Denarau Marina, isole Fiji, 29 ottobre 2011

Fine seconda puntata della nuova serie “navighiamo alle Fiji”. Tutto è andato bene come da aspettative, tranne il tempo, che addirittura ci ha fatti pensare di terminare la crociera un giorno prima, quindi siamo rientrati in porto oggi anziché domani. Col culo che mi ritrovo domani sarà una giornata soleggiatissima e staremo qui a soffrire e schiattare!!!

Infine siamo finalmente riusciti ad andare alle Caves. Posto bellissimo, meraviglioso, con queste rocce tutte frastagliate verticalmente che con la bassa marea mostrano il lato sotto che fa tipo “ombrello” sull’acqua, oppure sulle spiaggette si creano tipo dei “salottini” naturali… bello, davvero molto particolare. Peccato solo la giornata uggiosa: il sole si è concesso appena una mezzoretta giusta giusta per fare le foto e poi si è nuovamente eclissato dietro le nubi. Timidone. Però siamo scesi a terra lo stesso e siamo entrati alle Caves vere, praticamente un laghetto chiuso in una grotta con le pareti a strapiombo altissime sul livello del mare e profonde sott’acqua, col sole che riflette tutto dentro. Molto suggestivo ma il bagno l’ha fatto solo l’armatore, noi altri eravamo poco ispirati. C’era anche una nave da crociera carica di turisti (che a nostro avviso apparivano molto provati da questa vacanza, almeno a giudicare dalle espressioni catatoniche che avevano), e di conseguenza le donzelle del villaggio di fronte avevano allestito bancarelle di souvenir locali: parei, camiciole, conchiglie, collanine e ninnoli vari. Sorridentissime e gentilissime ci hanno proposto di comprare papaye fresche e ci siamo dati appuntamento per il mattino successivo al loro villaggio sull’altro isolotto.


Infatti appena svegli, di buonora e di buonumore siamo scesi al villaggio con due pacchi di Kawa (1) da offrire in dono; al nostro approdo in spiaggia le donne del giorno prima ci hanno salutato con simpatia e calore, ed un signore ci ha accompagnati dal capo-villaggio (Mr. Hinaki, se così si scrive) che ha molto gradito l’offerta, e dopo averci chiesto chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo (un fiorino!) ci ha ringraziati intonando una melodia (capito ‘na mazza) propiziatoria per noi, per il nostro viaggio, per il dono ricevuto e chissà cos’altro ancora, e battendo le mani a ritmo lento con saltuari colpetti veloci, anche sulla kawa stessa. E’ stato un momento intenso, almeno io l’ho vissuto così, tutti lì seduti in terra ad ascoltare il capo che cantava; unico dubbio: ma noi dobbiamo/possiamo partecipare battendo le mani o no? Un pochino l’abbiamo fatto, ma non troppo. Poi ci ha invitati a visitare il villaggio e anche la scuola, era un giorno speciale per i bambini, siamo capitati nel Mafti day (cus’el?). Il villaggio è molto bello, semplice e modesto ma ben tenuto. Le persone che incontravamo erano tutte amichevoli, sorridenti e calorose, tutti ci dicevano che eravmo bula-benvenuti e ci auguravano una felice bula-giornata. La scuola bellissima: a parte che si trova un po’ “in periferia” e per arrivarci bisogna costeggiare la spiaggia e pensavo che figata andare a scuola tutti i giorni passando dalla spiaggia, altro che lo scuolabus in mezzo al traffico! Arrivati là tutti i bambini, di tutte le età, erano tutti mascherati (probabilmente c’era una recita scolastica), tutti curiosi di noi ma tutti a salutarci educatamente e gentilmente con infiniti bula. Abbiamo notato che fin da piccoli comunque vengono instradati a svolgere mansioni socialmente utili: c’era una lavagnetta con scritti i compiti del giorno: a chi toccava pulire la libreria, a chi toccavano i bagni, a chi la mensa eccetera. L’abbiamo trovata un’attività molto utile per responsabilizzarli fin da piccoli, altro che bidelle e mica bidelle, spesso nemmeno rispettate dagli studenti che fanno quel che gli pare tanto non tocca a loro pulire!!!

Sulla strada del ritorno abbiamo reincontrato un tipo (Haki o qualcosa del genere, non ricordo bene) che ci aveva chiamati in casa sua per venderci papaye e banane (acquistati in dosi massicce) e ci ha ripetuto l’invito di recarci al villaggio quando vogliamo, che la porta di casa sua per noi è sempre aperta, e possiamo fermarci quanto tempo vogliamo. Al che c’è stato anche un mezzo tentativo (ovviamente scherzoso) di lasciarmi sulla spiaggia con la scusa “tanto da dormire ce l’hai”.

Una bella esperienza. Molto bella.

Però ho notato una cosa che in città e al marina non avevo ancora visto: al villaggetto le donne avevano quasi tutte i baffi. Belli eh, dei bei baffoni da fare invidia a Pecos Bill. Allora mi chiedo come mai, e mi rispondo concludendo che vivendo con degli uomini che portano la sottana e spesso hanno anche un fiore tra i capelli…. il fatto che le donne abbiano i baffi è l’unica conseguenza logica (o forse il contrario????)


[1] Kawa: trattasi di bevanda a base di radice locale finemente sminuzzata. L’aspetto ed il colore non sono per nulla invitanti (appare grigiastra e sabbiosa) ma pare sia molto in voga da queste parti, pertanto apprezzatissimo dono da portare ai villaggi che si intende visitare. Pare che bevuta in dosi massicce abbia effetti stupefacenti ma neanche troppo, dicono dia sonnolenza. C’è anche chi mi ha chiesto di portarne a casa un po’, e io che stavo già scrivendo la lista dei regali ho aggiunto la voce Kawa seguita da alcuni ++++. Meno male la stessa persona mi ha avvisato che stava scherzando e di non fare una cosa del genere perché in Europa è classificata come droga. Pensa che figura di merda a spiegare a mio babbo che deve pagare la cauzione per tirarmi fuori dalla galera, capo d’accusa: traffico internazionale di sostanze narcotiche. Io che sono contraria alle droghe!!!  Comunque prima di partire la voglio bere, succeda quel che succeda!

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