Le
Marin, 15 marzo 2014
Fine,
è ora di staccare la spina.
Erano
tanti tanti anni che non navigavo in flottiglia e un po’ mi mancava; sto giro eravamo
4 catamarani cosiddetti normali (tra i 47 ed i 50 piedi) più il maxi che solo
lui di suo fa 24 metri, per un totale di 46 clienti e 11 membri di equipaggio.
Noi
eravamo la barca di coda nel senso che partivamo un’ora prima degli altri e
arrivavamo che gli altri avevano già fatto il bagno, mangiato, fatto siesta e
passeggiata a terra.. Tanti di quei guai alla barca che pensavamo di cerare uno
stregone… (io non vorrei essere monotona, ma son sempre dell’idea che l’aurea
delle persone influisca su tutto, figuriamoci se una barca non sente l’energia
di chi comanda). Comunque tutto bene, avevo un gruppo simpatico e mi sono
divertita, gli ho fatto anche tanti extra per cercare di bilanciare i mille
problemi tecnici e le standing ovation si sprecavano, in più con il mio skipper
passati i primi due giorni caldi abbiamo trovato il nostro equilibrio (io faccio
il mio e tu non mi rompi l’anima, e poi ti aiuto a fare il tuo ma se mi dici
beo in maniera arrogante hai capito che ci metto zero-due a smascherarti, caro
il mio “master”), e così dagli insulti del primo giorno siamo arrivati ad una
aperta dichiarazione “sei da sposare”…la gente non sta bene.
E
per collegarmi al post sulle costanti e sulle coincidenze devo dire che a sto
giro ho rischiato di uscire pazza isterica, causa una stronzata mondiale ma che
a me dà un fastidio che ci vuole in cinque a dirlo: i fischiettii. Odio, ho
sempre detestato e mai amerò i fischiettii: non li capisco, non li condivido,
mi sta sulle balle sentir fischiettare e la cosa mi scuote i nervi
dall’interno, preferisco quasi il gesso sulla lavagna per intenderci, ma
purtroppo ogni tanto mi capita il fischiettatore di bordo e non posso certo
aggredire la gente perché fischietta. ma spero sempre che la cosa sia sporadica
e soprattutto breve. Bene, in effetti capita sporadicamente quindi finora sono
sopravvissuta, ma questa settimana ne avevo tre, dico TRE, che non riuscivo a
zittirli nemmeno a piangere, gli scappava proprio il fischiettio micidiale,
quello odioso che ti trapana il cervello e io mi metterei a urlare. Ho provato
a buttarla sulla superstizione (è vero, in Italia fischiare in barca porta
sfiga, ma loro – Francesi e Tedeschi – mi hanno un po’ derisa. Intanto però la
barca continuava a produrre problemi uno dopo l’altro), ho provato a dirgli
gentilmente che mi urta i nervi e allora promettevano di non farlo più, ma poi
non ce la facevano e giuro in una settimana non abbiamo passato oltre i due
minuti di orologio senza che uno dei tre facesse un fiiii-fi-fi-fiiii, anche
solo una notarella di due secondi ma la facevano. E io guardavo di sbieco chi
di turno, che regolarmente si scusava, ma dopo due minuti era l’altro. Poi ci
si sono messe anche le donne a sostenermi (hanno capito che per me era
fastidioso, tanto valeva grattare con le unghie contro i vetri) ma non c’è
stato verso. E visto che io mi riposo durante le navigazioni e il fischio
mentre dormi è la cosa più tremendamente irritante che possa esistere, ho
passato una settimana serena a livello di lavoro ma sono brutalmente in carenza
di sonno perché è dura iniziare alle 6 di mattina e finire alle 10 di sera
senza riuscire a fare mezza siesta nemmeno un giorno perché hai questo fischio
che ti punge i nervi, e oltretutto nemmeno in maniera costante ma un
fischiolino al minuto e tu quindi non puoi chiudere occhio nemmeno a piangere
in greco. E ti chiedono scusa. Scusa il cazzo, scusa, ma infilati in bocca un
salame porca puttana e lasciami in pace mezzora!!
E
ora ho finito, per cinque giorni non faccio niente ma soprattutto la cosa più
bella di tutto ciò è essermi liberata di questi fischi, ho rischiato veramente
di mandare brutalmente a fanculo dei clienti in maniera cattiva (oltretutto
simpatici, il che mi sarebbe dispiaciuto ancora di più).
Stanca.
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