Kuala Lumpur, impressioni varie


Aeroporto di Kuala Lumpur, 25 febbraio 2013

Cosa salta all’occhio di un occidentale la prima volta a Kuala Lumpur:

-        Non esistono striscie pedonali, e se ci sono nessuno se ne frega, né i pedoni né le automobili.
-        Mangiano a tutte le ore del giorno e della notte. Ovunque è pieno di questi “ristoranti” ove le basilari norme di igiene vengono prese con molta superficialità. Ma se si supera la barriera del tentennamento il cibo è strabuonissimo…. meno male non sono schizzinosa perchè se non ho preso almeno 18 virus differenti stavolta non li prenderò mai più! (sempre per la serie “irrobustiamo gli anticorpi”). Prezzo medio di un pasto qualche euro, meno che in Italia far colazione al bar con cappuccio e brioche.
-        Gli odori. In pochi metri passi dal profumo buonissimo del cibo alle varie fragranze degli olii ed incensi, passando per delle puzze pestilenziali che non sai proprio capire da cosa possano esser provocate. Il mio naso chiede riposo.
-        Io sono andata a dormire a casa di un privato che affitta una stanza, ho preferito così piuttosto che l’hotel perché avendo pochissimo tempo volevo immergermi per almeno un’infarinatura di vita i kualalumpurese. Ero nella prima periferia della città e ho notato quanto segue: la zona ha un nome, e le strade hanno lo stesso nome del quartiere seguito da un numero, come dire se fossimo a Roma le vie sarebbero Parioli 1, Parioli 2, Parioli 3, Montemario 1, Montemario 2, ecc….. e i condomini hanno un nome. Il mio condominio era composto da 3 palazzi alti 19 piani con 8-10 unità abitative ciascuno: un bel numero di persone che ci vivono! All’ingresso c’è una reception con 3 stronzi che ci lavorano che ieri dopo avermi ignorata per mezzora mi hanno dato indicazioni sbagliate, e oggi hanno fatto solo finta di chiamarmi un taxi. Li ho salutati con un sorridente vaffanculo, meno male ho incontrato anche gente gentilissima se no mi facevo una pessima opinione dei malesiani. Comunque, per finire la descrizione del condominio, oltrepassata la reception trovi un minimarket, una piscina e un bar-ristorante-fast food-baracchino, uno di quelli come ne trovi ad ogni angolo.
-        Ovunque, dico ovunque in città e anche lì in periferia, ogni 2 metri trovi un negozio o una bancarella di cellulari e tablet. Una roba impressionante. Ieri in un centro commerciale in poche decine di metri ce ne saranno stati almeno 30, senza esagerare; e hanno tutti gli stessi modelli di telefoni, agli stessi prezzi. Mah.
-        Viaggiando un po’ in giro per il mondo è noto e stranoto a tutti che la parola Italia evoca sempre gli stessi binomi e tutti si credono originali a dirti calcio, pizza, spaghetti, mafia, e negli ultimi anni sta andando di moda Berlusconi. Ma mai mi era capitato di sentire “Italia? Rocco Siffredi!!!!”

E con questo dalla Malesia è tutto, prossimo collegamento dalla Thailandia!

ingresso del condominio

si mangia!



Amsterdam e Kuala Lumpur


Kuala Lumpur, Malaysia, 24 febbraio 2013

Sono sempre stata dell’idea che chiunque arrivi per la prima volta in un posto nuovo sia assolutamente destinato a prendere una sola, o fregatura che dir si voglia. Poi ci si scanta, ma una fregatura è quasi d’obbligo. Allora io stamattina ho deciso di prenderla subito così non ci dovevo più pensare e arrivata in aeroporto mi sono fatta abbindolare da un taxi non regolare e ho pagato esattamente 5 volte tanto il prezzo standard della corsa. Lo sapevo anche mentre contrattavo il prezzo che sarebbe stata una storia del genere ma visto che la cosa restava ugualmente economica, ero cotta, non avevo voglia di sbattermi nemmeno a cercare l’uscita dell’aeroporto ed inoltre mi chiedevo in quale fregatura avrei potuto incappare se rifiutavo questa….ecco non ci ho pensato troppo e ho pagato subito il dazio della pivella per la prima volta in Asia. Fatto, e non ci torniamo più sopra.

Il resto della giornata ho girovagato random per il centro di Kuala Lumpur ma ora basta, sono le 7 di sera ma me ne vado a letto subito perché sono rovinosamente stanca: due giorni ad Amsterdam con Ira, come descriverli, vediamo un po’: freddo siberiano (da 30 gradi a -4 in meno di una settimana è stato uno shock); piedi consumati (Ira non ti porta in giro, ti fa macinare km e km), cibo ad imbuto (e assaggia questo e mangia quello e bevi quell’altro, ma in Olanda tutto è tipico!!!???), chiacchiere da fare girare la testa (non ci vedevamo da un po’). E poi dopo due giorni così eccoti un bel volo di 12 ore (Malaysian airlines number 1, un gran confort anche in classe poveri), scendi dall’aereo e ti trovi che per via del fuso è già il giorno dopo, sei a 27°, ok la temperatura è buona ma con un tasso di umidità del 600% che respiri praticamente acqua. Ho motivi reali e fondati di andare a letto subito, e così domattina mi faccio l’ultimo giretto e poi vado a Phuket, destinazione finale di tutti questi voli e sbalzi e fusi.



Kuala Lumpur bella, sporca, caotica, modernissima ma anche catapecchiosa, gente che non ho trovato vie di mezzo: o gentilissimi o stronzi marci. Cibo buonissimo, a pranzo mi son fermata in un posto che non bisognava guardare troppo per il sottile ma mi ispirava, e contrariamente alla mia richiesta mi hanno fatto un piattone esagerato con dentro di tutto di più ed era tutto buonissimo!!!!! Poi ho girato in lungo ed in largo i posti che mi erano stati consigliati, ho apprezzato molto la giornata però adesso buonanotte, nemmeno ceno!






le case di Amsterdam son tutte storte!!!!! La cosa sarà collegata alle droghe libere o è un caso??
Ps: so che oggi si vota, io purtroppo non c’ero e la cosa mi scoccia un casino! E non dico altro, come sempre fuori la politica da questo blog…. ma ho il fegato marcio a seguire quel che sta succedendo in Italia. Non ho scritto niente in merito la settimana scorsa ma ogni volta che rientro, anche se per pochi giorni trovo situazioni sempre più allucinanti che mi chiedo come sia possibile che il popolo non si rompa veramente le scatole e….ma vuoi che ai cugini francesi non gli sia rimasta lì qualche ghigliottina dopo il 1789?

Saudade

Toscanella, 16 febbraio 2013

Un breve post per condividere la situazione inevitabile di chi, come me, passa tanti mesi lontano da casa pur essendoci con la testa ogni minuto, e soprattutto per vedere in chiave ironica come si evolve il ritorno man mano che passano gli anni.
Succede che la prima volta che parti ti accompagnano all’aeroporto in 18 tra parenti e amici, fossero pure le 4 del mattino; e poi quando torni ti aspettano ansiosi ed emozionati preparandoti una festa di benvenuto a sorpresa, e c’è che si prende una giornata di ferie per stare insieme a te e per tutta la durata della tua permanenza scombina i propri programmi in funzione dei tuoi impegni per passare con te più tempo possibile, tutti ti ascoltano per ore e ore e vogliono sapere tutto di ciò che hai fatto e hai visto, si organizzano cene ed aperitivi a destra e sinistra, tutti ti cercano e tutti ti vogliono, ammazzano perfino il vitello grasso per celebrare la tua presenza. Che fa anche piacere seppur ti sembri un po’ esagerato, ma approfitti alla grande del tuo momento di celebrità lasciandoti coccolare e godendoti la compagnia di chi ti è mancato per tanto tempo. Questa situazione si stabilizza a livelli normali dopo un paio di partenze-ritorni: saluti, baci e abbracci alla partenza, caloroso benvenuto il giorno del ritorno ma poi ognuno si fa i propri, contento della tua presenza a casa e dedicandoti tempo e spazio sufficienti a farti sentire a casa, ma senza sconvolgere il proprio tran-tran per te. Questo lo definirei corretto ed equilibrato. Ma dopo 8 anni ecco cosa succede: la sera precedente la tua partenza ti dicono “ciao, metti fuori il gatto e telefona quando arrivi”, e il mattino non ti accompagnano nemmeno alla fermata dell’autobus, neanche se sballa di soli 10 minuti l’orario abituale in cui escono di casa. E quando torni ti chiedono semplicemente se la stagione è andata bene, ti chiedono quanto resti (la risposta è ininfluente: puoi dire 2 giorni o 2 mesi avrai la stessa reazione: va bene), e poi ti dicono “noi stasera si va a spasso, vieni?” ma no, tu onestamente preferisci stare in casa tranquilla, non hai proprio voglia di uscire e vedere il mondo subito, e poi col freddo che fa ancora meno.


Questo è il post della mia prima sera a casa dopo 4 mesi di caraibi ed alla vigilia della mia prima esperienza in Asia. Ok che per motivi di usucapione non ho nemmeno più un armadio ove riporre i miei 4 stracci, ma almeno ho posato la valigia su un pavimento conosciuto anziché in una fredda stanza d’hotel o in un polveroso suolo tropicale trafficato da cucarache, e poi ho respirato aria di casa e ho abbracciato la famiglia. Solo 2 giorni fa ero in braghette corte a scorrazzare sui pontili della Martinica, ora sono qui rannicchiata sul divano insieme al gatto con pigiamone, tisana e 4 coperte, le spese condominiali di fronte a me. Serena nonostante gli istinti omicidi che mi salgono all’epidermide guardando questi fogli, ma sono a casa e chissenefrega di tutto il resto. E ben contenta di esser passata da qui e aver visto un po’ la famiglia (anche se troppo brevemente).


Bentornata a casa vagabonda!

Fine stagione.... e programmi


Aeroporto Martinica, 14 febbraio 2013

Finita anche questa stagione, sono in aeroporto più o meno “pronta” a partire… almeno… fisicamente sono qui.
La stagione è andata bene, benissimo direi: a parte un paio di skipper che comunque per quanto li ho presi per i fondelli sono due brave persone e meritano tutto il rispetto di questo mondo, non posso proprio lamentarmi di niente, veri charter di merda non ne ho avuti. L’ultimo un po’ deludente ma c’è di peggio, orco se c’è di peggio, quindi lamentele zero!!!! Ho fatto anche un incontro interessante, che poi sembra già andato a giuggiole perchè nella mia personale collezione delle disavventure sentimentali il bidone di San Valentino ancora mi mancava, ed ecco che è toccato al paziente G portarmi fin qui; e forse è anche meglio così, t’immagnin che scena brutta, come nei film si salutano alla soglia del controllo bagagli a mano, lei entra, lui resta fuori, lei si gira, gli fa ciao con la manina, lui le manda un bacio, lei sorride, lui pure….. oddio che orrore!!!! Va, va, ci rivediamo poi a novembre eh (forse, perché sono incazzata come può essere incazzato un gatto che tiri fuori dalla centrifuga della lavatrice), stammi bene ciccio, e salutami a sorrate.
Febbraio è prestissimo, ma ho altri programmi molto allettanti per portarmi via da qui, e poi tanto tornerò: per il momento vado a farmi un paio di mesi (forse 3) tra Thailandia, India, Sri-Lanka e Maldive. Eh sì, ho scritto proprio giusto, sapete la barca sburonissima con cui ho fatto Fiji e Nuova Zelanda? Quella dove sono stata benebenebene che gli armatori sono simpatici e Capt quando non faccio delle cazzate che lo fanno arrabbiare mi fa morir dal ridere? Mi hanno richiamata e di fronte a cotanto itinerario come potevo dir di no???




…. E poi dicevo di voler viaggiare….

Facciamo l’itinero-Vaifra di questo periodo: ultimi 11 giorni a zonzo per le Grenadine, ultime notti passate e prossime notti da passare:

lunedi 11 – St. Vincent
martedi 12 – St. Lucia
mercoledi 13 – Martinica
giovedi 14 – aereo
venerdi 15 – Parigi (cena con Julien e due amiche imolesi là per il week end)
sabato 16 – Toscanella
domenica 17 – Lago di Garda, dal babbo
lunedi 18 fino a mercoledi 20 compreso, ben 3 notti - Toscanella
giovedi 21 e venerdi 22 – Amsterdam, da Ira (è di strada….)
sabato 23 – aereo
domenica 24 – Kuala Lumpur (è di strada, e va vista!)
lunedi 25 – Phuket

In mezzo a tutto questo ci devono entrare il dentista, la podologa, l’estetista, la banca, l’assicuratore, la capitaneria e soprattutto…. l’ambasciata indiana a Milano, che se non mi fanno quel capperi di timbro prendo l’ambasciatore in persona e vedi tu se dopo non porta pena!!!!
Mi chiedo quando ho prenotato i voli cosa mi frullava per la testa perché ora che siamo al dunque penso che mi si fosse frullato proprio il cervello dentro la testa….. ma tutto andrà bene. Avanti. Sempre. 

Maledirete il mio pollo!!!!!


St.Anne, 13 febbraio 2013
La scena: vigilia dello sbarco, nel canale tra St.Lucia e Martinica ci sfugge per un pelo un marlin, roba grossa. Vabbè, capita, non è niente di grave. Quasi in Martinica, è il momento di tirare su le canne, ecco un bel tonnetto, un bel 4-5 kg, niente male. Poca voglia di darlo ai clienti, cogitiamo di metterlo in frigo per noi l’indomani, ma è fatica tenerli a freno, in più questi sono delle idrovore che non ho mai visto mangiare quantità simili di cibo, e da ieri sono stati colpiti dalla classica sindrome del fine crociera “dobbiamo finire tutto” e mi sembrano gli antichi romani che si ingozzano random di salame e biscotti al cioccolato pur di ripulire tutta la cambusa, roba che in 8 anni non ho mai terminato un charter con meno avanzi di stavolta (un record: dopo la colazione dell’ultimo giorno resteranno 3 sottilette, un pacco di prosciutto cotto, un philadelphia, un tubetto di pasta d’acciughe, mezzo succo di frutta,1 cipolla, 2 teste d’aglio, mezzo pacco di pasta, un pacco di caffè, un barattolo di pelati e 6 birre, tutto il resto spolverato via, e non so quante volte ho dovuto rifare la spesa perché la roba non bastava mai….. a me che di solito sono quella esagerata nelle quantità -  ma voglio che stiano bene!). Insomma, per farla breve G cerca di girare intorno alla cosa con un poco convincente “ma siete proprio sicuri che non preferireste il pollo?” ed eccoci al gran finale, l’ideona del secolo: Vaifra, cucinaci anche il pollo, che poi ce lo mangiamo freddo a pranzo. Dio perdonali, perché non sanno quello che dicono. E mentre taglio il pollo mi prende un attacco di risarola incontrollabile alla battuta di G di fianco a me mentre pulisce il tonno, mi dice meno male che abbiamo lisciato il Marlin che se no dovevo fare la notturna ai fornelli per preparagli i doggy-bag dei prossimi 3 giorni!!!! 

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...poteva andare TUTTO bene?


 Cumberland (St.Vincent), 11 febbraio 2013


Quasi finita, meno male. Però che peccato: avevo l’entusiasmo a mille per questo charter, e mille motivazioni per fare un sacco di cose, e non solo in cucina: l’ultimo della stagione, skipper G, e varie altre condizioni favorevoli; tutto buttato al cesso e tirata l’acqua. Non scrivo robacce perché G se no mi rompe le scatole (ha le sue ragioni – che non condivido ma rispetto), ma diciamo che al terzo giorno c’è stata una scena tratta da un film già visto: un cliente cerebroleso mi attacca al muro, io rispondo per le rime, e finisce in guerra; stavolta no, penso tra me e me mentre conto fino a 100 prima di rispondergli, stavolta deve andare diversamente, e quindi mi mordo la lingua fino a farla sanguinare ma dalla mia bocca non esce una parola, né subito né in seguito. Se il mio ruolo è quello della servetta senza carattere e senza idee che deve solo cucinare, servire, lavare i piatti e stare zitta ok, mi adeguo, so fare anche questo. E’ questo che vogliono nella loro vacanza, diamoglielo. E non li ho più cagati pari. Certo che sorrido (più o meno, diciamo che si vede che è una cosa forzata), fa parte del mio mestiere, ma poi ho alzato un muro invalicabile tra me e loro, cagati zero. G dice che sono psicorigida e questo orgoglio dovrei mettermelo dove non batte il sole perché non è giusto punirli tutti e 8 privandoli della mia compagnia per colpa di un deficiente, io dico solo che se quell’attacco di nervi fosse stato isolato mi sarebbe scivolato addosso, ma visto che era fin dalla prima sera che mi trattavano (tutti) un po’ da merdina quella scena è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ho chiuso la porta, definitivamente. E a nulla sono valse le scuse che l’individuo mi è venuto a porgere qualche ora dopo (spinto dagli altri): ho detto no problem ma la decisione era presa. E anche gli altri dopo qualche giorno hanno iniziato a farmi domande, chi sono, da dove vengo, cosa penso…. forse si sono resi conto che dietro la hostess si cela una persona ma ormai era tardi, la frittata era fatta, e si sono trovati un iceberg. E così G ha fatto tutto da solo la parte sociale del charter, io ho fatto il mio lavoro come richiesto e tutto sta andando benissimo, sono contenti e stanno facendo una bella vacanza, punto e riga.

Loghy - 50 anni e non sentirli









Stasera sono scesi tutti al ristorante, c’è il compleanno di Loghy: 50. E ci sono Josè, Pilou ed un paio di altri amici; ho preparato una torta con le candeline, penso che sia una bella festa. Ma onestamente non me la sentivo di partecipare, sarebbe stata un’ipocrisia inutile sedermi a tavola con loro dopo 9 giorni che non ci parliamo.

E allora io faccio una bella carrellata di foto alla faccia di chi mi vuol male, tiè! 

entusiasmo a palla


Marin, 03 febbraio 2013

La cattiva notizia è che è l’ultimo charter della stagione. Quella buona è che lo skipper è il mio strapreferitissimo, quello che detesta tanto questo blog ma allora mi chiedo perché continua a leggerlo (e so che faccia stai facendo in questo momento, caro il mio G), quello bravissimo professionalmente parlando e straordinario nel modo di fare, quello che mi fa sganasciare dalle risate tutte le volte che siamo insieme, quello con cui mi perdo a fare le nostre chiacchierate serie che la pensiamo uguale su tante cose e che quando la pensiamo diversa ci battibecchiamo di brutto ma alla fine checchè ne dica lo so che mi vuole un bene dell’anima, e non solo un pochino come insiste a dire. G sei unico, non cambiare mai perchè sei perfetto così!

Pronti, vado al mercato a comprare frutta e verdura che mamy Rose mi aspetta, sistemo la camionata di cambusa secca già a bordo, mi faccio un doccione e aspetto i clienti. Sono un po’ triste, febbraio è troppo, troppo, veramente troppo presto per partire!!!! Ma voglio godermi quest’ultimo giro alle isole con G, parto contenta!