Pensieri

Le Marin, 19 aprile 2014
 
Dopo la (troppo breve) vacanza di cui post precedenti, durante la quale continuavo a dirmi “ma tu guarda come si vive facile qui, ma perché complicarsi la vita come sono abituata a vedere e a fare da quasi 43 anni?” e non nascondo nemmeno di aver fortemente pensato con decisione che l’anno prossimo mi cercherò un imbarco in Florida – dove le barche pullulano -  appena rientrata in Martinica confesso di aver avuto una prima mezza giornata di incazzo profondo dovuto allo shock del cambiamento: qui niente funziona, niente è puntuale, niente è organizzato, niente va liscio ma tutto è complicato, lento, disorganizzato, lasciato alla casualità e per fare ogni minima e banale cosa devi calcolare tre volte tanto il tempo normale. 
Ma poi nei giorni successivi mi guardavo intorno in maniera un po’ distaccata, come facendo un’analisi di questa isola che ormai negli anni è divenuta una seconda patria: è vero che niente funziona, però cavoli guarda la gente come è easy, guarda che al mattino per uscire di casa ti basta veramente un bermuda ed una canotta, e se non sono coordinati non gli frega niente a nessuno, guarda come tutti sorridono, guarda come tutti ridono e scherzano, guarda come sono facili certi comportamenti che altrove vengono considerati pericolosi. E mi chiedevo: sono davvero pronta a lasciare tutto ciò? Non lo so, ancora una volta non riesco ad immaginarmi altrove, per quanto lo desideri.

Poi riparto per un charter, l’ennesimo, e dopo un mese di assenza torno alle Grenadine. E no, mi dispiace ma no, non posso farcela. E’ come se mi chiedessero di non tornare più a casa…. semplicemente non posso!!! Non ci sono mai, è vero, ma là è CASA, è FAMIGLA, è la TANA, il RIFUGIO… e l’opzione di non tornarci almeno due volte l’anno non è minimamente contemplata. E così le Grenadine, semplicemente non posso lasciarle! E solo l’idea che questo è il terzultimo charter della stagione, per quanto quest’anno abbia battuto tutti i record dei record facendo un numero spropositato di crociere, mi ha fatto vivere le giornate con ansia e batticuore. 

Il mio pensiero ogni circa due minuti: tra un mese sono a casa: esulto. Ma significa che non sarò più qua: depressione. Si, però sarò a casa! wow, felicità. Ma non qui, per almeno altri 5 mesi: non ce la posso fare. E i miei amici rastoni così belli nel loro modo di esistere, che ogni volta che li vedo mi si scalda il cuore, ma come faccio a pensare di non vederli più?
Penso di avere i sintomi-base necessari per richiedere una visita specialistica.


Comunque nel frattempo mi godo questo pomeriggio di riposo prima di ripartire domani; col gruppo appena sbarcato tutto bene: simpatici, divertenti, allegri, sempre gentili e rispettosissimi. Lo skipper, uno scozzese di Genova (e capiamoci), ogni tanto se ne usciva con sprazzi di fine umorismo che ben stemperavano i suoi comportamenti da Furio (sì sì, quello di Magda). Nel complesso un charter veramente ben riuscito, che fa sempre piacere a tutti. Al mio morale soprattutto.

1 commenti:

Andrea da Bangkok ha detto...

ma una fotto con acqua meno cristallina non la metti mai?

...scherzo, ovviamente!

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