amici a bordo!


Saline, 29 gennaio 2013

Provare abbiamo provato, e visto che pescare non è una scienza esatta possiamo anche accettare il fatto di non aver preso niente. Contavo molto sulla fortuna del principiante ma neanche quella ha avuto voce in capitolo. Il primo giorno, dopo esserci arrovellati il cervello e le meningi per fare delle sorte di nodi che tenessero bene gli ami, dopo esserci ingrovigliati ben bene con metri di lenza tipo piatto di spaghetti (e noi il condimento), finalmente siamo riusciti ad uscirci fuori con 2 rudimentali ma battaglieri attrezzi da pesca composti da: bottiglie di plastica, lenza, ami e seppie congelate. I nodi fantasiosi hanno tenuto, le esche anche: le abbiamo ritrovate al mattino esattamente come le avevamo messe giù la sera. Forse ho capito male qualcosa. Eppure la luna era nera come mi aveva spiegato Claudi, io le esche le ho messe giù come mi aveva spiegato lui, qualcosa non ha funzionato. Il secondo tentativo qualche sera dopo è andato meglio: nemmeno messa giù una lenza qualcosa ha preso, e mamma mia che emozione tirar su il primo pesce della mia vita!!!! Ok ok, non era né un marlin né un king fish né un dorado e neppure un tonno formato famiglia, era solo un piccolo red snapper, ma l’emozione non è stata da meno!!!! E poi sulla via del ritorno, a Canouan, di nuovo serata-pesca, tutti partecipanti, e lì abbiamo avuto grosse soddisfazioni: in meno di un’oretta 1 carangue e 3 red snapper, evvai!!! Alla traina invece niente da fare (metodo G stavolta, e materiale gentilmente regalatoci da lui anche quello) non è andata meglio: due volte abbiamo strappato tutto, qualcosa dev’essere andato storto.

Undici giorni sono volati via che nemmeno me ne sono resa conto, tutto è andato bene e sono molto contenta di tutto. Mi è piaciuto molto non essere la hostess di bordo: ok cucinavo io ma poi ai piatti ci pensavano gli altri, e per una volta ho sacrificato volentieri le mie ronfate storiche durante le navigazioni per partecipare attivamente; un po’ essere la guida del giro, un po’ lo skipper non abituato al catamarano (ma comunque bravissimo, per essere un non-professionista: chapeau), diciamo che ho dormito veramente poco e sono stanchissima, ma una stanchezza diversa da quella solita di fine charter. I bimbi sono stati bravissimi e hanno vivacizzato tutta la crociera, mi mancheranno anche un pochino. E poi che dire, avere a bordo un vecchio amico è stato veramente qualcosa di bello: fare gli sbarbi incoscienti al bar della bocciofila, fare tutte le baggianate che solo i giovani possono fare, combinarne di tutti i colori insieme, infine perdersi di vista per tanti anni per poi ritrovarsi in vacanza insieme da adulti, dall’altra parte del mondo, e scoprire che comunque sotto le sembianze di persone serie e responsabili ci sono ancora quegli stessi animi adolescenti, quella voglia di ridere e divertirsi invariata nel corso degli anni, in modo diverso è chiaro, ma la sostanza è sempre quella della vecchia e cara “boccio”; e basta una frase buttata lì nel nostro gergo bocciofilese per tornare indietro 20 anni. A Mayerau come al Piro Piro, girando i caraibi come la circolare di Imola, prossima fermata Sellustra, grazie Bughi per avermi regalato questi 11 giorni di “casa” qui dall’altra parte del mondo!

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