Ajaccio,
18 luglio 2012
I
pensieri di Vaifra, elaborazione di metà luglio ma in pubblicazione solo ora
per “scarsezza” di connessione internet:
Sto
elaborando una teoria, un’altra. Ho già parlato altre volte di cosa penso delle
persone meno dotate intellettualmente, ma resta il fatto che ogni tanto mi
basisco di fronte a personaggi che mi mettono forte in testa il dubbio che
forse l’unica vera deficiente al mondo sono proprio io.
Non
mi ritengo un fenomeno, penso solo di essere una persona dotata di media
intelligenza. Sappiamo tutti benissimo che esistono diversi tipi di
intelligenza: emotiva, matematica, empatica, mnemonica eccetera. Ecco, io penso
di essere nella media: come gli altri, ho certe intelligenze particolarmente
sviluppate e altre un po’ meno, diciamo che la media è accettabile e mi
permette di vivere bene la mia vita senza sentirmi né superiore né inferiore al
mio prossimo. Poi tutti, dico propri tutti, facciamo delle cagate: distrazione,
stanchezza, svista…. le cazzate le facciamo tutti e chi non ha mai preso
cantonate clamorose scagli la prima pietra…. Ma ogni tanto mi imbatto in
personaggi che meritano davvero uno studio approfondito dell’argomento. Cosa
significa essere intelligenti, e come questa dote può influire sulla vita quotidiana
di un individuo.
Allora:
penso che al mondo esistano due grosse categorie di persone: quelle normodotate
di cervello, e quelle che poverette la Natura gli ha fatto uno scherzetto e
hanno problemi di comprendonio. Non è una colpa, non deve essere motivo di
discriminazione e sono persone che comunque vivono la loro vita serenamente e
allegramente, ed in certi casi compensano la scarsa materia grigia con la
simpatia.
Poi
c’è una terza categoria: i finti intelligenti, quelli che si mascherano da
persone intelligenti ma non lo sono per niente. Ecco, sono questi che mi
basiscono. In genere quando parli con una persona nuova tendi a considerarla
mediamente intelligente almeno finchè non ti spara delle stronzate tanto
assurde che non puoi più avere dubbi sul suo livello, e lo collochi nei poco
intelligenti. Ma poi invece ci sono questi elementi, chiamiamoli Jujù (vedi
blog gennaio 2008), che sono mal collocati, che tu li incontri e li giudichi
persone con cervello, che magari hanno allevato figli e che fanno mestieri che
in genere richiedono un livello almeno medio di materia grigia. Poi li osservi
e vedi che invece no. Non hanno proprio materia in mezzo alle orecchie, né
grigia né di altri colori, non capiscono niente, non sanno tenere ragionamenti
elementari, non si ricordano dal naso alla bocca, perdono tutto quel che gli
passa per le mani, non vedono niente di quel che gli accade intorno e vivono in
una specie di bolla di sapone che li separa dalla realtà. E ti chiedi com’è
possibile che con quella testa lì siano arrivati a 40 anni suonati senza mai
finire sotto un camion o senza cadere in un burrone, o anche semplicemente
senza mai dimenticare di respirare, insomma ti chiedi come cazzo fanno ad essere
sopravvissuti. Ma sto elaborando anche un’altra tesi, anzi due: non sono
persone sceme né svampite né deficienti: sono solo persone talmente
terrorizzate di consumare neuroni che per esser sicure non li usano proprio e
li preservano per occasioni speciali. Oppure hanno i neuroni a batteria: li
usano per fare una cosa davvero importante e dopo sono scarichi e non
funzionano più per i dettagli, tipo guidare con tutto quel che comporta: vuoi
mettere, devi coordinare quel che fai con freno cambio e frizione, in più devi
guardare la strada e devi addirittura sorvegliare cosa fanno gli altri, minchia
è uno stress senza fine, per forza che dopo i neuroni sono sfiniti e scordi
cose elementari come per esempio dove hai messo le cose che avevi in mano!!!
Una volta ho visto un film assolutamente demenziale in cui un tipo era scemo
scemo ma portava in testa uno spremiagrumi che quando diventava troppo scemo
gli spremevano un limone che gli dava la carica neuronica necessaria per avere
qualche minuto di autonomia intellettiva, poi si scaricava e tornava scemo. Una
sorta di cervello a molla.
Sono
dei fenomeni, e tu quando ne hai un esemplare sotto mano non puoi non
osservarlo e non registrare ogni suo movimento per prevenire l’incidente di
percorso, e allora stai lì che passi le giornate a cercare di anticipare la catastrofe
come un agente dell’FBI; in genere te la ridi, e poi fai i giochini da sola
tipo adesso scambio di posto la marmellata con la nutella (nello stesso
scomparto) e mi diverto a vedere una persona in crisi di panico, oppure metto
le chiavi nel solito posto ma mezze coperte con uno straccio e osservo
l’espressione di completo smarrimento del soggetto, o ancora faccio a
bruciapelo domande che comportano un ragionamento elementare e me la spasso a
sentire gli ingranaggi dei meccanismi neuronici centralizzati che grippano. Non
stai a prendertela con queste persone perché colpa non ne hanno, semplicemente
le invidi perché anche tu avresti voglia di passare almeno un giorno della tua
vita col cervello in stand-by, della serie mangiare-dormire-non capire un
cazzo! Che vita splendida che sarebbe no? Invidia….
Per
inciso ed a scanso di equivoci non sto parlando di qualcuno in
particolare, è un discorso generico
senza riferimenti. O quasi.
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