I LADRI DI BICICLETTE (e c’era anche un gruppo che si chiamava così…..)

Sabato pomeriggio a Toscanella, ridente cittadina di 3.000 anime nella provincia di Bologna: mia mamma va al Mercatone in bicicletta, e come suo solito non la chiude a chiave, ancora convinta di vivere nel paese dei balocchi dove nessuno ruba niente. Al momento di riprendere la via di casa trova la sua bicicletta lucchettata. Pensando ad uno scherzo da parte di quei burloni dei dipendenti che sempre ne pensano una per divertirsi alle sue spalle (mia mamma è un ottimo soggetto per gli scherzi, ha sempre delle reazioni che fanno molto ridere e di conseguenza ne è spesso vittima) inveisce un pochino ma finisce per andare a casa a piedi. Domenica mattina torna, e ovviamente la bicicletta non c’è più. Arrabbiatura, delusione, sgomento, ma ormai è inutile piangere sul latte versato e pace all’anima della bicicletta, tanto era vecchia.
Lunedi pomeriggio, sempre Toscanella, sempre la stessa ridente cittadina in provincia di Bologna: Damiano rientra al magazzino del Mercatone per scaricare il camion, è un po’ incazzato perché la giornata lavorativa è andata a ramengo, e perso nei suoi pensieri incontra sulla strada la mamma che corre come una forsennata verso di lui agitando le braccia come l’omino dell’aeroporto che fa i segni agli aerei per l’atterraggio, è paonazza e visibilmente scossa, lui le va incontro col camion, pure un po’ preoccupato, e lei, un po’ per la corsa un po’ per l’abbassamento di voce che ha da due giorni, inizia a rantolare parole sconnesse “bicicletta….rubata….vista….ladro….entrato…”, butta l’occhio e vede laggiù lontano la bicicletta della mamma, ben incatenata tra altre due biciclette. Parte a razzo dimenticandosi di (magari) caricare sul camion la mamma, che lo segue sempre di corsa e sempre più rantolante (se sopravvive stavolta la mandiamo alla maratona di New York!). Scende dal camion, mette il suo fido aiutante Luci a sorvegliare bici e mamma (la prima che non venga spostata, la seconda che non le prenda una sincope) ed entra, cerca tra i clienti, individua i 3 ragazzini descritti dalla mamma e li segue a distanza. Nel frattempo nel parcheggio si raduna un commando di magazzinieri, commessi e dipendenti vari, tutti a piantonare con nonchalance le biciclette, pronti ad intervenire se qualcuno si avvicina alla refurtiva. I 3 ragazzini escono ma si accorgono che c’è qualcosa di strano e non hanno il coraggio di avvicinarsi alle biciclette. Poi il più audace osa, fa un passo verso il commando, esordisce con un “scusate”….e scoppia in un pianto dirotto. Tra un singhiozzo e l’altro riesce a balbettare che sabato pomeriggio un suo amico ha fatto questo brutto gesto, lui c’era, ha visto, ma non è stato lui, poi si sono pentiti tutti e quindi oggi son tornati per riportare la bicicletta al suo posto. Quando Damiano gli dice “io so chi sei tu, conosco bene tuo zio” il ragazzino comincia addirittura a tremare per la paura e chiede sempre più disperatamente perdono. Allora viene decisa una punizione per tutti e 3 i “furfantelli”: innanzitutto visto che la mamma è venuta in macchina c’è il problema di come portare la bici a casa, e quindi parte la spedizione trans-Toscanella mamma in auto davanti e ragazzini in bicicletta dietro per riportargliela fino al garage di casa, e le regalano pure il lucchetto, poi viene stabilito che da oggi per 2 settimane tutti i pomeriggi dopo la scuola vengono al Mercatone a spazzare il parcheggio dalle foglie degli alberi e raccogliere i cartoni, le famiglie non saranno messe al corrente della cattiva azione e si ottiene anche la promessa che non faranno mai più una cosa del genere.
Quando Damiano stasera mi raccontava la scena al telefono ero in barca da sola a sganasciarmi dalle risate, la sua imitazione vocale della mamma è stata uno spasso tale che mi sono quasi venuti i crampi alla pancia!
Prima considerazione di questa storia: è sempre meglio chiudere a chiave la bicicletta. Seconda considerazione, cercando di guardare la storia dal punto di vista dei 3 ragazzini: ma con tutte le biciclette che potevano rubare….ma proprio la bici di una persona conosciutissima al Mercatone e che ci va un giorno si e l’altro pure e ha anche il figlio che ci lavora e per giunta conosce addirittura lo zio di uno dei tre??? Questa è sfiga ragazzi, pura e semplice sfiga!! Ma che gli serva da lezione.

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