Le
Marin, 09 aprile 2014
Pessima
idea prendere il volo diretto Miami-Martinica, era stato meglio l’altra volta
fare lo scalo a Puerto Rico almeno il rientro era stato più soft.
Dopo
10 giorni negli Stati Uniti dove tutto funziona, tutto è facile, tutto è comodo
e tutto è fatto con la testa, rientrare in questi posti dove non funziona
nulla, tutto è rotto, tutto è scomodo e difficile e le cose sono fatte col culo….
non è facile, no, non è per niente facile. Amo la Martinica, amo i Caraibi e
non voglio offendere queste terre ma il paragone nasce spontaneo senza poter
opporre resistenza. Certo la qualità della vita è alta in entrambi i posti, ma
per motivi differenti. E onestamente non saprei proprio giudicare.
Comunque
le primissime cose che saltano all’occhio sono, per esempio:
-
I
bus: a New Orleans, e presumo anche nel resto degli States, tu arrivi a
qualunque fermata, mandi un banalissimo sms ad un numero gratuito scrivendo
solo il numero identificativo della fermata e in mezzo secondo ti dicono a che
ora passano i prossimi 3 autobus, con un’approssimazione reale di 2-3 minuti.
In Martinica ci sono i bus collettivi: tu vai alla stazione e sali sul bus,
quando è pieno o quasi si parte. E quindi figurati alle fermate: il viaggio in
bus è molto aleatorio. Ma funziona bene l’autostop, cosa che negli Stati Uniti
non ho visto per niente.
-
Sempre
in bus, biglietto: negli Usa tutti lo fanno o ce l’hanno, c’è una macchinetta
che bippa tutti e non si sgarra, ma a nessuno verrebbe nemmeno in mente di
viaggiare senza pagare; e sali e scendi alle fermate, non un metro più avanti o
più indietro. Ai caraibi: ammesso e non concesso che riesci a salire, quando
arrivi dove devi arrivare lo dici rumorosamente all’autista, e paghi a lui una
tariffa più o meno variabile in base a se ti ha scaricato sulla strada o se ha
fatto una variazione sul tema accompagnandoti fin sull’uscio di casa. A
discrezione sua.
-
Aeroporto:
tu arrivi all’aeroporto internazionale di Miami, sala controllo passaporti/visti,
ti metti ordinatamente in fila dietro alle 5.000 persone già davanti a te ma al
massimo in una ventina di minuti sei libero di passare. Martinica: sull’aereo
siamo in 50 ma per passare il controllo passaporti (in ordine sparso perché chi
spinge di più passa prima, questa è la regola) ci vogliono gli stessi venti
minuti. Mah.
-
Ristorante
o snack: tu entri, è pienissimo ma in un attimo ti siedono, ordinano e ti
servono, sempre col sorriso stampato. Caraibi: entri, non c’è nessuno, il
barista non distoglie lo sguardo dal giornale, poi dopo un po’ ti saluta
(sorridendo), gli chiedi un caffè, sbuffa, ben che ti vada dopo mezzora ti
serve un the (oh, s’è sbagliato, solo chi non fa niente non fa errori….), dopo
un’altra mezzora riesci a farti fare il conto, gli dai i soldi, sbuffa perché non
ha il resto, esce a cercare dal vicino, già che c’è sale su in casa a stendere
i panni, torna giù e… ops, si è scordato di cambiare i soldi e ricomincia
daccapo…
-
Bagni:
ovunque vai c’è sempre un bagno libero, grande, spazioso, pulito, con la carta
igienica e perfino il sapone per lavarti le mani, ed il getto dell’aria calda
funziona. Incredibile vero? Caraibi: vabbè, come da noi, lasciamo stare le
descrizioni.
-
Traffico:
le corsie sono fatte per essere utilizzate ordinatamente, se devi cambiare
corsia metti la freccia e ti lasciano passare tranquillamente. Al semaforo
rosso ci si ferma. Martinica: tu sei dietro ad una macchina, questa si ferma
senza freccia né alcun altro avviso a caricare/scaricare qualcuno, questo
qualcuno ci mette tra i cinque ed i sette minuti per aprire la portiera, fanno
le ultime chiacchiere poi finalmente l’auto riparte e tu anche. Per non parlare
di quando si incontrano per la strada e si mettono a fare le chiacchiere
finestrino a finestrino. E hai poco da brontolare, sei tu quello strano se hai
fretta!
-
Supermercato:
entri, compri, vai alla cassa e paghi. Caraibi: entri, se trovi un prezzo
affisso sei fortunato, comunque metti nel carrello, arrivi alla cassa e anche
se sei l’unico e hai comprato solo tre prodotti devi mettere in preventivo
almeno un quarto d’ora.
-
Orari:
negli States ti dicono un orario, è quello. 5 minuti di ritardo vengono
annunciati via sms o telefonata. Martinica: gli orari sono relativi, se una persona
arriva con tre ore di ritardo dov’è il problema, alla fine è arrivata no? Due
minuti o mezza giornata cosa cambia.
-
Hotel
o servizi vari: una cosa non funziona (raro) chiami e in meno di due minuti
sono già lì a sostituirla. Caraibi: lo sapevano già da mesi che quella cosa non
funzionava, stanno aspettando il tecnico. Non è dato sapere se qualcuno l’ha
chiamato, sto tecnico. Ma prima o poi verrà riparata.
-
Autonoleggio:
vai, firmi, paghi, ti danno la chiave e vai a prenderti l’auto al parcheggio,
sanno esattamente se ha ammaccature e dove sono; alla restituzione ti chiedono
solo se tutto funziona bene (luci, frecce, freni….) ma nessuno guarda la
macchina perché se hai fatto danni ti addebiteranno direttamente il costo sulla
carta di credito, né un dollaro in più né un dollaro in meno. Caraibi: vai, se
tutto va bene in meno di mezzora hai il contratto, fai cinque giri dell’auto facendo
delle crocette su un disegno stilizzato per segnalare le botte già esistenti,
prendi l’auto e qualunque cosa non funzioni se non la segnali immediatamente
sarai stato tu a romperla. Al ritorno rifai cinque giri dell’auto col tipo che
toglie anche la polvere (sia mai che nasconda una rigatura), e se è “troppo”
sporca paghi un supplemento.
….e tutto quel che io in una settimana
non ho potuto vedere….
Insomma forse alla fine
organizzativamente parlando l’America resta sempre l’America e si vive bene, ma
vuoi mettere il colore, il calore umano, il folcklore, la fantasia ed i profumi
dei caraibi? Dove nulla funziona, ma tutto è così bello….
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