta tutto il giorno, non sta ferma un attimo ed è forte come una roccia; è sempre elegante e curata nell’aspetto, è vispa e vigile, ha una mente aperta (tiene i contatti con nipoti – e pronipoti – tramite facebook) e fa morir dal ridere con le sue pillole di saggezza (a volte spara certe stronzate che davvero non ti aspetti possano uscire da una signora del suo stampo); passa la giornata a battibeccarsi col fidanzato ma poi lo coccola e dopo ogni scaramuccia si danno i bacini, teneri come pochi… Ha cercato di farmi le scarpe nel ruolo di hostess di bordo… e ho dovuto lottare non poco per farle capire che era in vacanza quindi non era obbligata a svegliarsi alle 5 del mattino per preparare la colazione a tutti (me compresa!!!! L’unica era giocare d’anticipo, poco ci mancava che preparavo il caffè prima di andare a dormire la sera…..). Siamo tutti innamorati di lei ed è esattamente così che mi auguro di invecchiare.



Domani si riparte per altri 8 gg, anche il prossimo skipper non lo conosco. Porca miseria quest’anno mi sento orfana di skipper, sono finiti i bei tempi in cui come c’era una richiesta skipper/hostess l’accoppiata vincente era ovvia e palese, quest’anno EGLI ha deciso di non voler più lavorare con hostess e quindi io son messa che mi tocca prendere quel che passa il convento; finora è andata bene, speriamo che duri.

salvataggio in mare

Bequia, 12 gennaio 2012


Muppet Show. Ecco da dove arrivano questi, troppo buffi. Non giovanissimi (il più giovane deve aver fatto il servizio militare durante le guerre puniche) ma tanto simpatici e carini. Meno male lo skipper abbassa la media di età se no diventava veramente la crociera della casa di riposo.

Paioni e rintronati come pochi, devi avere mille occhi per sorvegliare tutto quel che accade a bordo, però son tanto forti e piacevoli che gli si perdona tutto, sono goffi e decisamente simpatici, con uno spiccato senso dell’umorismo e assolutamente instressabili. Bene, anzi benone. Sto facendo più di quel che è di mia competenza per regalargli una bella vacanza (meritano abbondantemente un po’ di sbattimento in più), ma tutto quel che faccio è un piacere, inoltre reduce dall’ultima esperienza mi sembra di essere in vacanza: mi sembra un sogno chiacchierare amabilmente con la gente e fare il mio lavoro con voglia ed entusiasmo, e non ricordavo nemmeno più che esistessero parole come s’il te plait e merci, pensavo che le relative traduzioni in Italiano fossero andate perdute per termini in disuso. Anche con capt. J.D. va tutto bene, è bravo e ci intendiamo senza tante chiacchiere. E’ molto gentile, mi verrebbe da chiamarlo affettuosamente zuccherino tanto è premuroso ma ho paura che poi mi scambi per una babbiona pedofila allora lascio stare e lo chiamo col suo nome.

Oggi abbiamo fatto una scorpacciata di aragosta alla catalana da ricordare per sempre, e ora siamo in navigazione verso Mayerau, atterraggio previsto giusto giusto per l’ora dell’aperitivo. Dovrei preparare un menu per un charter di febbraio ma ho pensato che nella vita ci sono delle priorità e quindi ora come ora una pennica di quelle colossali non me la leva nessuno. Ciaooooo, anzi…. Roooonf…



Petit Saint Vincent, 15 gennaio 2012

Qui dal geriatrico tutto ok, i nonni stanno bene e si divertono un mucchio; tra un cambio di pannolone ed una caccia alla dentiera perduta la crociera procede su toni sereni e divertenti. Quando trovo gente così il mio lavoro è meraviglioso. A ‘sto giro la cucina prende il 10% del mio lavoro, e sto arrotondando per eccesso: sono inappetenti, mangiano pochissimo e devo quasi implorarli di sedersi a tavola quando è pronto, non gliene può fregar di meno. Poi una volta a tavola apprezzano molto, ma di fatto le dosi sono ridotte ai minimi termini e ciò mi lascia un mucchio di tempo libero, che impiego ovviamente a stargli dietro. Più che cuoca mi sento nonno-sitter. Sono bravissimi perché si arrangiano in tante cose, ma quando li vedo vagare per la barca con quell’aria sperduta in cerca sempre delle stesse cose (che stanno sempre negli stessi posti) non riesco a non correre in loro soccorso almeno morale e dar loro le giuste dritte per risolvere il problema del momento.


Martinica, Ilet Cabri, 19 gennaio 2012

Domattina sbarchiamo, fine del charter. Ieri è stata una giornata molto importante, che tutti ricorderemo per sempre: stavamo facendo il canale tra St.Vincent e St.Lucia, c’era vento forte e onde piuttosto importanti, io dormivo in dinette e lo skipper era da solo sul flight a lottare col maltempo e le secchiate d’acqua che lo colpivano fin lassù (in questi casi la solidarietà tra equipaggi va un po’ a farsi benedire e la hostess se la ronfa di pesante). Ad un certo punto may day may day alla radio, ripetuto più e più volte con affanno, mi sveglio di scatto e lancio l’allarme a skipper che prontamente si mette in comunicazione con l’altra barca, ci dicono di avere una importante via d’acqua a bordo e non c’è più nulla da fare, stanno andando a fondo, ci danno la posizione e siamo vicinissimi, via si parte subito, lanciando il may day relè al crossag antille (il servizio di soccorso marittimo). Nel giro di pochissimo (ma sono sembrate ore) arriviamo sul posto, vediamo il catamarano semiaffondato, solo uno scafo sta galleggiando con 3 persone in piedi sopra, mentre invece altri 6 sono sul tender, sganciato dalla barca e alla deriva in quanto il motore non parte nemmeno più. Sono momenti concitati ma riusciamo a prenderli a bordo tutti, mamma mia sono in visibile stato di shock, soprattutto una ragazza che non respira nemmeno tanto è convulsa, e una volta a bordo si rifugia aggrappandosi al collo di uno dei nostri che abbracciandola riesce a calmarla un poco. Offriamo loro zollette di zucchero, cioccolato, tè caldo, e pian piano tutto si calma, all’ora di pranzo dividiamo pane e companatico e li teniamo a bordo tutto il pomeriggio finchè non arriviamo a Marigot Bay dove li prende in carico l’ambasciata, il nostro compito è finito.

Mamma mia, queste sono emozioni davvero forti. Io sul momento ero molto calma e devo riconoscere che lo skipper è stato eccezionale a coordinare tutto e tutti con un sangue freddo incredibile, molto bravo. Ma dopo, cavoli, dopo ci pensi e ti metti nei panni di queste persone, che se la sono vista davvero brutta, e l’agitazione ti prende, eccome che ti prende! Pensi ai passeggeri e dici ok, hanno passato un brutto momento ma alla fine non è successo nulla di irrimediabile, poi pensi allo skipper, che era anche proprietario della barca, che era la sua casa, e ha perso tutto. E ti chiedi come facesse ad essere apparentemente così calmo in tutte le ore che ha passato a bordo da te. Calmo mica tanto, si vedeva che era pensieroso, ma tutto sommato nel suo stato di shock era contenuto. Ok, è vero che l’importante è che non ci siano stati feriti né tantomeno morti, ma poi pensi che lui d’un colpo ha perso casa e lavoro, tutto, è tutto cancellato per lui, abbiamo potuto recuperare solo il tender e i giubbotti di salvataggio che indossavano, non gran cosa.

I 9 naufraghi comunque io li ho visti abbastanza tranquilli ma penso che fosse più una questione di non aver ancora realizzato il rischio che hanno corso: la barca aveva derivato un bel po’ verso ovest scostandosi non poco dalla rotta abituale dove passano tutte le barche. E la cosa che mi ha veramente sconvolta è che quando ci stavamo dirigendo verso di loro, e li abbiamo individuati (la randa ancora issata aveva un’inclinazione davvero innaturale che nemmeno un monoscafo poteva essere così inclinato), c’erano altre 4 barche molto più vicine a loro di quanto lo fossimo noi…. e nessuno li ha cagati! Penso che avessero le radio spente, è l’unica spiegazione. E ciò mi fa pensare a quegli skipper (ce ne sono pochi, ma mi sono capitati) che tengono la radio spenta, dicono per risparmiare corrente. Mavaffanculo stronzo, il prossimo che tiene la radio spenta lo meno!!!!



Marin, Martinica, 20 gennaio 2012

Finito il charter, nemmeno il tempo di respirare che sono già a bordo di un’altra barca, vado a farmi una switchata alle Grenadine…. tanto per non dimenticarmi come sono fatte….

In marina non si parla d’altro che dell’affondamento. Tra di noi in barca anche, fino alla fine non si è praticamente più parlato d’altro, devo staccare un po’ e cambiare argomento. Non pubblico foto per rispetto dei naufraghi, che sicuramente non leggeranno mai questo blog ma mi sembra più delicato colsì. I nonnini sono partiti stamattina, il nostro charter è concluso benissimo e devo dire che anche se in certi momenti rischiavo un po’ che mi scappasse la pazienza perché bisognava veramente avere mille occhi per sorvegliare tutto sono stata molto bene, sia con loro che con lo skipper; ho riso tanto, ma proprio tanto. Simpatici e buffi che ci vorrebbe un post di duecento pagine solo per descrivere gli avvenimenti di bordo (certe volte io e lo J.D. ci nascondevamo veramente sotto al tavolo per il ridere…..), stamattina prima dell’ingresso in porto hanno voluto fare una cerimonia ufficiale per premiarci, è stata una cosa molto simpatica ritrovarci sulla rete e ricevere le rispettive medaglie, ovviamente puntate al petto con tanto di spilla da balia: per me come migliore cuoca dell’anno una foglia di verza, per lo skipper come eroe nazionale un pezzo della cima che avevamo preso nell’elica durante le operazioni di salvataggio (zero danni per fortuna). Fortissimi. Originali.



E’ tutto, penso di chiudere qui questo post anche perché ho da fare veramente un mucchio, stasera ne ho altri 12 da nutrire per una settimana. Lo skipper è Damien, mi dicevano uno biondo riccio occhi azzurri e io tremavo all’idea che potesse essere lo stesso Damien dell’anno scorso (pure lui biondo riccio occhi azzurri) perché per quanto fosse una persona gentile e disponibile ed il charter sia andato bene è rimasta epica la mia richiesta di controllare se per caso fosse rimasto sul pontile un cervello in quanto a bordo ne mancava uno: quello dello skipper (che invece sarebbe utile avere a bordo, e pure installato correttamente e funzionante non sarebbe male, ma non è sempre così). Questo Damien è simpatico, il primo impatto è ottimo e già oggi nel sistemare la barca ci sono scappate quelle due-tre stronzate da ridere che mi fanno ben sperare per il futuro.
Canale di St.Vincent, 06 gennaio 2011

Quando immaginavo questo post pensavo e speravo di poter scrivere cose del genere “Tanto lavoro ma anche tanto divertimento”. Invece no. Tanto lavoro quello sì, con 18 italiani a capodanno lo stress era prevedibile, ma sul divertimento pensavo più ad una cosa generica e che riguardasse anche l’interazione equipaggio-ospiti, e non solo al divertimento intra-equipaggio. E non pensavo che certi atteggiamenti irrispettosi che nemmeno il più snob ed altezzoso degli armatori si sognerebbe di avere nei confronti del proprio equipaggio si manifestassero durante questi charterini che in genere richiamano un tipo di gente che io definisco normale ed umana. Di 18 ne salvo cinque: educati ed intelligenti. Gli altri un branco di caproni deficienti e maleducati sullo stile pago-quindi-pretendo che non hanno capito la regola numero uno: se tratti bene la hostess mangerai bene, se invece la tratti male mangerai cibo appena commestibile, non è certo battendo i pugni sul tavolo che otterrai cura ed amore nella preparazione del cibo che ti verrà servito.



In 7 anni di questo lavoro finora ho sempre avuto riscontri positivi, nei questionari di soddisfazione ho sempre preso le crocette sulle voci da “buono” ad “eccellente” salvo UNA SOLA volta che ho preso un “sufficiente”; ora ho completato la collezione con una bella serie di “scarso” e “mediocre”. Me lo aspettavo ma non ero preparata a ciò che ho letto, cattiverie gratuite come se piovessero; oltre alle stronzate galattiche tipo che si aspettavano di mangiare molluschi e crostacei: qui i molluschi non esistono, e l’unico crostaceo è l’aragosta che ovviamente non è compresa nel budget di spesa che mi viene dato dall’alto. E per quanto riguarda la scarsità di frutta mi risulta che ogni pasto ne rimanesse, oltre a venire rigettata a merenda (in favore di spaghettate alle 5 del pomeriggio, che NON sono comprese nè materialmente nella pensione completa né contrattualmente per la preparazione, e poi dite che la hostess pecca di scarsa disponibilità… ma andatevene affanculo tutti insieme valà!).



Ho un mal di testa da record, e ho pure vomitato, ma non ho il mal di mare: penso sia dovuto al fatto che sono le 20.50 e ho iniziato a piangere stamattina subito dopo lo sbarco del branco e ancora non ho finito. E chi mi conosce sa che non è così facile farmi piangere. Cosa dovevo fare? Eppure i 20 (anzi 21) francesi + equipaggio che ho avuto a bordo su questa stessa barca in aprile mi avevano strariempita di complimenti… So che stavolta il cibo servito non era della migliore qualità e su questo punto mi rispondo ripetendo che è una legge della natura: io sono qui per cucinare; tu sei in vacanza; io faccio del mio meglio perché le tue vacanze trascorrano piacevolmente, tu però cerca di non inacidirti con me per delle minchiate delle quali peraltro io non ho colpa: se non ti è piaciuta l’escursione non puoi tornare in barca ed aggredire ME ed oltretutto offendermi a morte dicendo cose che non sai neanche tu, perché poi anche se porto il massimo rispetto per il cliente se tu punti il dito contro DI ME personalmente, è facile che mi girino anche le balle e dopo per conseguenza logica, visto che io sono lì principalmente per cucinare e sulla mia fronte non c’è scritto né “ufficio reclami” né “pungiball per turisti frustrati” e nemmeno “psicoterapia”, il mio ego offeso e risentito emanerà fluido negativo alle mani che lavorano e ciò che uscirà dalla mia cucina farà inevitabilmente schifo. Il che non agevola il tuo benessere. E se non capisci questa regola basilare sei un minchione frustrato e la prossima volta anziché scegliere una barca con cuoca portati un robot da cucina. Il Bimby per esempio, è perfetto, fa tutto buono e velocemente, non è sensibile né tantomeno umorale, non ha bisogno di dormire almeno 5 ore per notte e non si incazza se lo offendi, ti fa gli spaghetti anche alle 3 di notte se li vuoi. Ah, e non ti romperà mai le scatole, per esempio non si sognerebbe mai e poi mai di consigliarti di difenderti dal sole al tuo primo giorno ai tropici, mancandoti di rispetto come dici tu; dopo accurate analisi del perché e percome ci fosse cotanto astio nei mei confronti sembra che questa scena del primo giorno sia stata la miccia che ha innescato la bomba dell’antipatia, ho offeso uno dei leader e da lì è stato un crescendo di cattiveria nei miei confronti, dopo questo incidente ogni cosa che io dicessi o facessi ero: a-irrispettosa, b-antipatica, c-non professionale d-checazzoneso, ma di sicuro mai niente di positivo, ed il branco dei caproni era troppo stupido ed ignorante per ragionare e giudicare con la propria testa, era più divertente stare tutti coalizzati scaricando le proprie frustrazioni su qualcuno/qualcosa, inoltre la delusione di trovarsi in una vacanza “confort” anziché “superluxe” ha deluso le aspettative dei vacanzieri e diciamo che ho fatto un po’ da capro espiatorio. Salvo qualcuno che ha obiettivamente azzeccato il punto comprendendo che io personalmente ho fatto del mio meglio con i mezzi a mia disposizione, e che quindi la delusione per il menu che non comprendeva aragosta e champagne ad ogni pasto non è colpa mia personale ma delle false aspettative che erano state create.


Se esiste una top ten, come si chiama la classifica inversa? Flop list? Bene, questo è stato il flop numero 1. Oltre alla importante mole di impegno fisico ho lavorato in condizioni di stress mentale che non mi erano mai capitate prima… 18 cavallette affamate e pretenziose che quando scendevano dalla barca mi pareva una tregua dall’incubo che stavo vivendo, poi dopo troppo poco tempo vedevo il tender che si riavvicinava alla barca e sentivo l’ansia che mi montava dallo stomaco perché sapevo cosa stava per succedere: dalla mia esperienza ho imparato che quando tornano dalla spiaggia o alla fine di una navigazione regolarmente hanno fame, è normale, e mi faccio sempre trovare pronta per uno spuntino; in genere funziona. Peccato che noi Italiani per spuntino intendiamo un bue, ma non solo: se c’è frutta ne hai almeno due che vogliono formaggio e uno che vuole biscotti; se prepari biscotti ce ne sono tre che vogliono frutta e due che vogliono prosciutto, uno lo vuole di Parma e l’altro invece vuole un Pata Negra. Poco importa che sei ai caraibi, loro hanno pagato ed esigono. E se non ce li hai perché non rientrano nel budget sei tu un’incompetente.
E appena li hai sistemati tutti e stai pregustando la tua mezzora di pausa quotidiana (tra le 6 e le 23 almeno mezzora te la devi concedere se vuoi arrivare alla fine)…. regolarmente, e sempre proprio nell’istante preciso in cui stai riponendo la spugna dopo l’ultimo passaggio di pulizia del bancone, ecco proprio lì, in quel momento, ne arriva uno che ti chiede qualcosa, qualsiasi cosa, anche solo una cosa semplicissima come scaldargli un po’ di latte, ma tu senti veramente una vocina dentro di te che ti dice di prendere il bazooka e sparare nel mucchio, invece non lo fai perchè lo sapevi anche prima che sarebbe stato così, quindi poche lamentele e scaldi quel cazzo di latte, preferibilmente col sorriso. E appena hai finito e guardi l’orologio e ti dici “beh dai, ho comunque ancora un buon venti minuti di sosta prima di ricominciare” ne arriva un altro e ti chiede un’altra cosa, magari un uovo sodo. Oppure arrivano tutti insieme, come una mandria di pecore, e pur essendo in 18 ti chiedono 25 cose differenti, e tu ti chiedi come sia possibile perchè la matematica dice che 18 persone non possono chiedere 25 cose. Ma noi Italiani ce ne facciamo un baffo della matematica e a volte riusciamo a chiederne anche una quarantina, tutte diverse, tutte insieme, tutte assolutamente e rigorosamente urgentissime, e siamo anche capaci di spazientirci (per esempio battendo i pugni sul tavolo) se non vediamo i nostri desideri esaudirsi in un nanosecondo, in fondo che avremo mai chiesto di strano? Forse è per questo che certe mie colleghe non accettano più di lavorare con Italiani. E io fino a qualche anno fa non avrei capito il perché. Ora che ho preso l’abitudine ai Francesi… porca miseria se capisco!!!!

E così c’è stato un crollo verticale del mio grado di motivazione per un paio di giorni, anche tre; poi mi sono scrollata da sola e ho pensato “ma che cazzo me ne frega di cosa pensano questi qui di me, se gli piace prendermi per una minorata mentale ma che si accomodino e lo pensino, non ho né tempo né voglia di dimostrargli il contrario, non me ne frega proprio niente!” mi sono un po’ ripresa e anche se non è cambiato niente almeno il mio umore è tornato a livelli umani. Non ho trovato un eccellente feeling col grosso del gruppo, addirittura una persona mi stava pesantemente sulle palle (mai successo prima di provare tanta antipatia per un passeggero), ma c’erano anche alcuni elementi che mi piacevano molto e quindi più che altro per loro ho deciso di uscire dal guscio che mi ero creata al secondo giorno e ho ripreso un po’ il mio tono abituale; altre 4-5 volte ho rischiato crisi di nervi ma sono arrivata alla fine senza uccidere nessuno. Come ho fatto non lo so. E soprattutto non so come ho fatto a non ricominciare a fumare perchè la voglia (e in certi momenti la necessità) era davvero tanta; effettivamente ogni tanto ho anche avuto il dubbio che i passeggeri non fossero veri clienti ma piuttosto attori pagati dal mio dottore del centro antifumo per mettermi alla prova…. una specie di prova di forza per vedere se so resistere allo stress senza riprendere la sigaretta. E ho resistito, test superato. A dire il vero pensavo che se proprio dovevo fumare allora avrei dovuto passare direttamente alle canne, quelle di roba buona però! Poi però mi sono anche detta che non ha senso iniziare a farsi le canne a 40 anni e ho rimandato ad un’altra vita.

Per fortuna almeno mi sono divertita tantissimo con l’equipaggio: capt Serge si riconferma fenomenale, sono professionalmente innamorata di lui perchè oltre ad avere ottime capacità organizzative-gestionali-tecniche eccetera eccetera è simpaticissimo sempre con la battuta pronta che ti fa schiantar dal ridere. Ha un’intelligenza empatica superiore alla media e capisce di cosa ha bisogno la gente, se è il momento della battuta, del cinque o della pacca sulla spalla. E poi è gentilissimo, lavorare con lui è davvero un piacere. Max il marinaio, bello come il sole, silenzioso e discreto, efficiente e presente, sempre sorridente e disponibile, a posto col mondo, che ogni tanto si lasciava andare tramutandosi in simpatico personaggio da telefilm, e le risate che mi son fatta con lui durante i lavaggi piatti faranno parte del mio bagaglio di ricordi di questa crociera un po’ speciale. E poi “il patacchino”, Darietto: lo conosco già da un po’ e confermo quel che ho sempre pensato di lui: molto giovane ma in gamba. Tra di noi crew ci siamo divertiti davvero tanto. E poi gli altri della flottiglia, che ‘sto giro a parte gli skipper non ho praticamente nemmeno visto sebbene l’ultimo dell’anno abbiamo fatto aperitivone tutti insieme in barca da noi. Indimenticabile la mezzanotte: barca silenziosissima (tutti a terra), serie di pose cretine con l’autoscatto, brindisino di mezzanotte e poi iniziano i fuochi, siamo molto vicini a terra e un fuoco sparato altissimo ci punta contro, il vento lo fa arrivare proprio sopra di noi e scatta il corri–corri su tutta la coperta con secchi alla mano: ci casca a poppa o a prua? Tu stai a dritta che io sto a sinistra, corri corri, svelto che arriva, minchia ci becca in pieno, siamo nella merda…. invece no, per fortuna, è caduto in acqua a meno di 3 metri da noi, allarme rientrato.


BEST CREW

Il costante buonumore con l’equipaggio mi dava la forza di non sbroccare definitivamente e sono arrivata fino all’ultimo giorno. Ma davvero, se non fosse stato per il grande feelling tra di noi avrei dato in escandescenze e sarei sbarcata al terzo giorno. E quindi cara la mia maleducatissima signorina “voglio questo e quello”. e soprattutto carissima testa di minchia ipocrita e falsa come l’ottone signorina “karma contro” (che se ti incontro un’altra volta nella vita ti gonfio come una zampogna e te lo faccio passare io il trauma di pinocchio – meglio che non ti spieghi cosa ho intenzione di fare col naso di legno - vediamo se hai il coraggio di dirmi in faccia quel che hai scritto; e se mai leggerai queste righe fammi causa, non all’agenzia viaggi ma a me personalmente, Melchiorri Vaifra, non aspetto altro) e anche tu mister “ho capito solo io come gira il mondo” e signor (o signora?) “ho pagato, pretendo” … ma andatevene, sinceramente e di cuore, a dar via il q, che gente insulsa come voi spero di non incontrarne nemmeno più! Cordialmente, vostra antipatica, non professionale, deludente, incompetente hostess Vaifra.



Marin, 7 gennaio 2012

Durante il trasferimento da Union a Martinica nei miei turni di guardia ho avuto tanto tempo di riflettere e ora penso di sapere cosa provava Napoleone sulla strada del ritorno da Waterloo. Ci si pongono domande e si cerca di darsi risposte obiettive. So dove ho sbagliato, penso di aver capito gli errori commessi. Io ho fatto del mio meglio ma c’è un problema di fondo, aspettative deluse, la cosa non dipende da me ma viene dall’alto, io ho rispettato le direttive ricevute e i miracoli non li so fare (anche perché se no non stavo qui a spadellare ma mi chiamavo Gesù e nascevo 2.000 anni fa), però ho capito due-tre punti sui quali ho sbagliato: il primo errore è stato accettare questo charter. Dovevo saperlo che 18 Italiani convinti di avere il lusso al prezzo dello standard avrebbero rotto le scatole.


Comunque oggi va molto meglio. Sarà che ho seccato il serbatoio delle lacrime, sarà che ho parlato col big boss, piuttosto famoso per le sue sclerate paurose e col vizio di licenziare gente ad uso ridere, e anziché darmi una lavata di testa per i ritorni negativi si è preoccupato di come stesse la mia psiche, mi ha confortata e mi ha offerto altro lavoro (alla faccia di chi mi vuol male), o forse sarà che tutti quelli che ho incontrato non ci credono che ho preso il 100% dei giudizi negativi e inizio a dubitarne anche io (forse l’ho sognato). Oggi in ufficio mi sono sganasciata dalle risate: passato il momento serio della discussione del problema in termini professionali si è iniziato a fare ironia sull’accaduto: in 7 anni mai un ritorno negativo e nemmeno medio, e poi tutto d’un colpo bum! eccone 18 tutti insieme che dicono peste e corna di me. Ma la segretaria interviene dicendo che ha guardato bene e i giudizi non sono tutti e 18 negativi, c’è uno che ha messo la crocetta in una casellina più a destra. Rispondiamo all’unanimità che si dev’esser sbagliato, ha letto il questionario a rovescio… altre due stronzate sparate lì così e la mia tensione è stata stemperata. Gli amici mi sono stati stretti e l’autostima sta tornando. Ho ancora 2 giorni di tempo per riprendermi prima del prossimo charter, devo assolutamente scrollarmi di dosso la brutta esperienza per non scaricare la mia frustrazione sul prossimo gruppo, che di colpa non ne ha e anzi dalle mail che ci siamo scambiati finora l’impressione è di gente allegra ed intendo tornare ai miei livelli abituali.

Basta, non ne voglio nemmeno più parlare, ho praticamente scritto un romanzo, l’argomento è stato trattato da tutte le angolazioni e viene ufficialmente chiuso. Questo lavoro tutto sommato mi piace ancora, è stata solo un’esperienza orribile e non devo deprimermi né autoflagellarmi, devo guardare che ho ancora 4 mesi da stare qui e diversi charter programmati nei quali mi divertirò come una pazza e sarò di nuovo apprezzata ed amata dai miei ospiti, il che mi darà come sempre entusiasmo e voglia di fare più di quel che devo. Aragoste comprese. Tiè!!!!