Al cuor non si comanda

Tobago Cays, 30 dicembre 2014




No, non ce la faccio proprio. Mesi a ripetermi “ok è l’ultima alle Grenadine, devo vedere altro”, e poi una traversata atlantica che mi scombussola anima e cuore, e le solite mille idee, mille progetti, anche mille proposte  (che a chiamarle le cose arrivano)…E poi mi bastano dei clienti estasiati da quel che stiamo man mano facendo, e poi un rasta-barbecue sulla spiaggia, l’odore dell’aragosta, due chiacchiere coi colleghi delle altre barche come va / come non va / come sono i tuoi / come sono i miei, il tragitto spiaggia-barca con Jean Claude, le stelle, gli spruzzi d’acqua, l’aria salmastra, tutte le luci d’albero in mezzo alla laguna che paiono stelle, la sabbia in mezzo alle dita dei piedi, le borse con il doggy-bag per domani, ho perfino la felpa di un collega che mi ha prestato ieri sera a Mustique (e penso proprio che non gliela restituirò mai più perché ha un odore di Grenadine che voglio portarmela con me per il resto della mia vita)…. E penso: “ma come faccio anche solo ad immaginare di vivere senza tutto questo????”  Impossibile. Non sono pronta, e forse non lo sarò mai.

traversata atlantica 2014

TRAVERSATA ATLANTICA 2014



Che ci si possa credere o meno, non riesco a scrivere molto di questi ultimi due mesi. E dire che sono stati intensi, anzi molto intensi sia dal punto di vista professionale che personale, sia dal lato emotivo che dal lato cose da raccontare. C’è stata pure una traversata atlantica con tutto ciò che comporta – e forse anche di più – e io qui davanti a sto foglio bianco che non so cosa metterci sopra. Non mi esce molto, e non so nemmeno se questo sia un blocco o un punto. Non avevo nemmeno voglia di fare il solito giornale di bordo. E dire che cose da raccontare ne avrei avute milioni ma proprio non mi andava di mettere le mani sulla tastiera.

La traversata è andata BENISSIMO, mi sono divertita tantissimo, siamo stati benissimo tutti insieme nonostante le notevoli differenze culturali, linguistiche e generazionali. Problemi (tecnici) ne abbiamo avuti diversi – anche seri ma niente di veramente grave - ma mai una volta è mancato il buonumore, mai ci sono stati momenti di scazzo, nessun giorno è stato meno migliore di un altro: tutti e 19 intensi, speciali, unici ed irripetibili.

L’equipaggio…. Ci vorrebbe un libro per descrivere ognuno di loro, riassumerò definendoli semplicemente straordinari, tutti. Ognuno a modo suo e con le proprie caratteristiche tutti personaggi unici, di un certo spessore. Insieme abbiamo affrontato i problemi, abbiamo chiacchierato, ci siamo insegnati vicendevolmente tante cose, abbiamo riso, giocato, scherzato, pescato (mamma mia ho fatto il pieno di Omega 3 per i prossimi 15 anni), insomma sembra incredibile come un viaggio possa avvicinare interiormente persone così diverse – e quando dico diverse stavolta dico diverse per davvero - e come differenti culture possano incontrarsi ed in certi momenti anche quasi scontrarsi (ma sempre con il massimo rispetto per l’altro) fino a fondersi e diventare un tutt’uno, un tutt’uno che in questo caso chiamiamo banalmente equipaggio.

I 19 giorni si sono susseguiti l’un l’altro con i nostri ritmi, ogni giorno è stato un giorno speciale, ogni momento è stato vissuto in pieno. Dico solo che tutti i miei sudoku sono rimasti quasi intatti.

Questo per me non è stato un viaggio da A a B, e non è stato nemmeno un viaggio interiore come lo fu la prima traversata, non è stato il viaggio della spensieratezza come la seconda, non è stato il viaggio della paura come la terza e non è stato il viaggio della rottura di palle come la quarta…. non so nemmeno io cosa sia stato ma sinceramente credo che questa traversata mi abbia dato molto più delle precedenti soprattutto dal punto di vista umano e personale…. ma non mi va di raccontare niente, mi va solo di serbare dentro di me il ricordo di questi momenti vissuti veramente intensamente. Sono partita per lavorare ma se questo è lavoro voglio diventare stakkanovista perché tutto quel che mi vien da dire è: ma che cosa meravigliosa mi è capitata!!!!!!!!  Prima di partire avevo una fretta birichina di arrivare in Martinica, invece avvistata terra il mio stato d’animo predominante è stato “merda, di già!!!???” e se tutte le traversate in generale le ho sempre considerate parentesi questa in particolare credo sia l’apertura di una graffa, e non ho idea di quando potrà esserci la chiusura. Tutto si rifà alla sensazione sempre più pulsante che provo da oltre un anno, quella sorta di indefinibile qualcosa alle viscere che mi fa presagire una nuova svolta. Il cosa, il quando, il come, il dove ed il perchè non li so…. Ma sono sempre più pronta.