alla scoperta delle maldive


Makunudu (se si scrive così) - Maldive, Malè, 27 aprile 2013

Maldive….. wow!!!!


Finalmente partiti alla conquista delle Maldive! Il primo giorno utile essendoci attardati per sbrigare le ultime cose prima della partenza siamo andati poco lontani, un piccolo isolotto con un resort dove l’accoglienza non è stata delle migliori nonostante fossimo in acque libere ed avessimo ancorato a rispettosa distanza da loro. Visto il tardo orario ho fatto giusto un bagnetto vicino alla barca, non c’erano né reef né pesci né altro ma l’acqua…..che meraviglia! Ok ok sono abituata all’acqua trasparentissima, e anche alla temperatura perfetta (calda il giusto, non brodosa come quella delle Andamane), ma qui quel che mi ha spiazzata è stato non esser portata via dalla corrente come invece succede alle Grenadine, mi sembrava di essere in piscina! E mi sono ritrovata a fare le capriole nell’acqua come non facevo da almeno 30 anni! Bellissimo, non sarei mai più tornata su.

Il giorno seguente ci siamo avventurati un po’ oltre, siamo sempre dentro all’atollo di Malè Nord, tutto su a ovest; per arrivare qui ho capito una cosa che forse anche altri ignorantoni quanto me pensano in maniera sbagliata: io ho sempre saputo che le Maldive fossero atolli con i resort privati, solo che io pensavo atollo=isola con reef intorno. Invece no, è qui che casca l’asino! Atollo=barriera corallina dentro la quale ci sono tanti isolotti piccini piccini, la maggior parte dei quali privati, che ospitano un resort, poi ci sono gli isolotti deserti. Ora ho capito, e mi scuso per l’ignoranza. Si dice che per vedere le vere belle Maldive bisogna uscire dall’atollo di Malè, noi non credo che ce la faremo in quanto il tempo stringe un po’, ma devo dire che anche qui non è male: a mettere la testa sott’acqua si apre un mondo fatto di coralli (non coloratissimi, è vero, ho un ricordo più colorato del Mar Rosso) e pesci, tanti pesci, tantissimi pesci!!! E così eccomi a perdermi pinneggiando sul reef, che anche se questo non è dei migliori poco importa, a me piace lo stesso. I pesci non hanno paura, se ci si lascia galleggiare senza fare alcun movimento si avvicinano tranquilli, e una cosa che mi piace da morire è osservarli nei loro movimenti, non sapevo di avere questa passione ma resto veramente incantata perdendo la cognizione del tempo. Ho scoperto anche che se smetto di respirare per un po’ sento i loro rumori, davvero! Il pesce pappagallo a mangiare fa un gran casino, ad ogni morsichino che dà si sente proprio il rumore dei dentini sulla roccia, e poi ti guarda proprio come per dirti embè che vuoi tu? Che spettacolo!!!
 
che postaccio per iniziare la mia carriera da sub!!!

tonno pinna gialla???

Stamattina ho fatto il mio battesimo di immersione con bombola. Bellissimo, strepitoso, indescrivibile. Subito ero tesa, lo ammetto: non ero sicura di aver capito bene come funziona per togliere acqua dalla maschera, l’esercizio l’avevo fatto bene ma non me ne sentivo padrona; l’istruttore invece ha stabilito che ero in grado di andare, mi ha preso per mano e quindi giù! Miiiii talmente tesa che non vedevo niente intorno a me, ero solo concentrata sulla respirazione, poi poco a poco ho visto che non morivo e allora vai, gli ho lasciato la manina e ti saluto ragazzo. Sgridata sott’acqua, con chiari gesti che ok potevo anche stare staccata da lui ma che non mi azzardassi ad allontanarmi. Bellissimo, laggiù c’è tutto un mondo spettacolare. E immagino cosa possa essere immergersi in luoghi meno frequentati (eravamo dietro la spiaggia del resort…..) e magari un po’ più giù (sono arrivata a 12 metri). Ho deciso di fare il corso. Quando e dove non lo so ma ho già perso fin troppo tempo nella mia vita senza conoscere questa cosa stupenda.

Le giornate trascorrono all’insegna del buonumore e delle nuotate, me la sto godendo alla stragrande e se questo è lavorare son contenta di essere una stakanovista!!!


Kuda Bandos (sempre Malè), 28 aprile 2013
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Questo isolotto ove abbiamo ancorato non è un resort (anche se il resort è nell’isola di fianco e ci si può andare a nuoto). Questa è una pic-nic island, intendendo per pic-nic un posto dove si va per passare la giornata ma non la notte. Dopo pranzo mi sono avventurata a nuoto e il primo tizio che ho incontrato, ancora in acqua e ancora con maschera e boccaglio, mi ha detto che non potevo approdare a terra gratuitamente, dovevo pagare 11 dollari. E dove ce li ho 11 dollari che sono in costume, rinco….. Talmente rinco che mi ha voluto per forza dare il biglietto da visita totalmente incurante del fatto che stessi nuotando, e nonostante gliel’abbia fatto notare casomai non l’avesse visto da solo ha insistito e alla fine l’ho preso… meglio non indagare oltre su come pensava che potessi conservarlo integro. Comunque io a terra ci sono andata, ho fatto tutto il giro dell’isola e tutti quelli che ho incontrato buongiorno buongiorno ma nessuno mi ha chiesto niente. Peccato non aver avuto la macchina fotografica.

Himmafushi, 29 aprile 2013

Isola senza resort, senza pic-nic tours, solo un semplice villaggetto di pescatori che non fa al caso nostro, non molto bello ma non per questo senza il suo fascino dovuto alla semplicità, e per strada la gente saluta sorridendo. Anche qui mi sembrano persone felici.

Tutte le cose belle hanno una fine, e così è finita anche la crociera nelle Maldive; abbiamo visto poco ma quel poco l’abbiamo visto bene e ci è piaciuto
Domattina si torna ad Hulhumalè che arrivano moglie e pargolo di Capt e dopodomani gli armatori vanno via; devo confessare che un po’ mi dispiace anche. E’ vero 2 mesi sono lunghi ma con questi si sta bene anche da equipaggio, e alla fine ci si affeziona per forza! Ancora non si sa niente della nave con cui abbiamo appuntamento per caricare la barca e farla rientrare in Europa; ma in base a questo ci sono cose da fare, c’è da pulire, sistemare, impacchettare, io voglio (vorrei) approfittare del fatto di esser qui e farmi una vacanzina, c’è da decidere per il mio volo, insomma non ho idea di come saranno i prossimi giorni, come ci organizzeremo e come procederemo per coordinare al meglio tutte queste cose. Lo vedremo al momento, ora occupiamoci di questi due giorni e poi faremo il punto della situazione.

gastronomia, incazzi e tassisti ficcanaso


Hulhumalè, 23 aprile 2013

Questa la devo raccontare: stamattina finito di fare tutte le cose e quindi barca pronta ho chiesto ed ottenuto libertà di movimento. Fantastico, che giornata!!!! Niente di che a dire il vero, ma è stata una giornata meravigliosa, piena di incontri interessanti e libera di soddisfare le mie curiosità senza dover giustificare un passo piuttosto che l'altro. E' inutile, io i posti nuovi bisogna che li esplori da sola, oppure con qualcuno che abbia la mia stessa testa, che non è detto che sia il modo migliore di conoscere i posti ma è il modo che piace a me.
Allora tanto per iniziare era la giornata di scalo a Malè di una nave passeggeri (non farò il nome) e quindi Malè era invasa di turisti e mi sono piacevolmente intrattenuta con un gruppo di connazionali simpatici e gentili. Ho visto la spiaggia artificiale, come pensavo è un vero schifo ma almeno ora lo so per certo e non solo per immaginazione. Poi ho iniziato a camminare random infilandomi nei vari dive center o agenzie viaggio in cerca di informazioni per il mio futuro soggiorno qui da vacanziera anziché da lavoratrice, uffa è più facile ottenere informazioni da google che non direttamente qui in loco!!!! Nell'ufficio di una compagnia di charter addirittura l'operatore mi ha risposto che la cosa migliore era che gli mandassi una mail con la richiesta di informazioni (lasciamo perdere và, se questo è il buongiorno....). Finchè mi sono trovata dentro un ufficio a parlare il mio inglese maccheronico con un tipo dall'aria simpatica che mi ha lasciato maccheronare un pochino e poi mi ha apostrofato con un italianissimo “rilassati, sei tra connazionali”. Ops. Fatto sta che mi sono inchiacchierata rubando un sacco di tempo a questo tipo, veramente gentile anche se avevo sbagliato nettamente posto, e disponibile a perdere il suo tempo con me nonostante le mille cose da fare e da gestire (ma io non sapevo che fosse il capo!!!! pensavo un impiegato come tanti). Vabbè, finchè la moglie gli dice che Cristina oggi ha preparato pollo alla cacciatora, melanzane alla parmigiana, ha fatto i tortelli e c'è l'immancabile pizza. Che??? Fermi tutti, cosa sono questi argomenti interessanti? Voglio saperne di più, e lei carinamente mi dice che c'è un'Italiana che da poco ha aperto una rosticceria a Malè, e fa anche i cantuccini e i baci di dama. Indirizzo, prego, subito. Prendo e vado da Cristina che mi accoglie con un sorriso già amichevole, e anche il marito maldiviano è molto carino ed accogliente. Insomma, ho passato il pomeriggio con loro a ridere e raccontarcela come se ci conoscessimo da tempo, insieme anche ad un altro tipo, un romano che qui fa l'allenatore di calcio, simpatico pure lui! Si era creata un'atmosfera divertente e ho passato un pomeriggio fantastico, poi son tornata in barca salutando i miei nuovi amici con la promessa che al mio rientro dalla crocerina faremo i tortellini, che Cristina non sa fare.
Torno in barca e scendiamo per cena, ma l'umore non è dei migliori (non il mio, io sono euforica!) e ci scappa la sclerata. Bof, non mi preoccupo, figurati, se mi devo far problemi per una litigata in 2 mesi di convivenza gomito a gomito è meglio che cambi mestiere! E prendo il primo taxi per andare a comprare le ultime due cose prima dell'arrivo degli armatori. Il tassista contrariamente agli altri è loquace, mi fa domande su domande e non mi molla, io rispondo a monosillabi ma avrei voglia di dirgli di farsi un po' gli affari suoi no? Finchè quando gli dico che lavoro in barca mi esce con un'esclamazione che anche una sua amica italiana lavora in barca, la chiama e me la passa, così faccio amicizia telefonica con Serena, toscana doc con la voce allegra e frizzante. 10 minuti dopo ci incontriamo ma lei è di corsissima e così ci diamo appuntamento al 3 maggio quando tornerà da un charter... charter al quale avrei anche potuto partecipare se fossi stata già libera.... mannaggia.... ma sono contenta lo stesso e rido come una matta al pensiero di com'è strana la vita: un attimo hai un diavolo per capello e un attimo dopo stai ridendo contenta per questa coincidenza strepitosa, e tutto per merito di un tassista ficcanaso che non si faceva gli affari propri!!!! Adoro queste cose!!!!
Niente, rientro in barca di ottimo umore, chiariamo la discussione e vado a letto beata facendo bei sogni, domattina tornano gli armatori e sono stracontenta anche di rivederli, sono bella carica per accoglierli pronta sia organizzativamente che moralmente (non è di secondaria importanza).

Approfitto del post delle coincidenze per raccontarne un'altra: a novembre sono stata contattata da una laureanda che stava scrivendo la tesi, l'argomento era cambiamenti di vita quindi mi ha chiesto un'intervista, ovviamente accordata. Un mese fa si è laureata (congratulazioni!) e insieme ai ringraziamenti mi ha inviato copia della tesi, che ho letto avidamente (bella!), fino ad arrivare al capitolo delle scelte intuitive, in cui si parlava di me. Di me e di un altro ragazzo. Ho riconosciuto nella descrizione di questo ragazzo uno dei miei nuovi amici di Phuket!!!!!! Sbalorditivo, se solo questa si fosse laureata un mese prima non avrei agganciato le due cose perchè la storia di questo F.C. sarebbe andata nel dimenticatoio subito senza che io potessi ricordarmene nel momento del mio incontro con lui.  Amo la vita con le sue mille strane strade che si incrociano.
E con questa vado a letto. Niente foto perché non ne ho fatte.

maldive fuori catalogo


Hulumalè, 22 aprile 2013

Dunque eccovi, eccomi, eccoci. Dicevamo le Maldive. Non le ho ancora viste; siam qui da 4 giorni in attesa dei permessi di navigazione e c'è da fare a bordo, e alla faccia di tutti quelli che mi dicono beata te che vai sempre in bei posti, spiego meglio come va la storia: non è che io arrivo in un posto bello e mi tuffo in acqua o vado a spasso, eh no, le cose vanno guadagnate con tempo, pazienza e sudore. Innanzitutto la smania di visitare a me fa mettere il turbo per fare il lavoro in metà tempo in modo da avere campo libero, fortunatamente tra tutti i miei mille difetti avrò pure dei pregi e uno di questi è sapermi organizzare e so fregarmene della siesta, se siesta vuol dire perder mezza giornata proficua preferisco lavorare a testa bassa e poi esser libera. Ma dimentico sempre di non esser sola, e sbatto inevitabilmente il muso contro ostacoli che vanno oltre la mia dimestichezza organizzativa, dò retta a strane ciance e poi mi ritrovo ingavagnata in tempistiche non mie, senza aver visto una beata cippa, e così finisco per essermi fatta un culo come un paiolo per poi ritrovarmi inchiodata in barca a fare quasi niente ma impossibilitata a scendere per altre ragioni, e la mia smania di visitare me la posso tranquillamente mettere ove non batte il sole. Ma tanto Malè l'hoi già vista, cosa voglio scendere a fare? E fare il bagno... magari domani, che poi diventa domani di domani, che poi diventa domani di domani di domani.... e tornano gli armatori che io non ho nemmeno ancora toccato un granello di sabbia o messo la testa sott'acqua un minuto né fatto un giretto di fatti miei, in compenso però ho ancora qualche lavoretto da fare a bordo perchè come tutti sanno in barca c'è sempre da fare e soprattutto ci sono cose che vanno fatte all'ultimo momento per cui nemmeno l'ultimo giorno puoi andare a zonzo o in spiaggia. Ok, a parte questo momento di lamentite tutto va bene, l'umore è buono e questo scazzetto me lo faccio passare in fretta, sono solo un po' stanca del viaggio. In fondo ho visto lo Sri Lanka, ora sto soggiornando alle Maldive, e tutto questo senza spendere un euro, cosa voglio di più?


Quindi per aggiornare il blog racconterò le “Maldive alternative”, che di foto di spiagge e reef e atolli ne abbiamo già visti tanti, e ormai le Maldive classiche le conosciamo tutti, tanto che mi sto chiedendo se per caso non sarebbe meglio stare qui rintanata a Hulhumalè, il resto delle Maldive le posso vedere e rivedere ogni volta che voglio in qualunque catalogo di agenzia viaggi, e anzi adesso che ho internet posso anche aprire google earth e navigare per tutte le 500 miglia di atolli quante volte voglio... ah ah ah. Ma cazzo Vaifra, ti sta tornando fuori l'ironia da stronza, ricacciati la lingua in gola e fanne uscire solo parole positive per favore!!!!! Sei nel paradiso terrestre e cos'è tutto questo sgradevole tono? Per la miseria.

Ok. Reset. Spegni e riaccendi.

Dunque sì, dicevo che il primo giorno siamo rimasti confinati in barca causa tender dispettoso, poi l'indomani mattina dopo aver sbarcato gli armatori a remi abbiamo fatto un'intervento a cuore aperto durato un paio d'ore buone con tanto di trasfusione benzinara, e poi il segreto è che ci ho parlato io col fuoribordo, gli ho detto due paroline carine (hanno un'anima anche loro) e abbiamo trovato una certa sintonia, gli è tornato il buonumore ed è partito; siamo scesi subito subito per poi tornare a bordo dopo pranzo e riscendere per cena. Hulhumalè è fatta di strade larghe ove scorre poco traffico, principalmente taxi; qualche hotel, qualche spiaggia ma niente di eccezionale, l'aeroporto è su questa isola. C'è il terminal dei traghetti per Malè, ci siamo ancorati esattamente di fianco. Traghetti ce n'è ogni 15 minuti, sia i normali che gli express, il costo è ridicolo e ci mettono poco, ci puoi caricare anche il motorino tant'è vero che ieri ho rischiato di essere investita da un motorino sul traghetto, mi ha urtata di brutto. Ho fatto finta di niente più che altro perchè pensavo che poi sarebbe stato complicato dare lo scarico all'assicurazione: investita da un motorino sul traghetto, il perito si metterebbe a ridere. Malè è una città, né più né meno ma onestamente non mi ha schifato come invece ho sentito dire da tanta gente, anzi a me non è dispiaciuta affatto, e credo ci sia una spiegazione: normalmente la gente viene alle Maldive in vacanza e appena scende dall'aereo viene inghiottita dal resort e vede solo reef, pesci, coralli, palme, sabbia bianca e bla bla bla (che brutte cose vero...), poi magari una sera si fa un giretto a Malè e trova caos, traffico, smog.... ovvio che rimane shockata! E quindi forse io, facendo il giro “a rovescio” non sono rimasta poi così schifata, anzi vi dirò che io ho visto città ben peggiori di Malè. Non ci sono spiagge se non una artificiale (ho visto sulla piantina) ma una marea di hotel lussuosi o economici. Negozi di tutti i generi, si trova veramente molto più di quel che si pensava, e anche alcuni articoli che non ci si aspetterebbe, come un tosaerba o un piumino invernale.
I negozi hanno strani abbinamenti merceologici, ma questo l'avevo notato anche a kuala lumpur: farmacia e articoli elettrici, giocattoli e prodotti di bellezza, candele e snacks tanto per citarne un paio.
Le donne sono tutte bardate con la testa fasciata, mi piacerebbe sapere perchè ci sono quelle tutte nere e quelle colorate, non è lo stato civile perchè giovani o vecchie, accompagnate o sole le si vede nelle due versioni. Generalmente sono belle oppure sono dei cessi mondiali, sembra non ci siano mezze misure e paiono tendenzialmente portate ad ingrassare passata la giovinezza. I ragazzi portano i capelli lunghi, ci hanno spiegato che sono soprattutto quelli che lavorano nei resort ad adottare questo look per essere alla moda. I giovani li vedo tutti molto belli ma poi si vede che succede qualcosa nello sviluppo perchè si deteriorano con l'età: gli uomini fanno veramente tutti schifo. In generale sono tutti gentili e cortesi, sorridenti e sereni, mi danno l'idea di esser gente felice.
Noi siamo ancorati qui in un posto mica tanto figo, come dicevo l'acqua è grigia e comunque ci scaricano di tutto quindi di fare il bagno non se ne parla nemmeno. E' la base da cui partono tutte le crociere settimanali e infatti sabato – giorno di partenza - eravamo stracircondati di barche, oggi ce ne sono la metà. Tutti si muovono con tender e barchini a velocità supersonica, il che non aiuta la già naturale risacca col risultato di avere il mare sempre mosso che dà l'impressione di navigare, con quell'ondina costante eppur imprevedibile che rende salita/discesa dal tender un'operazione tutt'altro che facile!!!! Ma c'è una tecnica: allora, salire sul tender da dietro come si fa di solito è praticamente impossibile, meglio tenerlo sulla fiancata della barca, che solitamente è troppo alta e quindi faticosa, ma qui invece basta aspettare il momento giusto seguendo l'onda ed ecco che il tender si porta quasi ad altezza ponte depositandoti più o meno dolcementre in coperta, fantastico! Il casino è se sbagli il ritmo con l'onda. Al pontiletto invece chiudi gli occhi e ti butti, come va va. Anche il viaggio in tender è originale: il motore non sopporta il minimo (ha il suo carattere anche lui) quindi devi metter la marcia con il gas già un po' inserito..... certe partenze..... e poi sempre per causa di tutte queste ondine a fine tragitto sei fradicio o quasi, e qui mi tocca confessare di aver mentito quando ho affermato di non aver ancora toccato l'acqua delle Maldive.

Oggi son scesa per andare a prendere la lavanderia e comprare l'acqua, ho approfittato per fare tuuuuuutto il giro dell'isola, proprio tutta tutta, completa. Ci ho messo quasi mezzora. Il taxista tutto orgoglioso mi ha mostrato la moschea, la scuola, l'ingresso dell'aeroporto, l'hotel, il benzinaio e perfino la zona industriale, ho chiesto che industrie ci sono e non ho capito niente, comunque ho visto due muletti e un pallet. Abbiamo viaggiato sia sulla litoranea che sulla superstrada che taglia l'isola per metà, ma sospetto che sia in costruzione una tangenziale.

Dal vostro inviato alle Maldive-alternative è tutto, spero di passare presto la parola all'inviato delle Maldive-classiche.

Carrellatona di foto: le Maldive-alternative, ovvero tutto ciò che non vedrete mai sui cataloghi delle agenzie viaggi:

traghettino hulhumalè-malè

esercitazione in mare

sul traghetto

malè city

sempre malè

supermercatino

il terminal del traghetto

panorama dalla barca

sempre panorama (invidiosi eh)

zona industriale di hulumalè

benzinaio di hulumalè

work in progress ad hulumalè

Maldive primo impatto. Possiamo migliorare

Hulumalè (Maldive), 19 aprile 2013
Già io credevo di essere a Malè invece mi dicono che siamo ad Hulumalè e la cosa mi ricorda un celebre film dove c'erano lupululà e castellululì, ma pazienza. E' tutto il resto che non mi quadra: arrivata da 28 ore, minuto più minuto meno. Toccato terra: 10 minuti, alla stazione dei traghetti. Visto: la stazione dei traghetti (appunto) e una marea di barche da charter tutto intorno a noi. La giornata è trascorsa all'insegna dell'incazzo più totale alternato ad attacchi di ridarella incontrollabili, praticamente o sto diventando schizofrenica o ho semplicemente bisogno di riposo.
Il fatto è che il nostro agente, il quale dovrebbe occuparsi di noi e delle nostre scartoffie e delle nostre esigenze come fece il suo collega a Port Blair, in realtà è un ismito che non sa nemmeno dove sta di casa. Appuntamento alle 16, vengo a bordo con custom ed immigration. Già le 16, minchia siamo qui da ieri sera, non puoi venire un po' prima? No, il venerdì è festa, e allora va bene paese che vai usanza che trovi ti adegui. Il guaio è che le 16 tra una telefonata e l'altra “sto arrivando” sono diventate le 20.15, mavaffanculovà e noi lì ad aspettare come dei pirla che quel che fa incazzare non è nemmeno l'attesa quanto la presa per il culo di tutte quelle telefonate “sto arrivando”, ma va bene siamo dei signori e non gli rinfacciamo nemmeno che causa questo ritardo gli armatori non possono ovviamente più sperare di prendere l'aereo delle 20.30 per Colombo (gitarella di qualche giorno, il tempo necessario per avere il permesso di navigazione nelle isole) tanto ce n'è un altro a mezzanotte. Finalmente tra una battuta ed uno sfogo d'ira arrivano i nostri e iniziano con la tiritera di scartoffie da firmare e timbrare, il nostro uomo lo osservo e spero con tutta me stessa che abbia passato il pomeriggio a farsi delle canne e quindi sia sballato duro, perchè se è così di natura poveri noi.... Comunque sia siamo entrati, ufficialmente accettati in suolo (….”suolo”....) maldiviano, armatori che se ne vanno con la navetta dei custom-immigration che li accompagna all'aeroporto, io e Capt dopo circa 10 nanosecondi siamo sul tender, o quasi. Traditi dal fuoribordo, capriccioso ed egoista, a nulla valgono le parole dolci né i clisteri di crc, non ne vuol sapere e ci abbandona obbligandoci a finire a remi la nostra gita fino al pontile della stazione dei traghetti, dove abbiamo appuntamento con gli armatori che nel frattempo hanno chiamato per dirci che non c'è nessun aereo di mezzanotte. Quindi dietrofront, si torna in barca, stavolta rimorchiati da quelli della barca vicino a noi, gentilissimi.
Quindi eccoci inchiodati qui fino a ricevimento permessi, e non è entusiasmante: dove siamo ancorati è una baia artificiale ove c'è il traghetto per Malè, poco distante qui di fronte. Praticamente siamo in un parcheggio da barche, intorno a noi è pieno strapieno: tutte barcone da charter, siamo gli unici a vela. Farsi il bagno qui nemmeno a pensarci, l'acqua è grigio topo e ci buttano di tutto. Aspettiamo, e nel frattempo accontentiamoci di continuare a sognare le Maldive.

foto foto foto

Ecco un po' di foto della Thailandia e delle isole andamane. Lo so, ci sono sempre quelle macchie, ho anche provato a pulire l'obbiettivo ma non se ne vanno, è una macchinetta e fa quel che può, ormai lo considero un marchio di fabbrica: se ci sono le macchie sono foto mie, se no vuole dire che le ho prese a qualcun altro....
ops mi sono persa... meno male ci sono i cartelli!!!




per aprire un conto servon giusto un paio di firme...




ALMENO studiamo la teoria.....




cucù sette-te!!!


e meno male che è proibito!!!



 cocco bello, cocco fresco!!!








amici pescatori


nnamo a vedè 'l pesce!




MALE', 18 aprile 2013
Chi credeva di essersi liberato di me si sbagliava di grosso, non sono sparita! Sono solo stata in navigazione per luoghi ameni dove internet è semisconosciuto e anche se c'è funziona con connessione a manovella, poi di nuovo in navigazione. Nel frattempo, e credo che la cosa sia dipesa anche da una connessione che mi ha un po' impallato il pc (tante di quelle finestrelle di allarmi da far paura), mi si sono disinstallati vari programmi tra cui office, e di conseguenza word, per cui tutti i miei file di produzione scrivana inapribili ed inutilizzabili. Tragedia, orrore, panico. Poi a forza di smanettare ho trovato questo altro programma che nemmeno sapevo di avere, comunque funziona benino e mi permette l'accesso ai miei file. Quindi ok, posso anche non tagliarmi le vene.
Quindi ne segue questo post, diciamocelo pure tutt'altro che breve perchè sono diversi post raggruppati per pubblicarli insieme in ordine cronologico che se no mi diventava un casino organizzare diversamente.
21 marzo 2013, mattina precedente la partenza dalla Thailandia
2 giorni fa ci siamo sganciati finalmente da quella banchina per scendere più a sud possibile di Phuket, fare l'uscita ed andarcene direttamente. Un po' di tristezza per i saluti, il piccolo gruppo di amici frequentato per questo breve periodo mi resterà nel cuore, ma a parte questo sono molto contenta di andarmene: onestamente, a parte il caldo torrido questa Thailandia mi ha delusa sotto molti altri aspetti: il cielo non è limpido ed il mare non è cristallino come ai caraibi, ma forse è solo una questione di stagione e poi in fondo non ho visto praticamente nulla di questo paese, magari ci sono spiagge meravigliose che io non ho visto, anche se mi dicono esser talmente oberate di turisti da non poter distiguere la differenza con Rimini a ferragosto…. Ma non voglio giudicare quel che non conosco quindi facciamo conto che non abbia detto niente. Ma la gente quella sì, con quella ci ho/abbiamo avuto a che fare un pochino più che il semplice vacanziero e…. no ragazzi, quest’attitudine che hanno tutti del “fotti il turista” non mi piace proprio niente. Ok è vero, lo sappiamo tutti che il turismo aiuta molto a far girare l’economia locale, e altrettanto bene sappiamo tutti che quando siamo turisti siamo “onestamente derubati”, ma a tutto c'è un limite e poi tante volte la forma è più importante della sostanza, e soprattutto ho sempre detestato l’espressione “il turista è una mucca da mungere”; e invece qui ho proprio avuto l’impressione che per loro noi farang (stranieri che vengono in Thailandia) siamo dei coglioni e a loro non frega assolutamente un piffero della soddisfazione della gente: per ogni cosa ti chiedono almeno 4 volte tanto il costo senza pudore né ritegno, e una volta che hai pagato riceverai il minimo sindacale della prestazione o del bene che hai comprato, e lamentati se vuoi: come te domani ce ne saranno altri 1.000, e dopodomani ancora altri 1.000. La cosa allucinante è che succede la stessa cosa non solo al mercato ma anche in uffici seri che dovrebbero avere tariffe fisse tipo agenzie di assistenza varia per documenti o rinnovi o servizi per la barca. E a quel che ho visto con i miei occhi aggiungiamo racconti di esperienze di colleghi. Delusione completa. Ci tornerò volentieri in Thailandia, questo sicuro perché comunque ci sono tantissime cose che ho apprezzato ma ora me ne vado senza rimpianti: Quando tornerò sarà come vacanziera a fare la settimana canonica dopo un tour negli altri paesi limitrofi, che mi dicono essere altrettanto interessanti ma dove la gente è più genuina e lo spirito d’accoglienza non è ancora stato inquinato dal turismo di massa, dove il turista non è una mucca ma un amico di passaggio, perché così è come vedo io i miei clienti, e così mi piacerebbe esser trattata quando vado in un paese straniero. E da turista son certa che apprezzerò moltissimo questo paese: cibo ottimo, massaggi a profusione, spiaggia e locali notturni, queste sono le cose in cui la Thailandia va forte. Su consiglio di tutti i barcaroli incontrati: prossimo giro del mondo fare tappa in Malesia, non in Thailandia!
TRASFERIMENTO DA PHUKET A PORT BLAIR, ISOLE ANDAMANE (INDIA)
21 marzo 2013, sera
E’ il primo giorno di primavera e noi si parte puntuali come un bus svizzero alle 17 lasciandoci alle spalle senza rimpianti una Thailandia troppo afosa e popolata di Thailandesi che non ci piacciono. Vento inesistente, le previste 450 miglia con ogni probabilità andranno ad arricchire ulteriormente le compagnie petrolifere. L’equipaggio è carico di buoni propositi tra i quali ginnastica quotidiana e maggior applicazione sulla pesca. Ci crediamo?
22 marzo 2013
Sono le 06.03 e comincia ad albeggiare. Partiti da 13 ore, non c’è vento e quindi tutto motore: ci sono gli aspetti positivi (non siamo sbandati e questo rende più facile per me preparare i pasti), ma insomma un po’ di sana veleggiata non mi sarebbe dispiaciuta. E’ il mio turno di guardia, sono qui da un’ora e per non addormentarmi ho fatto di tutto: caffè, ginnastica, pizzicotti nelle gambe, ho scritto una caterva di stracavoli miei (no, niente di tutto ciò verrà pubblicato sul blog). Adesso che inizia la giornata sto meglio, il mio metabolismo sente che è l’ora del risveglio quindi la chiudo qui e vado a godermi lo spettacolo del sole che nasce, che lo so benissimo che è una cosa che capita tutti i giorni, ma non tutti i giorni io sono qui a godermelo quindi voglio approfittare di questo momento…..
Di nuovo di guardia, ore 21.58
Che giornata… bellissima! Abbiamo trovato un po’ di vento, inaspettato e perfetto sia di direzione che di intensità, in mattinata abbiamo dato vela e tutto il giorno abbiamo filato veloci ed instancabili. Temperatura perfetta, mare calmo, intorno a noi il nulla assoluto avvolto nel silenzio più totale, rotto solo dallo sciabordio delle onde sullo scafo e dal vento nelle vele. Non mi ricordavo nemmeno quanto potesse esser piacevole una bella veleggiata senza una caterva di persone da accudire (qui ne ho solo due): me la sono proprio goduta!!!
Ed era tantissimo tempo che non facevo una bella navigata lunga, e quant’è differente la barca a vela dal catamarano, anche questo non me lo ricordavo più: l’ultima volta è stata su questa stessa barca un anno e mezzo fa ma non è stata assolutamente così: allora innanzitutto eravamo senza pilota automatico e quindi tutto a mano è stata massacrante, più il freddo birichino che faceva, più la stanchezza… ho un ricordo di quel trasferimento che non è così rose e fiori: bella esperienza ma se non la ripeto non è un dramma. E quindi oggi l’ho trovata una giornata fantastica, era troppo tempo che non lo facevo e ho riscoperto il gusto di perdermi nel niente ascoltando le onde, e anche una rondine che si è posata sulla barca è stato uno spettacolo affascinante che ci ha tenuti in osservazione una buona mezzora. Cose semplici.
23 marzo 2013, ore 21.30
Luna piena, sempre a vela, filiamo via velocissimi tanto che arriveremo prima del previsto, domattina all’alba vedremo terra. Pescare non abbiamo pescato niente, nonostante i consigli ed i rapala che mi ha dato G qui si va di pasta e carne, meno male il freezer è pieno…
24 marzo 2013
Alle prime luci dell’alba si è intravisto un faro: terra!! E sbrigate le quattromilacinquecento formalità burocratiche (alcune anche piuttosto ridicole) eccoci ufficialmente in India: prima cosa da fare regolare l’orologio col fuso locale, fanno 4 ore e mezzo dall’Italia e mi fa strano esser per la prima volta in vita mia in un posto con la mezzora di fuso…
Siamo tutti curiosi di scoprire queste isole ancora incontaminate che contano un passaggio di massimo 30-40 barche l’anno. Abbiamo letto sulla guida che ci sono alcune isole dove è vietato (nonché sconsigliato) scendere a terra in quanto le tribù degli originari Negritos che vivono ancora all’età della pietra non sono molto accoglienti, e se mai dovessero invece essere amichevoli potrebbe essere rischioso per loro venire a contatto con forestieri per storie di malattie, batteri, anticorpi eccetera, un nostro banale raffreddore per loro potrebbe essere letale.
Via, si scende a terra, spero di trovare internet per pubblicare il post….
Port Blair (Isole Andamane – India), 25 marzo 2013
Oggi scesi a terra per completare la burocrazia (ancora?!?) e cominciare a dare un’occhiata in giro. Peccato che in questo periodo la mia vena umoristica sia chiusa perché mi sarei divertita a raccontare alcuni dettagli delle prime impressioni, comunque per il momento il posto mi piace molto. Internet è cosa rara, l’unica connessione trovata ci è stata gentilmente accordata negli uffici dell’agenzia a cui ci siamo rivolti per espletare le formalità di ingresso (diversamente impossibili), il tipo è di una gentilezza disarmante (nb: finora tutte le persone incontrate sono state molto disponibili) ma internet è un disastro, eppure loro hanno la connessione migliore disponibile sull’isola... Mezz’ora per aprire la posta elettronica direttamente dal server perchè il programma delle mail non ne ha voluto nemmeno sapere di connettersi al server, e con gmail che mi tartassava di messaggi che mi stavo connettendo da una postazione “sospetta” e non mi apriva gli allegati, il giornale che non si caricava quindi impossibile avere notizie... ecco direi proprio che questa è una buonissima occasione per disintossicarsi da internet e pubblicherò tutti i miei post in una volta sola quando troverò una connessione un po’ meno arcaica.
Ma parliamo di questo posto, per me è la prima volta in terra indiana e quindi tante cose mi sono completamente nuove e anche cose di cui ero al corrente tipo vedere mucche ovunque catturano la mia attenzione e rapiscono il mio sguardo incuriosito, facciamo una breve carrellata:
  • Ci sono in giro un sacco di donne in sari, sono elegantissime e molto belle; anche le meno avvenenti stanno bene col sari. Sono tutte un po’ pacioccone e mi sento molto a mio agio, siamo tra simili.
  • Qui Port Blair è l’unica città di tutte le isole, conta circa 100.000 abitanti e c’è un traffico da paura, soprattutto scooter, simil-vespa, apecar e automobili che decorano con fantasia. Tutti suonano il clacson anche senza motivo, sembra che la regola sia: sali in auto, dai una strombazzata e poi metti in moto, e per tutto il tragitto ogni 40 secondi ricordati di controllare che il clacson funzioni. Guidano contromano che è una meraviglia, se ne strafregano dei pedoni (che se ne strafregano delle auto), ognuno va dove vuole e come vuole, e quando ti trovi faccia a faccia con un’altra auto di rallentare non se ne parla nemmeno, vige la legge del “chi la dura la vince”. A volte in automobile sembra di essere in un videogioco di quelli spaziali dove tu devi schivare gli asteroidi che ti vengono contro, certo la cosa ti tiene vivo ma minchia certi sghetti che ogni volta dici silenziosamente ed internamente addio alla vita.
  • Gli indiani sono estremamente gentili e sorridenti. Turisti pochi, e quei pochi principalmente Indiani quindi noi siamo consci di destare curiosità, ma con noi sono tutti veramente gentili e nessuno ci frega (o per lo meno, se lo fanno sono bravi)
  • Stendono ovunque, trovi fili da stendere sul marciapiede, lenzuola ed asciugamani aperti ad asciugare sulle aiuole, e stamattina perfino la staccionata che delimitava un monumento decorativo in mezzo ad un tornante era tutta bella ricoperta di biancheria stesa.
  • In Thailandia ti dicono di no muovendo la testa in verticale, qui ti dicono di sì scuotendo il capo; è un casino, e anche se uno lo sa diventa un casino capirsi, tu chiedi qualcosa e loro ti dicono yes of course e intanto ti scossano la testa col loro sorriso tipo Monna Lisa che sembra quasi ti prendano per il culo e invece no, ti stanno veramente dicendo di sì ed il sorriso è sincero …
  • Ieri sera siamo andati in un ristorante strafigo ma veramente strafighissimo: mangiato benissimo e dopo cena ci hanno portato una ciotolina di roba tritata che a prima vista poteva sembrare granella di nocciole. Per rinfrescare la bocca dopo il pasto, hanno detto, e allora ok mangiamone un pochino…. Avete presente una saponetta tritata con un retrogusto di anice e menta? Ecco, pari pari, tanto che capt dopo esitava a bere acqua perché aveva paura di fare le bollicine dalla bocca…
  • Stamattina invece in panetteria ci siamo lasciati ingannare dai profumi e abbiamo comprato un po’ di pasticceria locale… no, non ci siamo, buona la cucina indiana ma in quanto a pasticceria abbiamo molto da insegnargli…
  • Gli iter burocratici in India sono assurdi, prometto che da oggi in poi non mi lamenterò mai più dell’Italia!!! Già per entrare siamo stati visitati da 3 gruppi di persone (dogana, immigrazione, guardia costiera) che ci hanno chiesto caterve di fotocopie e montagne di moduli da riempire (tanto per fare un esempio: crew list in 13 esemplari, e scusate se l’amazzonia è in pericolo, ma meno male che non vengono tante barche da queste parti….), poi tra le cose buffe c’è da rimarcare che la guardia costiera una volta salita a bordo ha chiesto la posizione della barca…. ma come la posizione…. cacchioli, siamo ancorati davanti al tuo ufficio, SEI A BORDO, vuoi la posizione???? E poi foto: a noi, ad alcuni dettagli della barca, alla barca tutta intera da fuori. Abbiamo dovuto comunicare l’itinerario che intenderemo seguire, e due volte al giorno dovremo chiamare per dare la posizione della barca. Ti fanno davvero passare la voglia, ma prendiamola con spirito e facciamo un paio di timbri su tutte ste scartoffie, che sembra proprio gli piacciano tanto i timbri…
  • E poi sempre per la burocrazia indiana stamattina facendo la coda al bancomat mi cade l’occhio sull’elenco dei documenti da presentare per aprire un conto corrente: ci vogliono 2 foto tessera e ben 18 diversi documenti tra cui addirittura la tessera elettorale!!! Ripeto: mai più mi lamenterò dell’Italia (forse).
In giro per le isole, 01 aprile 2013 - Pasquetta
Espletate le formalità di ingresso siamo stati “liberi” di partire alla scoperta di queste isole. In realtà siamo sorvegliatissimi.
Beh, dopo una settimana di gironzoli dirò che sono piuttosto delusa: queste isole deserte belle ma vista una viste tutte, sott'acqua non c'è molto da vedere probabilmente a causa dello tsunami del 2004, insomma l'unica cosa degna di nota è il villaggetto di Havelock, davvero molto folkloristico, abbiamo trovato perfino un cyber-cafè..... Ok, i computer ancora con la manovella e la connessione che non permette di collegarsi due insieme e soprattutto non usare skype o caricare foto che si impalla tutto. Ma c'è!
Le giornate si susseguono tutte uguali e piacevoli, a bordo si sta bene ma confesso che non mi dispiacerebbe incontrare qualche anima.

Di nuovo in navigazione verso le Maldive, 09 aprile 2013
Ed eccoci di nuovo qui, davanti a noi una decina di giorni di navigazione. Gli ultimi giorni alle Andamane abbiamo trovato un'isoletta finalmente all'altrezza delle aspettative: acqua limpidissima, fauna marina un po' meno scarna, bella spiaggia con tanto di cerbiatti. Chissà poi cosa ci fanno qui i cerbiatti, come ci sono arrivati e soprattutto cosa bevono visto che sono circondati solo dal mare! Ad ogni modo ci siamo fermati due notti, e non eravamo soli: una barca di pescatori ci ha raggiunti e ci hanno regalato tanto pesce, abbiamo ri-riempito il congelatore! In cambio di tutto questo pesce sono stati ben felici di accettare qualche birra e un po' di abbigliamento in disuso, e poi ovviamente alla fine anche qualche soldino siamo riusciti a darglielo.
Poi siamo ripassati da Port Blair per le duemila scartoffie di uscita (un film!) e finalmente abbiamo preso la rotta del mare. Ieri bella giornata di vento inaspettato; ”avete avuto una bella botta di culo” come dice Carlo alla radio col suo accento veneto – e infatti è già finita.
Stamattina capt mi ha chiesto se volevo fare il punto nave. Ok, allora, premetto: io l'esame di carteggio l'ho passato alla stragrande (quello di pratica in mare un po' meno gloriosamente) e avevo studiato talmente tanto da sentirmi veramente sicura di me ad affrontare qualunque tipo di quesito. Ma l'ho fatto troppo in fretta e avevo il dubbio di non aver assimilato bene le nozioni. Dubbio confermato stamattina quando mi sono trovata in mano squadretto e compasso, davanti a me la carta nautica.... e la mia scatola cranica come un enorme palasport vuoto dopo la finale, due neuroni che giocano a tennis rimbalzandosi l'un l'altro la domanda, mi sembrava quasi di sentirli: “hey tu, come si fa qui a trovare il punto nave?” e dall'altra parte “che ne so, io non c'ero!”. Probabilmente la mia espressione poteva essere paragonata a quella di un pollo davanti ad un computer, poi però maldestramente e a modo mio il punto nave l'ho fatto. Siamo scostati di pochissimo dalla rotta che Capt aveva tracciato, la direzione è quella giusta!
11 aprile 2013, in mezzo al Golfo del Bengala
Ieri pomeriggio un uccellino si è posato sulla nostra barca per prender fiato, a tratti lo vedevamo arrivare e ripartire, ci svolazzava intorno cinguettando e di tanto in tanto si riposava osservandoci con quei suoi occhietti piccoli e vivaci. Temerario, non aveva paura di noi e si avvicinava. Non si è servito né dell'acqua né delle briciole di pane che gli abbiamo offerto. Stamattina era ancora con noi ma debole e silenzioso, si lasciava prendere docilmente in mano ma sentivamo che non stava bene. Ad un certo punto si è avvicinato all'armatore come per cercare conforto, e probabilmente ha deciso che la mano amichevole di chi per due giorni lo ha ospitato era un buon posto per esalare l'ultimo respiro. Non una storia a lieto fine quindi, e la cosa ci ha un po' intristiti.
E dunque sarebbero queste le famose calme equatoriali. Che palle. Il vento è morto la sera del primo giorno e non è più resuscitato. La “botta di culo” è durata veramente poco e stiamo avanzando tutto motore senza vele, 120 miglia al giorno....non ci passa più!!!! Qui non si muove foglia, si crepa dal caldo, non c'è difesa dal sole cocente di questi 9° di latitudine nord e gli animi cominciano – inevitabilmente – ad innervosirsi. Non ci relazioniamo moltissimo tra di noi, siamo tutti e 4 molto annoiati: brevi scambi di battute, si mangia insieme ma non molto di più, ognuno è perso dentro al proprio libro e si interagisce proprio poco... e io mi sto seriamente annoiando, tanto che per ingannare il tempo sto pensando di tagliarmi le vene e poi ricucirle. Penso che al terzo giorno di questa lentissima navigazione stiamo semplicemente abituandoci a prenderne il ritmo. Son certa che tra qualche giorno usciremo ognuno dalla propria tana e riprenderemo le piacevoli conversazioni “di un tempo” (la settimana scorsa). Se non mi butto in mare prima.
12 aprile 2013
Un pensiero speciale per mia cugina Catia, strepitosa, bellissima e simpaticissima 37enne che da bambine non me la filavo tantissimo (lei piccola, io “grande”!), ho iniziato ad apprezzare nell'adolescenza, e ora con l'età adulta stimo immensamente: AUGURI!!!!
Stamattina c'era nuvolo, e finalmente dopo il mio turno sono riuscita a dormire un po': la mia cabina era agibile senza rischiare di morire direttamente cremata nel mio stesso letto. Da un paio di giorni stavo per dar di matto, questo grondare sudore dall'alba al tramonto mi stava rendendo quasi isterica, e considerando che io subito dopo il tramonto (quando si inizia a stare bene) devo iniziare a cucinare e quindi grondo ancora sudore e continuo fino a che non ho finito di lavare i piatti dopo cena, non avevo tregua e sono arrivata a bere 5 litri d'acqua al giorno, sto vivendo madida di sudore semi annegata nei miei stessi liquidi (che immagine rivoltante), a nulla valgono le secchiate d'acqua di mare e le docce, e questa condizione sta iniziando a pesarmi parecchio. Quindi stamattina che tutto sommato non era così torrido ho recuperato anche un po' di sonno arretrato, morale della favola ho dormito almeno due ore e mezza, e alle 11.30 come ho messo piede fuori dalla cabina mi è stato chiesto di bollire del riso. Non entusiasta della richiesta, e non lo nascondo perchè porca miseria per un giorno che non si crepa dal caldo subito dobbiamo uscire dai soliti menu freddi di pranzo? Ma forse sono io che sono troppo nervosa, in fondo son qui per eseguire ordini quindi non dico niente e metto su il mio bel pentolone cercando di calmarmi anche perchè obiettivamente non è che mi sia stata chiesta la luna, è solo che appena sveglia avrei preferito un semplice buongiorno, e poi dopo 10 minuti chiedetemi anche l'anatra laccata se volete, ma concedetemi un secondo per riconnettermi al mondo .... Oblò tutti chiusi perchè pioviggina, in cucina ci sono almeno 50 gradi per fare un fottutissimo riso bollito, ad un tratto da fuori mi chiamano Vaifra Vaifra vieni, e io pensando che sia il tanto agognato e desiderato pioggione che ci rinfreschi un po' tutti, resto lì in cucina a scolare il riso che nel frattempo è arrivato a cottura, la pioggia pazienza: se fra due minuti ci sarà ancora bene, se no sarà per la prossima volta. Non era la pioggia invece, era un marlin che aveva abboccato e stava piroettando a poppa della barca. Ha strappato tutto: l'esca di G. (grande, grazie G, sapevo che le tue esche non deludono mai!!!), il filo, tutto. Quando me lo raccontano ci resto un po' male e dico che potevano specificarmi che era un pescione e non la pioggia, io tra il motore e la cappa della cucina non sento niente, e mi sento rispondere “pensavo avessi capito”. Ok, allora, è vero che ieri mi sono dilettata ad interrogare i Ching (oracolo cinese) e ad interpretarne le risposte, ma da qui ad essere paragnosta ne passa ancora!!!
13 aprile 2013
Sempre caldo. Sempre senza vento (ne abbiamo avuto un po' nella notte – non previsto - ma è già un ricordo lontano). Sempre una gran rottura di palle... infinita... le giornate si susseguono tutte uguali. Tutte. Uguali.
Sto diventando insofferente, prenderei la divisa e la brucerei: la maglietta con le maniche, i pantaloni che si appicciccano alle gambe rendendo goffi i movimenti.... poi penso che tutto sommato poteva andare peggio: la divisa di questa barca, se paragonata alla divisa di altre barche, è fatta bene ed è meno calda e scomoda di altre indossate in passato..... Se penso a quelli che tutti contenti ti danno i pantaloncini di tela grossa, magari ascellari, e la polo che pesa tre kg – è cotone buono, ti dicono – allora mi bacio i gomiti di avere questa roba che indosso. Ma adesso onestamente pagherei oro per i miei pantaloncini e le mie canotte, che non è che mi risolverebbero i problemi di caldo ma almeno avrei addosso meno stoffa che si appiccica alla pelle.
14 aprile 2013 – “Vaifra ma tu l'hai visto lo Sri Lanka?” “Come no, siam passati talmente vicini che non serviva neanche il binocolo”
Stiamo sfilando la punta sud dello Sri Lanka. Bella isola, almeno vista da qui.
Oggi è meno caldo, a occhio secondo me non superiamo i 30°, c'è anche un vago refolo di vento e con le vele aperte che creano un po' di ombra è più sopportabile; se poi aggiungo anche che finalmente per una notte sono riuscita a dormire tutto il tempo del mio riposo tra un turno e l'altro.... wow, oggi sono proprio in forma e pimpante! Siamo ad uno sputo da terra, anche i telefoni ricevono più o meno il segnale; stamattina gran traffico di cargo, e ancora adesso ne abbiamo da tutti i lati, noi siamo proprio piccolini!!! E poi abbiamo avuto i delfini, e visto che non avevo altro a cui pensare mi sono posta sempre la stessa domanda: ma i delfini, che saltano sempre in coppia e a volte in gruppo, come fanno a sincronizzarsi così perfettamente tra loro? Nel senso: c'è un capo-delfino che in qualche modo dà gli ordini oppure sanno per loro natura quali sono le coreografie da fare stile un'onda così si salta cosà, un po' come i ballerini ogni 3 piroette fanno una corsetta con salto e a seguire tirano su la zampetta? Mah.
E poi oggi facciamo anche il pane, Capt ha fatto un corso di panificazione e sono curiosa come una scimmia di vedere i trucchetti che usa.
Manca ancora da fare un augurio alla Gabriella e poi per oggi posso chiudere: auguri amica mia, sinceramente e con tutto il mio cuore! Spero di vederti presto, mi manchi un sacco!!!!!!!
15 aprile 2013
“Domani troverete poco vento, e forse vi gira anche un po' a nord”. Carlo sarà anche un vecchio lupo di mare, un grande navigatore, un magellano dei giorni nostri, ma pur con tutto il bene che posso volergli devo ammettere che quando fa le sue profezie c'è solo da toccarsi gli zebedei. Mancano poco più di 300 miglia al way point e se continua così ce le dobbiamo fare tutte a bordi perchè il poco vento sono 20 nodi ed oltre, ed ovviamente precisi precisi dalla direzione verso cui dobbiamo andare. Niente minestra in brodo quindi. Ah, la dura vita del marinaio...
16 aprile 2013 – Bolina tu che bolino io
In questa traversata si sono concentrati tanti compleanni di tanta gente, ogni giorno ne avrei avuti almeno un paio da segnalare ma questa mica è la rubrica del Carlino Imola, e quindi ho reso pubblici solo quelli veramente veramente importanti. E oggi il più importante di tutti: auguri e ciao mamma, guarda come mi diverto!
17 aprile 2013
Le previsioni più rosee prevedevano l'atterraggio all'alba di oggi. Ma la sfida col monsone è dura e a bordo si mormora ottimisticamente di arrivare domani.... Io, che ascolto gli insegnamenti di G. - sperare il meglio prepararsi al peggio – mi reputerò fortunata ad arrivare dopodomani mattina. Il caldo è sempre opprimente e da quando siamo di bolina non si può nemmeno più tener aperto l'obloncino sopra il mio letto (ci ho provato una notte, con l'unico risultato di prendere un gavettone).
18 aprile 2013 04°15'N 74°19'E
La scommessa di oggi è “ce la faremo ad atterrare prima del tramonto?” I bookmakers non ci danno favorevoli. Dopo una gimcana all'alba tra i temporali la giornata è uggiosa ma gli animi sereni, chi si pregusta già un buon cocktail, chi una pizza e chi una lattuga, ognuno ha la sua wish list ma la cosa che ci accomuna è che in ogni caso l'oggetto del desiderio sarà difficilmente reperibile alle Maldive se non si è vacanzieri in un resort.
Ore 22.46 del 18 aprile
Non ce l'abbiamo fatta proprio per un pelo, abbiamo avvistato terra al tramonto e tra una cosa e l'altra siamo entrati col buio. Sono dei selvaggi, in questo Carlo ha ragione: segnalazioni luminose perfette, peccato che entri pari pari tra il rosso ed il verde e dopo 20 metri c'è un banco di sabbia enorme, buio ed insidioso. Visto e schivato all'ultimo, abbiamo rischiato grosso. Mavabbè ora siamo ancorati al sicuro, lo champagne ha fatto il botto e a me sembra una cosa meravigliosa essere già nel mio letto e non dover mettere la sveglia alle 5 per la guardia.
Sono stanca. Di tutta questa esperienza posso dire che è vero che nella vita non bisogna prendere decisioni senza aver provato, e quindi ho accettato, l'ho fatto, e confermo quanto pensavo: poco buona l'idea di trasferimenti di barca avendo a bordo persone che non siano equipaggio. E son contenta di averlo fatto con questi che concorrono a pieno merito nella classifica dei migliori armatori del globo e non chiedono assurdità. Ma, giuro, non lo farò mai più!
That’s all!!!

(poi pubblico qualche foto, promesso!!!!)