St. Barth, 28 marzo 2014
Riallacciandomi
alla teoria delle costanti, ne avevo dimenticate due fisse da quando faccio
questo lavoro: a me non capitano mai (o comunque sono eventi rarissimi) barche
con un riempimento al di sotto della loro capienza massima, anzi delle due
spesso ho lavorato con più passeggeri di quelli che possono trovare
canonicamente posto nelle cabine, quindi passeggeri che dormono in pozzetto
(=in mezzo alle balle). Vedo le mie colleghe partire con 4 clienti, massimo 6,
qualche rara volta perfino 2. A me in 9 anni sarà capitato una decina di volte
di averne meno di 8, ed in altrettante occasioni ne ho avuti 9 o 10, nelle
barche con 4 cabine, e sono arrivata ad averne 21 sul maxi catamarano che ne
porta al massimo 20, tanto per intenderci. Ma non mi lamento, sono di quelle
cose a cui poi fai l’abitudine.
L’altra
costante invece non so se prenderla come un complimento o come una maledizione:
ogni volta (e capita) che si naviga a due o più barche, io sono sempre – e dico
sempre senza eccezioni – stata messa sulla barca più grande. Con tutti i pro ed
i contro del caso.
Insomma
non so se si è capito ma sono sfinita, esausta, bollita; siamo a metà settimana
e la domanda non è se arriverò alla fine di questo charter, la domanda è come
ci arriverò… Comunque a parte questo sta andando tutto veramente bene: i
passeggeri sono simpatici e gentili, mi piacciono molto sia i miei che quelli
delle altre barche, con il mio skipper va tutto bene (avevamo già lavorato
insieme varie volte anni fa, è uno in gamba), con gli altri due equipaggi idem
tutto bene, c’è molta collaborazione e ci troviamo bene tra di noi, insomma
sono contenta e lamentele non ne ho proprio, anzi avercene di più di charter
che filano via lisci come questo….

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