LAS PALMAS 7 novembre 2006, notte fonda ma non ho sonno (e da qui già si capisce che non sto bene, è gravissima la cosa!)

l’avventura continua, stavolta a bordo del Wood Pecker III, monoscafo di 56 piedi.
Sono a bordo da una settimana, siamo partiti da Gibilterra mercoledì scorso e dopo 4 giorni e mezzo di navigazione siamo finalmente arrivati qui. Equipaggio:
Alberto, l’armatore
Antony, lo skipper
Alessandro, marinaio amico di Alberto
Emanuele, apprendista marinaio che è stato male 3 giorni a fila, e meno male dico io, perché quel poco che è stato bene si è spazzolato tre quarti della cambusa, almeno il mal di mare l’ha messo ko e anche noi altri 3 abbiamo potuto nutrirci. Ma almeno mi dava soddisfazione.
La navigazione è andata….boh??? tutto a motore, Eolo non ne aveva voglia, se non per rari sprazzi di soffiatine. Il secondo mattino mi sono svegliata appiccicata al muro e non riuscivo a staccarmi, a fatica sono riuscita a scendere dalla mia branda e mentre pensavo che devo bere meno la sera e poi mi ricordavo di non aver bevuto proprio, ho visto un tizio passare davanti alla cabina, e nell’immagine c’era qualcosa che non mi quadrava: lui, in piedi, non faceva un angolo di 90° gradi col pavimento, e continuavo a non capire. Poi si muoveva a fatica, aveva il giubbotto arancione con tutte le fibbie e mi ricordava le immagini viste in tv di quando soffia la bora a Trieste, che camminano tutti storti, allora per un attimo ho anche creduto che fosse arrivata la protezione civile, poi ho riconosciuto che era Alessandro e ho capito che per la prima volta in vita mia stavo navigando sbandata. Non so se mi è piaciuto o no. Da un lato sì, era divertente, e mi gasavo a vedere il lato della barca tutto in acqua, e mi sembrava di essere sul tagada alle giostre, però non mi piaceva molto il fatto di non poter fare nulla, ferma immobile seduta, allora dopo un po’ sono tornata a dormire. Dormire di traverso è diverso, e io che sono una specialista delle ronfate, dall’alto della mia esperienza di Eta Beta che ho dormito in luoghi e situazioni inimmaginabili, posso affermare senza falsa modestia che…è diverso. I sogni vanno storti. E poi x fortuna che sbandavamo dalla parte giusta, infatti non dormivo serena perché avevo paura che d’improvviso cambiassimo sponda, e io dove cavolo sarei rotolata??? Qualcuno si sarebbe accorto di me o da lì in poi sarei stata usata come paraspifferi?
Comunque siamo arrivati domenica mattina, e Alberto se ne è andato quasi subito.
Qui a Las Palmas per il momento sono stata solo al Corte Inglés, e ovviamente col mio notissimo senso del disorientamento mi ci sono persa dentro, ho dovuto chiedere a una commessa per l’uscita.
Stamattina è arrivato Omero, e usando tutte le mie grazie (o meglio sgrazie) col capo del porto ho ottenuto di farlo mettere proprio qui di fianco a me. Per Davide invece, che vorrebbe venire qui anche lui verso il 16 o giù di lì sembra non ci sia speranza. Io di prostituirmi ancora non se ne parla, Davide andrà a Tenerife, e così impara anche a farmi i cazziatoni via mail. Domani dovrebbero arrivare degli amici di Mario, che andrò prontamente a salutare da parte sua, e alla fine il mondo è sempre più piccolo. Così almeno me la passo, durante il giorno ho il mio bel da fare qui in barca ma la sera posso scorrazzare libera per l’isola. E ndo vado, alla fine il massimo che posso fare è andare a scambiare 2 parole con Omero ed il suo equipaggio, come ho fatto stasera. A proposito del mondo sempre più piccolo, in barca con lui c’è un tipo che viene da Lugano e quando partirà può darsi che lo incarichi di portare i mie saluti al mio vecchio comandante, che ora gioca con Heidi e Peter sui monti della Svizzera, mi chiedo se le caprette gli fanno ciao.
Altro da raccontare non ce l’ho. Sono un po’ sgonfia, giù di morale, depressa, annichilita, abbattuta, affranta, avvilita… l’entusiasmo dell’anno scorso quest’anno non ce l’ho più, cioè ce l’avrei, ma di fatto le circostanze non mi permettono di sfoggiare troppa allegria, pertanto anche se dalle righe che ho appena scritto potrebbe trapelare la solita Vaifra, la triste realtà è completamente differente, e stento a riconoscere me stessa in quell’essere vagante che tace sempre. Ma tutto passa e come il buon ammiraglio insegna….vers l’avant!!!!
Da una settimana che son partita solo stasera sono riuscita finalmente a parlare con Damiano. Vorrei che sapesse tramite questo blog che mi dispiace un casino essere stata (più o meno) a casa due mesi e aver passato con lui pochissimo tempo e quel poco ero nervosa e facilmente irritabile, che sorella ingrata che sono, mi sento una merda fuori misura, lui che si fa sempre in 4 per me e io lo ringrazio in questo modo, stronza stronza stronza Vaifra. E non ho neppure salutato a dovere Toto, e neanche Carla, con tutto quel che fa sempre per me sia a livello morale che pratico ci siamo dette ciao e basta, e anche Ira, ci siamo sentite pochissime volte e dopo che sono stata da lei 4 giorni e mi ha trattata da regina non mi sono quasi più fatta sentire, e poi il babbo, e la mamma, Natascia, e mia cugina Catia che ieri mi ha mandato una mail con scritto di non osare partire senza salutarla perché si stava organizzando per prepararmi i 10 quintali di lardo per le tigelle che le avevo chiesto, e io invece sono partita e manco una telefonata ho fatto, e tanta altra gente che non ho cagato di striscio, troppo occupata com’ero ad essere incazzata e depressa…. Mi sento malissimo a sti pensieri qui. Ma ormai le frittate le ho fatte tutte, forse i 5 gg di navigazione mi hanno fatto riflettere su determinate cose, quindi chiedo scusa al mondo se sono stata cattiva. Non oso immaginare a cosa mi farà l’oceano…. Sarà la volta buona che divento brava e divento Santa Vaifra????