Miami International Airport (figo, ora parlo bene l'Inglese....), 09 aprile 2014
Gli
ultimi due giorni sono stati i più vivi, socialmente parlando: a parte i miei
amori grandi Vincenzo e Julia che alla fine ho salutato solo velocemente ma è
sempre un piacere vederli perché sono troppo meravigliosamente fantastici, ho
avuto più vista sociale in due giorni che in tutta la settimana precedente, e
addirittura sono riuscita a vedere un amico che non vedevo da 4 anni (e dire
che in Italia stiamo ad un centinaio di km l’uno dall’altro! Ma no, a Miami ci
siamo trovati…).
Ho
noleggiato un’auto per scendere da Orlando a qui e per avere autonomia di
spostamenti tra Miami e Fort Lauderdale. Un’avventura. Sono ormai note le mie
difficoltà di guida nel traffico cittadino: per me anche andare a Bologna è
impegnativo; ma d’altra parte provate ad immaginarvi una che ha imparato l’abc
della guida sui trattori ascoltando i Ricchi e Poveri e poi viene catapultata nelle
diciottomila corsie di Miami, aggiungete che questa persona non è dotata di
senso dell’orientamento alcuno…. capite che il mix è esplosivo!?! Ma ce l’ho
fatta, e sono orgogliosa di me stessa, non mi sono neppure persa troppo e devo
dire che i percorsi alternativi che ho fatto secondo me non li conosceva
nemmeno il gps, avrei dovuto filmare il tutto e venderlo a peso d’ora a Google
View Street...
Anzi, vorrei dire una cosa: ora che dopo esser stata alla Nasa ho anche imparato ad addomesticare il navigatore, che pazientemente ricalcolava tutti i percorsi senza mai insultarmi né offendermi né fare la voce grossa (tranne un giorno che ha alzato le braccia facendo lampeggiare la scritta “hai vinto, andiamo dove vuoi tu”), io non credo che potrò continuare la mia vita senza questo meraviglioso apparecchio. Cioè, chi me lo fa fare di continuare a perdermi anche nel cortile di casa mia quando tutta questa tecnologia potrebbe facilitarmi la vita comodamente trasportata nella mia borsetta e tirata fuori all’occorrenza?
eccola qui la Vaifra-american-mobile |
Anzi, vorrei dire una cosa: ora che dopo esser stata alla Nasa ho anche imparato ad addomesticare il navigatore, che pazientemente ricalcolava tutti i percorsi senza mai insultarmi né offendermi né fare la voce grossa (tranne un giorno che ha alzato le braccia facendo lampeggiare la scritta “hai vinto, andiamo dove vuoi tu”), io non credo che potrò continuare la mia vita senza questo meraviglioso apparecchio. Cioè, chi me lo fa fare di continuare a perdermi anche nel cortile di casa mia quando tutta questa tecnologia potrebbe facilitarmi la vita comodamente trasportata nella mia borsetta e tirata fuori all’occorrenza?
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