Danzica (Polonia), 28 ottobre 2008.

Equipaggio pronto. Dopo aver girato mezza europa con scali improbabili siamo finalmente atterrati a Danzica e abbiamo preso possesso della barca, quella da consegnare ad Antigua velocemente, possibilmente entro dopodomani (son solo 5.200 miglia, sciocchezzuole!). Siamo qui ormai da 5 giorni e stiamo lavorando sodo per finire i preparativi e i collaudi del caso. Partenza prevista domani, speriamo. La prima impressione su questa Polandia (o Polacchia?) è che, a parte quelli del cantiere con cui abbiamo direttamente a che fare, la gente per strada è piuttosto scorbutica ed indisponente… io mi ricordavo che quando sono stata a Cracovia con il babbo e Damiano eravamo rimasti colpiti dalla gentilezza e cortesia dei polacchi, invece qui mi sono dovuta ricredere dopo appena mezza giornata, e man mano che passano i giorni non posso che confermare: provaci tu a chiedere informazioni per strada… la gente manco ti guarda in faccia, tirano dritto come se non ti vedessero proprio; commessi di negozi che insistono a dirti il costusky delle cose in polacco anziché x esempio farti segno con le dita; responsabili di supermercato dove ti presenti con un budget di spesa di qlc migliaio di euro e si rifiutano di assisterti per le traduzioni o organizzarti la delivery a bordo….boh…sarà la storia particolare di Danzica ad averli resi così sgodevoli….. e in ogni caso ho capito perché Papa Giovanni Paolo II era di Cracovia e non di Danzica…. E comunque, per non perder l’ottimismo vogliamoci trovare qualcosa di positivo anche in questo: a forza di sbattere il naso contro polacchi che se ne fregano del tuo non capire e insistono a parlarti in polacco, qualcosa lo stiamo imparando e quando entriamo in cantiere col taxi facciamo “i sboroni” e diamo indicazioni in polacco: prosto (avanti), levo (sinistra) o pravo (destra). Indietro non mi ricordo bene ma aveva qualcosa a che fare con zurigo.
Il catamarano è meraviglioso, veramente spettacolare, odora ancora di nuovo e mi piace davvero tanto, anche se forse per i miei gusti forse è un po’….troppo. Troppo spazioso, troppo lussuoso, troppo comodo, insomma troppo! Ognuno ha la propria cabina spaziale (beh io mi son scelta l’unica cabina sfigata e piccolina, ma per me è più che sufficiente, abituata ai loculi equipaggio o ai divani mi pare già di dormire in una reggia, inoltre essendo fisicamente la più ridotta ho preferito occupare io stessa la cabina piccola e lasciar più spazio agli altri – non dimentichiamo che Edo e Vittorino sono un po’ giganteschi). Ci siamo organizzati piuttosto bene per la logistica delle cose e per consegnare la barca al meglio l’abbiamo tutta impacchettata meglio che un pacco di Natale…..Natale lo sarà al nostro arrivo, spero solo di sbagliarmi sul pacco! Abbiamo fatto una buona cambusa, anche se a fare la spesa è stato un semidramma: tutto scritto in polacco e non si capiva un tubo! Meno male ogni tanto capitava di trovare qualcuno gentile e ben disposto a darci una mano, benchè l’inglese non così diffuso tra la popolazione media ostacolasse ulteriormente le nostre richieste di aiuto, ma una discreta dose di fantasia associata ad un buon gioco di mimica ci ha comunque permesso di reperire quasi tutto il necessario per non morir di fame: per esempio al reparto macelleria si chiedeva il muuuu piuttosto che il coccodè, insomma da buoni italiani ci si è arrangiati al meglio! A fare la spesa ho sentito tantissimo la mancanza della Milena, questo si: l’anno scorso ci siamo sbudellate dal ridere in spagna, e immaginavo cosa avremmo potuto combinare quest’anno a far cambusa x 6 settimane con tutti sti prodotti illeggibili ed impronunciabili….
A bordo mancano ancora tutte le stoviglierie, che ci verrano consegnate alla prima tappa prevista a Brest, fino ad allora abbiamo comprato il minimo indispensabile, e addirittura per ricavarci le tazzine da caffè abbiamo iniziato da subito a dar fondo agli omogeneizzati, difficile la scelta tra un brokuty, un indyk o uno sliwky, ma questo passa il convento!
Il clima è freddo e secco, andiamo in giro bardati come dei colbacchi e non oso immaginare come sarà appena prenderemo la via del mare…. Per certe cose è meglio non preoccuparsi prima del tempo, si rischia l’assideramento neuronico: l’attrezzatura da grande freddo ce l’abbiamo, io addirittura mi son comprata i mutandoni di lana con calzamaglia attaccata (una roba oscena, decisamente antistupro…altro che lingerie di seta!), ci andremo dietro man mano e poi via via strada facendo sarà sempre meno freddo fino ad arrivare ai tropici e finalmente goderci shorts e costumi da bagno. Tra l’equipaggio tutto fila liscio, l’umore è buono ma la salute un po’ meno: io il giorno del viaggio ero malaticcia (diciamola pur tutta: avevo la febbre, anche se facevo finta di niente per non pesare al resto del gruppo), ora sto molto meglio anche se sto continuando a portarmi dietro questo raffreddore, tosse e voce da trans;
Michela non è messa molto meglio di me e neanche Vittorino è il ritratto della salute. Ma meglio sfogare ora tutti i nostri malanni e irrobustire gli anticorpi in modo da partire belli forti e degermizzati. E in ogni caso non c’è tanto tempo di stare a letto a fare i malati, le cose da fare sono davvero tante e qualcuno bisogna che le faccia. Inoltre Edo si è raccomandato di approfittare di questi giorni pre-partenza per nutrirci a modo e magari metter su anche qualche chilo di riserva per prepararci psicofisicamente a ciò che ci aspetta: e allora vai di cioccolato e intingoli vari, grassi che più grassi non si può: ordine del capitano, non si può disubbidire! Qui pensare di mantenersi così e magari col grande freddo usare le riserve già esistenti no eh? Ogni scusa è buona. Va bè, anche quest’anno ho già capito che inizierò la stagione caraibica rotolando come solito sui pontili di Marin.
WITH MONEY YOU CAN BUILD AN HOUSE, BUT YOU NEED LOVE TO MAKE IT AN HOME….
Forse il mio Inglese non è perfetto ma spero che il concetto venga recepito ugualmente. Riassume lo sconcerto che provo ogni volta che mi devo arrendere all’evidenza, tutti che corrono dietro alla house calpestando gente a dx e sx senza ritegno. Nonostante tutto continuo a preferire il concetto home, continuo a prendermi della cogliona e della fessa, patisco delusioni, ma ho fatto una scelta ben precisa e preferisco vivere così lo stesso…. pazienza tutto il resto! Dai spremute di cuore e in cambio ricevi calci in culo ma va bene così, anche i calci in culo servono: vai avanti più veloce!!! E quindi, come sempre….avanti!
Roma, 07 ottobre 2008
E la vita la vita, e la vita l’è bela l’è bela…. Che ci faccio a Roma? Niente, ed è bellissimo!!! Finito l’ultimo imbarco della stagione estiva sono andata a casa per sbrigare tutte cose; abbiamo fatto una bella festa con tanta gente di mare e di terra, è venuta anche Ira e ho finalmente passato con lei un po’ di tempo; ieri pomeriggio prima di ripartire per Roma è passata di nuovo da noi per salutare me e Damiano, il quale le ha detto “ma perché non ti porti un po’ Vaifra a Roma?” e…. visto che io notoriamente ci rifletto molto sui cambi di programmi, dopo circa 20 minuti eravamo in autostrada ed eccomi qui a casa sua. Così finalmente ho conosciuto anche John, questo mitico fidanzato irlandese trapiantato a Roma di cui sento parlare ormai da anni.
Imminente partenza. Quest’anno che non cercavo barca per fare la traversata è la barca che ha trovato me. Si prospetta viaggio lungo in quanto partiamo dalla Polonia (c’ut vegna un chencher), quindi freddo a cubetti ma finalmente qualcosa di diverso dal solito. Comunque dai, son contenta, l’equipaggio è il migliore in assoluto che si potesse sperare: il comandante è Edo, il quale ha garantito che farà di me un marinaio provetto (bella sfida!), il secondo è Vittorino, mitico, e poi ci siamo io e Michela. Finalmente navigherò mari diversi dai caraibi o tirreno: baltico, manica, il temuto golfo di biscaglia per poi arrivare in atlantico; ho sempre desiderato vedere i fiordi, finalmente l’occasione giusta! Se non muoio di freddo farò tante belle foto……
E poi Caraibi, casa. Quest’anno per capodanno viene anche Damiano, sono felice e gasata a manetta, dopo anni dei miei racconti di quanto sia entusiasmante e meravigliosa la vacanza in flottiglia, finalmente anche lui se la vive in prima persona anziché immaginarla solamente. E non ho ancora abbandonato la speranza che si aggreghi anche il babbo….
Per il momento è tutto, attendo notizie dal capitano per preparare la valigia e intanto mi godo il tepore della temperatura romana.