Bequia,
06 marzo 2014
Durante
le navigazioni non ho molte attività: o dormo, o cucino, o rifletto. Quando è
la terza è un casino.
Non
so se nel blog ho mai scritto riguardo la mia teoria delle costanti, comunque chi
mi gironzola intorno la conosce per forza perché ci faccio sempre riferimento.
Sicuramente gente più colta e più intelligente di me ha dato anche un nome a
questi strani fenomeni ma io da ignorantona la chiamo la regola delle costanti,
ed è molto semplice: ad ognuno di noi nella vita capitano sempre le stesse
cose: da bambino, adolescente, adulto o anziano la zuppa non cambia: quando uno
ha una costante lo seguirà per tutta la vita o almeno a cicli regolari. Che so,
per esempio ci sono quelli che costantemente rovesciano o fanno cadere tutto
quello che hanno per le mani, quelli che in una vita sfasciano un sacco di
automobili in incidenti rocamboleschi uscendone sempre miracolosamente vivi,
quelli (io per esempio) che proprio non ce la fanno a non farsi male: cadono,
sbattono, si tagliano, si bruciano, insomma vivono più al pronto soccorso che a
casa propria.
Non
so voi, ma io di costanti oltre alla sopracitata inclinazione naturale a farmi
danni ne ho diverse altre, tipo: un complicatissimo rapporto di amore-odio con
la tecnologia che periodicamente faccio macelli tipo cancello tutta la rubrica,
perdo tutte le mail oppure il telefono/pc/fotocamera/stampante/lettore mp3 mi
diventa scemo e mi prende proprio per il culo; una sfiga mondiale con i soldi,
e no non sono qui a lamentarmi o a fare la vittima perché la cosa mi fa
sbudellare dal ridere perché si tratta sempre (fortunatamente) di cifre
ridicole ma per esempio io sono sempre quella che se si è in un mega gruppo a
dover dividere una spesa non so perché ma gli arrotondamenti in negativo
vengono sempre riassunti su di me, in positivo non mi sfiorano; poi ancora io
sono quella che non ci sono mezze misure: o sono la star del momento, special
guest della serata o della festa così senza motivo, che a volte è anche
imbarazzante, oppure la gente si
dimentica della mia esistenza, ma si dimentica al punto che magari sono con
qualcuno, incontriamo una conoscenza comune, si fermano a parlarsi e io dico
educatamente un “ciao” ma non vengo nemmeno sfiorata con lo sguardo,
trasparente proprio; ho smesso di prendermela, sono giunta alla conclusione che
non sono comportamenti rivolti alla mia persona: quando sono trasparente potrei
anche entrare alla Casa Bianca con un mitra sottobraccio che nessuno se ne
accorgerebbe;
E
poi da quando faccio charter ho notato che anche le stagioni invernali hanno le
loro costanti: ci sono cose che non ti sono mai successe, e poi in una sola
stagione ti succedono almeno 5 volte, per cui ho avuto (per esempio) la
stagione degli apriscatole (devo averne persi almeno 7-8), la stagione dei
bambini (nemmeno un charter senza bambini in tutto l’inverno), la stagione dei
problemi con i tender, la stagione del forno birichino (ogni barca su cui
salivo testavo il forno prima di partire: perfetto; in corso di crociera: un
disastro; tornavo alla base e chiamavo il tecnico: perfetto. Mavaffanculo);
questa è la stagione dei cambi di data, annullamenti, riconferme, spostamenti,
cambiamento di skipper all’ultimo momento, insomma casino. Ma soprattutto è la
stagione della bombola di gas che finisce il primo giorno di charter. Che
voglio dire, a bordo prima della partenza si controlla sempre di avere la
seconda bombola piena quindi non è un problema, ma il cambio gas è aleatorio:
può capitare qualunque giorno del charter o anche non capitare. Quest’anno ogni
singolo charter è finita la bombola nelle prime 24 ore. Costantemente, al punto
che è successo anche nel minicharter da 2 giorni che ho fatto la settimana
scorsa. Di qui a fine stagione me ne mancano 6 compreso questo, se faccio l’en
plein giuro quando arrivo in Italia vado a Roma in retromarcia.
0 commenti:
Posta un commento