Bologna,
26 gennaio 2015
Di
nuovo in aeroporto, destinazione sempre ovest: me ne vado a Miami a dare
un’occhiatina ad un paio di cose che potrebbero essere interessanti, non
esattamente nel settore nautico.
Comunque,
questa stagione senza charter mi fa strano. E’ vero che l’ho scelta io perché
volevo avere libertà di movimento senza vincoli, ma dopo solo pochi mesi devo
purtroppo ammettere (a me stessa prima di tutti) che MI MANCA. Mi manca
navigare, mi mancano i clienti, mi manca l’ambiente easy e spensierato che si
respira durante un charter. Mi mancano perfino gli incazzi e gli scazzi per la
disorganizzazione di alcune agenzie, la pioggia da ormeggio, il caldo
asfissiante della cucina, le mosche e le zanzare, tutto mi manca. Forse non
sono ancora pronta per mollare tutto questo. Comunque vado avanti, ho le
fregole e devo in qualche modo calmarle.
In
questo periodo di non imbarco sto lavorando un sacco sul mio futuro, sto
guardando mille cose, sto preparando documenti per potenziali progetti
interessanti, sto anche contattando gente che poi quando incontrerò non so
nemmeno cos’ho da raccontargli, insomma sembro una matta. Sto aprendo
cinquemila porte diverse in settori totalmente differenti, ed il bello è che
non ho idea di quale soglia varcherò, soprattutto perché non ho idea di quante
di queste porte si apriranno davvero oppure si sbarreranno davanti a me. Ma
bisogna provarci.
Avevo
pensato anche di accasarmi, idea subito accantonata non tanto per mio
ripensamento quanto perché la controparte, cioè il diretto interessato è stato decisamente diretto nel comunicarmi il suo non
interessamento alla faccenda. Ed onestamente penso anche che sia meglio
così: un pensiero in meno. Tanto per non smentirmi.
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