29.11.05 quasi al tramonto

Son semper chì, a Le Marin.

In questi giorni abbiamo lavorato a bordo, fatto mille ciappini e ce ne sono altri mille da fare. Non capisco: abbiamo fatto una lista dei lavoretti, cancelliamo una voce e se ne aggiungono 3, qui la matematica dev’essere un’opinione. Cioè, la barca è già a posto, perfetta, stiamo solo controllando e ottimizzando tutto quanto in modo che quando inizieranno ad arrivare i clienti tutto sarà perfettamente a posto, in poche parole non stiamo fermi un attimo, ma va bene così, d’altra parte se no che faremmo? Tutto il giorno a nuotare e prendere il sole? Naaa, sai che noia? A parte gli scherzi, meno male che ci sono tutte queste cose da fare se no morirei di noia davvero, invece così almeno me la passo e pian piano inizio a conoscere la barca….Domenica mattina appena svegli abbiamo deciso di spostarci, siamo andati qui vicino a Saint Anne, finalmente mare pulito e…. splash! in acqua, subito. Poi…vuoi stare lì a starnazzare e basta? Certo che no! Infatti ecco pronta spugna, cif e vai col giro di pulizia degli scafi. Premetto: io non so nuotare, galleggio e nuoto a stile cagnolino, quindi non vi dico la fatica a fare tutto il giro arrancando con la spugna in alto, ho bevuto tanta di quell’acqua che ho continuato a ruttare (pardon il francesismo) fino a sera. Ricordarsi la prossima volta di mettersi le pinne! Poi cmq per il resto della giornata abbiamo lavorato di brutto e la sera siamo andati a farci un giro in paese (molto molto carino!!!), abbiamo “aperitivato” con dei cosi fritti comprati per strada che si chiamano acran o qualcosa del genere, poi a cena con 2 amici italiani di Christian (Michela e Stefano, sburi!).
Non ho molto altro da dire, si lavora si mangia e si dorme in attesa di cominciare a fare qualche crociera, non vedo l’ora!
Beh questa ve la racconto, dai: l’altra sera siamo andati a mangiare una pizza (ebbene si, e vi dirò che era anche buonina!) con Franco e Silvana, 2 italiani che vivono su una barca poco lontano da noi. Beh, ad un certo punto iniziano a dire che la cameriera mi somigliava parecchio ed in effetti era così, poi dalla somiglianza del viso (occhi, bocca, naso) siamo passati ad analizzare il resto: eravamo pettinate circa uguali (banalissima coda di cavallo), anche la montatura degli occhiali era molto simile, poi come se non bastasse entrambe avevamo maglia rossa su pantaloni tipo pescatore color verde militare, le abbiamo chiesto il nome e anche lei aveva un fatto nome strambo che in quattro abbiamo risposto “eeeehhhhh?????” e lei ha fatto la classica faccia che faccio io quando devo ripetere il mio nome. Ok, questo non c’entra niente con la mia avventura ai caraibi ma è stato un momento curioso e ve l’ho raccontato, tutto qui. FINE per oggi.