Le Robin, 24 febbraio 2011


Altro charter concluso, sempre con G. Anche stavolta è andata bene, gli extraterrestri ringraziano; forse pensano che qui sulla terra siamo tutti un po’ matti ma alla fine è il risultato che conta: divertirsi un mondo.
Siamo già oltre metà febbraio. Porca miseria. E’ l’inverno più rigido mai vissuto qui, le temperature più basse mai registrate, so che sembra ridicolo dirlo ma per noi qui è un problema: la notte si arriva anche a 20-21 gradi e per difendersi da questo freddo siderale la notte bisogna perfino tirar su il lenzuolino! E tutta la mia solidarietà va ai colleghi clochard metropolitani che non hanno un riparo, io almeno qui in Martinica ho sempre gli zii della montagna disposti a sopportarmi per un pochino…Ho smesso di fumare, tentativo n. 186.312, ma che sia la volta buona, mi sto impegnando con tutta me stessa, e nei momenti difficili (e ce ne sono tanti, credetemi) mi ripasso mentalmente alcuni passaggi del libro che ormai non guardo più da almeno un anno, ma l’avevo riletto talmente tante volte da aver memorizzato quel che ora mi serve per tener duro e far passare la crisi. Sembra funzioni. Effetti collaterali: mangio come un bufalo inferocito, ma mangerei anche di più; allora per cercare di limitarmi ogni volta che ho “il voglino” bevo, meno male mi sono buttata sull’acqua (tutto il resto mi fa venir voglia di fumare), solo che bevo circa 3/4 litri di acqua al giorno. Brava! Fa bene bere tanta acqua, diranno alcuni. No invece, col piffero che fa bene: dopo che per quasi 40 anni il mio fisico era abituato a ricevere tipo mezzo litro di liquidi a settimana, bere così tanto tutto d’un colpo m’ha mandato in tilt i reni e ho autonomia di mezzora scarsa tra una pipì e l’altra. Durante il giorno ancora ancora passi, ma la notte… dù marò lives a pisé ogni dis minut... E poi, sì vabbè ho anche un altro effetto collaterale che però non è bello scrivere, diciamo che è un argomento delicato che riservo ai miei amici che condividono quotidianamente con me l’attesa dell’evento (no, non sono incinta, anche se sembra…..la mia pancia è un’altra storia, un po’ meno poetica…).
 Inoltre, visto che mi sono pure posta come obiettivo di poter sfoggiare nel mese di giugno un bel vestitino come facevo qualche anno fa e che ora non faccio più perché i vestitini mi danno troppo l’aria da cotechino, in charter mi sforzavo di fare almeno un’ora di nuoto al giorno, ma non essendo una grande nuotatrice diciamo che stavo lì a starnazzare nell’acqua, poi da quando ho scoperto l’esistenza delle frites (non so come si chiamano in italiano, sono quei tubi galleggianti) mi diverto un mondo, e visto che non mi affatico mi faccio prendere dall’entusiasmo ed esagero con l’acquagym per bruciare più calorie possibile; conclusione, mi stancavo un casino, e non riuscire a dormire bene la notte per troppi risvegli-pipì mi faceva passare giornate di merda, nervosa ed irascibile. Ne deduco che non è l’ammanco di nicotina a render nervosi i neo-ex-fumatori, è tutto quel che ci va dietro che li fa sclerare. Il povero G. ne sa qualcosa, se non mi ha sfanculata adesso allora probabilmente è vero che mi vuole bene sul serio…. (????)
vecchi amici che si ritrovano!

Quasi finito il mio riposo, peccato: il girocane mattutino per il quartiere compensa l’assenza di nuoto quotidiano. Tra due gg si riparte, stavolta saranno 4 charter filati senza passare dal via, per un totale di 36 giorni di seguito. Il prossimo che dice “beata te che fai un lavoro che sei sempre in vacanza” giuro che gli spezzo tutte le ossa a pezzetti piccoli piccoli… e poi non venitemi a dire che è l’arterio per carenza di nicotina!!!!
La storia di Pipiò
 

C’era una volta, nel freddo e rigido inverno cittadino, un piccolo passerotto solo e abbandonato su di un ramo tutto sguarnito di foglie. Il povero passerotto senza riparo tremava infreddolito e senza difesa alcuna alla gelida temperatura invernale. “Pipiò, pipiò, ho freddo, tanto freddo, pipiò, pipiò”. Finchè, intirizzito ed indebolito, cadde inerme al suolo, ormai talmente senza forze e senza energia da non riuscire più nemmeno a rialzarsi in piedi, riusciva solo ad emettere un debolissimo lamento “Pipiòòòòò…. pipiòòòòò...” mentre la vita lo stava lentamente abbandonando….
Passava da lì proprio in quel momento una vacca, che udendo l’ormai sempre più debole richiesta di aiuto si fermò e vide il povero Pipiò tutto intirizzito, che la guardava da là steso in terra, supplicandola di aiutarlo, ormai più nel mondo dei morti che in quello dei vivi. La vacca lo osservò a lungo, poi si girò e….splash! Una smerdata da medaglia d’oro alle olimpiadi delle cagate di vacca sommerse il nostro povero passerotto fino al collo, una buazza di quelle che si vedono solo nelle campagne dove abbondano i pascoli per le mucche.
“Pipiò, porca merda (è proprio il caso di dire), questa non ci voleva proprio!” pensò il nostro piccolo protagonista, poi però il torpore della buazza ancora fumante cominciò a riscaldarlo, ed egli non aveva più così freddo, sentiva il sangue che ricominciava a circolare nelle vene, ed un sempre maggiore senso di benessere gli stava ridando forza.
“Pipiò, pipiò, non ho più freddo, pipiò, pipiò, come sono contento, pipiò, pipiò!!” e sempre più si sentiva energico ed allegro.
Da lontano il lupo cattivo sentì questo grido di gioia, “Pipiò, pipiò!!!” si avvicinò, vide il passerotto, e se lo mangiò.
Morale: non sempre chi ti riempie di merda vuol farti del male. E soprattutto non sempre chi ti tira fuori dalla merda è un amico.

(Il mio nome è nessuno)
Martinica, 08 febbraio 2011


Alla faccia della stagione secca, qui piove continuamente ma non oso lamentarmi perché è pur vero che in fondo ogni tanto c’è qualche spiraglio di sole tra un temporale e l’altro, diciamo che il sole in questo periodo è latitante e timido…. ma C’E’, e anche se si nasconde spesso, permette comunque una temperatura più che accettabile, soprattutto se la paragono al rigido inverno italiano (mi giungono certe voci….).
Qui sempre tutto bene, il morale è sempre alto nonostante piccole scaramucce entro le mura domestiche che mi hanno fatto decidere di autosfrattarmi, e con me il povero Mario. Questione di incompatibilità di abitudini casalinghe, che associate alle enormi differenze caratteriali rendono improbabile una serena coabitazione, e questo è l’unico punto su cui si era d’accordo, quindi… prendo su i miei 4 straccetti e me ne vò! Ma, egoisticamente parlando, a me che mi frega, tanto fra pochi giorni riparto per mare e di qui a fine marzo avrò solo 4 giorni a terra, quindi il problema di essere homeless non sussiste. A fine marzo ci penserò. E poi comunque sarò molto felice di lasciare questa casa, bella è bella ma minchia è troppo trafficata di insetti: un pochino va bene, li tollero, ma la vicinanza dello stagno qui di fianco crea un vero e proprio brulicare di zanzare che oltre a spalmarmi l’autan dopo la doccia a mò di crema e trasformare casa in un percorso ad ostacoli con tutti sti zampironi… non si sa più cos’altro fare, e son tutta piena di bubboni che ho le gambe e le braccia che sembrano scritte in braille, dai così non si può, a tutto c’è un limite!!!

in foto le zanzare non si vedono.....ma ci sono!!!

Nel frattempo, visto che ho avuto ben 2 settimane filate di riposo e per fuggire un po’ alle zanzare, me ne sono andata a fare la turista al nord della Martinica. Peccato la pioggia ma mi è piaciuto tanto, è tutto piuttosto selvaggio ma con dei paesaggi e delle foreste da urlo, la costa atlantica è spettacolare, col mare così mosso poi c’erano scenari stupendi… proprio un bel week end! Peccato la batteria della macchina fotografica scarica….è inutile, come reporter sono un disastro!
Altro da dire non ce l’ho, la vita procede tranquilla tra serate con gli amici, un po’ di riposo e appuntamenti skype con casa, tuttovabbuono e inizio a pensare (vagamente) al ritorno a casa: Aprile? Maggio? Giugno? E se la prendessi larga e me ne andassi a fare un giro per vedere dall’altra parte del mondo come butta??? Mah, vedremo.