Toscanella,
16 settembre 2016
Quanto
tempo senza scrivere, di nuovo. Mi sa proprio che questo blocco dello scrittore
persista un po’ troppo, e penso di essere arrivata alla fine della mia “carriera”.
Non ho nulla di interessante da dire e condividere, ormai è tutta routine,
chissà forse dovrei di nuovo cambiare vita
Ma,
perché c’è sempre un ma, sono stata ispirata. Purtroppo non avevo dietro il mio
fido pc per sfogare subito la cosa quindi è rimasto tutto filaccioso ed
intorcigliato tra il cervello e la tastiera, e ora che sono ferma provo di
districare un po’ la matassa, vediamo cosa ne esce.
Breve
riassunto delle puntate precedenti: ho passato un’estate poco simpatica. E dunque, nonostante i miei buoni propositi di resistere fino alla fine, quasi a
“redimere” la pasionaria Vaifra dei primi anni che mandava a cagare armatori e
comandanti uso ridere, ho ceduto; mi dispiace perché ce l’avevo quasi fatta
cazzo, ma quando mi si è spalancata la
porta verso la libertà non ho resistito e ho preso l’occasione al
volo!!! Un po’ mi spiace… ma un po’ no. Combattuta come solito.
Bref,
quella ormai è storia vecchia; dopo due giorni senza catene , tra il
frastornato e l’incredulo di fronte a cotanta inaspettata libertà stavo quasi
decidendo che non avevo bisogno di decidere niente riguardo il mio futuro
imminente: avevo solo bisogno di respirare aria fresca per spurgare il negativo
che mi si era accumulato nel sangue, e stavo pregustandomi relax e fancazzismo
ma ecco che mi suona il telefono ed è un’amica
che mi fa tantissimo piacere sentire, ma non porta buone notizie…. anzi
purtroppo il motivo è dei peggiori. Mi chiede di sostituirla perché ha
un’emergenza di quelle che non si vorrebbero avere mai nella vita. E così 12
ore dopo sono in aereo per Olbia.
Il
piacere e la gioia di raggiungere Omero purtroppo sono offuscati dalla circostanza,
ma show must go on quindi ci rimbocchiamo le maniche e sotto le sue direttive
cerco di aiutarlo in qualche modo finchè la sera con un bel
sorriso accogliamo i nuovi ospiti a bordo e si comincia
Skipper
ne ho passati tanti in quasi 12 anni, ma posso solo dire: Omero = un altro
mondo. Non so se con questo post riuscirò mai a spiegare cosa significa essere
in barca con lui, potrei provare a risassumere il tutto confermando quel che ho
sentito dire tante volte: con Omero non è una vacanza in barca a vela, con
Omero è un’esperienza.
Amo
follemente quell’uomo - nel senso ampio
del verbo - da quando l’ho conosciuto, e mi piace perchè è una persona vera: è
schietto, diretto e non usa tanti giri di parole, e poi vuole fare tanto il
burbero ma ha un cuore grande, è una persona corretta, seria, leale; ma proprio
perché lo conosco ero anche un po’ timorosa di lavorare con lui, avevo paura di
non andargli bene perché sappiamo tutti che un conto è l’amicizia e un altro
conto il lavoro.
Invece
è andato tutto bene, anche se io i primi giorni ero emozionata a fare il
marinaio di Omero: so perfettamente che le mie capacità strettamente marinaresche
sono deludenti rispetto all’esperienza che ho maturato perché per me è ancora “le
vele queste sconosciute”, ma sotto le
direttive di un buon comandante mi reputo un discreto aiuto in coperta. Con
lui? Come se non avessi mai visto una barca in vita mia, come se non avessi mai
navigato, come se non avessi mai fatto un charter! Lo osservavo cercando di adattarmi
al suo stile e all’impostazione che lui dà alle sue crociere, e tutto quello
che riuscivo a pensare era “ecco come si fa” . Non so spiegare bene, ma Omero
ha uno stile tutto suo: come ogni skipper mette delle regole a bordo ma le sue,
forse più strette di quelle di altri, solo per il modo in cui te le dice ti
entrano in testa che non c’è bisogno che te le ripeta la seconda volta. Sulla
Freya non ci sono clienti da servire e riverire come principini: ci sono amici
in viaggio, è diverso, e sono tutti lì a bordo per vivere un’esperienza che lui
riesce a rendere unica se non altro per il modo in cui rende tutti partecipi:
pronto a spiegare l’abc della vela a chi ha voglia di capire e partecipare,
paziente nel ripetere le cose, a volte con calma a volte con una battuta da
ridere, sempre attento a che l’itinerario sia il migliore secondo la meteo,
preciso negli orari in modo che le giornate siano scandite da un ritmo
piacevole che possa conciliare navigazione, nuotate, pasti e relax. E poi,
diciamocelo: come cucina quell’uomo? Ho mangiato tante volte in barca da lui, e
devo dire che mai una sola volta ho mangiato “normale”, ho sempre mangiato
BENISSIMO, ma pensavo che un conto è farci una mangiata tra amici di tanto in
tanto, un altro conto è un charter giorno dopo giorno pasto dopo pasto. 10 e
lode alla cucina di Omero, buona e SANA senza paciughi né porcherie.
E
mi chiedo: come mai io ho sempre da fare almeno due menu diversi se non tre, e
se anche riesco a conciliare tutti con un unico menu e metto in tavola
millecinquecento cose ce ne sono sempre almeno due che mi chiedono quello che
non c’è? Io per esempio ho smesso di condire l’insalata perché uno vuole più
sale mentre quell’altro la trova troppo salata, uno vuole l’aceto e l’altro il
limone, uno vuole l’olio d’oliva e l’altro l’olio di stocazzo, e poi non ce l’hai
un po’ di soja? Io posso avere una fetta di formaggio? Posso avere un pomodoro
intero e tagliarlo come piace a me? A me le carote solo grattugiate, a me alla
julienne, a me intere (si ma poi sai dove te le devi mettere?). Vogliamo poi
parlare della colazione? Per me è un dramma: ci metto una quarantina di minuti
io a prepararla, e ci sono sempre ottomila cose in tavola: fette biscottate,
pane tostato, cereali, frutta, yogurt, biscotti, minimo 3 gusti di marmellata e
5 tipi di dolcificanti diversi, la cesta delle bustine di the (perché chi vuole
earl grey chi vuole english breakfast chi vuole deteinato…..) latte freddo,
latte caldo, latte alla temperaturaprecisachevuoitu…..e ti chiedono il muesly
alle 4 noci perché ci sono solo quello ai frutti rossi e quello al cioccolato. Con
Omero? Questo c’è, fatto in questo modo ed è buono ma se proprio non ti piace c’è
quello, fatto così ed è buono pure quello. E va sempre bene e sono tutti
contenti. E allora io tante domande me le sono fatte, ma tante proprio. Sto
ancora cercando le risposte.
Adesso
basta tessere le lodi perché se no pare esagerato, ma io queste cose dovevo
scriverle perché mi ha veramente ispirata per scrivere un post sul mio blog
ormai in disuso.
Per
quanto mi riguarda mi sono rilassata, mi sono divertita, ho nuotato tantissimo
e non sapevo nemmeno dove stesse di casa lo stress, ho conosciuto persone interessanti, a Bonifacio ho incontrato amici italiani e
francesi… concludendo: io sono tata
proprio bene e soprattutto dopo i quasi tre mesi di arresti domiciliari queste
due settimane sulla Freya mi hanno fatto
far pace col mondo.
Omero
forever, un uomo un mito.