Gulf Harbour Marina, Nuova Zelanda, 23 novembre 2011

 
Domani aereo per casa. Tanta voglia di tornare, anche se mi giungono voci che fa un freddo birichino (non che qui sia caldo ma insomma, forse è meglio qui che là). In compenso mi par di capire che in Italia per contrastare la temperatura fredda dell’aria nelle ultime settimane si sia provveduto a creare un buon clima caliente nel governo del Paese. Non mi esprimo perché se parto non mi fermo più, e invece ho deciso fin dagli albori che la politica deve stare assolutamente fuori da questo mio blog.

La Nuova Zelanda mi è piaciuta, ma non ci verrei a vivere mai. I paesaggi sono bellissimi ma tutto il resto mi cozza un po’… Innanzitutto la gente: sono BRUTTI, e dico proprio BRUTTI, inguardabili, uomini e donne. Poi come cacchio si vestono? Io sono abbastanza conosciuta per il mio pessimo gusto nel vestire ma minchia qui quasi quasi potrei anche tenere un corso di eleganza e stile!!! Ma fin qui pazienza, sono due dettagli ininfluenti, la cosa seria è che hanno l’aria SPENTA. Non triste, spenta proprio. Sono molto tranquilli, da quel che vedo direi che fanno una vita molto serena, dentro le regole e senza alcuno stress, e questo è un bene. Ma forse una buona dose di adrenalina non farebbe male. Poi ovviamente il mio giudizio resta un parere personale, e c’è anche da dire che non ho visto praticamente niente di questo Paese quindi sono pronta anche a ricredermi e ritrattare tutto quanto ho scritto se per caso dovesse mai ricapitarmi di tornare e frequentare di più. E poi, soprattutto: i Maori dove sono???? In tutto il mondo si osannano gli All Blacks e la loro Haka, e dal punto di vista femminile si apprezzano questi atleti anche per altri motivi non strettamente agonistici ma solo estetici, insomma se anche l’occhio vuole la sua parte io che non capisco niente di rugby guardo volentieri una partita degli All Blacks. E quindi uno si aspetta di venire in Nuova Zelanda e trovarsi una popolazione media così, o quantomeno un 40%. Seeeeeeee, ma dove….. ???? Qui tutte facce britanniche: bianchi, mogi, smunti, tristi. E di Maori ne vedi uno ogni morte di Papa, relegato a fare i lavori più umili della scala delle professioni. (E tra parentesi non assomigliano per niente agli All Blacks). Ci rimani male, ecco.

E poi la densità di popolazione… parliamone! 4 milioni di abitanti in 1.500 km. Incontri una persona per strada ed è una sorpresa, non te l’aspetteresti proprio… E questo ve lo dice una nata e vissuta in campagna, che vive tuttora in un paesino di poche anime, non abituata al traffico cittadino e alla confusione delle metropoli. Quando vado a Bologna è un incubo e non so nemmeno attraversare la strada, tanto per intenderci… Avevamo notato questa cosa della poca gente già nei primi paesotti visti, ma ci dicevamo “Auckland è diversa, Auckland è la capitale, Auckland è la città”: seghe, anche lì, di sabato pomeriggio prenatalizio, pareva di essere in centro a Toscanella in una domenica pomeriggio di agosto. Lati positivi: non c’è mai ressa al centro commerciale ed il traffico (quando c’è) è scorrevole.

Poi che dire: domenica siamo stati in gita a Rotoroa (o era Rororua? O Ratiroa? Uffa, ma perché qui i posti si chiamano tutti uguali??), vabbè, siamo andati a vedere i kiwi, non i frutti ma gli uccelli, quelli che se prendi un kiwi frutto e gli aggiungi zampe e becco diventano uccelli, sono uguali e mi son sempre chiesta se è il frutto che prende il nome dall’uccello o viceversa. Buffi, buffissimi. Siamo stati all’incubatoio e la guida ci ha spiegato un sacco di cose interessanti. Per esempio lo sapevate che un uovo di kiwi occupa il 25% del corpo di mamma kiwi tanto da impedirle di mangiare? E dopo te credo che non lo cova (lo lascia fare a papà kiwi) e non aiuta nemmeno il pulcino a rompere l’uovo (il pulcino può metterci fino a 12 giorni per farlo, alla fine è stremato!) e dopo la madre manco gli procaccia il cibo…. Credo che sia perché dopo aver deposto l’uovo mamma kiwi dev’essere incazzata nera!! E te credo.

Dopo l’incubatoio ed il giretto nel parco a vedere fiori e piante volevamo quasi andare a vedere una danza Maori, ma tutto ciò che veniva proposto erano robe finte, ricostruzioni per i turisti, e ok ci può anche stare: uno SA di essere un turista e di conseguenza sa anche che quel che vede – per quanto ti dicano sia reale e autentico – è una sceneggiatura, ma almeno ste cose le facessero pagare prezzi equi uno potrebbe anche starci a farsi infinocchiare, ma se ti sparano dei prezzi da tribuna d’onore per la finale dei mondiali è ovvio che poi ti passa anche la voglia! E quindi niente Maori e niente Haka.

Però una cosa Maori ce l’ho, e stavolta ce l’avrò per sempre; presente il mio ciondolo di cui ogni tanto accenno (soprattutto negli ultimi due mesi). Ecco. L’ho tatuato. No, non è che ho incastonato nella pelle il ciondolo stesso, ho solo fatto un tatuaggio con lo stesso disegno. Carino, farò vedere foto quando sarà un po’ guarito perché al momento è molto gonfio, dolente e crostizzato. Un male cane ma sono contenta del risultato. Non sono mai stata una patita dei tatuaggi ma stavolta sentivo di doverlo fare. E l’ho fatto.

Que mas… boh. Niente altro da raccontare, solo da fare un paio di considerazioni veloci su questa esperienza in questa parte di mondo ove anche l’acqua nel lavandino va a rovescio rispetto a noi:

- Le stelle son diverse. All’inizio cercavo Orione poi mi son resa conto che era una ricerca inutile: qui sono nell’emisfero sud, dove l’estate è inverno e l’inverno è estate, dove anche il cielo è diverso e non ci sono quelle 4 stelle in croce che ho imparato a riconoscere, è per questo che non riconoscevo il cielo: qui c’è la Croce del Sud. Non ho un libro delle stelle e non c’era G. a farmi i disegnini delle costellazioni: sono rimasta praticamente persa ed abbandonata a me stessa nella mia ignoranza cosmica.

- Ho visto due Paesi in cui oltre alla lingua ufficiale Inglese si parlano lingue che non sono i soliti Inglese Francese Spagnolo e al limite Tedesco a cui sono abituata, no, ho avuto modo di sentire lingue completamente diverse con grammatiche completamente diverse, ed è stato divertente imparare le parole-base. In più a bordo c’è il frasario di Fijano e mi ci sono persa una notte intera a leggerlo intrippandomi a comparare i meccanismi grammaticali con le altre lingue che (più o meno) parlo, bellissimo!

- Sono basita da quanto è grande la Terra. Sai che è davvero grande? Allora, qui sono proprio agli antipodi rispetto l’Italia, e per tornare a casa devo farmi due voli: uno di 11 e l’altro di 14 ore passando da Hong Kong. Se no posso passare dall’altra parte: sono sempre 24 ore di volo effettivo. Ma passare per gli Stati Uniti psicologicamente mi demolisce. In confronto i caraibi sono veramente dietro l’angolo.

- E’ incredibile e continua a farmi uno strano effetto il discorso del fuso orario e del cambio data. Praticamente quando qui è mattina in certe parti del mondo è sempre mattina… ma del giorno prima. E mi chiedevo: quando succede qualcosa di veramente clamoroso a livello mondiale, i libri di storia che data riportano? Per esempio l’11 settembre, che qui era già il 12??? O viceversa, se succede qualcosa qui, dove il giorno inizia prima, e la tv riporta tutto in tempo reale, significa forse che in Europa viene diffusa la notizia il giorno prima che accada il fatto? Una sera addirittura ci siamo schiantati dalle risate a farci il viaggio di come in realtà vengono fatti gli oroscopi: abbiamo fondati sospetti che Branco e Paolo Fox vivano qui ed ogni sera facciano una sorta di intervista ai passanti, tipo “Hey tu, che segno sei?” “Sagittario” “E com’è andata la tua giornata?” “Di merda, sono stato licenziato” e loro alla radio dicono “Sagittario oggi problemi sul lavoro”. Facile no? Per esempio posso annunciare a tutti i Gemelli italiani che per la giornata di domani è meglio stare alla larga dagli elicotteri in quanto stamattina ne è caduto uno veramente vicinissimo a noi!!!! (niente di grave per fortuna, stavano montando il Babbo Natale ed è caduto giù, solo un danno economico di importanza notevole).

- Qui ci sono degli alberi che mi piacciono un sacco ma non riesco a sapere come si chiamano. Mi hanno detto essere i Pini di Cook ma cercando su google escono immagini di alberi totalmente diversi. Pini son pini, questo sicuro, ma sono strani. Mi piacciono, li vedi ovunque nel paesaggio e mi ricordano il simbolo della Nuova Zelanda, che invece è una foglia di Felce Argentata (eh, ho fatto una gita al parco, ho imparato un sacco di cose!). Potrei anche dilungarmi sulla Felce Argentata, così, a memoria, ma ve lo risparmio.



Per quanto riguarda invece l’imbarco dal punto di vista strettamente professionale posso solo dire cose positive. Bella la barca, simpatici gli armatori, molto in gamba il Capt. E poi lo smilzo, sì, brava persona anche lui. Navigazione molto istruttiva per me, 1.150 miglia senza pilota automatico sicuramente è un’esperienza che non mi succederà più (speriamo) e sono contenta di averla fatta. Ero partita piena di buoni propositi riguardo lo studio: ebbene sì, voglio prendere la patente nautica. Solo che è un casino, studiare non ne ho proprio voglia e anche se ci sono cose che ho visto e quasi imparato con l’esperienza, sono molto indietro su alcuni argomenti che o li studi o non li puoi sapere. Durante la crociera Capt e Armatore si divertivano a farmi le domande per testare il mio livello di preparazione, anzi di impreparazione: tra una risata, una presa in giro ed una spiegazione mi hanno rimandata a settembre… anche le cose che so comunque le spiego malissimo perchè i concetti nella mia testa sono più o meno chiari, ma esprimerli senza avere una base nozionistica è un casino, in poche parole sono una somara che non ce n’è di uguali. Diciamo che comunque ho imparato tanto sulla pratica, basta che mi applichi bene sulla teoria q.b. per passare l’esame ed è fatta. NON che abbia intenzione poi di usarla questa patente nautica eh, sia ben chiaro, non ci penso nemmeno, è solo così, giusto per complemento

Penso sia tutto, buonanotte. Anzi, buongiorno.

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