Toscanella, 17 aprile 2010

Dopo aver mangiato un’ultima volta gli “gnocchi dalle gnocche” per salutare le 2 simpaticissime pazzoidi che gestiscono il miglior ristorante italiano in Martinica, G mi ha accompagnata in aeroporto. Mossa strategica da parte sua per essere ben sicuro che partissi sul serio, non voleva correre il rischio che restassi ancora là…. Ma lo so che in fondo in fondo mi vuole bene…
E così ho salutato i caraibi sotto una pioggia battente ma almeno di temperatura accettabile, per trovarmi un attimo ibernata a Parigi (un freddo cane) e poi finalmente arrivare a casa dove sto ancora congelando ma nutro una certa fiducia in questa primavera alle porte che non tarderà molto a darmi soddisfazione.
Sconquassata come ad ogni rientro è comunque sempre un piacere rivedere vecchie facce amiche, devo ancora fare tutto il giro dei saluti ma ci sto lavorando sodo. Intanto vedo che durante la mia lunga assenza qui in Italia non è cambiato niente: Ridge è ancora una volta combattuto tra Brooke e Taylor quindi tutto come solito, non ci sono grosse novità.
Pubblico una foto della mia casa martinichese per condividerla. Tengo a precisare che quella cosa lassù in alto non è una persona ma una bambola, si chiama Caroline e abitava con me e Nicolò. Silenziosa e discreta, lei sorvegliava la casa quando eravamo assenti entrambi.


Union Island, 09 aprile 2010, sotto una pioggia torrenziale….la meteo è solidale con me per la mia partenza…
A parte ciò tutto bene, tutto BENISSIMO!!!
Per finire in bellezza una stagione molto fortunata (a livello di equipaggi) ho avuto uno dei più piacevoli gruppi della mia esperienza: una splendida famiglia milanese che mi ha fatto ricredere sugli Italiani in vacanza. Dopo il gruppo impossibile di capodanno che mi ha fatto pensare peste e corna dei miei connazionali, questi sono stati….come dire…. semplicemente… favolosi! Sempre divertenti, gentilissimi, amichevoli e positivi, è davvero un piacere lavorare in queste condizioni! Fosse sempre così ci farei una pagina di firme!!!!

Fine anche di questa stagione dunque. Porca l’oca, è davvero arrivato il momento di partire, ancora 4 giorni e si va… Ho lasciato Melrose Place già prima di questa crociera, e già mi girano per la mente le varie scene di vita condominiale vissute nell’inverno con il mio coinquilino e gli altri vicini… davvero un bell’ambiente, anche se a dire il vero i colpi di scena non sono mancati, come la sera dell’arrivo di Ira e John che è stato improvvisato dai vicini di sopra un vero e proprio show con tanto di match di lotta libera, lanciatori di coltelli, quesiti da svelare e numeri di magia (apparizioni, sparizioni, voci misteriose)…. miiiii siamo proprio forti eh!!!
Il soggiorno dei due è stato bello, il tempo è volato via che neanche ce ne siamo accorti, e tra una spiaggia e una grigliata con gli amici sono stati giorni molto piacevoli. Grazie Ira per le centotrentottomilacinquecento foto, adesso mi ci vogliono giusto quei 5-6 anni prima di trovare il coraggio di selezionarle. Amica eh.

Una carrellata dei personaggi ed interpreti di questa mia quinta stagione caraibica: tralasciando solo per motivi di tempo i pilastri fondamentali quali G., Josè, Stefano e Michela e qualche sporadica apparizione di Davide, quest’anno c’è stato un vero e proprio turnover di persone con le quali ho legato immediatamente, quelle persone che ti entrano nella vita nel giro di poche ore e poi dopo qualche giorno spariscono fisicamente, ma non per questo dalla mente: iniziando dai primissimi Eli e comecavolosichiamailsuomoroso, Mara ed Antonio, Irene e Steven, Duccia, Laura, Jason….
Poi gli equipaggi avuti a bordo: quest’anno sono stata iperfortunata, a parte un charter tutti gli altri gruppi sono stati assolutamente positivi….si anche quelli dei 32 kg di farina erano simpatici, un po’ schiavisti forse, ma mai cafoni o arroganti quindi anche loro positivi, e poi via via un crescendo fino ad arrivare all’exploit finale di questo gruppo appena salutato, sicuramente i migliori della stagione, pari merito con i gay francesi di gennaio!

A tutti, arrivederciiiiiiii (dove e quando non si sa, ma il mondo è sempre rotondo)

Ah, a proposito di mondo piccolo, avevo scordato di scrivere questa cosa che ha del clamoroso:
l'anno scorso ho fatto una settimana con uno skipper fantastico, Cédric, che è diventato immediatamente il mio secondo skipper preferito, riconfermato anche dopo questa stagione. Questo skipper ha una morosa, hostess, simpaticissima e per dirla alla francese molto cool. Questa morosa ha un'amica, hostess pure lei, partita da qui qualche anno fa, che quest'anno è tornata qui qualche mese, un po' in vacanza un po' a vedere se trovava un po’ di lavoro. Questa ragazza ha un'amica che non c'entra niente con le barche, il mare o simili, è una cicciona bionda che lavora in una concessionaria di automobili in Francia. La cicciona bionda è venuta in vacanza a trovare la sua amica hostess ed è alloggiata, insieme a lei, presso lo skipper e la morosa di cui sopra (con altri coinquilini, una specie di grande famiglia Bredford). La cicciona arriva, e x stare in tema marinaro racconta dell'unica esperienza della sua vita in una barca, e mostra foto: era una serata di novembre 2008 e un catamarano appena giunto a Brest improvvisò una festicciola a bordo. Il catamarano si chiamava SeaZen. In una di queste foto c'è una tipa che spadella, alle 4 di mattina prepara spaghetti per un’orda di sbronzi festaioli sconosciuti, tutti i presenti vedendo la foto esclamano in coro "MA QUELLA E' VAIFRA!!!", e mi invitano a casa loro per una serata e mi fanno il sorpresone!
Ora, chi osa ancora dire che il mondo è grande lo scaravento fuori da un oblò!! Addirittura sembra che esista una teoria in merito, e copio-incollo un passaggio tratto da un qualche libro, scrittomi in mail da Michè, puta caso anche lei equipaggio del SeaZen: "Il mondo è piccolo. non è necessario viverci a lungo per impararlo. Esiste una teoria secondo la quale in tutto il mondo ci sono soltanto cinquecento persone vere (il cast, diciamo. gli altri secondo la teoria sono solo comparse) e ciò che più conta è che si conoscono tutte. E' vero almeno in parte. Nella realtà il mondo è costituito da migliaia di gruppi di circa cinquecento persone che passano la vita a incontrarsi, a cercare di evitarsi e a trovarsi invece nello stesso improbabile negozio di tè di Vancouver. C'è qualcosa di ineludibile in questo processo. non si tratta di coincidenze. E' il mondo che funziona così, senza alcun riguardo per gli individui e le buone maniere."Sostituisci il negozio di tè di Vancouver con uno scalcinato pontile di Muggiano o un baretto in Martinica e ci siamo!

Né?