Zitti! Non siete alluvionati.

21 gennaio 2014 alle ore 14.10
Avete bisogno? Vengo ad aiutarvi? Almeno faccio qualche foto per mostrare la situazione.

No, lascia stare ora, tra poco fa buio e qui non ci sono più i lampioni. Siamo senza corrente in tantissime case, è una situazione spettrale non si vede nulla. Alle 17 smettono di girare anche gli elicotteri e la gente la portano via dalle case solo in gommone.

A SKY Tg24 parlavano di 700 sfollati.. Ma c’è ancora gente in casa?

Solo Bastiglia aveva 4.000 abitanti! L’area sommersa è di 75 Km2, è grande quanto il lago d’Iseo, 7 comuni sono stati sommersi. Ci sono 4 elicotteri e 10 gommoni per evacuare le persone! E’impossibile che siano solo 700 oppure vuol dire che in casa ci sono almeno altre 1000 persone isolate, forse più: tutti quelli che dalla campagna si sono rifugiati ai piani alti del centro sono rimasti intrappolati in casa, non hanno riscaldamento né corrente elettrica da 3 giorni. Non possono comunicare se non affacciandosi alle finestre e parlando ai pochi soccorritori che passano. Ci sono i Vigili del fuoco che girano e caricano sui gommoni poche persone alla volta: non è sicuro, in centro l’acqua è ancora alta..fa paura.

Bomporto
Bomporto


Quante persone restano da evacuare?

E’difficile dirlo, chi è intrappolato non può comunicare e non può uscire di casa. Gli elicotteri recuperano poche persone alla volta, dai tetti. Chi non può arrivare sul tetto deve aspettare i gommoni ma ce ne saranno una decina. Le case che erano più infossate delle altre hanno l’acqua anche fino a 3, 4 metri di altezza..vuol dire che in certi casi non è allagato solo il primo ma anche il secondo piano.
E poi tutti i negozi, le attività, le merci è tutto perduto, tutto da buttare via…

Questo è peggio del terremoto. C’è stato pochissimo tempo per fare tutto, quando i carabinieri ci hanno dato l’allerta chi poteva ha iniziato a portare ai piani più alti quel che riusciva ma dopo poco sono tornati a farci uscire di forza e già c’è era acqua dappertutto.

Non daranno lo stato di emergenza ma questa non è solo un’emergenza è un disastro, le famiglie e le attività erano già allo stremo dopo aver perso tutto 2 anni fa per il terremoto.
Le banche non hanno sospeso il pagamento dei mutui per le case distrutte, ci sono persone che abitavano ancora nei moduli o nelle casette di fortuna e pagavano il mutuo della casa inagibile o rasa al suolo dal terremoto e ora non hanno più nemmeno quel riparo.



Altre famiglie avevano investito tutto nel recupero delle loro abitazioni, persone che a Natale hanno festeggiato il rientro nella loro casa finalmente di nuovo sicura, dopo meno di un mese se la trovano di nuovo distrutta.
Lo stesso vale per le attività. Ci sono aziende agricole che si trovano di nuovo a dover svendere tutto quel che resta del loro magazzino, i frutti del lavoro di tutto l’anno e ora hanno perso tutto di nuovo, non hanno più punti vendita, non avranno più un raccolto l'anno prossimo e non hanno un tetto.

Ci sono persone che avevano perso l’azienda, avevano trasferito i loro laboratori e i macchinari per la produzione in ripari alternativi e ieri si sono trovati costretti a riportare tutte le attrezzature ai piani alti degli edifici inagibili. Commesse interrotti, lavori persi, posti di lavoro annegati nel fango. Salvi le cose ma non puoi lavorare, non puoi consegnare, perdi gli ordini e perdi i clienti.

L’acqua si ritira e le strade sono scomparse, se le è portate via. Anche se volessero arrivare dei mezzi di soccorso non saprebbero dove circolare, l’asfalto non c’è più per lunghi tratti e la terra inzuppata cede. Ci saranno da ricostruire tantissimi collegamenti tra questi paesi. Ma non è solo quello, ci sono da ricostruire vite, case, aziende che già erano aggrappate ad un filo.

C’è un’intera economia che è stata annientata per la seconda volta in pochi anni. Siamo davanti ad uno Stato fantasma, che sparisce quando i suoi cittadini ne hanno più bisogno. E’già iniziato lo scarica barile delle responsabilità per la manutenzione degli argini ma qui sono anni che ogni inverno la situazione diventa sempre più critica. Ogni inverno i ponti sul Secchia vengono chiusi ma ci si limita a quello. Ci sono responsabilità che sono semplicemente state ignorate e ora le conseguenze sono arrivate nel più disastroso dei modi.
Danno la colpa alle nutrie ma è evidente che c’è ben altro.

Ho saputo che l’avvocato Massimo Jasonni ha annunciato una class action contro  "contro enti locali e enti pubblici nell'eventualità che emergano precise responsabilità all'origine dell'alluvione che in pochi secondi ha distrutto le loro case e i loro beni".  “Quella che è mancata, e radicalmente, è stata la custodia delle acque pubbliche e, più in particolare, la cura del corso, dell’alveo e degli argini dei fiumi".

E' perfino morto un civile, un cittadino di 43 anni, un papà, che ha deciso di andare a cercare di aiutare a mettersi in salvo le persone in difficoltà che abitavano nel paese vicino a lui. Non si spiega quindi l'indifferenza e il silenzio di media e istituzioni davanti a tanta devastazione. Ci ignorano e fanno finta di non sentire e di non capire. Non dichiarare lo stato di emergenza, per la seconda volta, vuol dire lasciarci morire. Non si rendono conto delle conseguenze che avrà questa inondazione.

[Interviste e testimonianze raccolte tra il 20 e il 21 gennaio tra abitanti di Bastiglia e Bomporto]

c'è da dire, ma ci sarebbe ben da fare....

Mustique, 24 gennaio 2014

Ok, non volevo ma mi tocca. Ho sempre detto fuori la politica, l’economia e le polemiche da questo blog, ma a tutto c’è un limite.
Succede che, purtroppo, di tanto in tanto, ci sono catastrofi incontrollabili che distruggono zone, paesi, regioni e portano morte e distruzione. Purtroppo nessuno può farci nulla e non è colpa di nessuno, e non ho mai sopportato quelli che “il governo deve fare qualcosa”; voglio dire: è successo un disastro? Ok, piangiamo le vittime, ma poi diamoci da fare, certo che qualcuno verrà ad aiutare ma intanto con queste due forti braccia posso spostare qualche maceria, o cominciare a scavare le fondamenta per la nuova abitazione. Non che dopo secoli si veda ancora gente che vive nei container, buona solo a lamentarsi. Queste cose mi fanno incazzare, non sopporto la gente che aspetta il Messia, d’altra parte si dice “aiutati che il Ciel t’aiuta”.
Due anni fa l’Emilia è stata messa in ginocchio da un terremoto pari a quello di altre zone terremotate in anni precedenti. Certo gli aiuti ci sono stati, ma gli Emiliani in primis si sono dati da fare per ritirarsi su, le macerie e loro stessi. Poi hanno avuto la tromba d’aria. E in questi giorni sono sott’acqua. Lo sa qualcuno? Si, vagamente la notizia è trapelata, ma proprio di striscio. E vedo le foto di mia cugina, la sua casa quasi allagata, l’acqua che arriva alle ruote della macchina, vedo il tramonto da casa sua che sembra uno dei miei tramonti, quelli che fotografo qui ai caraibi. Ma ad Albareto non c’è il mare, teoricamente dovrebbe essere campagna, cosa ci fa tutta quell’acqua? Che per l’amor di Dio, la foto è bellissima, ma stonata. Comunque mio fratello mi tranquilizza, la Catia ed Alberto stanno bene, non hanno avuto grossi danni. La contatto comunque (benedetto secolo moderno) e mi conferma che a loro non è successo niente ma mi racconta aneddoti di vicini allagati veramente e confinati ai piani superiori, liberati dalla protezione civile in gommone (a Modena!!!!!?????). Mi dice comunque della sua rabbia perché ancora una volta sono soli ad arrangiarsi come nel post-terremoto, quasi che fossero cittadini di serie B rispetto ad altre regioni. E così cerco più informazioni, e leggendo qua e là scopro che dopo il terremoto le zone terremotate non solo hanno avuto aiuti economici ridicoli, ma non è stata concessa all’Emilia nessuna agevolazione fiscale: gente senza casa multata per non aver pagato il canone Rai, per non parlare dell’Imu o delle varie tasse del cazzo. Perché sembra che gli Emiliani siano lavoratori e pagatori. Dignitosi anche nelle tragedie, sicuramente meno teatrali e forse anche meno ammanicati dove conta. E’ un buon motivo per lasciarli nella merda? O forse è solo perché (e qui esce una cattiveria senza pari) perché sono meno imbazzicati nelle alte sfere come invece riescono a fare meglio altre regioni italiane? Vedi zone distrutte, mandi giù fior fiore di soldi per aiutare (giustamente) queste povere persone, e dopo 20 anni li vedi ancora nelle tendopoli. In Emilia dopo pochi mesi quasi tutto era acqua passata, e non perché il sisma sia stato meno violento o gli aiuti più importanti, no sono stati due fattori: gente che si è data da fare in primis e aiuti economici con meno dispersioni per strada, se si vuole capire cosa intendo. E non sono queste mie parole ad essere razziste, sono i fatti che stanno facendo una sorta di razzismo a rovescio. Sono fiera di essere Emiliana di nascita e Romagnola di adozione, dalla mia regione ho ereditato una grande dignità e la poca voglia a far polemiche inutili, ma porca miseria sarebbe anche ora di dare il giusto peso a quanto si sta vivendo nella bassa modenese.

Per non parlare della situazione politica, che sta raggiungendo un degrado indescrivibile che mi vergogno ad essere italiana quando sono in giro per il mondo. Cazzo, io sono ORGOGLIOSA di essere made in Italy 100%, ma al momento attuale sono più le situazioni imbarazzanti in cui mi trovo che i motivi di orgoglio. Perché? Perché un bel paese come il nostro, invidiato da tutti per mille motivi storici, culturali, artistici, ludici e caratteriali, perché dobbiamo rovinarlo in questo modo? Ma d’altra parte quando è il governo stesso che incula i cittadini (e non ho usato un termine troppo forte, è così e basta, e la cosa triste è che ci stiamo abituando a farci fottere dai nostri stessi governatori), cosa vorremo mai pretendere… E come possiamo sperare di educare le nuove generazioni all’onestà, alla fratellanza, alla correttezza quando per sopravvivere dobbiamo imparare a dormire con il macete sotto al cuscino? Io sarei una rivoluzionaria, alla fine mi trovo costretta a restare a vivere fuori dall’Italia per poter avere una vita serena, perché cazzo di vita ne ho solo una, e non mi va di sprecarla ad ingastrirmi come già faccio poche settimane l’anno quando mi incozzo con una società difficile ma soprattutto volta ad incularmi. Il governo stesso mi ciulla, no grazie io finchè posso sto fuori.
Ho divagato. Volevo solo render noto che la bassa modenese è sott’acqua e a nessuno gliene frega un cazzo, si stanno ancora una volta tirando fuori dalla melma da soli, e visto che gli Emiliani sono gente che le tasse le paga, non mi sembra carino lasciarli così, ecco. Ma probabilmente la gravità della situazione non è nota perché i mass media una volta passato il boom prestano più attenzione al derby di calcio piuttosto che agli sfollati modenesi, che magari si erano salvati la casa due anni fa e ora se la trovano sott’acqua.



E ora il mio blog tornerà personale, superficiale e menefreghista, che sembra interessi di più leggere le cazzate di una sfigata oltreoceano alle prese con tartarughe e tramonti piuttosto che problemi logistici di sconosciuti modenesi…. e andiamo pure avanti.

...solite differenze uomo/donna

Le Marin, 20 gennaio 2014


...Solo tre giorni di stacco e si riparte. Meno male, aggiungo! Perché sto giro ho passato tutto il mio tempo con quella parte di “popolo di Marin” che è più stanziale, e sono tutti uomini. Così succede che rischio di immascolirmi un po’ troppo pure io, che già sono sempre stata un po’ carente di femminilità, figuriamoci cosa posso diventare a frequentare solo marinai maschi…

E così succede come l’altra sera che passeggiando per il marina mi rendo conto che sono passati secoli da quando passeggiavo con altre donne, e me ne sono accorta sentendo la diversità di commenti: una volta sentivo “uh, guarda un po’ quel vestitino che carino” “e quella borsetta non è un amore? Andrebbe proprio bene con la gonna comprata ieri” e l’altra risponde “mi aspettate un minuto che entro a prendere quel foulard, è troppo chiccoso!”, ora sento “cazzo hai visto il nuovo generatore Kohler che figata che è?” e quell’altro ribatte “no ma porca tr** dai, ma la stessa elica che ho comprato giù a St.Lucia qui costa meno? Mi hanno inc***to!!”, e poi “oh ragazzi, entro un attimo che compro la pompa del cesso nuova”. Poi mi guardo intorno e vedo l’Homo Bolinos, che col suo aspetto irsuto ma buono conferma l’evoluzione della specie facendo da anello di congiunzione tra l’Homo Erectus ed un attuale marinaio italiano dislocato oltreoceano. Ho bisogno di amiche femmine. 

questioni di campanilismo

18 gennaio 2014

E’ in corso un avvenimento telematico di notevole importanza (per me): qualcuno ha creato su facebook un gruppo “sei di Castel San Pietro Terme se….”, ove ogni membro scrive la propria Castellanità legata a ricordi di altri tempi: per esempio se ti ricordi gli urli dell’Enrichetta nei corridoi (la preside delle medie), se compravi i luppini dalla Colombina, se hai preso almeno una volta il flauto in testa lanciato dal Prof. Lentini, eccetera eccetera, migliaia e migliaia di post, bellissimo tuffo nel passato a leggere e ricordare tutte le caratteristiche che fanno di Catello un paese unico, esattamente come tutti gli altri paesi del mondo. A parte il flauto in testa e guardare il culo alla prof di religione, in tutti gli altri “se” mi ci sono vista in pieno. Poi cosa succede, succede che esce anche il gruppo “sei di Toscanella se...” e vai di carrellate di ricordi dolci, amari, ridanciani e nostalgici, e anche lì mi ci calo in pieno. Non è difficile: avendo abitato dai 3 fino agli 11 anni a Castello e poi esserci trasferiti a Toscanella ma continuando le scuole dell’obbligo a Castello, io e Damiano facciamo parte un po’ di entrambi. Che uno dice: mah, due paesi a distanza di 3 km uno dall’altro più o meno sarà la stessa pasta no? NO! E’ qui che casca l’asino, perché per chi non lo sapesse tra Castello e Toscanella passa il Sillaro, che non è solo un confine geografico tra Emilia e Romagna ma è una vera barriera culturale insormontabile: i due “popoli” non si conoscono, non si cagano e se possono si fucilano (per modo di dire ovviamente). Io mi ricordo quando mio babbo annunciò l’imminente trasloco a Toscanella: avevo 10 anni, quasi 11, e la notizia mi mandò in panico totale…. No babbo no, per favore proprio Toscanella no, andiamo ovunque, andiamo anche a Canicattì se vuoi ma Toscanella no, non posso dire una cosa del genere a scuola, perdo tutti gli amici! Un trauma vero e proprio. Sottolineato dal fatto che a Toscanella non parlavano bolognese ma imolese (altri 3 km più in là), una lingua strana con vocaboli buffi ed espressioni ancora più strane tanto che anche lo Zanichelli sta pensando di fare un dizionario dedicato. Ma appena entrata nella nuova comunità di ragazzini/e della mia età il trauma lasciò ben presto il posto ad un orgoglio Toscanellese pari se non superiore a che se fossi nata nell’allora unica piazza del paese: un’adolescenza fantastica, con amici non più “igni” (Castellano) ma “sburi” (Imolese), che alla fine significa esattamente la stessa cosa: fantastici. Tanto che noi “della bocciofila di Toscanella” al Piro Piro (oltre ad essere gli unici ad andarci A PIEDI, e sottolineo per quelli della zona che sanno cosa è stato il Piro Piro) eravamo sicuramente i più ganzi di tutta la provincia visto che avevamo seguaci da Imola, da Sesto Imolese, e perfino da San Lazzaro (perfino più lontano di Castello).

Quindi con tutto questo casino su facebook dei due gruppi a cui ho orgogliosamente aderito rischiando il disconoscimento da entrambe le fazioni per alto tradimento, mi sono posta la domanda: ma io sono Castellana o Toscanellese? Che poi sono nata in provincia di Modena (ed orgogliosa di aver visto la luce in quel di Castelfranco Emilia, dove – per inciso - sono stati inventati i tortellini). E se mi fanno un gruppo “sei di Imola se…” cazzo no, io sono ANCHE di Imola, ci ho fatto tutte le superiori e ci ho abitato 10 anni da adulta… mi ci incasino la vita così, va a finire che mi vengono le crisi di identità e non ci sto a capire più niente. Manca solo che mi facciano a tradimento un gruppo “sei di Le Marin se…” e siamo a posto.
almeno l'80% delle famiglie emiliano-romagnole hanno avuto inizio da un incontro al Piro

Buon 2014!!!!

Marigot Bay (St.Lucia, 16 gennaio 2014)




….Che meraviglia tornare sulle mie barchette con questo target di clienti! E’ vero, dodici sono tanti, sono rumorosi, festaioli e caciaroni ma quanto mi piacciono! Ok, confesso, una la annegherei, si salva solo perché il marito mette sempre una pezza, ma ce ne sono almeno la metà che sono fantastici ed in generale sono un bel gruppo: molto variegato per età e provenienza ma belli, semplici, senza tante pippe ma con tanta voglia di divertirsi e stare bene. Li prendo in giro, gioco con loro, gli racconto cazzate per ridere e mi rispondono a tono, mi fanno gli scherzi, mi aiutano molto ed io in cambio li coccolo un po’, insomma STO BENE e… no mi spiace non ci voglio proprio tornare sulle barche di alto livello, sto troppo bene con questa gente. Mi faranno anche male i piedi la sera, ma l’animo quanto è sereno!!!


In generale devo dire che il fine 2013 inizio 2014 è positivo. Sto bene, e forse dire bene è riduttivo...   non ho nemmeno guardato gli oroscopi!!! Certo non devo pensare troppo a determinate cose perché mi viene su il magone in zero-due, ma finchè sto con la testa qui e vivo il presente per come è… oserei quasi dire di essere una persona felice, qualunque significato vogliamo dare a questa parola. Rido per tante cose e mi sento colorata. Qualcuno poco tempo fa mi ha detto che c’è gente che per vedere qualcosa di interessante va al cinema, io invece sono dentro allo schermo! Un’altra persona mi ha detto che per affacciarsi alla vita basta osservarmi. 

E ancora, tra tutte quelle che mi son sentita dire annovero anche l’esser paragonata ad un rovescio tropicale: breve ma tosto. Belle cose, fa piacere sentirsele dire, ma in verità io mi sento solo una che a 40 anni passati (e da un pezzo ormai) non ha ancora voglia di smettere di giocare. Perché poi smettere? Si, è vero, ogni tanto faccio le mie coglionate, ma partendo dal presupposto che le cazzate le facciamo tutti a prescindere dalle attitudini, finchè non si fa del male a nessuno è sempre meglio fare cazzate ridendo e divertendosi piuttosto che annoiandosi e lamentandosi. Insomma che male c’è a ridere, a prendere la vita con allegria e voler continuare a divertirsi? Poi ovvio non è che uno è un pagliaccio e basta, anche io ho i miei lati oscuri, anche io ho i miei problemi di fronte ai quali sono totalmente impotente e di tanto in tanto mi prendono crisi di sconforto al riguardo (e che crisi) ma tanto alla fine è sempre la stessa storia: i problemi non esistono, ci sono solo soluzioni. E quando una soluzione non c’è, allora non vale nemmeno la pena di pensare troppo al problema, e io questo sto facendo.
Bequia, 05 gennaio 2014

Una volta ho visto un film divertentissimo che si intitolava “100 volte il primo bacio”. Parlava di un ragazzo che incontra una ragazza e si innamora all’istante di lei, ma c’è un problema: lei, in seguito ad un bruttissimo trauma, ha la memoria che dura 24 ore e ripete ogni giorno esattamente la stessa giornata dell’incidente, famiglia ed amici le danno corda assecondandola e ripetendo con lei gli stessi gesti e le stesse scene di quel giorno. Il mattino seguente daccapo perchè lei non ricorda nulla e ricomincia dall’inizio. Quindi lui è costretto ogni giorno ad inventarne di tutti i colori per incrociare il suo cammino e trovare mille scuse per parlarle, ogni giorno quando si incontrano lui si presenta come fosse la prima volta e cerca di conquistarla. A volte ci riesce, ma il flirt dura meno di 24 ore perché poi lei rimuove. Divertentissimo.



C’è gente che vive così per davvero; non a questi livelli ovviamente, ma giuro mi è capitato di incontrare persone che veramente non si ricordano dal naso alla bocca: persone che ti dicono “no io non mangio il gelato perché non sopporto le cose troppo fredde” e poi tre giorni dopo tu servi semifreddi per dessert e questo ti dice “beh, perché a me no? Io adoro il semifreddo!!”. Oppure oggi ti dicono “no, io non faccio mai la siesta al pomeriggio perché mi rincoglionisce (ed è meglio non peggiorare la già grave situazione, ndv)” e poi domani sono sclerotici e si giustificano “eh, quando non faccio la siesta sono nervoso”. Quelli che fanno partire la lavastoviglie col programma rapido (25 minuti), dopo mezzora passano, aprono lo sportello e inondati di vapore ti chiedono “ma questa è roba pulita o sporca?”. Quelli che i discorsi del mattino non combinano mai con quelli della sera, ma non per cattiveria o stronzaggine, solo per mancanza di memoria. Quelli che dopo 2 giorni che ti lamenti di aver finito la carta forno ed incontri una barca amica gli dici che magari loro ce l’hanno la carta forno, lui ti dice sicuramente sì ce l’avrà, e tu ribatti ma ti va di andare a chiederglielo per favore e lui cadendo dalle nuvole ti dice “cosa dovrei chiedergli?”. Quelli che l’ultimo giorno di charter gli chiedi di comprare un po’ di banane e ti tornano a bordo tutti entusiasti dell’ideona spettacolare di comprarle verdi così durano di più, e quando gli dici sì ma veramente domani è finita ti dicono “ah ma perché, le volevi per oggi?” (eh no, vedi tu…). Quelli che finito il barbecue sulla spiaggia mentre tu sparecchi e sistemi un po’ la roba da riportare a bordo partono dimenticandosi completamente di te, e tu resti lì sulla spiaggia come un’allocca poi ti arrangi chiedendo passaggi con le borse e tutto e quando arrivi in barca ti rendi conto che manco se ne era accorto che tu non c’eri (e quasi quasi ti chiedi se ti riconosce).  E così per tutto: chiedi cose per organizzarti di conseguenza, e poi non è mai così (che può succedere di cambiare idea, ma qui si tratta veramente di non ricordarsi cosa è stato convenuto!!!!). Organizzi una cosa, ti metti d’accordo, ed il giorno dopo ti esce con un “sai che avrei pensato di fare così e così”, e tu risponderesti volentieri “è esattamente quel che ci siamo detti un’ora fa”, ma opti per un più diplomatico “geniale, sono d’accordo con te!” perché non è che puoi sempre sottolineargli tutto, scremi via almeno l’80% per non mortificarlo troppo… E via di questo passo. Sarà capitato anche a voi di incontrare gente così no? E mi chiedo come dev’essere la vita per queste persone, sicuramente fantastica! Ogni giorno una nuova scoperta, ogni giorno una novità, ogni giorno tutto è nuovo…  non c’è monotonia, non c’è noia, non c’è routine….. che invidia che mi fanno… Io quasi quasi mi faccio fare una liposuzione nella calotta cranica.