Canale di St.Vincent, 06 gennaio 2011

Quando immaginavo questo post pensavo e speravo di poter scrivere cose del genere “Tanto lavoro ma anche tanto divertimento”. Invece no. Tanto lavoro quello sì, con 18 italiani a capodanno lo stress era prevedibile, ma sul divertimento pensavo più ad una cosa generica e che riguardasse anche l’interazione equipaggio-ospiti, e non solo al divertimento intra-equipaggio. E non pensavo che certi atteggiamenti irrispettosi che nemmeno il più snob ed altezzoso degli armatori si sognerebbe di avere nei confronti del proprio equipaggio si manifestassero durante questi charterini che in genere richiamano un tipo di gente che io definisco normale ed umana. Di 18 ne salvo cinque: educati ed intelligenti. Gli altri un branco di caproni deficienti e maleducati sullo stile pago-quindi-pretendo che non hanno capito la regola numero uno: se tratti bene la hostess mangerai bene, se invece la tratti male mangerai cibo appena commestibile, non è certo battendo i pugni sul tavolo che otterrai cura ed amore nella preparazione del cibo che ti verrà servito.



In 7 anni di questo lavoro finora ho sempre avuto riscontri positivi, nei questionari di soddisfazione ho sempre preso le crocette sulle voci da “buono” ad “eccellente” salvo UNA SOLA volta che ho preso un “sufficiente”; ora ho completato la collezione con una bella serie di “scarso” e “mediocre”. Me lo aspettavo ma non ero preparata a ciò che ho letto, cattiverie gratuite come se piovessero; oltre alle stronzate galattiche tipo che si aspettavano di mangiare molluschi e crostacei: qui i molluschi non esistono, e l’unico crostaceo è l’aragosta che ovviamente non è compresa nel budget di spesa che mi viene dato dall’alto. E per quanto riguarda la scarsità di frutta mi risulta che ogni pasto ne rimanesse, oltre a venire rigettata a merenda (in favore di spaghettate alle 5 del pomeriggio, che NON sono comprese nè materialmente nella pensione completa né contrattualmente per la preparazione, e poi dite che la hostess pecca di scarsa disponibilità… ma andatevene affanculo tutti insieme valà!).



Ho un mal di testa da record, e ho pure vomitato, ma non ho il mal di mare: penso sia dovuto al fatto che sono le 20.50 e ho iniziato a piangere stamattina subito dopo lo sbarco del branco e ancora non ho finito. E chi mi conosce sa che non è così facile farmi piangere. Cosa dovevo fare? Eppure i 20 (anzi 21) francesi + equipaggio che ho avuto a bordo su questa stessa barca in aprile mi avevano strariempita di complimenti… So che stavolta il cibo servito non era della migliore qualità e su questo punto mi rispondo ripetendo che è una legge della natura: io sono qui per cucinare; tu sei in vacanza; io faccio del mio meglio perché le tue vacanze trascorrano piacevolmente, tu però cerca di non inacidirti con me per delle minchiate delle quali peraltro io non ho colpa: se non ti è piaciuta l’escursione non puoi tornare in barca ed aggredire ME ed oltretutto offendermi a morte dicendo cose che non sai neanche tu, perché poi anche se porto il massimo rispetto per il cliente se tu punti il dito contro DI ME personalmente, è facile che mi girino anche le balle e dopo per conseguenza logica, visto che io sono lì principalmente per cucinare e sulla mia fronte non c’è scritto né “ufficio reclami” né “pungiball per turisti frustrati” e nemmeno “psicoterapia”, il mio ego offeso e risentito emanerà fluido negativo alle mani che lavorano e ciò che uscirà dalla mia cucina farà inevitabilmente schifo. Il che non agevola il tuo benessere. E se non capisci questa regola basilare sei un minchione frustrato e la prossima volta anziché scegliere una barca con cuoca portati un robot da cucina. Il Bimby per esempio, è perfetto, fa tutto buono e velocemente, non è sensibile né tantomeno umorale, non ha bisogno di dormire almeno 5 ore per notte e non si incazza se lo offendi, ti fa gli spaghetti anche alle 3 di notte se li vuoi. Ah, e non ti romperà mai le scatole, per esempio non si sognerebbe mai e poi mai di consigliarti di difenderti dal sole al tuo primo giorno ai tropici, mancandoti di rispetto come dici tu; dopo accurate analisi del perché e percome ci fosse cotanto astio nei mei confronti sembra che questa scena del primo giorno sia stata la miccia che ha innescato la bomba dell’antipatia, ho offeso uno dei leader e da lì è stato un crescendo di cattiveria nei miei confronti, dopo questo incidente ogni cosa che io dicessi o facessi ero: a-irrispettosa, b-antipatica, c-non professionale d-checazzoneso, ma di sicuro mai niente di positivo, ed il branco dei caproni era troppo stupido ed ignorante per ragionare e giudicare con la propria testa, era più divertente stare tutti coalizzati scaricando le proprie frustrazioni su qualcuno/qualcosa, inoltre la delusione di trovarsi in una vacanza “confort” anziché “superluxe” ha deluso le aspettative dei vacanzieri e diciamo che ho fatto un po’ da capro espiatorio. Salvo qualcuno che ha obiettivamente azzeccato il punto comprendendo che io personalmente ho fatto del mio meglio con i mezzi a mia disposizione, e che quindi la delusione per il menu che non comprendeva aragosta e champagne ad ogni pasto non è colpa mia personale ma delle false aspettative che erano state create.


Se esiste una top ten, come si chiama la classifica inversa? Flop list? Bene, questo è stato il flop numero 1. Oltre alla importante mole di impegno fisico ho lavorato in condizioni di stress mentale che non mi erano mai capitate prima… 18 cavallette affamate e pretenziose che quando scendevano dalla barca mi pareva una tregua dall’incubo che stavo vivendo, poi dopo troppo poco tempo vedevo il tender che si riavvicinava alla barca e sentivo l’ansia che mi montava dallo stomaco perché sapevo cosa stava per succedere: dalla mia esperienza ho imparato che quando tornano dalla spiaggia o alla fine di una navigazione regolarmente hanno fame, è normale, e mi faccio sempre trovare pronta per uno spuntino; in genere funziona. Peccato che noi Italiani per spuntino intendiamo un bue, ma non solo: se c’è frutta ne hai almeno due che vogliono formaggio e uno che vuole biscotti; se prepari biscotti ce ne sono tre che vogliono frutta e due che vogliono prosciutto, uno lo vuole di Parma e l’altro invece vuole un Pata Negra. Poco importa che sei ai caraibi, loro hanno pagato ed esigono. E se non ce li hai perché non rientrano nel budget sei tu un’incompetente.
E appena li hai sistemati tutti e stai pregustando la tua mezzora di pausa quotidiana (tra le 6 e le 23 almeno mezzora te la devi concedere se vuoi arrivare alla fine)…. regolarmente, e sempre proprio nell’istante preciso in cui stai riponendo la spugna dopo l’ultimo passaggio di pulizia del bancone, ecco proprio lì, in quel momento, ne arriva uno che ti chiede qualcosa, qualsiasi cosa, anche solo una cosa semplicissima come scaldargli un po’ di latte, ma tu senti veramente una vocina dentro di te che ti dice di prendere il bazooka e sparare nel mucchio, invece non lo fai perchè lo sapevi anche prima che sarebbe stato così, quindi poche lamentele e scaldi quel cazzo di latte, preferibilmente col sorriso. E appena hai finito e guardi l’orologio e ti dici “beh dai, ho comunque ancora un buon venti minuti di sosta prima di ricominciare” ne arriva un altro e ti chiede un’altra cosa, magari un uovo sodo. Oppure arrivano tutti insieme, come una mandria di pecore, e pur essendo in 18 ti chiedono 25 cose differenti, e tu ti chiedi come sia possibile perchè la matematica dice che 18 persone non possono chiedere 25 cose. Ma noi Italiani ce ne facciamo un baffo della matematica e a volte riusciamo a chiederne anche una quarantina, tutte diverse, tutte insieme, tutte assolutamente e rigorosamente urgentissime, e siamo anche capaci di spazientirci (per esempio battendo i pugni sul tavolo) se non vediamo i nostri desideri esaudirsi in un nanosecondo, in fondo che avremo mai chiesto di strano? Forse è per questo che certe mie colleghe non accettano più di lavorare con Italiani. E io fino a qualche anno fa non avrei capito il perché. Ora che ho preso l’abitudine ai Francesi… porca miseria se capisco!!!!

E così c’è stato un crollo verticale del mio grado di motivazione per un paio di giorni, anche tre; poi mi sono scrollata da sola e ho pensato “ma che cazzo me ne frega di cosa pensano questi qui di me, se gli piace prendermi per una minorata mentale ma che si accomodino e lo pensino, non ho né tempo né voglia di dimostrargli il contrario, non me ne frega proprio niente!” mi sono un po’ ripresa e anche se non è cambiato niente almeno il mio umore è tornato a livelli umani. Non ho trovato un eccellente feeling col grosso del gruppo, addirittura una persona mi stava pesantemente sulle palle (mai successo prima di provare tanta antipatia per un passeggero), ma c’erano anche alcuni elementi che mi piacevano molto e quindi più che altro per loro ho deciso di uscire dal guscio che mi ero creata al secondo giorno e ho ripreso un po’ il mio tono abituale; altre 4-5 volte ho rischiato crisi di nervi ma sono arrivata alla fine senza uccidere nessuno. Come ho fatto non lo so. E soprattutto non so come ho fatto a non ricominciare a fumare perchè la voglia (e in certi momenti la necessità) era davvero tanta; effettivamente ogni tanto ho anche avuto il dubbio che i passeggeri non fossero veri clienti ma piuttosto attori pagati dal mio dottore del centro antifumo per mettermi alla prova…. una specie di prova di forza per vedere se so resistere allo stress senza riprendere la sigaretta. E ho resistito, test superato. A dire il vero pensavo che se proprio dovevo fumare allora avrei dovuto passare direttamente alle canne, quelle di roba buona però! Poi però mi sono anche detta che non ha senso iniziare a farsi le canne a 40 anni e ho rimandato ad un’altra vita.

Per fortuna almeno mi sono divertita tantissimo con l’equipaggio: capt Serge si riconferma fenomenale, sono professionalmente innamorata di lui perchè oltre ad avere ottime capacità organizzative-gestionali-tecniche eccetera eccetera è simpaticissimo sempre con la battuta pronta che ti fa schiantar dal ridere. Ha un’intelligenza empatica superiore alla media e capisce di cosa ha bisogno la gente, se è il momento della battuta, del cinque o della pacca sulla spalla. E poi è gentilissimo, lavorare con lui è davvero un piacere. Max il marinaio, bello come il sole, silenzioso e discreto, efficiente e presente, sempre sorridente e disponibile, a posto col mondo, che ogni tanto si lasciava andare tramutandosi in simpatico personaggio da telefilm, e le risate che mi son fatta con lui durante i lavaggi piatti faranno parte del mio bagaglio di ricordi di questa crociera un po’ speciale. E poi “il patacchino”, Darietto: lo conosco già da un po’ e confermo quel che ho sempre pensato di lui: molto giovane ma in gamba. Tra di noi crew ci siamo divertiti davvero tanto. E poi gli altri della flottiglia, che ‘sto giro a parte gli skipper non ho praticamente nemmeno visto sebbene l’ultimo dell’anno abbiamo fatto aperitivone tutti insieme in barca da noi. Indimenticabile la mezzanotte: barca silenziosissima (tutti a terra), serie di pose cretine con l’autoscatto, brindisino di mezzanotte e poi iniziano i fuochi, siamo molto vicini a terra e un fuoco sparato altissimo ci punta contro, il vento lo fa arrivare proprio sopra di noi e scatta il corri–corri su tutta la coperta con secchi alla mano: ci casca a poppa o a prua? Tu stai a dritta che io sto a sinistra, corri corri, svelto che arriva, minchia ci becca in pieno, siamo nella merda…. invece no, per fortuna, è caduto in acqua a meno di 3 metri da noi, allarme rientrato.


BEST CREW

Il costante buonumore con l’equipaggio mi dava la forza di non sbroccare definitivamente e sono arrivata fino all’ultimo giorno. Ma davvero, se non fosse stato per il grande feelling tra di noi avrei dato in escandescenze e sarei sbarcata al terzo giorno. E quindi cara la mia maleducatissima signorina “voglio questo e quello”. e soprattutto carissima testa di minchia ipocrita e falsa come l’ottone signorina “karma contro” (che se ti incontro un’altra volta nella vita ti gonfio come una zampogna e te lo faccio passare io il trauma di pinocchio – meglio che non ti spieghi cosa ho intenzione di fare col naso di legno - vediamo se hai il coraggio di dirmi in faccia quel che hai scritto; e se mai leggerai queste righe fammi causa, non all’agenzia viaggi ma a me personalmente, Melchiorri Vaifra, non aspetto altro) e anche tu mister “ho capito solo io come gira il mondo” e signor (o signora?) “ho pagato, pretendo” … ma andatevene, sinceramente e di cuore, a dar via il q, che gente insulsa come voi spero di non incontrarne nemmeno più! Cordialmente, vostra antipatica, non professionale, deludente, incompetente hostess Vaifra.



Marin, 7 gennaio 2012

Durante il trasferimento da Union a Martinica nei miei turni di guardia ho avuto tanto tempo di riflettere e ora penso di sapere cosa provava Napoleone sulla strada del ritorno da Waterloo. Ci si pongono domande e si cerca di darsi risposte obiettive. So dove ho sbagliato, penso di aver capito gli errori commessi. Io ho fatto del mio meglio ma c’è un problema di fondo, aspettative deluse, la cosa non dipende da me ma viene dall’alto, io ho rispettato le direttive ricevute e i miracoli non li so fare (anche perché se no non stavo qui a spadellare ma mi chiamavo Gesù e nascevo 2.000 anni fa), però ho capito due-tre punti sui quali ho sbagliato: il primo errore è stato accettare questo charter. Dovevo saperlo che 18 Italiani convinti di avere il lusso al prezzo dello standard avrebbero rotto le scatole.


Comunque oggi va molto meglio. Sarà che ho seccato il serbatoio delle lacrime, sarà che ho parlato col big boss, piuttosto famoso per le sue sclerate paurose e col vizio di licenziare gente ad uso ridere, e anziché darmi una lavata di testa per i ritorni negativi si è preoccupato di come stesse la mia psiche, mi ha confortata e mi ha offerto altro lavoro (alla faccia di chi mi vuol male), o forse sarà che tutti quelli che ho incontrato non ci credono che ho preso il 100% dei giudizi negativi e inizio a dubitarne anche io (forse l’ho sognato). Oggi in ufficio mi sono sganasciata dalle risate: passato il momento serio della discussione del problema in termini professionali si è iniziato a fare ironia sull’accaduto: in 7 anni mai un ritorno negativo e nemmeno medio, e poi tutto d’un colpo bum! eccone 18 tutti insieme che dicono peste e corna di me. Ma la segretaria interviene dicendo che ha guardato bene e i giudizi non sono tutti e 18 negativi, c’è uno che ha messo la crocetta in una casellina più a destra. Rispondiamo all’unanimità che si dev’esser sbagliato, ha letto il questionario a rovescio… altre due stronzate sparate lì così e la mia tensione è stata stemperata. Gli amici mi sono stati stretti e l’autostima sta tornando. Ho ancora 2 giorni di tempo per riprendermi prima del prossimo charter, devo assolutamente scrollarmi di dosso la brutta esperienza per non scaricare la mia frustrazione sul prossimo gruppo, che di colpa non ne ha e anzi dalle mail che ci siamo scambiati finora l’impressione è di gente allegra ed intendo tornare ai miei livelli abituali.

Basta, non ne voglio nemmeno più parlare, ho praticamente scritto un romanzo, l’argomento è stato trattato da tutte le angolazioni e viene ufficialmente chiuso. Questo lavoro tutto sommato mi piace ancora, è stata solo un’esperienza orribile e non devo deprimermi né autoflagellarmi, devo guardare che ho ancora 4 mesi da stare qui e diversi charter programmati nei quali mi divertirò come una pazza e sarò di nuovo apprezzata ed amata dai miei ospiti, il che mi darà come sempre entusiasmo e voglia di fare più di quel che devo. Aragoste comprese. Tiè!!!!



7 commenti:

Anonimo ha detto...

cara....hai tutta la mia solidarieta', quando e' troppo e' troppo

damiano ha detto...

bella li iaio, cosi ti voglio
sei sempre la migliore! in culo a quelli che ti vogliono male!

Fabri ha detto...

Ciao Vaifra.

Io c'ero e posso comprendere la tua amerezza e delusione.

Con i nostri tipi di attività dobbiamo, ahimè, imparare a farci scivolare addosso certi ingiusti commenti e per niente irriguardosi atteggiamenti, altrimenti prima o poi siamo destinati a soccombere.

Conoscendoti, sono certo che in questo charter troverai persone che apprezzeranno la tua professionalità, disponibilità e simpatia !
Fabrizio (skip)

Anonimo ha detto...

Un saluto

Monica giorgi ha detto...

Cara mi spiace leggere che sei stata così male pero' mi rincuora che i tuoi principi non sono cambiati .. Le ingiustizie non le hai mai digerite e per quel che ti conosco so che scrivere tutto quello che hai scritto e' stato per te impegnativo ma decisamente necessario! Sei una grande e solo le persone vere lo possono vedere e capire..
E ricorda da ogni difficoltà e/o sconfitta c'è comunque sempre qualcosa di buono e positivo da archiviare.. Il difficile e' capirlo ma tu sei in gamba e sono certa che lo hai trovato e già archiviato! Un bacio Monica

Monica ha detto...

Ecco cosa avevo dimenticato prima.. E' la crisi del 7 anno.. Ci sta no?? E' fisiologico giusto??!! In tutti i rapporti esiste la crisi del 7 anno, non si può evitarla!!

Claudina ha detto...

Ecco uno dei motivi per cui io cerco di evitare il più possibile i connazionali che sono in vacanza in giro per il mondo: in barca, a piedi, ina ereo, in qualunque posto, alla larga..!! Ciao :-)

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