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licenziata


Bonifacio, venerdi 17 agosto 2012.
Sbarcata. E poi dicono che non bisogna essere superstiziosi…..

Tutto procedeva bene fino ad un tardo pomeriggio di un tranquillo charter con famigliola serena e pacata, quando durante una breve navigazione un barcone-ferro da stiro ci fa la solita onda maledetta, io sto scendendo le scale della cucina e vedo l’oblò laterale aperto e l’acqua che si avvicina, mi sbrigo a scendere le scale ma metto male un piede, scivolo, do una botta col piede da qualche parte non identificata, mi rialzo, mi fiondo sull’oblò e lo chiudo. Poi il mio sguardo va al dolente piede destro, e vedo l’unghia del pollicione che fa un angolo di 90 gradi col dito. Dolore no, niente, solo mi chiedo come possa esser successo, voglio dire non ho picchiato così forte, non mi spiego. Vabbè, qualcosa va fatta e il mio cliente, chirurgo, interviene dicendo che va rimessa in sede se no perdo la matrice e non crescerà mai più. Anestesia a bordo non ce n’è, stringo i denti e lui fa quel che può con i mezzi a disposizione. Il giorno dopo vado al pronto soccorso di Bonifacio ma mi dicono che devo andare a Portovecchio per fare un interventino ma non subito bensì venerdi (oggi). Il charter in corso viene brillantemente portato a termine senza né un ritardo né un cambio programma, io zoppico un po’ ma sono abile al lavoro. Domani c’è un altro gruppo in arrivo e dopo varie consultazioni sul da farsi io non ho mai cambiato posizione: sono rallentata ma riesco a fare tutto lo stesso, è chiaro però che ho bisogno di un aiuto. Negativo, questo è un argomento delicato, non se ne parla nemmeno, e in men che non si dica mi trovo sbarcata non per il tempo della prognosi (15 miseri giorni) ma sbarcata proprio, e guarda caso c’è chi è pronto a prendere il mio posto, ed è una persona che conosce la barca e la skipper ma è molto meno rompicoglioni di me che sono fissata con sta storia che dal momento che riceviamo uno stipendio bisogna lavorare almeno un pochino sia che siamo in charter sia che siamo in manutenzione. Ennesima delusione, la gente per due ciliegie non si fa veramente scrupoli a calpestarti e danneggiarti. Non me l’aspettavo. Che non nascesse un’amicizia era chiaro ma visto che comunque finora siamo andate d’accordo non vedo il perché di tutta questa cattiveria. Forse devo rompere meno i coglioni, forse devo iniziare anche io a ballare appena il gatto si volta, forse devo andare anche io a culo se la barca necessita lavoretti perché tanto prima o poi la stagione finisce e la barca va in mano ad altra gente che se ne occuperà. Si, devo fare così. Prossimo imbarco parola d’ordine tirare a fare il meno possibile, ormai a forza di vederle ho imparato tutte le tecniche.
Vabbè, non serve a niente rammaricarsi, è solo l’ennesima delusione aggravata dal fatto che ci ho davvero messo tutta me stessa pensando di aver trovato l’armatore e l’imbarco della vita. E volendo vedere il lato comico della cosa beh, quante volte ho fatto ironia su gente debole e scansafatiche dicendo che sarebbero capaci di aprire una malattia per un’unghia rotta…. Beh, è capitato a me! E non è nemmeno rotta. Fanculo và. 

rari momenti di svago


Calvì, 05 agosto 2012 aspettando i clienti nuovi (che arrivano domani e quindi ho tempo)

Secondo charter andato molto bene anche quello, un simpatico gruppo italo-americano sempre sorridenti, simpatici e gentili, quando sono così è un piacere lavorare. Una bella sera a Bonifacio ho anche fatto intensa vita sociale, e attenzione ho proprio usato l’aggettivo intensa di proposito: normalmente una serata così l’avrei definita “piacevole” o “gradevole”, ma messa nel contesto di quel che sto vivendo ora la serata ha assunto un differente carattere ma soprattutto ha maturato una maggior dimensione: già di fianco a me si è ormeggiato Omero, e quale piacere ritrovarlo ancora una volta; poi per la serie “questo piccolo piccolo mondo” sempre di fianco a noi dall’altra parte c’era la hostess che era su questa barca l’anno scorso, e che avevo già conosciuto ad Ajaccio; il suo skipper invece dice che ci siamo conosciuti una sera di qualche anno fa, mi ricordo la serata ma lui non lo avevo registrato; due barche più in là erano Eugenio e la Paola. Di fianco a loro una barca che ha fatto un po’ storia alle Grenadine e della quale sento parlare da quando faccio questo lavoro, quando ho letto il nome mi sono pure un po’ emozionata, minchia Il Grande Zot proprio lui, in legno e ossa! Poi un po’ più in là un’altra collega/amica, piacevole serata di chiacchiere anche se il giorno dopo l’ho pagata cara in termini di stanchezza. Ma oh, per una sera che ho possibilità di veder gente che mi frega di tutto il resto!



Tra i due charter ho fatto un giorno di riposo, e mi reputo una persona fortunata ad avere un sacco di amici ovunque vada: qui ad Ajaccio ho ritrovato la tipa dello stand a cui ho lavorato in fiera a Genova tanti anni fa, tra lei ed il marito non saprei dire chi è che ha più senso dell’humor, e direi che di Corso non hanno proprio niente questi due: gentili, sorridenti, ospitali, insomma un piacere ogni volta che li vedo. E sono stata da loro fino all’indomani per staccarmi un po’ dalla barca (se no esplodo).

Il resto tutto ok, una noia mortale come nei due mesi precedenti. Ogni tanto mi metto allo specchio e mi sorrido da sola, così, giusto per esser sicura di non dimenticare come si fa un sorriso. Quando tornerò a casa forse mi ci vorrà un po’ di allenamento per riprendere l’uso dei muscoli facciali. 

corsi scorza dura


Ajaccio, 31 agosto 2012



Non mi diverto. Quest’anno non mi diverto proprio per niente, mi sto ammazzando di noia in maniera incredibile. Era da un pezzo che non scrivevo. Ma cosa dovevo scrivere poi? Mancanza di tempo, mancanza di argomenti, mancanza di connessione. Ora analizziamo le mancanze: mancanza di tempo perché come ogni anno mi faccio infinocchiare credendo alle promesse che suonano false come le campagne politiche pre-elettorali, ma tu imperterrita ci vuoi credere e quindi credi al “io farò” e poi invece l’unica cosa che fanno bene è il giorno di riposo. Mancanza di argomenti perché da quando sono partita ho fatto vita sociale zero, vedi mancanza numero uno e vedi anche post precedente in cui descrivevo il carattere “solare” ed “allegro” degli abitanti locali, non è cambiato niente perché non è che dall’oggi al domani cambi la gente…. Ogni volta che metto il naso fuori dalla barca torno a bordo incazzata, non sopporto più questi atteggiamenti sempre scontrosi, vai al supermercato ed esci litigando con la sciura davanti a te in fila alla cassa, oppure rogni con la cassiera stessa o ben che ti vada trovi da dire nel parcheggio…. Ma basta!!!!! Sorridere non costa niente, essere gentili nemmeno, perché qui la gente ti ringhia continuamente? E così sto sempre in barca: in charter non metto piede a terra perché tra la cucina (che qui per lo standing richiesto mi assorbe almeno 8-9 ore al giorno), il menage, il servizio  e le manovre non ho tempo nemmeno di respirare, e fuori dal charter non ho proprio nessuna voglia di uscire per farmi aggredire dal prossimo. A bordo si va d’accordo ma da qui a dire che mi diverto ne passa ancora tanta, abbiamo sensi dell’umorismo talmente differenti che ho smesso di cercar di ridere e/o scherzare. La mia collega è una persona a modo suo interessante: corretta, gentile, pulita, seria insomma tutte qualità positive ma siamo diverse, tanto diverse, e a volte abbiamo difficoltà a comprenderci quindi da persone intelligenti quali siamo abbiamo raggiunto il tacito accordo che è meglio la serenità e quindi oltre al lato professionale che comunque fila liscio facciamo qualche chiacchiera ma nemmeno più di tanto, d’altra parte non è che si possa sempre stringere legami stretti con tutti. In parole povere sto facendo una stagione di merda: mi spacco la schiena e mi rompo le palle, praticamente ho iniziato un processo di autodemolizione fisica. Quasi quasi rimpiango il deficiente del comandante dell’anno scorso, almeno con lui litigavo e ci insultavamo ed in qualche modo ero viva. Alla faccia di chi mi invidia per la vita “libera” che faccio. E alla faccia di tutti gli oroscopi che mi predicevano un 2012 alla stragrande. Può solo migliorare. Per evitare di suicidarmi mi sono buttata nella musica, finalmente ho capito come funziona il lettore mp3 (beh, non è che posso sempre saper fare tutto) e mi sparo nelle orecchie musica, musica e musica. E visto che la maggior parte delle discussioni con G riguardano le due infanzie nettamente diverse che abbiamo vissuto, e io (come dice lui) sono cresciuta a pane e Ricchi & Poveri guidando i trattori nei campi (vero, e orgogliosa di averlo fatto), sto ascoltando soprattutto la sua musica di giovane cresciuto nei sobborghi metropolitani, ossia rap. Sì, giuro, è vero, ascolto rap: articolo 31, spaghetti funk, J-Ax. E mi sento nell’animo di essere una SNOB (Senza Nessun Obbligo Baciaculistico). Evviva, grazie G!!!!

Vista di Bonifacio, o come dicono i Francesi.... Bonifasiò

....pensieri...


Ajaccio, 18 luglio 2012

I pensieri di Vaifra, elaborazione di metà luglio ma in pubblicazione solo ora per “scarsezza” di connessione internet:

Sto elaborando una teoria, un’altra. Ho già parlato altre volte di cosa penso delle persone meno dotate intellettualmente, ma resta il fatto che ogni tanto mi basisco di fronte a personaggi che mi mettono forte in testa il dubbio che forse l’unica vera deficiente al mondo sono proprio io.
Non mi ritengo un fenomeno, penso solo di essere una persona dotata di media intelligenza. Sappiamo tutti benissimo che esistono diversi tipi di intelligenza: emotiva, matematica, empatica, mnemonica eccetera. Ecco, io penso di essere nella media: come gli altri, ho certe intelligenze particolarmente sviluppate e altre un po’ meno, diciamo che la media è accettabile e mi permette di vivere bene la mia vita senza sentirmi né superiore né inferiore al mio prossimo. Poi tutti, dico propri tutti, facciamo delle cagate: distrazione, stanchezza, svista…. le cazzate le facciamo tutti e chi non ha mai preso cantonate clamorose scagli la prima pietra…. Ma ogni tanto mi imbatto in personaggi che meritano davvero uno studio approfondito dell’argomento. Cosa significa essere intelligenti, e come questa dote può influire sulla vita quotidiana di un individuo.
Allora: penso che al mondo esistano due grosse categorie di persone: quelle normodotate di cervello, e quelle che poverette la Natura gli ha fatto uno scherzetto e hanno problemi di comprendonio. Non è una colpa, non deve essere motivo di discriminazione e sono persone che comunque vivono la loro vita serenamente e allegramente, ed in certi casi compensano la scarsa materia grigia con la simpatia.
Poi c’è una terza categoria: i finti intelligenti, quelli che si mascherano da persone intelligenti ma non lo sono per niente. Ecco, sono questi che mi basiscono. In genere quando parli con una persona nuova tendi a considerarla mediamente intelligente almeno finchè non ti spara delle stronzate tanto assurde che non puoi più avere dubbi sul suo livello, e lo collochi nei poco intelligenti. Ma poi invece ci sono questi elementi, chiamiamoli Jujù (vedi blog gennaio 2008), che sono mal collocati, che tu li incontri e li giudichi persone con cervello, che magari hanno allevato figli e che fanno mestieri che in genere richiedono un livello almeno medio di materia grigia. Poi li osservi e vedi che invece no. Non hanno proprio materia in mezzo alle orecchie, né grigia né di altri colori, non capiscono niente, non sanno tenere ragionamenti elementari, non si ricordano dal naso alla bocca, perdono tutto quel che gli passa per le mani, non vedono niente di quel che gli accade intorno e vivono in una specie di bolla di sapone che li separa dalla realtà. E ti chiedi com’è possibile che con quella testa lì siano arrivati a 40 anni suonati senza mai finire sotto un camion o senza cadere in un burrone, o anche semplicemente senza mai dimenticare di respirare, insomma ti chiedi come cazzo fanno ad essere sopravvissuti. Ma sto elaborando anche un’altra tesi, anzi due: non sono persone sceme né svampite né deficienti: sono solo persone talmente terrorizzate di consumare neuroni che per esser sicure non li usano proprio e li preservano per occasioni speciali. Oppure hanno i neuroni a batteria: li usano per fare una cosa davvero importante e dopo sono scarichi e non funzionano più per i dettagli, tipo guidare con tutto quel che comporta: vuoi mettere, devi coordinare quel che fai con freno cambio e frizione, in più devi guardare la strada e devi addirittura sorvegliare cosa fanno gli altri, minchia è uno stress senza fine, per forza che dopo i neuroni sono sfiniti e scordi cose elementari come per esempio dove hai messo le cose che avevi in mano!!! Una volta ho visto un film assolutamente demenziale in cui un tipo era scemo scemo ma portava in testa uno spremiagrumi che quando diventava troppo scemo gli spremevano un limone che gli dava la carica neuronica necessaria per avere qualche minuto di autonomia intellettiva, poi si scaricava e tornava scemo. Una sorta di cervello a molla.  
Sono dei fenomeni, e tu quando ne hai un esemplare sotto mano non puoi non osservarlo e non registrare ogni suo movimento per prevenire l’incidente di percorso, e allora stai lì che passi le giornate a cercare di anticipare la catastrofe come un agente dell’FBI; in genere te la ridi, e poi fai i giochini da sola tipo adesso scambio di posto la marmellata con la nutella (nello stesso scomparto) e mi diverto a vedere una persona in crisi di panico, oppure metto le chiavi nel solito posto ma mezze coperte con uno straccio e osservo l’espressione di completo smarrimento del soggetto, o ancora faccio a bruciapelo domande che comportano un ragionamento elementare e me la spasso a sentire gli ingranaggi dei meccanismi neuronici centralizzati che grippano. Non stai a prendertela con queste persone perché colpa non ne hanno, semplicemente le invidi perché anche tu avresti voglia di passare almeno un giorno della tua vita col cervello in stand-by, della serie mangiare-dormire-non capire un cazzo! Che vita splendida che sarebbe no? Invidia….
Per inciso ed a scanso di equivoci non sto parlando di qualcuno in particolare,  è un discorso generico senza riferimenti. O quasi.

Prodotti tipici: il popolo corso


Ajaccio, 02 luglio 2012

Ricetta per fare un Corso: prendi 2/3 di caratteraccio e 1/3 di diffidenza verso gli estranei, togli l’amabilità, aggiungi una buona dose di chiusura caratteriale con un pizzico di arroganza, condisci con una bella manciata di inaltruismo - non dimenticare l’inospitalità -  mescola a fondo e servi freddo come una vendetta su un piatto di scortesia. Questo è il popolo Corso; però c’è da dire che se tieni botta ed arrivi a rompere quella scorza di durezza, dentro hanno un cuore grande e caldo… è arrivarci che è dura! I Corsi mordono; abbaiano e mordono, ma non a fondo, loro vogliono solo farti capire che sei sul loro territorio e le regole le fanno loro. Nei negozi e ristoranti quasi ti mandano a fanculo e quando ti chiedono “cosa posso fare per te” avresti davvero voglia di rispondergli “beh, per cominciare un sorriso”. Capito questo, smetti di prendertela a male se ti aggrediscono ed impari anche a fregartene quando tu dici buongiorno e loro ringhiano di rimando. Però hanno anche un sacco di lati positivi: sono veri, assolutamente genuini; sono onesti, corretti e leali; non sono finti, e non recitano. Se gli vai a genio sono persone squisite, se non gli piaci non te lo mandano mica a dire. Facile. Se rispetti le regole tutto andrà benissimo ed amerai la Corsica ed i Corsi a vita, se devi rompere le palle vai da un’altra parte.

Qui in barca tutto bene. Dopo la grande tirata iniziale per sistemare la barca abbiamo fatto il nostro primo week end, riservato a tour operators di alto livello quindi l’importanza della buona riuscita era di primo grado. Tutto bene, nonostante un motore in avaria abbiamo rispettato il programma di navigazione, abbiamo dato il meglio di noi stesse e gli ospiti sono scesi entusiasti e affascinati da tutto l’insieme. La mia collega in situazione charter mi ha sbalordita: da chiappa pesante che si stava presentando mi si è trasformata in un collaborativo robot onnipresente. Ismita che cricca su certe cose quanto in gamba e sveglia su altre. Il che non guasta. Ci intendiamo bene, andiamo d’accordo e mi piace tantissimo un equipaggio tutto al femminile, c’è qualche contro ma ci sono anche molti pro, l’importante è che ci sia buona intesa e visto che la fase di lavoro è durata solo quei 3 giorni direi che siamo un equipaggio davvero equilibrato: una non si ferma mai, l’altra nemmeno parte, perfetto no?  Mi fa morir dal ridere per certe sue caratteristiche; ogni tanto la perdo, non so dove va, cioè fisicamente la vedo è davanti a me ma non so dove sia in realtà, e io mi dico “ok è nel suo magico mondo, beata lei”. Magnè, caghè e an capì un caz, bella la vita. Ma non è questione che si fa delle robe strane, no no, è proprio così di natura, e devo confessare che la invidio parecchio.  
Abbiamo deciso che in questi 10 giorni di stacco e finizione dettagli prima della grande stagione, che si preannuncia piuttosto tirata, ci diamo anche alla vita sociale. Bene, brave, bella decisione, peccato che io non conosca nessuno, e i Corsi come detto sopra non sono proprio affabili ed amichevoli subito subito…. Ma sto bene, qui sulla mia barca, in questa baietta tranquilla che al mattino ci sveglio e faccio il primo pluf della giornata, poi inizio a lavorare e quando siamo ho una botta di caldo faccio un altro pluf, e così fino al tramonto, che dietro questa penisola di fronte a noi con i sassi affioranti dall’acqua è qualcosa di spettacolare. Finora non abbiamo ancora avuto un giorno senza nessuno a bordo, tutti i giorni c’è gente a pranzo o a cena: mò l’armatore, mò le figlie della skipper, mò i suoceri, mò il cognato, mò l’amica, mò piripicchio….. insomma cosa darei per annoiarmi una sera zappingando la tivù! Anche Ira è venuta a trovarmi un giorno, era “di passaggio” ad Alghero per l’imminente matrimonio di suo fratello ed ha fatto una capatina qui per salutarmi, che spettacolo trovarsi sempre in giro per il mondo!!!!
Che altro…. Vediamo…. Ah sì, mi sono trucidata il pollicione del piede destro: era il giorno dell’imbarco, eravamo in ritardo schifosissimo e ci siamo accorte che si stava facendo tardi per la spesa così ci siamo fiondate nel tender a rotta di collo così com’eravamo senza accorgerci che eravamo entrambe in condizioni estreme di presentabilità: capelli per aria entrambe, io con la maglietta che sembrava aver fatto la guerra e Magico Mondo senza scarpe né ciabatte. Da brava che sono (e qui si può scegliere l’aggettivo che si preferisce tra generosa e cogliona) le ho dato le mie adattandomi a camminare a piedi nudi per strada, che non sono abituata, e fatto sta che a passo da bersagliere ho sbagliato la falcata e quel povero piede l’ho strusciato bene nell’asfalto ruvido, quello bello grosso coi sassolini. Sangue ovunque, e i commessi della pescheria gentilmente mi hanno fornito un rotolo di scottex per tamponare. A distanza di una decina di giorni va molto meglio, è ancora tutto nero e brutto ma il dolore si è attenuato a livelli sopportabili. Cosa vuoi mai, ogni anno ne combino una, ormai è diventato un vizio.
Poi non è che abbia molte altre cose da dire, la vita sociale qui non esiste molto, però sono molto contentissima di aver ritrovato Lydia e Denis, quelli dello stand della Corsica per cui ho lavorato al salone di Genova per due anni tanto tempo fa. Un piacere immenso rivederli, tante risate, e anche se ci siamo visti solo un paio di volte sono persone che è un piacere passarci insieme ogni singolo minuto; in più sono stati davvero gentilissimi nel darmi una mano a sbrigare alcune cose di ordine pratico/burocratico in questo territorio abitato da gente non sempre disponibile ad ascoltare le banali problematiche di una frustrata lavorante stagionale,  per giunta straniera.
Che dire: la vita è bella, tutto va bene, speriamo che duri.

...a scanso di equivoci...

pensieri di inizio stagione


Ajaccio, 20 giugno 2012

Io lo so che è nel mio karma, dovrei scrivere nel curriculum che come io salgo a bordo di una barca questa si riempie. Sempre così: mi dicono “barca deserta, gli armatori non si vedono mai” e come io salgo a bordo praticamente ci si trasferiscono (già 3 volte è successo, non una!). E così anche a sto giro mi sono ritrovata che ancora disorganizzata e spaesata iniziano a portarmi a raffica gente a pranzo e a cena; e poi ti dicono “ok Vaifra, ora siamo pronti vero per iniziare ad imbarcare ospiti?” EEEEHHHHH???? Come scusi? Ospiti? Allora io non ho capito un cazzo: chi erano quelli per cui ho cucinato finora, marziani? O sono io che ho le travvegole? Comunque no, non sono propriamente pronta, e il motivo è che ho questo stramaledetto vizio di dormire qualche ora tutte le notti….

Dai, sto scherzando, sta andando tutto bene, davvero molto molto bene! C’è tanto da fae e non racconterò grandi cose perché sono stata molto concentrata su questo nuovo imbarco e non ho cagato pari il mondo per dedicarmici appieno ma sta andando tutto davvero bene, inizio a crederci davvero a questa storia che il 2012 è un anno positivo per i Gemelli. L’anno dei cambiamenti. Mah, mè a so’ ancora què ch’aspet…..

La Corsica è sempre una meraviglia, Ajaccio ancora non la conoscevo ma ho già visitato tutti i pescivendoli, i panettieri e anche un paio di ortolani. Con la skipper va tutto bene, è simpatica, andiamo d’accordo e anche se è una donna ha tutte le caratteristiche tipiche dello skipper medio: eccellente marinaia, ineccepibile su tutto quanto riguarda barca, sicurezza e navigazione, e tutto il resto teoria astratta. E’ simpatica, cefalodotata q.b. e speriamo di continuare ad andare d’accordo così. Se levasse un po’ di più le chiappe sarebbe anche meglio ma ormai sono rassegnata alla fiacca skipperesca quindi non ci faccio nemmeno più caso, e poi sono talmente positiva che vedo bianco anche dove è nero e quindi la prendo come parte integrante del mio programma fitness, e va benissimo così. L’importante è che sia simpatica, e qui ci siamo, tutto il resto non ha importanza, meno fa lei, più dimagrisco io (E se non sono diventata zen……)

La barca è bella, c’è tanto da organizzare, tutti i dettagli da definire e tante piccole cose da sistemare ma sono entusiasta e ho voglia di finire presto questa fase di preparazione per essere operative in fretta ed iniziare i charter. Con le alte sfere il rapporto è ottimo, è gente di mestiere, seria e professionale, sono molto contenta anche per il lato umano ed il rispetto che viene mostrato. La settimana scorsa era il mio compleanno e quindi siamo usciti a cena; sarà una cazzata ma io che ero abituata che il giorno del mio compleanno non veniva cagato pari se non dai miei colleghi ho apprezzato molto il gesto delicato di non farmi lavorare almeno la sera della mia festa. E pure la boccia di champagne ha fatto il botto. E pure il regalo, che non ha importanza in termini di valore economico ma ha un grande valore umano. Inoltre a bordo c’è sempre e solo aria di serenità, nessuno è stressato e anche se si lavora sodo si tiene in grandissima considerazione il bisogno di un ritmo equilibrato; si cerca di fare il possibile per mantenere la forma (chi ce l’ha, gli altri se la cercano): quasi tutte le mattine si va a correre oppure a fare un po’ di kajak prima di colazione, e quel che mi piace molto di questo capo è che ritiene molto importante anche l’aspetto ricreativo della questione: non dico che ci obbliga ma ci sprona veramente a prenderci delle pause (vedi bellissima abitudine sacrosanta quotidiana alla siesta), e a coltivare interessi ed attività extralavorative perché comunque essendo persona molto intelligente sa benissimo che tirare a spremere le persone come dei limoni è controproducente ai massimi livelli: inutile lavorare per forza 14 ore al giorno, meglio farne solo 10 ma fatte bene. Ottimo armatore, sono davvero molto ma molto contenta della scelta fatta e tutto ciò mi dà davvero voglia di dare il massimo di me stessa per fare le cose fatte bene secondo le direttive ricevute.



Non vedo l’ora di iniziare a fare qualche charter, questa per me è una sfida: io passo dai piccoli charter low cost ai grossi yacht privati superlusso; questo è un catamarano (piccolo tra i grandi ma grande tra i piccoli) che fa charter di lusso, e per quanto abbia ormai buona esperienza e possa conoscere il lavoro, per me è comunque un mix di cose vecchie che dà vita a qualcosa di nuovo e che io ancora non conosco, quindi molto stimolante. E dall’alto mi danno tempo, mezzi e fiducia per organizzarmi a svolgere tutto questo al meglio. Non capita tutti i giorni.

Sarà una bella stagione, ne ho sentore. 
Corsica, 16 luglio 2010
Massacrata. Nelle ossa, nell’anima e negli zebedei. Tutto è iniziato con una simpatica telefonata “ci servirebbe una hostess-marinaio per un aiutino a bordo”. MAVAFFANCULO TE E L’AIUTINO!!!!! In un attimo mi son trovata castrata, incastrata e costretta a fare il mozzo-sguattera. Al quarto giorno (o forse era il secondo, non so, mi sembrava di essere a bordo da un’eternità), esasperata, ho sbottato pesantemente come non mi capitava da anni, e dopo aver tenuto un’esauriente lezione sul significato della parola rispetto ho comunicato che avrei portato a termine l’accordo ma che nessuno mi chiedesse di essere gentile e solare in quanto gentilezza e solarità me le avevano congelate nonostante i 35° di temperatura dell’aria; dopo tante scuse e perfino un regalino le cose sono cambiate, non nella sostanza ma almeno nella forma, e va molto meglio. Sono comunque massacrata… ma contenta perché è la volta buona che dimagrisco un pochino. Una domanda: ma se io compro una zucca, quante speranze ho che si trasformi in carrozza? Va là scherzo, ma una domanda vera ce l’avrei: signora…. per il bidè ce la fa ad arrangiarsi da sola o vengo a farglielo io appena finisco di pre-masticare la bistecca per il cane? (uno di questi giorni mi scappa detto veramente)