Le Marin, 15 dicembre 2008
Eccomi a casa. L’arrivo è stato molto intenso a livello di emozioni: tutto il sunrizzo alla fine è dovuto venire in territorio europero per motivi di visti vari, Simon è venuto su da St.Lucia in barca….rivederlo a distanza di un anno esatto nello stesso parcheggio in cui ci siamo salutati l’anno scorso è stato davvero emozionante. Peccato il momentaccio: stavo passando 5 minuti davvero brutti e avrei preferito accoglierlo con più entusiasmo, stessa cosa dicasi per zia Michela, ma a volte ci sono emozioni incontrollabili talmente forti che non ci permettono di avere un comportamento gioioso. Questione di 5 minuti poi ci si calma, anche se certo chi arriva proprio in quei 5 minuti non ha una gran bella immagine…. E io che i 5 minuti li ho veramente di rado, una volta che li ho avuti ho fatto l’en plain con 2 persone, manco una sola….. evviva, ma le cose è sempre meglio farle in grande no?
Bellissimo anche rivedere il mitico G, sempre in forma, e ho avuto tante feste da parte di tutti quelli che incontravo, cena dalla paciarotta e poi sistemazione temporanea con Michela da Omero, gentile come sempre.
Mi è pianto il cuore separarmi dai ragazzi: Samuela alla fine mi è piaciuta tantissimo e mi mancherà, non volevo più staccarmi da Vitto e con Edo….beh, è un grande comandante sotto ogni punto di vista, che altro aggiungere?Simon lo rivedrò spesso nei prossimi mesi quindi anche se avrei voluto passare più tempo con lui non è stato così traumatico salutarlo.
Ormai son 4 giorni che sono in territorio martinichese: trovata sistemazione terricola con Michela presso un amico dell’anno scorso, aiutata e assistita da alcune persone veramente gentili sia per trovar casa che per spostamenti vari, distribuzione cv eccetera….. Diciamo che confronto all’anno scorso l’accoglienza è stata decisamente migliore!
Stamattina al mango bay non potevo credere ai miei occhi: Alvaro e Poncha, una coppia di spagnoli conosciuti a Valencia lo scorso anno! ……Piccolo il mondo….. E tramite loro dopo nemmeno 3 ore Michela era a fare la day worker su una barca indicata da loro! Ancora una volta grazie a Dio esistono persone gentili. Io ho iniziato a fare i miei millequattrocento giri burocratici tra sistemazione documenti francesi e ricerche di imbarco per la stagione, saluti vari e quant’altro. Faticosa la vita caraibica!

Il Sunrizzo

Antigua, 11 dicembre 2008
Siamo arrivati, tutto bene e bisogna organizzarsi. Come solito idee poche ma confuse. Prima sistemazione (tanto per non perderci di vista dopo 6 settimane di convivenza forzata) una camera d’hotel con 3 letti singoli: la formazione per la prima notte è stata la seguente, da destra verso sinistra: Michela in mezzo letto, Samuela nell’altro mezzo, Edo nel letto seguente in stile pelle d’orso, Vittorino, ed infine io modello geco attaccata al muro. Il secondo giorno si è liberata una stanza e ci siamo divisi, già ci sentiamo lontani. Per fotuna non ci manca la confidenza tra noi: a tavola per esempio era un tributo di violazione regole elementari di educazione, altro che galateo! Dire che non si gioca col cibo è come dire ad un bambino di non mangiare caramelle, e tutto il resto era – se possibile - ancor peggio: l’apice è stato quando qualcuno ha aperto la bocca di qualcun’altra e con le dita gli ha fregato il boccone di cibo e se l’è mangiato. No, stavolta io non c’entro niente, giuro che sono stata solo spettatrice! E la cosa buffa è che mentre vedevo la scena non ci facevo neppure caso più di tanto perché nel contesto dei nostri pasti non è che fosse sta cosa così eclatante…. E che ridere a parlare dei cetrioli, mai presenti a tavola perché come letto da Edo in non so quale libro e ripetuta allo sfinimento: “io i cetrioli li pelo, poi li taglio tutti a fettine sotili sottili, li condisco con sale olio e limone…..poi li butto a mare perché tanto non servono a niente!” Dalle nostre disgustose performance a tavola si deduce anche che il fatto di trovarci in bagno tutti e 5 era quasi prassi. E poi a forza di stare insieme ci stiamo scambiando i ruoli: Io mi sono capitonizzata quasi subito nel senso che il mio gergo si è fatto piuttosto indecente, e negli ultimi tempi anche Michela tanto carina e dall’aspetto così dolce ha iniziato a dire cose da rivoltare lo stomaco; noi 3 donne stiamo migliorando con la tecnica della pacca sulla spalla da marinaio (ore e ore di prove); Edo ha provato ad insegnarmi a fumare come una signorina e non come uno scaricatore di porto incazzato col mondo, Samuela si sganascia dalle risate da sola, Vittorino continua con le sue rubriche quotidiane del capitone (io a te t’ho capito….ma tu che hai detto?!?), abbiamo anche il nostro balletto fisso con delle mosse dementissime viste in un film dementissimo...insomma ridiamo tantissimo e anche ad Antigua sembriamo 5 adolescenti in gita scolastica senza la maestra. Da qui un giorno si è elaborata una teoria: ci stiamo trasformando in un’unica creatura che racchiude caratteristiche di ognuno di noi 5: il Sunrizzo per l’appunto, tremendo animale preistorico che picchia da orbi, fa ragionamenti incomprensibili e li espone con un linguaggio tutto suo, rutta, dice ovvietà e ha i capelli ricci.

Domani finalmente sarà Martinica, io mi fermo là ed il Sunrizzo inizierà a sfaldarsi. Michela probabilmente resta con me mentre Edo Vitto e Samuela vanno a passare qlc giorno di vacanza a St.Lucia con Simon.






Boh. Vedremo cosa ci riserva il futuro.

Polonia-Caraibi parte terza

TRASFERIMENTO SEAZEN DANZICA/ANTIGUA – PARTE TERZA – L’ATLANTICO


22 novembre 2008 - partenza
Buongiorno Atlantico! Partiti stamattina all’alba direttamente di ritorno da una nottata di bagordi (quanno ce vò ce vò!). Un po’ cotti ma eravamo tutti concordi che era meglio partire subito piuttosto che dormire un paio d’ore scarse. Pertanto come primo giorno la barca pareva deserta: uno a turno di guardia e gli altri a dormire. La sosta a Tenerife è andata bene, zero tempo per fare i turisti e sempre di corsa ma alla fine la lista dei lavori da fare l’abbiamo spuntata quasi tutta, restano un paio di cose che potremo fare anche in navigazione. Quel poco che abbiam visto di Santa Cruz ci è piaciuto tanto e chissà magari in altra occasione saremo meno di fretta e potremo vedere di più. Abbiamo anche incontrato degli amici di Edo, gente che io non conoscevo ma conosciamo un botto di gente in comune e come da prassi ci siamo scambiati informazioni su pinco e pallino, dove sono, che fanno e come stanno; qui anche se non vedi e non senti gente da mesi resti sempre comunque aggiornato, radio mare trasmette in tutto il mondo e conta veramente parecchi affezionati!
Quindi adesso è atlantico puro in orizzontale, il verticale è finito.
Ah, non siamo più in 4 bensì in 5: siamo stati raggiunti da Samuela, la fidanzata di Edo, e ne sono contenta: è simpatica, sveglia, allegra e si è subito inserita bene nel gruppo.

24 novembre 2008 – giorno 3
Todo bien, tranne il vento che è assente. Ieri prima lezione di pesca per noi 3 ragazze. In aula (sul flight) per la prima parte teorica (preparazione lenza) vigevano indisciplina e disattenzione e infatti non abbiamo capito niente visto che tutte e 3 abbiamo fatto le nostre belle cagatine. Ancora non abbiamo pescato niente e comunque non si è ancora capito cosa c’è in palio per questa gara di pesca. Niente. Contiamo su Vitto, che ci procacci il cibo.
Si si, anche quest’anno bell’equipaggio, mi ritengo fortunata. In giro senti storie di gente che si fa l’atlantico con degli equipaggi allucinanti: dall’armatore che non vuole sentire musica MAI al comandante che esige che chi è di guardia venga isolato ed ignorato dagli altri per non distrarsi….ma che, siam matti? Noi qui si lavora ma si ride, si gioca, si scherza, si suona e si canta…si fanno pure le risse (ovviamente per gioco ma certi lividi!!!) e devo fare una nota sulla delicatezza di Edo: come king kong (ma va bene anche paragonarlo a hulk) ha una forza sovrumana, che non sa dosare, così una semplice pacca sulla spalla se viene da parte sua te ne accorgi subito perché ti sembra che ti sia passato sopra un camion con il rimorchio e tutto. Poi avesse le manine piccole…..macchè: coi due badili che si ritrova ti rimane il segno della manata su mezza schiena, per non parlare poi di quando mira alle gambe, e non uso il plurale a caso perché lui non ce la fa a prenderne solo una: con una manata le becca entrambe… e ti rovina. Direi che Dio li fa poi li raggruppa per fisico: Edo, Vitto e Simon (che ci aspetta ai caraibi e non vedo l’ora di rivederlo), 3 giganti, diversissimi per carattere eppur così amici tra loro….mi ci sono affezionata tantissimo!
Vorrei fare una descrizione della tappezzeria da urlo nella nostra abitazione galleggiante: come ho già detto è bellissima, o perlomeno a me piace molto, ma dovendo consegnarla in condizioni più che perfette abbiamo ricoperto col millebolle tutti i mobili ed il suolo. Per ricoprire i divani a Danzica non abbiamo trovato niente di meglio che degli asciugamani orribili con dei colori flash, ovviamente uno diverso dall’altro, e la nostra tavola con tovaglia arancione dà quel tocco di kitch che mancava all’insieme. Ora che iniziamo a stare a piedi nudi dovevamo risolvere il problema pavimento e seggiolini, la plastica non va tanto bene; Per finire in bellezza il nostro lavoro di arredo interno abbiamo scelto tessuti nuovamente di colori diversi: pavimento bicolor, sgabelli ovviamente diversi tra loro….insomma l’insieme è quasi imbarazzante. Una nota particolare al seggiolino di comando, ricoperto con un’improvvisata federa ricavata da uno scampolo di tessuto a righe, cucita col filo da vele. La tovaglia inizia a presentare macchie che riassumono i nostri menu dell’ultimo mese, e le due righe di scotch per tenerla ferma continuano ad arricciarsi. Siamo ai limiti del terrificante.
Forse riusciamo a salvare il bonsai che era a bordo bello rigoglioso quando siamo arrivati. Si sono tanto raccomandati di averne la massima cura: “se la barca affonda pazienza…. ma il bonsai……”. Ribattezzato Nino, spostato in luogo sicuro per non correre il rischio che cadesse durante la prima parte turbolenta di viaggio, è successo che….come dire… un po’ ce ne siamo dimenticati. Ha richiamato la nostra attenzione diventando più giallo che verde, quindi ora l’abbiamo rimesso al suo posto originale, sul bancone, e l’abbiamo annaffiato abbondantemente con una pasticca di multimivitamine sciolta nell’acqua: sembra che funzioni.

25 novembre 2008 – giorno 4
Nottataccia a bordo di Seazen II, mare mosso al traverso e botte da orbi ma tutto sotto controllo.
A Tenerife abbiamo comprato una radio ricevente per ssb, anche oggi ho provato di nuovo a captare l’appuntamento radio con Grande Laguna alle 13.30 UTC, riesco a sentire sia Omero che Eugenio ma la ricezione è troppo disturbata per capire cosa dicono, dove sono e che vento hanno.
Andiamo avanti.

29 novembre 2008 – giorno 8
Qualche problemino alla barca ci ha tenuti impegnati, niente di grave ma ridendo e scherzando abbiamo ritenuto opportuno prendere ulteriori misure di sicurezza. Spenderei ancora due parole di elogio per la competenza e la bravura di Edo e Vitto, ma non lo faccio se no divento noiosa e ripetitiva. Dirò solo che le partite a Monopoli stanno diventando pericolose: ancora un po’ e finiamo a scazzottate, peggio dei bambini…. Continuano le risse e rivedendo i filmati fatti finora non ce n’è uno in cui non ci picchiamo. Di solito Edo contro tutte, ce ne dà tante che siamo nere non di abbronzatura bensì di lividi. Abbiamo iniziato la produzione di pane e pizza, finalmente si comincia anche a pescare, al mattino ci sono le sedute di ginnastica, si prende il sole e tutto procede come da copione. Continuano le lezioni di vela e manovramenti: ora che c’è anche Samuela (totalmente digiuna di tutto in quanto è la prima volta che mette piede in barca) quando c’è da fare qualcosa i ragazzi fanno fare a noi 3: io o Michela a turno coordiniamo il lavoro da fare e tutte e tre insieme si fa, mentre i ragazzi osservano, controllano, coreggono….ma soprattutto sfottono chiamandoci ciurma Brancaleone.Soprattutto quando c’è da ammainare il gennaker: se fa Vitto da solo lo tiene con una mano, se siamo noi ci dobbiamo attaccare tutte e 3 insieme per non farci portare via, e loro ridono come pazzi a prenderci per i fondelli. Ma un giorno li picchieremo.

30 novembre 2008 – giorno 9
A bordo non mancano allegria e risate. Anche nei momenti difficili si sdrammatizza con battute e baggianate, stiamo allenando bene la muscolatura facciale a forza di ridere. Per esempio oggi parlerò un po’ dello Sceriffo Vittorino: come già detto precedentemente, è un personaggio irreale, tra di noi ci diciamo che non è colpa sua… lo disegnano così! Fa morir dal ridere con le sue uscite e i suoi filosofismi, riesce a parafrasare ogni cosa a modo suo: dai grandi autori come Umberto Eco ai cantautori come Ligabue senza trascurare i vari Socrate e Dante. Poi ogni giorno, di solito durante la cena ma può capitare che il momento venga anticipato o posticipato, c’è la rubrica quotidiana “l’angolo del capitone”, che a volte diventa “chiedete al capitone”: se tu chiedi a Vittorino cose ovvie che hanno una risposta precisa, lui non risponde e magari nemmeno ti ascolta. Ma prova a fargli domande cosmiche a cui nemmeno i maggiori scienziati del mondo sanno rispondere, oppure fagli quesiti impossibili, in qualsiasi campo e qualsiasi materia: lui sa. E ti risponde con delle logiche tutte sue che comunque non fanno una piega e ti chiedi se per caso non sia proprio come dice lui. In questo viaggio per esempio ci ha messo in testa che il tonno polacco fa venire i capelli a spazzola… Inutile cercare di spiegare o di capire: è lui, è così, e gli vogliamo bene proprio per queste sue stramberie illogicamente geniali. Oggi ha aggiustato una pompa dell’acqua che faceva i capricci, ci ha lavorato un po’ con le mani e molto con la psicologia: una volta riparata ci ha spiegato il problema e la soluzione, come un medico che fa la sua diagnosi e la spiega ai parenti. Noi ridevamo, però c’è da dire che mò funziona. Secondo me lo sceriffo è una persona spettacolare e al mondo ce ne vorrebbero di più come lui.

01 dicembre 2008 – giorno 10
Si naviga sempre col freno tirato ma si avanza. Oggi mare al traverso….wow, giusto per non perdere l’abitudine a stare con l’orecchio attento ai colpi sotto. Facciamo 6,5 nodi e tutto scossa, si apre, cade, bim bum badabam, un casino…… cose assolutamente irrisorie come cieletti che si staccano, maniglie che ci restano in mano, gavoni che chiudono male,ma tutto ciò è normale: la barca è nuova e nelle prime navigazioni tutto deve assestarsi. Si, ma di questo passo va a finire che gli consegnamo veramente solo il bonsai! Intanto ci teniamo occupati col bricolage: aggiusta di qua, aggiusta di là, incolla qui, metti una vite lì….

Stamattina che non si è rotto niente abbiamo fatto giornata parrucchiere: la settimana scorsa mi sono esercitata coi capelli di Michela da spuntare, oggi è toccato ai due capitoni: prima Vitto, che ad ogni colpo di forbice mi brontolava “lo sapevo io che a forza di mangiare tutto quel tonno polacco mi venivano i capelli a spazzola!” e il ridere non mi agevolava molto il lavoro, comunque il risultato è ottimo: da tutto spintacciato che era adesso sembra solo un narcotrafficante; a seguire Edo, che è il mio cliente più affezionato: tutta estate a tagliargli i capelli impossibili che si ritrova, ma devo dire che la cosa mi sta appassionando e poi come si dice….impara l’arte e mettila da parte no? L’unica che non è passata sotto le mie mani è Samuela ma i suoi capelli devo dire che un po’ mi spaventano e non mi azzardo….vedremo.

04 dicembre 2008 – giorno 13
Finchè non c’è troppo vento tutto procede tranquillo, la vita quotidiana scorre serenamente lavorando, tra un pesce e un avvistamento di delfini, un gioco ed uno scherzo. Ieri abbiamo giocato agli acciai, oggi invece il passatempo pomeridiano è stato la gara a squadre del “facciamo benzina”. Ho perso in acqua la mia macchinetta fotografica e per il resto non ci sono grandi avvenimenti da segnalare. Sto bene, questo equipaggio mi piace e temo un po’ l’arrivo a terra, previsto tra pochi giorni… come solito tutto da vedere. In effetti avevo un po’ nostalgia dell’avventura. Siamo messi così tutti e 5, fino a che non saremo coi piedi a terra nessuno ha un programma ben definito, tutto da vedere e da inventare, mille possibilità con mille forse e mille incognite. Simon ci aspetta anche se non si è capito dove. Di sicuro non ci ammazziamo di noia. In questa traversata ho avuto pochissimi momenti di riflessione, poche volte mi sono incantata a guardare il mare perdendomi nei miei pensieri. Di questo incolpo la barca, troppo confortevole invita a passare il tempo libero comodamente spaparanzati sul divano piuttosto che fuori; Ma come si diceva a cena a Tenerife tra un chupito e l’altro, noi con questa vita che abbiamo scelto viviamo intensamente perché non sappiamo mai dove saremo domani, vediamo posti e persone sempre diversi, dobbiamo per forza sviluppare il nostro spirito di adattamento a situazioni ed ambienti sempre nuovi… se no è finita; ci dobbiamo continuamente arrangiare e anche questo aiuta il cervello e lo spirito a tenersi in forma; e non sappiamo mai dove andremo ma andiamo lo stesso perché se ci fermiamo ci spegniamo. La vita è fatta di porte, siamo più veloci a chiudere una porta che non ci piace perché tanto sappiamo che ce ne sono sempre altre cento, e per sapere cosa c’è dietro bisogna sceglierne una ed aprirla, poi saprai dove ti porta e se non ti piace ne apri un’altra, è semplice. A questo punto cito anche Vittorino riportando la sua massima preferita: “ci sono tre categorie di persone: i vivi, i morti, e i marinai”. Vero.
Gente di mare….che se ne va…..dove gli pare……dove non sa…… Gente che muore di nostalgia…. ma quando torna dopo un giorno muore….. per la voglia di andare via. Siamo proprio così, o almeno io in questa frase mi ci identifico di brutto!
05 dicembre 2008 – giorno 14
L’economia mondiale sta andando a rotoli. E noi qui in mezzo all’oceano isolati dal mondo. Dovrebbero esserci state anche le elezioni negli Stati Uniti. E noi sempre qui, all’oscuro di tutto ciò che accade nel resto del mondo, tanto poco ci cambia chi è il nuovo presidente Usa o come vanno le borse. Ci sbatteremo il naso al nostro arrivo, per il momento questi sono argomenti che non vengono nemmeno citati nelle nostre conversazioni. Stiamo sereni, finchè possiamo. Traversata atlantica = pausa da tutto ciò.

06 dicembre 2008 – giorno 15
Ieri mattina per continuare il nostro lavoro di pulizia barca (togliere quel cavolo di colla da cantiere da tutta la coperta) sono stata issata sull’albero. Bellissimo. Il mare era una meraviglia, calmo e piatto, liscio come l’olio, le nuvole erano quelle che piacciono tanto a me, scrutare l’orizzonte da lassù è stato uno spettacolo senza pari


Al momento di scendere i due capitoni, burloni come solito, anziché adagiarmi al suolo come una persona normale mi hanno dirottata fuori coperta sulla fiancata della barca pucciandomi in acqua tipo biscotto nel latte…è stato divertente! Dopodichè abbiamo fatto il bagno, da ricordare il tuffo di gruppo dal tetto del flight. Spettacolare. Momenti che rimangono nei ricordi e nel cuore.
Al tramonto, sfiniti dopo l’ennesima giornata di lavoro, abbiamo finalmente fatto il tropicana: trattasi di festa di metà viaggio (in questo caso rimandata di parecchi giorni causa altre cose da fare) in cui tutti i componenti dell’equipaggio si mascherano da imbecilli e si beve la bottiglia di champagne (o meglio spumante pidocchiosissimo) appositamente comperata. Peccato non aver avuto la musica fuori ma di divertente avevamo il nostro bel pannello di legno disegnato e decorato con cartoni di succo di frutta che davano un aspetto tropicale al flight.

07 dicembre 208 – giorno 16
Altra giornata di duro lavoro alternata a giochi e burlonerie varie. Evento da segnalare solo il ritrovamento di un vecchio salvagente, sarà caduto da qualche nave chissà quanto tempo fa. Sono cotta come un zucchino, e come me tutti gli altri. Buonanotte.

08 dicembre 2008 – giorno 17
La barca è perfettamente pulita ed in ordine dentro e fuori, ci saremo fatti un mazzo tanto nell’ultima settimana ma il risultato è davvero soddisfacente. Ci siamo anche divertiti nel lavorare ma ci abbiamo dato dentro davvero con olio di gomito. Bien. Siamo sfiniti. Ora Antigua il tempo strettamente necessario ad organizzarsi con i voli e poi via verso la Martinica!
Eì l’alba e siamo in dirittura di arrivo, si vede terra, 5.033 miglia segnate sul log-book, il bilancio personale di questo lungo viaggio è positivo sia dal punto di vista di esperienza che dal lato umano, è andato tutto bene, con lo stesso equipaggio farei altre 5.000 miglia ed il motto resta sempre quello: Tranquillo & Capitone ogni barca a destinazione!

DELIVERY SUNREEF 70 POLONIA-ANTIGUA – PARTE SECONDA


Mercoledi 12 novembre 2008 – PARTENZA DA BREST

Eccoci qui di nuovo in navigazione. La sosta a Brest è stata più lunga del previsto causa maltempo, non sarebbe stato saggio metterci in mare con 48 nodi di vento, e comunque c’erano da fare un po’ di lavoretti di manutenzione alla barca…. per esempio sistemare l’uscita di emergenza, nella cui sentina sottostante c’erano ettolitri d’acqua: 3 ore di duro lavoro per svuotarla e la mia schiena si è un po’ arrabbiata.
Comunque abbiamo approfittato della sosta anche per rilassarci un po’: tanto per iniziare la sera dell’arrivo mentre io mi sono inguattatata ben bene sotto il piumone gli altri 3 sono usciti per andare a fare internet…. Sono stata svegliata
qualche ora più tardi da schiamazzi e musica….uscita dalla cabina ho consumato il pallottoliere a contare persone; bella festa, finita con la classica spaghettata a.o.p. alle 4 di mattina insieme ai nuovi amici bretoni. E ancora: visita all’acquario Oceanopolis (bello ma Genova è molto meglio) e gita domenicale con sosta d’obbligo per pranzetto in trattoria: Vitto insisteva tantissimo per visitare i luoghi del famoso sbarco in Normandia, incurante del particolare che ci trovassimo in Bretagna. Son dettagli….non si può esser sempre troppo precisi…..
A parte ciò abbiamo lavorato davvero tanto, io stessa penso di aver smaltito almeno due etti buoni buoni, qui ci vuole subito un mars o un twix…. Vorremmo mica perdere la linea eh Vaifra!?
L’equipaggio sta benissimo tranne Michela che oltre ad esser stata ko qualche giorno per un ritorno di febbre ha deciso di collaudare i gradini sperimentando un metodo innovativo per discenderli, procurandosi un taglietto in faccia con la chitarra. Mi fa ridere Edo quando la chiama Cencio!
Sono contenta perché tutto sta andando bene, l’umore è alto e il viaggio sta procedendo su toni allegri; su questo non avevo dubbi, conoscendo Edo e Vitto sapevo che era impossibile il contrario.
Ora il tempo è buono, anzi di vento ce n’è proprio pochino, ma stiamo per attraversare il famigerato e temuto Golfo di Biscaglia, sono stracuriosa. Sono le 5 del pomeriggio, Michela dorme e i ragazzi stanno tirando su la randa per la prima volta, vado a vedere!




Giovedi 13 novembre 2008 – GOLFO DI BISCAGLIA

SSShhhhhh….. Sono le 10 di mattina, è la mia guardietta e tutti dormono. Questo golfo contrariamente alle mie aspettative è calmo: stanotte con la luna piena si vedevano le onde che erano delle montagne di acqua ma erano talmente lunghe e dolci che quasi non si sentivano, e da ciò abbiam dedotto che qui nei giorni scorsi dev’esserci stato il pandemonio (o almeno questo è quello che mi dicono i due ragazzi), ed infatti eccoci pronto ricevutovi navtex il messaggio di albero con vele sartiame e tutto l’ambaradam alla deriva sulla nostra rotta: occhi aperti!!!





Venerdi 14 novembre 2008 – NORD SPAGNA
Ieri e oggi due giorni pieni di avvenimenti: ieri avvistata balenona non lontana da noi, l’abbiamo perfino sentita respirare. Stamattina abbiamo rimontato il gennaker smontato il primo giorno causa incaramellamento. Poi abbiamo sfilato la cima della ritenuta del boma che si era tutta quanta sguainata, l’abbiamo tirata bene, ricucita e rimontata. Mi piace fare il deckhand, anche se Edo e Vitto continuano a prendermi in giro, tipo mentre tiravo su la drizza del gennaker (una fatica bestia), ero lentissima perché ero distrutta e loro lì a urlarmi “andiamo, mettici forza, mezza sega che non sei altro! Che sei una mozzarella forse?” E io con le mani già sbrindellate per tiraggio guaina, le braccia dolenti e l’infagottamento dovuto ai 5 strati di morbidezza tra vestiti e ciccia, a forza di ridere non ce la facevo proprio più! Di una cosa sono molto contenta: che qui essendo in pochi quando c’è qualcosa da fare nessuno mi dice “stai buona e lontana, tu, donna…..”.
Basta scrivere, è l’ora del Monopoli, ieri mi han mandata in bancarotta ma oggi gli faccio vedere io!

Sabato 15 novembre 2008 – AL LARGO DELLA SPAGNA
Nulla di particolare da segnalare, si procede bene come solito. Unica nota dolente è che la ritenuta del boma si è risguainata e oggi sarà da rifare il lavoro. Evidentemente c’è rimasta una bavetta nel punto in cui esce dal boma e se la mangia lì. Bisogna imparare a dar retta alle piccole nanerottole quando parlano, io la diagnosi l’avevo fatta subito!!! 8 anni di lavoro in un’officina meccanica saran serviti a qualcosa no?


Domenica 16 novembre 2008 – AL LARGO DEL PORTOGALLO
Alla fine il preventer del boma si è proprio spaccato e ho provato a ricucirlo col filo da vele; non siamo molto fiduciosi, è solo questione di tempo e si strapperà!
Siamo al 38° nord e la temperatura è già accettabile: durante il giorno non dico che si sta in maglietta ma quasi, almeno non c’è più bisogno di perdere mezzora a vestirsi per star fuori 10 minuti. E questo giova molto all’umore.

Lunedi 17 novembre 2008 – AL LARGO DEL MAROCCO
Siamo già sotto a Gibilterra, tutto bene e tutto tranquillo, l’onda è già quella oceanica lunga lunga ed il pezzo difficile l’abbiamo fatto quindi è ora di dar aria alla vela pura. Finalmente ieri x la prima volta abbiamo provato la barca con vento forte, dicono i ragazzi che sia un po’ troppo orziera e ho capito anche io il
perché. Sto diventanto un marinaio e anche se nelle manovre sono ancora un po’ indecisa e devo chiedere conferma prima di muovere qualsiasi cosa sono proprio contenta di poter partecipare attivamente senza nessuno che mi urla addosso. Edo è molto paziente e ci corregge gli errori dicendoci le cose con calma quindi senza provocare inutile agitazione che porta solo ad impastarsi ulteriormente. Sto imparando un sacco di cose, cose che ho visto fare centinaia di volte ma finalmente mettendo mano le capisco un po’ di più. La mia ricucitura del preventer come previsto ha già ceduto, ma d’altra parte per quanto mi fossi applicata era da dire che non sopportasse troppa tensione… Michela si sta studiando le impiombature ma mi sa che sia più semplice comprare una cima nuova, anche se comunque fa bene a studiarsele e anzi dovrei prendere esempio da lei e imparare anche io, non si sa mai ed è sempre utile. Magari oggi un’occhiatina la do.

Mercoledi 19 novembre 2008 – IN VISTA DI TENERIFE
Sono le 11 di mattina e finalmente è stata avvistata terra. Arriveremo a Santa Cruz di Tenerife tra cira 3-4 ore, mi chiedo se Omero è ancora lì o se è già partito.
Qui a bordo sempre tutto bene: si lavora, si impara, si ride e si gioca. Abbiamo fatto diverse manovre tra strambate e su e giù i terzaroli che mi si stanno chiarendo sempre più i passaggi e i momenti in cui sono da fare. Non dico che capisco finalmente le vele…..ma quasi: inizio a vedere anche io come vanno sistemate, ogni tanto ci azzecco anche e in ogni caso non muovo una virgola senza prima chiedere, questa barca è troppo grande ed è un attimo far danni!
Basta scrivere, è ora di fare il log-book e poi tra poco ci siamo, c’è da fare.
DELIVERY SUNREEF 70 – SEAZEN II – DANZICA/ANTIGUA

Venerdi 31 ottobre 2008 – Giorno di viaggio numero 01 – PARTENZA DA DANZICA
Mollate le cime alle 13.30, lasciato finalmente il cantiere eccoci qui, pronti ad affrontare questo lungo viaggio, il mio primo ingaggio con deliveryahct (link a lato “i miei skipper”)
Sabato 01 novembre 2008 – giorno 2 – MAR BALTICO
Dopo la prima notte di vento in faccia con relativi salti, oggi siamo in pieno mar Baltico, sembra tranquillo anzi non è che ci sia tanto vento quindi stiamo procedendo a motore con solo il genoa aperto. Per la prima vlta in vita mia ho avuto un leggero senso di nausea simile al mal di mare. Non sono stata male ma diciamo che lo stomaco non era in formissima. Forse la disabitudine alla navigazione, forse il grande movimento di questa grande barca sulle onde corte, non so: comunque un bel panino alle acciughe ha sistemato tutto e in breve il malessere è diventato un ricordo, meno male. Strano colore questa acqua: grigio piombo. Mette tristezza. Cerchiamo di limitare al minimo indispensabile le escursioni fuori causa freddo polare. A dire il vero anche all’interno non è che ci sia tutto questo tepore:abbiamo un problemino di alternatore che non ci permette di accendere il riscaldamento, e le stufette elettriche consumano troppo per poterle lasciare accese, non vogliamo sforzare troppo l’inverter. Conclusione: è un freddo birichino e l’unico posto dove si sta bene è nel letto sotto al piumone. Oppure abbigliamento adeguato, per esempio in questo momento io indosso: mutandoni di lana fino alla caviglia (si si, proprio come quelli dei vecchi), pantaloni della tuta, doppio calzino di lana e babbuccie comprate a Danzica; sopra invece ho una canottierina di cotone, maglietta della salute cotone dentro - lana fuori che fa perfettamente pandane col mutandone, maglia collo alto in microfibra, maglionicino collo alto in pile, e per finire supermaglione dolcevita misto lana-cotone. Cuffia con paraorecchie. Un bijou. Per uscre mi infilo anche la salopette da sci. I movimenti ne risultano ingoffiti ma chi mi conosce sa che mal tollero il freddo.
L’equipaggio è tranquillissimo: Edo e Vittorino in previsione di arrivare stasera nella zona trafficatissima cercano di riposare il più possibile adesso che le condizioni ottimali permettono di lasciar di guardia anche una inesperta come me, o Michela. Quindi la barca è silenziosissima, se non fosse per il motore acceso non si sentirebbe proprio nessun rumore. Io tanto per cambiare mi sto ammazzando di noia e oltre che scrivere ho iniziato a farmi delle overdose di sudoku che se continuo così posso andare ai campionati mondiali. Ho deciso che quest’anno sarò brava: mezzora di ginnastica ogni giorno. Per il momento direi che la presciistica può andare.

Domenica 02 novembre 2008 – giorno 3 – CANALE DI KIEL
Nottata di navigazione difficile per i due capitoni: zona trafficatissima e strapiena di segnalazioni di ogni genere. Stamattina siamo entrati nel canale di Kiel e ne avremo per tutto il giorno, fino a sbucare nel mar del nord. E’ il mio primo canale ed è esattamente come me lo aspettavo: in fila come in autostrada, noi unici piccolini tra tutte queste petroliere ed i cargo che trasportano di tutto. Tutto tranquillo e sereno. Ai limiti del noioso, però da segnalare il curioso pranzo di oggi, consumato sul flight all’aperto salutando tutti i cargo e la gente a passeggio con cani e bambini nel sentiero adiacente il canale: per stare in tema nordico il menu prevedeva merenda di metà mattina con uova strapazzate al porro e formaggio; pranzo a base di wursteloni ai peperoni con mille salse ipercaloriche e formaggio grigliato (o almeno ci abbiamo provato). Unica nota stonata l’insalatina fresca, che ovviamente è rimasta quasi tutta. Comunicazioni con casa via sms per dare la posizione così Damiano può seguire su google earth il mio percorso, e mi ha fatto piacere ricevere i saluti dei suoi amici; ciao ragazzi, spero di vedervi presto! E quando torno rifacciamo una cena come quella del mio ultimo sabato a casa…..che comitiva di pazzi…..magari riduciamo il numero delle bottiglie di vino perché i vicini di Damiano non sono troppo contenti di sentire gente ballare sul tavolo e giocare a nascondino (ebbene si!) alle 2 di notte….ma quanto è stata bella quella serata! Tutti infighettati a manetta, 8 “ospiti” e 3 “persone di servizio”: io chef, Sapo sommelier che ha preso molto sul serio il suo ruolo, e arruolata perfino l’Elisa come cameriera, che non conosceva nessuno ma si è perfettamente inserita nel clima della serata, fantastico!
Lunedi 04 novembre 2008 – giorno 4 – FOCE DEL FIUME ELBE (GERMANIA)
Ieri sera arrivati in fondo al canale ci siamo fermati a far gasolio e poi abbiamo deciso di fermarci per la notte. Stamani al risveglio una nebbia del 32 che non si vedeva neppure la chiusa distante solo poche decine di metri; comunque siamo usciti dal canale ed abbiamo fatto poca navigazione in mezzo ad una nebbia da coltello con navi che ti spuntavano dal nulla a pochi metri, guidati via radio dalle stazioni radar fino ad arrivare in questa marina di Cooxhaeaven per fare il service dei motori. Certo che ormeggiare questa barca enorme non è per niente facile, in più non so se è perché sono abituati alle grosse navi o cosa, ma sembra che qui al nord non esistano pontili “normali”: o ci sono camminatoi a livello dell’acqua o ci sono piloni che rendono difficilissimo posizionare i parabordi. E poi chiamali parabordi….. sono grandi almeno quanto me e pesano un’esagerazione, è decisamente una fatica bestia! Solo 4 ormeggi e ho le mani distrutte.
Mi sembra che qui faccia più freddo che nel Baltico, meno male che abbiamo comprato una buona dose di zuppe pronte: i titoli sono incomprensibili ma poco ci importa, qualunque cosa ci sia scritta sulla busta è ininfluente: è sempre zuppa di quellochetipare, nel senso che sono sapori (buonissimi!) talmente diversi dal nostro gusto standard italiano che puoi decidere tu quello che potrebbe esserci dentro, e in ogni caso ci sono talmente tante cose che almeno una cosa che ti piace c’è per forza!
Sono le 4 del pomeriggio ed è già buio, credo che resteremo qui per la notte: innanzitutto ora uscire da questo fiume sarebbe da pazzi visto che avremmo una corrente di 5 nodi contro, meglio aspettare la corrente uscente del mattino; poi Edo è veramente cotto come un zucchino e se non riposa un po’ non va bene. A proposito di Edo: che era bravo lo sapevo, ma anche se è ancora troppo presto per dare pareri definitivi posso già dire che è davvero molto in gamba: innanzitutto le manovre: oggi per entrare qui con la corrente che c’era la barca aveva uno scarroccio quasi illegale e io confesso che un po’ mi si erano strette le chiappe, già ci vedevo stampati contro il pilone….. Invece lui no, apparentemente sereno manovrava con padronanza e sicurezza; e soprattutto quel che ho notato è che dopo le mille comunicazioni radio con persone idiote, alternate a conversazioni telefoniche con persone incompetenti, aspettando galleggiando in mezzo a quella corrente,
con nebbia e freddo siderale, chiunque avrebbe sclerato, invece lui riusciva anche a sdrammatizzare sparando qualche cazzata per ridere un po’. Vitto invece è il nostro giullare: anche lui molto in gamba e molto competente, a livello di persona come solito ci fa schiantar dal ridere: con il suo modo di fare assolutamente non catalogabile ed il suo linguaggio denominato “il Vittorinese” ci regala continuamente risate e buonumore! Il Vittorinese, come l’Esperanto, trattasi di lingua universale: incomprensibile sia nel suono che negli argomenti, ma inequivocabile in ogni angolo del mondo; un cocktail tra Italiano, Inglese, Spagnolo e Termolese. Vittorino bisognerebbe portarlo a Zelig esattamente così com’è. In questo momento per esempio ha scovato da non so dove i biscotti della nonna di Sapo che mi ero portata dietro (rimasti dalla famosa serata): pensavo fossero finiti 10 giorni fa! E soprattutto pensavo di avere sotto controllo la logistica della cambusa! Vuoi vedere che se li era portati in cabina? O forse no, forse li aveva messi negli scomparti altri, quelli che Edo non vuole che usiamo perché io e Michela non ci arriviamo senza arrampicarci, quelli dove ho messo le scorte-scorte. Beh, comunque a distanza di quasi 3 settimane sono ancora buoni, grazie Sapo!
Mercoledi 05 novembre 2008 – giorno 6 – MAR DEL NORD
Ieri mattina di buonora siamo ripartiti, prossima destinazione qualche posto in Bretagna per caricare cose. Nulla di particolarissimo da segnalare: il tempo è piuttosto clemente, tutto sommato ci si aspettava di peggio, quindi non è così difficoltoso come si pensava, anche se vista la meteo probabilmente saremo costretti a fare una sosta più lunga del previsto nei prossimi giorni, vedremo. Ieri sera all’ora di cena abbiamo avuto problemi al radar ma SuperEdo e SuperVitto meglio di McGuyver hanno sistemato tutto subito. Il Mar del Nord ha un colore più accettabile rispetto al Baltico e si incontrano un sacco di petroliere e di pescherecci, saranno quelli della findus che pescano direttamente i bastoncini.
Stanotte visto che non riuscivo tanto a dormire ho pensato al babbo, che è finalmente diventato nonno ormai da un paio di settimane, e sono troppo felice di saperlo così felice. Quindi io e Damiano siamo diventati in un certo senso zii? Mah, io con gli alberi genealogici allargati non ci capisco molto ma sta di fatto che il babbo è diventato nonno, e mi ha fatto sorridere la mail che mi ha mandato con la foto del pargoletto: si è firmato Nonno Gianni, maiuscolo, spettacolare. Ho proprio piacere. La cosa curiosa è che noi in famiglia non riusciamo proprio a non distinguerci per quanto riguarda i nomi: le mie due nonne si chiamavano entrambe Afra, che già non è un nome così comune. Io stessa ho un nome che è tutto un programma, e che comunque richiama il nome delle nonne. Due zie di nome Vanna. Poi ho una cugina di nome Pamela, anche questo non comunissimo., e che di secondo nome fa Giorgia come me. Nel tempo io e Damiano abbiamo ereditato due “sorelle” (il termine sorellastre non mi piace, mi sa di strega cattiva e mela avvelenata), una delle quali si chiama anche lei Pamela. Le due Pamele una volta avevano due fidanzati, entrambi Luca. Poi invece ora sono sposate con due Alessandro. I bambini (uno nato a luglio e l’altro appunto un paio di settimane fa) manco a farlo apposta si chiamano entrambi Mattia. Sono i casi della vita ma è un bel giro di nomi!!! Comunque resta il fatto che sono davvero contenta, effettivamente era tanto che il babbo e la Daniela andavano dietro a far la voglia di nipotini e confesso che mi sentivo un po’ in colpa ad aver drasticamente cambiato idea su questo punto: 10 anni fa ero disposta a tutto pur di avere un figlio (o due, tre, quattro, anche cinque!) e meno male che era vietata la fecondazione artificiale alle donne single se no l’avrei fatto! Poi ho cambiato idea completamente per una serie di motivi, e ora comunque è tardi. E’ andata così, si vede che il mio scopo nella vita è un altro e non quello di procreare: se lassù han deciso così un motivo ci sarà.

Giovedi 06 novembre 2008 – giorno 7 – OLTRE LA MANICA
Stanotte abbiamo passato la Manica, piuttosto trafficata. Abbiamo attraversato il meridiano 0 e siamo finalmente a ovest. Stiamo decidendo per trovare un posto dove fermarci che possa venire incontro sia alle esigenze di chi deve portarci tutte cose sia alle esigenze nostre di sicurezza e navigazione, soprattutto alla luce delle previsioni meteo tutt’altro che favorevoli e da non sottovalutare, che probabilmente ci costringeranno a star fermi 3-4 giorni nostro malgrado. A bordo tutti tranquilli. L’equipaggio di quest’anno è molto tranquillo: i momenti in cui siamo svegli tutti e 4 si riducono a poche ore al giorno, solitamente durante i pasti, poi ne resta uno di guardia e 3 a dormire. In effetti i ragazzi non è che riposino tanto: stiamo attraversando zone davvero trafficate e son praticamente sempre all’erta quindi è anche abbastanza ovvio che come hanno 5 minuti si buttano sul divano a dormire. Io non riesco a dormire così tanto e sinceramente un po’ mi annoio, non so più cosa inventare. Mi sa che vado a ripescare il giochino che mi aveva installato sul computer Pilou, forse riesco a completare l’ultimo livello, che mi era rimasto in sospeso causa fine charter.

Venerdi 07 novembre 2008 – giorno 8 - BREST
Una notte da chiodi: come da previsioni appena abbiamo messo il muso fuori dalla manica abbiamo trovato il ventaccio in faccia che ci ha fatto saltare come grilli, causando anche qualche problemino di natura idrica. Per fortuna nulla di grave, ma solo grazie alla prontezza di reazione dei ragazzi: prima ci siamo accorti che i due oblò di prua a forza di saltare si erano aperti da soli, e fin qui è stato facile rimediare; poi una delle uscite di sicurezza ha rotto prima una, poi due, poi 3 maniglie sulle totali 4 originarie…..non è stata una bella cosa vedere tutta quell’acqua che entrava, e soprattutto non ero tranquillissima neppure dopo la riparazione di fortuna sentendo che la barca continuava a saltare e prendere colpi. L’unica cosa che mi dava fiducia era la ridottissima distanza da terra: anche nella peggiorissima delle ipotesi sarebbero arrivati in fretta a prenderci. Meno male invece che non è successo niente, e sottolineo ancora una volta il merito dei ragazzi e soprattutto l’ingegnosa riparazione con un manico di scopa, un coltello da tavola e una manciata di fascette. Bravi. Ora siamo vicini a Brest, a Port du Moulin Blanc, siamo arrivati nel tardo pomeriggio, abbiamo caricato la camionata di scatoloni, cena e buonanotte. Buffo come la frase “se avete roba da lavare mettetela qui che faccio un po’ di lavatrici” abbia avuto come unica ed inevitabile risposta un intero equipaggio ridotto in mutande….. e comunque una volta docciati e con addosso finalmente una maglietta pulita (e non i soliti ormai sudici 4 strati di vestiti indossati giorno e notte da oltre una settimana)…..è tutta un’altra cosa!
Danzica (Polonia), 28 ottobre 2008.

Equipaggio pronto. Dopo aver girato mezza europa con scali improbabili siamo finalmente atterrati a Danzica e abbiamo preso possesso della barca, quella da consegnare ad Antigua velocemente, possibilmente entro dopodomani (son solo 5.200 miglia, sciocchezzuole!). Siamo qui ormai da 5 giorni e stiamo lavorando sodo per finire i preparativi e i collaudi del caso. Partenza prevista domani, speriamo. La prima impressione su questa Polandia (o Polacchia?) è che, a parte quelli del cantiere con cui abbiamo direttamente a che fare, la gente per strada è piuttosto scorbutica ed indisponente… io mi ricordavo che quando sono stata a Cracovia con il babbo e Damiano eravamo rimasti colpiti dalla gentilezza e cortesia dei polacchi, invece qui mi sono dovuta ricredere dopo appena mezza giornata, e man mano che passano i giorni non posso che confermare: provaci tu a chiedere informazioni per strada… la gente manco ti guarda in faccia, tirano dritto come se non ti vedessero proprio; commessi di negozi che insistono a dirti il costusky delle cose in polacco anziché x esempio farti segno con le dita; responsabili di supermercato dove ti presenti con un budget di spesa di qlc migliaio di euro e si rifiutano di assisterti per le traduzioni o organizzarti la delivery a bordo….boh…sarà la storia particolare di Danzica ad averli resi così sgodevoli….. e in ogni caso ho capito perché Papa Giovanni Paolo II era di Cracovia e non di Danzica…. E comunque, per non perder l’ottimismo vogliamoci trovare qualcosa di positivo anche in questo: a forza di sbattere il naso contro polacchi che se ne fregano del tuo non capire e insistono a parlarti in polacco, qualcosa lo stiamo imparando e quando entriamo in cantiere col taxi facciamo “i sboroni” e diamo indicazioni in polacco: prosto (avanti), levo (sinistra) o pravo (destra). Indietro non mi ricordo bene ma aveva qualcosa a che fare con zurigo.
Il catamarano è meraviglioso, veramente spettacolare, odora ancora di nuovo e mi piace davvero tanto, anche se forse per i miei gusti forse è un po’….troppo. Troppo spazioso, troppo lussuoso, troppo comodo, insomma troppo! Ognuno ha la propria cabina spaziale (beh io mi son scelta l’unica cabina sfigata e piccolina, ma per me è più che sufficiente, abituata ai loculi equipaggio o ai divani mi pare già di dormire in una reggia, inoltre essendo fisicamente la più ridotta ho preferito occupare io stessa la cabina piccola e lasciar più spazio agli altri – non dimentichiamo che Edo e Vittorino sono un po’ giganteschi). Ci siamo organizzati piuttosto bene per la logistica delle cose e per consegnare la barca al meglio l’abbiamo tutta impacchettata meglio che un pacco di Natale…..Natale lo sarà al nostro arrivo, spero solo di sbagliarmi sul pacco! Abbiamo fatto una buona cambusa, anche se a fare la spesa è stato un semidramma: tutto scritto in polacco e non si capiva un tubo! Meno male ogni tanto capitava di trovare qualcuno gentile e ben disposto a darci una mano, benchè l’inglese non così diffuso tra la popolazione media ostacolasse ulteriormente le nostre richieste di aiuto, ma una discreta dose di fantasia associata ad un buon gioco di mimica ci ha comunque permesso di reperire quasi tutto il necessario per non morir di fame: per esempio al reparto macelleria si chiedeva il muuuu piuttosto che il coccodè, insomma da buoni italiani ci si è arrangiati al meglio! A fare la spesa ho sentito tantissimo la mancanza della Milena, questo si: l’anno scorso ci siamo sbudellate dal ridere in spagna, e immaginavo cosa avremmo potuto combinare quest’anno a far cambusa x 6 settimane con tutti sti prodotti illeggibili ed impronunciabili….
A bordo mancano ancora tutte le stoviglierie, che ci verrano consegnate alla prima tappa prevista a Brest, fino ad allora abbiamo comprato il minimo indispensabile, e addirittura per ricavarci le tazzine da caffè abbiamo iniziato da subito a dar fondo agli omogeneizzati, difficile la scelta tra un brokuty, un indyk o uno sliwky, ma questo passa il convento!
Il clima è freddo e secco, andiamo in giro bardati come dei colbacchi e non oso immaginare come sarà appena prenderemo la via del mare…. Per certe cose è meglio non preoccuparsi prima del tempo, si rischia l’assideramento neuronico: l’attrezzatura da grande freddo ce l’abbiamo, io addirittura mi son comprata i mutandoni di lana con calzamaglia attaccata (una roba oscena, decisamente antistupro…altro che lingerie di seta!), ci andremo dietro man mano e poi via via strada facendo sarà sempre meno freddo fino ad arrivare ai tropici e finalmente goderci shorts e costumi da bagno. Tra l’equipaggio tutto fila liscio, l’umore è buono ma la salute un po’ meno: io il giorno del viaggio ero malaticcia (diciamola pur tutta: avevo la febbre, anche se facevo finta di niente per non pesare al resto del gruppo), ora sto molto meglio anche se sto continuando a portarmi dietro questo raffreddore, tosse e voce da trans;
Michela non è messa molto meglio di me e neanche Vittorino è il ritratto della salute. Ma meglio sfogare ora tutti i nostri malanni e irrobustire gli anticorpi in modo da partire belli forti e degermizzati. E in ogni caso non c’è tanto tempo di stare a letto a fare i malati, le cose da fare sono davvero tante e qualcuno bisogna che le faccia. Inoltre Edo si è raccomandato di approfittare di questi giorni pre-partenza per nutrirci a modo e magari metter su anche qualche chilo di riserva per prepararci psicofisicamente a ciò che ci aspetta: e allora vai di cioccolato e intingoli vari, grassi che più grassi non si può: ordine del capitano, non si può disubbidire! Qui pensare di mantenersi così e magari col grande freddo usare le riserve già esistenti no eh? Ogni scusa è buona. Va bè, anche quest’anno ho già capito che inizierò la stagione caraibica rotolando come solito sui pontili di Marin.
WITH MONEY YOU CAN BUILD AN HOUSE, BUT YOU NEED LOVE TO MAKE IT AN HOME….
Forse il mio Inglese non è perfetto ma spero che il concetto venga recepito ugualmente. Riassume lo sconcerto che provo ogni volta che mi devo arrendere all’evidenza, tutti che corrono dietro alla house calpestando gente a dx e sx senza ritegno. Nonostante tutto continuo a preferire il concetto home, continuo a prendermi della cogliona e della fessa, patisco delusioni, ma ho fatto una scelta ben precisa e preferisco vivere così lo stesso…. pazienza tutto il resto! Dai spremute di cuore e in cambio ricevi calci in culo ma va bene così, anche i calci in culo servono: vai avanti più veloce!!! E quindi, come sempre….avanti!
Roma, 07 ottobre 2008
E la vita la vita, e la vita l’è bela l’è bela…. Che ci faccio a Roma? Niente, ed è bellissimo!!! Finito l’ultimo imbarco della stagione estiva sono andata a casa per sbrigare tutte cose; abbiamo fatto una bella festa con tanta gente di mare e di terra, è venuta anche Ira e ho finalmente passato con lei un po’ di tempo; ieri pomeriggio prima di ripartire per Roma è passata di nuovo da noi per salutare me e Damiano, il quale le ha detto “ma perché non ti porti un po’ Vaifra a Roma?” e…. visto che io notoriamente ci rifletto molto sui cambi di programmi, dopo circa 20 minuti eravamo in autostrada ed eccomi qui a casa sua. Così finalmente ho conosciuto anche John, questo mitico fidanzato irlandese trapiantato a Roma di cui sento parlare ormai da anni.
Imminente partenza. Quest’anno che non cercavo barca per fare la traversata è la barca che ha trovato me. Si prospetta viaggio lungo in quanto partiamo dalla Polonia (c’ut vegna un chencher), quindi freddo a cubetti ma finalmente qualcosa di diverso dal solito. Comunque dai, son contenta, l’equipaggio è il migliore in assoluto che si potesse sperare: il comandante è Edo, il quale ha garantito che farà di me un marinaio provetto (bella sfida!), il secondo è Vittorino, mitico, e poi ci siamo io e Michela. Finalmente navigherò mari diversi dai caraibi o tirreno: baltico, manica, il temuto golfo di biscaglia per poi arrivare in atlantico; ho sempre desiderato vedere i fiordi, finalmente l’occasione giusta! Se non muoio di freddo farò tante belle foto……
E poi Caraibi, casa. Quest’anno per capodanno viene anche Damiano, sono felice e gasata a manetta, dopo anni dei miei racconti di quanto sia entusiasmante e meravigliosa la vacanza in flottiglia, finalmente anche lui se la vive in prima persona anziché immaginarla solamente. E non ho ancora abbandonato la speranza che si aggreghi anche il babbo….
Per il momento è tutto, attendo notizie dal capitano per preparare la valigia e intanto mi godo il tepore della temperatura romana.
La Spezia (ma non Muggiano,) 19 settembre 2008
Più o meno lo scenario è lo stesso ma altra barca. Mi sono spostata di ben un paio di km. Potevo forse chiudere la stagione a vela? Nooo, estate votata agli yacht a motore quindi anche questa senza vele ma con tanti cavalli. Mi rifarò nel prossimo futuro. Sulla barca nuova cmq tutto bene, mi trovo bene e anche se sarà una cosa breve è pur sempre un’esperienza. Per la prima volta mi trovo su una barca un po’ grande a fare le manovre da sola….. le prove di ormeggio sono state un disastro, ero agitatissima e ho fatto cazzate degne dei più inesperti e rincoglioniti marinai…. di buono c’è che posso solo migliorare! E ringrazio pubblicamente il mio comandante che anziché insultarmi come mi sarei meritata mi ha confortata minimizzando e sdrammatizzando….un grande!
Qui a Porto Lotti si sta benino, ci sono tante barche anche se non sto socializzando tantissimo coi vicini e comunque Muggiano non è lontano, mi ci reco spesso per salutare i ragazzi…..e forse è proprio per questo che non riesco a socializzare bene coi miei nuovi vicini, giusto ciao ciao e scappo via. Sempre per il film “questo piccolo piccolo mondo” ho incontrato casualmente Franco e la Silvana, Federico, Carlo e pochi giorni fa a gran sorpresa è arrivata – toccata e fuga - la Bene! Che gioia!
Notiziona notizissima…. attenzione attenzione….. è successa una cosa a dir poco emozionante: ebbene sì, sembra sia stata recuperata la bottiglia di grappa gettata in atlantico nel lontano novembre 2007 con dentro i nostri desideri, perfettamente leggibili tanto da poterci rintracciare. Correva l’11 luglio ed è stata trovata in Florida! Non vedo l’ora di avere dettagli in merito!!!! Non è bellissimo?? Marco, sto aspettando che mi giri la mail che ti hanno mandato i ritrovatori.......
31 agosto 2008
Sono amareggiata e delusa, ancora una volta ho preso una cantonata. Parlo di valutazione persone, devo imparare a darmi retta quando il mio istinto mi dice “no buono quello”. Invece ci casco sempre, continuo a non volermi mettere in testa che al mondo non si è tutti buoni onesti e sinceri, ci sono i testa di cazzo, le merde, i figli di buona donna, gli egoisti, gli stronzi e perfino i cattivi. Quando tutte queste caratteristiche le trovi in una persona……stanne lontano! Peccato che non ce l’abbiano scritto in fronte. Ma non si potrebbe inventare un metodo universale di riconoscimento? Per esempio: se io ne becco uno, magari potrei fargli tipo una X in fronte o farglielo scrivere sulla carta d’identità….nome, cognome, stato civile e stato caratteriale. No? Non si può? Peccato….Dai, sarebbe stato divertente “buongiorno, mi chiamo Pinco Pallino, abito a Canicattì e sono uno stronzo” oppure “ciao sono Tizio, l’amico di Caio e Sempronio, li ho inculati entrambi….attenzione!” Un po’ come la fedina penale ma per le cose morali: il fatto che uno non sia un delinquente non esclude che sia un testa di minchia e gli altri han diritto a saperlo!
E dopo di quesa vado a letto…..A volte mi chiedo davvero se non sarebbe meglio che mi drogassi, almeno quando mi escono sti delirii potrei “giustificarmi”… invece no, è tutta frutta sana, senza additivi aggiunti. Domani lunedi 01 settembre…..Dio come suona brutto! Ma a me non importa, il bello di questo lavoro è che non ci sono più week end, agosto, Natale, niente, ogni giorno è lavorativo e i lati positivi sono veramente tanti: per esempio se facessi ancora l’impiegata a guardare il calendario “lunedi 01 settembre” cadrei in depressione, invece adesso non mi frega proprio niente, anzi….il lunedi la sveglia suona anche un po’ più tardi, mi piace!! Che figata di lavoro che mi son scelta!!! E che bel giorno il lunedi!

Porto Ferraio, 22 agosto 2008

……Buffon a me mi fa ‘na sega! Arbitro….fuorigioco!!!! Fallo volontario!!!! CARTELLINO ROSSO PLEASE!!!! Ho giocato in difesa tutto il tempo a parare colpi bassi, ma sono riuscita a portare a termine il mio lavoro in maniera tutto sommato soddisfacente. Mai avrei immaginato…..Comunque la scorza si fa sempre più dura e poco che vado avanti in questo lavoro divento un uomo vero. Già le palle son cresciute tempo fa, poi sono anche esplose, quindi anatomicamente non si nota nulla, ma dentro…. E nella mia vita “precedente” pensavo di averle viste tutte…..ma era niente confronto a ciò che si vede per mare!!
Però devo anche dire che per altri versi sono stata bene: gli armatori e relativi ospiti sono persone sempre cordiali e mi hanno trattata benissimo, feed back positivo. Poi il giro è stato interessante e non mi son fatta mancare nulla, ne ho approfittato alla grande per salutare tanta gente, il gioco del mare piccolo è sempre più divertente: a Riva di Traiano sono stata raggiunta da Carla e Ira per una serata (wow ragazze, oltre un anno senza vederci e mi sembrava di avervi viste il giorno precedente, il c.o. non conosce usura del tempo!). A Ponza incontro fortuito con Guido (che ridere!) e poi conoscenza di un amico del mitico Vittorì ‘O Sceriffo, che parla parla salta fuori conosce più o meno Christian, e pure Tamer, un mio vecchissimo amico di Sharm El Sheick, roba da matti! Poi Procida, riabbraccio dopo tanto tempo con la Roberta, la hostess mia ispiratrice di vagabondaggio quando andò a ramengo tutto il discorso Flying Cloud, quella con cui facemmo quello scherzo azzardatissimo ma ben riuscito al mio cliente insieme a Davide, Christian e Mario. Che bei ricordi! Ora non fa più la hostess, fa la mamma di un batuffoletto biondo che ispira tenerezza solo a guardarlo. Sono stata bene, anzi benissimo a Procida con lei, sempre gentile e carinissima: ultima sera una meravigliosa ed indimenticabile cena con famiglia, gente davvero splendida e ho capito tanti perché delle decisioni prese, complimenti Robby e vai alla grande! La serata comunque, per farla breve, è iniziata all’appuntamento sotto al crocifisso con il cognato Gianni, mezzo di trasporto Gennarino: un asinello col suo bel calesse in legno….una mezz’oretta da ricordare per sempre, cantando “trotta trotta Gennariello, oppa, oppa”, ma più di tutte Gennarì preferisce una canzone che fa ‘na femmena bbugiarda m’ha lasciatooo…. Indimenticabile, bello, bello, bellissimo!! A seguire allegra cena a casa della Robby, dove non non sono mancati umorismo e allegria, tutti simpaticissimi; proseguimento della serata all’attiguo residence di proprietà della famiglia x assistere allo spettacolo autogestito dei clienti (troppo paione ma sburo!) e per finire il loro amico, mi ha riaccompagnata giù al porto con la vespetta 50, che con il suo brum brum portentoso tra i vicoletti del paesello mi proiettava indietro nel tempo e confermava lo stile anni 60 del viaggio di andata. Bellissimo tutto, sono entusiasta della stupenda serata, grazie mille a tutti e spero di aver occasione di poter ricambiare l’ospitalità! Insomma: la sosta a Procida la ricorderò per l’altissima concentrazione di risate, semplici e sane, che fan sempre bene alla salute…

Ischia più tranquilla, per modo di dire….mi son trovata una sera catapultata ad una specie di apero-festa in riva al mare, stile Marina di Ravenna, e anche nell’isola dove si mangia si beve e si fischia non son riuscita a non divertirmi.
Ora sosta all’Elba, 2 giorni ma non sono neanche uscita, troppo stanca.Tempo di far rotta verso nord dunque, ma l’estate è ancora lunga, ne manca ancora prima di dirigersi verso ovest… intanto mi giungono notizie e sporadici sms da Martinica e Grenadine “un bacio dalle Tobago, ci stiamo divertendo molto” “qui tutto ok, un saluto da Mayerau” “miss you in Union”…sì….. ma…volevo dire…aspettatemiiiiiiiiii.
Per finire, una frase rubata a Marco della traversata 2007, che si ispira bene al viaggio partenopeo: “pure se je metti u rhum ‘n coppa, nù strunz nun addiventa nù babbà!”