Ammiraglio, a te la parola!

St.Anna, 08 marzo 2014

E si, lo vedo anche io che in meno di 24 ore scrivo dallo stesso posto, ma non è che non mi sono mossa di qui, anzi: ci sono arrivata ieri sera, stamattina siamo rientrati in porto, abbiamo sbarcato l’allegra combriccola dei bambini più rumorosi che io avessi mai incontrato in vita mia, e ho spostato i miei 4 straccetti nel pontile di fianco: reimbarco e ripartenza, prima (mezza) notte qui visto che poi alle 3 di notte ripartiremo destinazione Bequia.
E si, confesso di essere un po’ stanchina con tutti questi incatenamenti che sto facendo quest’anno, ma questi 10 minuti per scrivere me li prendo perché c’ho proprio una cosa qui da dire che però non mi esce bene, quindi indecisa tra l’aiuto del pubblico e la telefonata a casa chiedo una mano a chi trova sempre le parole giuste per descrivere le situazioni,  che so che di tanto in tanto legge il mio blog, e lui saprà sicuramente aiutarmi:

Mario, allora….
La famosa gag che improvvisasti qualche anno fa al salone nautico di non-ricordo-dove con il Signor Capo Supremo di quel cantiere nautico che noi sappiamo ha sortito il suo effetto: ora l’oblò c’è anche nei cessi di prua, che in effetti non era normale non avere né un minuscolo oblò né un aspiratore…. e che accidenti cagano sti architetti nautici, fiori????
Bravo, 10 e lode ammiraglio, e grazie a nome di tutti gli equipaggi ma soprattutto di tutti i clienti che noleggiano questa marca di catamarani. E io dopo tanti anni stasera mi imbarco su un 47 piedi. Avevo un ricordo splendido del 47 piedi, ricordo che la cucina era studiata benissimo, comoda funzionale e pratica.
Allora mi chiedo: forse negli uffici tecnici hanno cambiato il progettista degli interni e ora ci hanno messo un’anoressica incazzata col cibo o cosa? Ma perché sti cantieri nautici non provano a pensare ad una cosa elementare come far testare le innovazioni a chi di mestiere visto che spesso estetica fa a pugni con funzionalità? Cosa ci vuole a prendere uno skipper ed una hostess professionali e fargli vedere il progetto prima di realizzarlo? Cacchiolina, mi sembra tanto semplice!!
Comunque, premesso che poi ci si adatta a tutto e ho cucinato in condizioni ben peggiori, per esempio sul vecchio 40 piedi della marca che fa i catamarani a forma di scatoletta, che aveva la cucina della barbie e ci dovevi produrre per 10 persone per non parlare dell’unico gavone di stivaggio cambusa che per accedervi dovevi smontare TUTTI i cuscini del quadrato, nessuno escluso e giurai a me stessa che mai e poi mai più avrei lavorato su quella barca, ed infatti nella versione punto due hanno risolto brillantemente entrambi i difetti; poi resta una ciofeca di barca che naviga peggio di una carriola ma questo è un altro discorso;  qui comunque, altro cantiere, hanno rivoluzionato tutto il quadrato, e il risultato è tremendamente scomodo, sfunzionale e spratico. Tralasciando le cazzate tipo che sotto al tavolo interno hanno tolto quel meraviglioso cassettone dove mettevi dentro praticamente tutto per far spazio ad un minchioso portabottiglie che non ci stanno nemmeno le bottiglie stesse, io mi chiedo semplicemente se pensano che tutte le hostess (o clienti, o armartrici stesse, insomma chi cucina) siano tutte delle svetlane lunghe due metri: no perché per poterci lavorare devi essere almeno un metro e 90, e ora lo so che scappano le battutine tipo “sei tu che sei nana”, ma io sfido chiunque: mi hanno dato uno sgabello che non è uno sgabello, è uno sgabellone, e almeno con quello arrivo a salire sulla cucina, che poi incastrando un piede ed un ginocchio tra il piano cottura ed il lavandino e stendendomi in “tutta” la mia lunghezza - facendo nel frattempo anche stretching - arrivo a malapena ad aprire l’anta. E poi l’altezza di tutto: ho il lavandino ad altezza tette, per non parlare della posizione: di sbieco, roba che una settimana a lavar piatti qui e devo rifare tutte le convergenze della schiena.
Poi vogliamo parlare della spazzatura? L’ingegner Volpe De Furbis qui ha dato il meglio: niente secchio sotto al lavandino come tutte le normali noiosissime barche e case, facciamo una cosa innovativa: un buco nel piano del lavello collegato tramite un tubo al gavone della panca esterna, dove puoi comodamente posizionare il tuo secchio. Il fatto che non abbiano pensato a mettere dei fermi per il secchio stesso e quindi in navigazione è matematico che ti si rovesci, è irrisorio rispetto al dettaglio che il tubo ha un diametro di centimetri 3, che non ci fai passare nemmeno il vasetto dello yogurt compattato. Premio “idee del cazzo 2014” aggiudicato.

E ora uno sguardo veloce alle cabine: bello, bellissimo il letto soppalcato per metterci sotto gli armadietti, e bellissima anche la scaletta per salirci. Peccato non poter nemmeno pensare di stendersi sul letto in navigazione: è meno pericoloso nuotare nella vasca degli squali che salire e scendere quella scaletta.
E fuori? Allora, tecnicamente non capisco niente e questo si sa quindi non so giudicare nulla, ma la prima cosa che balza agli occhi è che per andare dal pozzetto a prua da entrambi i lati hai giusto quel passaggino stretto stretto tra i divanetti e le plance, e proprio lì, esattamente lì e non in altro punto hanno ben pensato di posizionare gli stopper e tutti i rinvii delle manovre, che se hai un piede superiore al 38 non riesci a non farti del male. Io solo oggi ci sono riuscita due volte, e ho un 36.
Ma soprattutto qualcuno mi deve spiegare a cosa serve il forno basculante su un CATAMARANO, ma non diciamo stronzate suvvia! E addirittura lo spazio per la basculazione è largo quanto il forno stesso, il che significa che può basculare di 90 gradi. Ora, ragioniamo un attimo: già una barca a vela sbandata di 90 gradi non è una bella cosa, figuriamoci un catamarano… che onestamente diciamocela pur tutta, già con un’inclinazione di 30 gradi hai ben altro a cui pensare che non metterti ai fornelli!!!!

Ammiraglio, a te la parola! (che queste sono solo le prime considerazioni a caldo, di qui ad una settimana sai quante me ne vengono?)

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