Le
Marin, 09 novembre 2013
Non
può piovere per sempre, diceva Murphy. E quanto più forte piove più il
temporale sarà breve, aggiunge Vaifra.
O
è la volta buona che mi ricoverano davvero o sono una forza della natura che in
quattro e quattr’otto mi sono ripresa… (forse complice anche l’esperienza a
prendere delle batoste e farsele scivolare via il più velocemente possibile….??).
Sto bene. Davvero, l’acquazzone è passato. Si ok, lo ammetto, un po’ di fondo
amaro c’è ancora ma è veramente giusto un fondino perché di base sto ritrovando
me stessa, col sorriso, la joie de vivre e tutto il companatico. E tutto si è
sistemato, almeno qui in Martinica, e ho fatto pace con le Antille. E poi ecco
che certe cose come ti basiscono quando succedono e poi altrettanto ti si
rigirano quando ormai ci avevi messo una pietra sopra e ti stavi rassegnando.
Carla
è qui da 3 giorni e un po’ io ho fatto la turista, un po’ lei ha fatto
l’aiuto-hostess il giorno dell’imbarco. I suoi compagni di viaggio sembrano
persone a posto, teteschi quinti etucati e cortiali, e a bordo succede che: tra
me e Carla si parla Italiano, se c’è anche lo skipper si parla Francese, i
ragazzi tra di loro parlano Tedesco, mentre quando si chiacchiera tutti insieme
ovviamente si opta per l’Inglese e non manca qualche parola di Spagnolo. A noi
Babele ci fa ‘na pippa.
Lo
skipper è un personaggio surreale, non lo conoscevo e anche chiedendo in giro
non è tra i più conosciuti ma è simpatico e disponibile. Credo proprio che ci
farà ridere molto, probabilmente anche a sua insaputa. Già il primo giorno ha
avuto un paio di uscite di quelle che ti guardi e ti dici che non può essere
talento naturale, ci dev’essere per forza il suggeritore da qualche parte.
Forte.
Domattina
si salpa finalmente con direzione sud, prossimo aggiornamento più avanti nel
tempo.
Ps:
ah ecco, prima della partenza nella barca nostra dirimpettaia c’era un gruppo
di Italiani e mi ci sono inchiacchierata: simpatici, e mi dispiace moltissimo
per loro che abbiano come skipper quel grandissimo fottutissimo bastardo del
mio padrone di casa dell’anno scorso, quello delle mutande per intenderci, quello
a cui avevo spiegato in maniera piuttosto colorita che casomai ci fossimo
incrociati per sbaglio avrebbe dovuto far finta di non vedermi proprio, pena la
sua incolumità fisica. Così è stato, bravo, nel giro degli ultimi 12 mesi deve
aver ritrovato il cervello che si era bevuto l’anno scorso.
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