Polonia-Caraibi parte terza

TRASFERIMENTO SEAZEN DANZICA/ANTIGUA – PARTE TERZA – L’ATLANTICO


22 novembre 2008 - partenza
Buongiorno Atlantico! Partiti stamattina all’alba direttamente di ritorno da una nottata di bagordi (quanno ce vò ce vò!). Un po’ cotti ma eravamo tutti concordi che era meglio partire subito piuttosto che dormire un paio d’ore scarse. Pertanto come primo giorno la barca pareva deserta: uno a turno di guardia e gli altri a dormire. La sosta a Tenerife è andata bene, zero tempo per fare i turisti e sempre di corsa ma alla fine la lista dei lavori da fare l’abbiamo spuntata quasi tutta, restano un paio di cose che potremo fare anche in navigazione. Quel poco che abbiam visto di Santa Cruz ci è piaciuto tanto e chissà magari in altra occasione saremo meno di fretta e potremo vedere di più. Abbiamo anche incontrato degli amici di Edo, gente che io non conoscevo ma conosciamo un botto di gente in comune e come da prassi ci siamo scambiati informazioni su pinco e pallino, dove sono, che fanno e come stanno; qui anche se non vedi e non senti gente da mesi resti sempre comunque aggiornato, radio mare trasmette in tutto il mondo e conta veramente parecchi affezionati!
Quindi adesso è atlantico puro in orizzontale, il verticale è finito.
Ah, non siamo più in 4 bensì in 5: siamo stati raggiunti da Samuela, la fidanzata di Edo, e ne sono contenta: è simpatica, sveglia, allegra e si è subito inserita bene nel gruppo.

24 novembre 2008 – giorno 3
Todo bien, tranne il vento che è assente. Ieri prima lezione di pesca per noi 3 ragazze. In aula (sul flight) per la prima parte teorica (preparazione lenza) vigevano indisciplina e disattenzione e infatti non abbiamo capito niente visto che tutte e 3 abbiamo fatto le nostre belle cagatine. Ancora non abbiamo pescato niente e comunque non si è ancora capito cosa c’è in palio per questa gara di pesca. Niente. Contiamo su Vitto, che ci procacci il cibo.
Si si, anche quest’anno bell’equipaggio, mi ritengo fortunata. In giro senti storie di gente che si fa l’atlantico con degli equipaggi allucinanti: dall’armatore che non vuole sentire musica MAI al comandante che esige che chi è di guardia venga isolato ed ignorato dagli altri per non distrarsi….ma che, siam matti? Noi qui si lavora ma si ride, si gioca, si scherza, si suona e si canta…si fanno pure le risse (ovviamente per gioco ma certi lividi!!!) e devo fare una nota sulla delicatezza di Edo: come king kong (ma va bene anche paragonarlo a hulk) ha una forza sovrumana, che non sa dosare, così una semplice pacca sulla spalla se viene da parte sua te ne accorgi subito perché ti sembra che ti sia passato sopra un camion con il rimorchio e tutto. Poi avesse le manine piccole…..macchè: coi due badili che si ritrova ti rimane il segno della manata su mezza schiena, per non parlare poi di quando mira alle gambe, e non uso il plurale a caso perché lui non ce la fa a prenderne solo una: con una manata le becca entrambe… e ti rovina. Direi che Dio li fa poi li raggruppa per fisico: Edo, Vitto e Simon (che ci aspetta ai caraibi e non vedo l’ora di rivederlo), 3 giganti, diversissimi per carattere eppur così amici tra loro….mi ci sono affezionata tantissimo!
Vorrei fare una descrizione della tappezzeria da urlo nella nostra abitazione galleggiante: come ho già detto è bellissima, o perlomeno a me piace molto, ma dovendo consegnarla in condizioni più che perfette abbiamo ricoperto col millebolle tutti i mobili ed il suolo. Per ricoprire i divani a Danzica non abbiamo trovato niente di meglio che degli asciugamani orribili con dei colori flash, ovviamente uno diverso dall’altro, e la nostra tavola con tovaglia arancione dà quel tocco di kitch che mancava all’insieme. Ora che iniziamo a stare a piedi nudi dovevamo risolvere il problema pavimento e seggiolini, la plastica non va tanto bene; Per finire in bellezza il nostro lavoro di arredo interno abbiamo scelto tessuti nuovamente di colori diversi: pavimento bicolor, sgabelli ovviamente diversi tra loro….insomma l’insieme è quasi imbarazzante. Una nota particolare al seggiolino di comando, ricoperto con un’improvvisata federa ricavata da uno scampolo di tessuto a righe, cucita col filo da vele. La tovaglia inizia a presentare macchie che riassumono i nostri menu dell’ultimo mese, e le due righe di scotch per tenerla ferma continuano ad arricciarsi. Siamo ai limiti del terrificante.
Forse riusciamo a salvare il bonsai che era a bordo bello rigoglioso quando siamo arrivati. Si sono tanto raccomandati di averne la massima cura: “se la barca affonda pazienza…. ma il bonsai……”. Ribattezzato Nino, spostato in luogo sicuro per non correre il rischio che cadesse durante la prima parte turbolenta di viaggio, è successo che….come dire… un po’ ce ne siamo dimenticati. Ha richiamato la nostra attenzione diventando più giallo che verde, quindi ora l’abbiamo rimesso al suo posto originale, sul bancone, e l’abbiamo annaffiato abbondantemente con una pasticca di multimivitamine sciolta nell’acqua: sembra che funzioni.

25 novembre 2008 – giorno 4
Nottataccia a bordo di Seazen II, mare mosso al traverso e botte da orbi ma tutto sotto controllo.
A Tenerife abbiamo comprato una radio ricevente per ssb, anche oggi ho provato di nuovo a captare l’appuntamento radio con Grande Laguna alle 13.30 UTC, riesco a sentire sia Omero che Eugenio ma la ricezione è troppo disturbata per capire cosa dicono, dove sono e che vento hanno.
Andiamo avanti.

29 novembre 2008 – giorno 8
Qualche problemino alla barca ci ha tenuti impegnati, niente di grave ma ridendo e scherzando abbiamo ritenuto opportuno prendere ulteriori misure di sicurezza. Spenderei ancora due parole di elogio per la competenza e la bravura di Edo e Vitto, ma non lo faccio se no divento noiosa e ripetitiva. Dirò solo che le partite a Monopoli stanno diventando pericolose: ancora un po’ e finiamo a scazzottate, peggio dei bambini…. Continuano le risse e rivedendo i filmati fatti finora non ce n’è uno in cui non ci picchiamo. Di solito Edo contro tutte, ce ne dà tante che siamo nere non di abbronzatura bensì di lividi. Abbiamo iniziato la produzione di pane e pizza, finalmente si comincia anche a pescare, al mattino ci sono le sedute di ginnastica, si prende il sole e tutto procede come da copione. Continuano le lezioni di vela e manovramenti: ora che c’è anche Samuela (totalmente digiuna di tutto in quanto è la prima volta che mette piede in barca) quando c’è da fare qualcosa i ragazzi fanno fare a noi 3: io o Michela a turno coordiniamo il lavoro da fare e tutte e tre insieme si fa, mentre i ragazzi osservano, controllano, coreggono….ma soprattutto sfottono chiamandoci ciurma Brancaleone.Soprattutto quando c’è da ammainare il gennaker: se fa Vitto da solo lo tiene con una mano, se siamo noi ci dobbiamo attaccare tutte e 3 insieme per non farci portare via, e loro ridono come pazzi a prenderci per i fondelli. Ma un giorno li picchieremo.

30 novembre 2008 – giorno 9
A bordo non mancano allegria e risate. Anche nei momenti difficili si sdrammatizza con battute e baggianate, stiamo allenando bene la muscolatura facciale a forza di ridere. Per esempio oggi parlerò un po’ dello Sceriffo Vittorino: come già detto precedentemente, è un personaggio irreale, tra di noi ci diciamo che non è colpa sua… lo disegnano così! Fa morir dal ridere con le sue uscite e i suoi filosofismi, riesce a parafrasare ogni cosa a modo suo: dai grandi autori come Umberto Eco ai cantautori come Ligabue senza trascurare i vari Socrate e Dante. Poi ogni giorno, di solito durante la cena ma può capitare che il momento venga anticipato o posticipato, c’è la rubrica quotidiana “l’angolo del capitone”, che a volte diventa “chiedete al capitone”: se tu chiedi a Vittorino cose ovvie che hanno una risposta precisa, lui non risponde e magari nemmeno ti ascolta. Ma prova a fargli domande cosmiche a cui nemmeno i maggiori scienziati del mondo sanno rispondere, oppure fagli quesiti impossibili, in qualsiasi campo e qualsiasi materia: lui sa. E ti risponde con delle logiche tutte sue che comunque non fanno una piega e ti chiedi se per caso non sia proprio come dice lui. In questo viaggio per esempio ci ha messo in testa che il tonno polacco fa venire i capelli a spazzola… Inutile cercare di spiegare o di capire: è lui, è così, e gli vogliamo bene proprio per queste sue stramberie illogicamente geniali. Oggi ha aggiustato una pompa dell’acqua che faceva i capricci, ci ha lavorato un po’ con le mani e molto con la psicologia: una volta riparata ci ha spiegato il problema e la soluzione, come un medico che fa la sua diagnosi e la spiega ai parenti. Noi ridevamo, però c’è da dire che mò funziona. Secondo me lo sceriffo è una persona spettacolare e al mondo ce ne vorrebbero di più come lui.

01 dicembre 2008 – giorno 10
Si naviga sempre col freno tirato ma si avanza. Oggi mare al traverso….wow, giusto per non perdere l’abitudine a stare con l’orecchio attento ai colpi sotto. Facciamo 6,5 nodi e tutto scossa, si apre, cade, bim bum badabam, un casino…… cose assolutamente irrisorie come cieletti che si staccano, maniglie che ci restano in mano, gavoni che chiudono male,ma tutto ciò è normale: la barca è nuova e nelle prime navigazioni tutto deve assestarsi. Si, ma di questo passo va a finire che gli consegnamo veramente solo il bonsai! Intanto ci teniamo occupati col bricolage: aggiusta di qua, aggiusta di là, incolla qui, metti una vite lì….

Stamattina che non si è rotto niente abbiamo fatto giornata parrucchiere: la settimana scorsa mi sono esercitata coi capelli di Michela da spuntare, oggi è toccato ai due capitoni: prima Vitto, che ad ogni colpo di forbice mi brontolava “lo sapevo io che a forza di mangiare tutto quel tonno polacco mi venivano i capelli a spazzola!” e il ridere non mi agevolava molto il lavoro, comunque il risultato è ottimo: da tutto spintacciato che era adesso sembra solo un narcotrafficante; a seguire Edo, che è il mio cliente più affezionato: tutta estate a tagliargli i capelli impossibili che si ritrova, ma devo dire che la cosa mi sta appassionando e poi come si dice….impara l’arte e mettila da parte no? L’unica che non è passata sotto le mie mani è Samuela ma i suoi capelli devo dire che un po’ mi spaventano e non mi azzardo….vedremo.

04 dicembre 2008 – giorno 13
Finchè non c’è troppo vento tutto procede tranquillo, la vita quotidiana scorre serenamente lavorando, tra un pesce e un avvistamento di delfini, un gioco ed uno scherzo. Ieri abbiamo giocato agli acciai, oggi invece il passatempo pomeridiano è stato la gara a squadre del “facciamo benzina”. Ho perso in acqua la mia macchinetta fotografica e per il resto non ci sono grandi avvenimenti da segnalare. Sto bene, questo equipaggio mi piace e temo un po’ l’arrivo a terra, previsto tra pochi giorni… come solito tutto da vedere. In effetti avevo un po’ nostalgia dell’avventura. Siamo messi così tutti e 5, fino a che non saremo coi piedi a terra nessuno ha un programma ben definito, tutto da vedere e da inventare, mille possibilità con mille forse e mille incognite. Simon ci aspetta anche se non si è capito dove. Di sicuro non ci ammazziamo di noia. In questa traversata ho avuto pochissimi momenti di riflessione, poche volte mi sono incantata a guardare il mare perdendomi nei miei pensieri. Di questo incolpo la barca, troppo confortevole invita a passare il tempo libero comodamente spaparanzati sul divano piuttosto che fuori; Ma come si diceva a cena a Tenerife tra un chupito e l’altro, noi con questa vita che abbiamo scelto viviamo intensamente perché non sappiamo mai dove saremo domani, vediamo posti e persone sempre diversi, dobbiamo per forza sviluppare il nostro spirito di adattamento a situazioni ed ambienti sempre nuovi… se no è finita; ci dobbiamo continuamente arrangiare e anche questo aiuta il cervello e lo spirito a tenersi in forma; e non sappiamo mai dove andremo ma andiamo lo stesso perché se ci fermiamo ci spegniamo. La vita è fatta di porte, siamo più veloci a chiudere una porta che non ci piace perché tanto sappiamo che ce ne sono sempre altre cento, e per sapere cosa c’è dietro bisogna sceglierne una ed aprirla, poi saprai dove ti porta e se non ti piace ne apri un’altra, è semplice. A questo punto cito anche Vittorino riportando la sua massima preferita: “ci sono tre categorie di persone: i vivi, i morti, e i marinai”. Vero.
Gente di mare….che se ne va…..dove gli pare……dove non sa…… Gente che muore di nostalgia…. ma quando torna dopo un giorno muore….. per la voglia di andare via. Siamo proprio così, o almeno io in questa frase mi ci identifico di brutto!
05 dicembre 2008 – giorno 14
L’economia mondiale sta andando a rotoli. E noi qui in mezzo all’oceano isolati dal mondo. Dovrebbero esserci state anche le elezioni negli Stati Uniti. E noi sempre qui, all’oscuro di tutto ciò che accade nel resto del mondo, tanto poco ci cambia chi è il nuovo presidente Usa o come vanno le borse. Ci sbatteremo il naso al nostro arrivo, per il momento questi sono argomenti che non vengono nemmeno citati nelle nostre conversazioni. Stiamo sereni, finchè possiamo. Traversata atlantica = pausa da tutto ciò.

06 dicembre 2008 – giorno 15
Ieri mattina per continuare il nostro lavoro di pulizia barca (togliere quel cavolo di colla da cantiere da tutta la coperta) sono stata issata sull’albero. Bellissimo. Il mare era una meraviglia, calmo e piatto, liscio come l’olio, le nuvole erano quelle che piacciono tanto a me, scrutare l’orizzonte da lassù è stato uno spettacolo senza pari


Al momento di scendere i due capitoni, burloni come solito, anziché adagiarmi al suolo come una persona normale mi hanno dirottata fuori coperta sulla fiancata della barca pucciandomi in acqua tipo biscotto nel latte…è stato divertente! Dopodichè abbiamo fatto il bagno, da ricordare il tuffo di gruppo dal tetto del flight. Spettacolare. Momenti che rimangono nei ricordi e nel cuore.
Al tramonto, sfiniti dopo l’ennesima giornata di lavoro, abbiamo finalmente fatto il tropicana: trattasi di festa di metà viaggio (in questo caso rimandata di parecchi giorni causa altre cose da fare) in cui tutti i componenti dell’equipaggio si mascherano da imbecilli e si beve la bottiglia di champagne (o meglio spumante pidocchiosissimo) appositamente comperata. Peccato non aver avuto la musica fuori ma di divertente avevamo il nostro bel pannello di legno disegnato e decorato con cartoni di succo di frutta che davano un aspetto tropicale al flight.

07 dicembre 208 – giorno 16
Altra giornata di duro lavoro alternata a giochi e burlonerie varie. Evento da segnalare solo il ritrovamento di un vecchio salvagente, sarà caduto da qualche nave chissà quanto tempo fa. Sono cotta come un zucchino, e come me tutti gli altri. Buonanotte.

08 dicembre 2008 – giorno 17
La barca è perfettamente pulita ed in ordine dentro e fuori, ci saremo fatti un mazzo tanto nell’ultima settimana ma il risultato è davvero soddisfacente. Ci siamo anche divertiti nel lavorare ma ci abbiamo dato dentro davvero con olio di gomito. Bien. Siamo sfiniti. Ora Antigua il tempo strettamente necessario ad organizzarsi con i voli e poi via verso la Martinica!
Eì l’alba e siamo in dirittura di arrivo, si vede terra, 5.033 miglia segnate sul log-book, il bilancio personale di questo lungo viaggio è positivo sia dal punto di vista di esperienza che dal lato umano, è andato tutto bene, con lo stesso equipaggio farei altre 5.000 miglia ed il motto resta sempre quello: Tranquillo & Capitone ogni barca a destinazione!

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