Fiji prime impressioni

Isola di Viti Levu, Fiji Islands, 04 ottobre 2011

Sempre qui, inchiodati al porto. Ma domani si parte eh, tanto il guasto tecnico non l’abbiamo risolto, lasciamo il motore in mano a chi di dovere e noi si va, se no qui passa il tempo e non vediamo niente. In barca comunque l’ambiente è buono, gli armatori sono simpaticissimi e col comandante tutto ok, è un tipo in gamba!
Nel frattempo, in attesa dei meccanici abbiamo un pochino girato quest’isola, la più grande dell’arcipelago Fiji: domenica abbiamo fatto una bellissima gita sulla costa dall’altra parte dell’isola, con tanto di visita ad un parco naturale (stupendo) e poi una giornata di rafting discendendo il Navua River ognuno col suo kayakino (in realtà un gommoncino affusolato, non un vero kayak): bellissima gita! Già la risalita del fiume con la barca è stata qualcosa di spettacolare, poi abbiamo fatto pranzo al sacco ai piedi della cascata la cui foto è sulle bottiglie dell’acqua, e poi siamo partiti. Io subito dritta alla prima curva, tanto per non smentirmi. E così tutta la discesa. Ma non è colpa mia! Mi hanno dato una canoa attratta in maniera compulsiva dagli scogli: appena ne vedeva uno ci si fiondava contro per tentare di accoppiarcisi. Uno stress. Comunque alla fine ho capito come funzionava il giochino: 20 minuti di fatica bestia pagaiando come folli per arrivare alla rapida, e lì erano almeno 6-7 secondi (a volte anche 8) di divertimento assoluto!! Un’esperienza da ripetere? Certamente, ma in un fiume con una corrente un po’ più costante, che qui mi ritrovo con due braccia da paura!



La temperatura: fa un caldo bestia. Il tempo a parte i primi due giorni è stato sempre bello, e perfino domenica siamo stati fortunati: ci dicevano che sull’altra costa piove praticamente sempre e invece noi abbiamo avuto una giornata splendida senza una goccia d’acqua se non quelle del fiume. Culo.



E quindi passiamo al capitolo cibo: i sapori delle cose sono diversi, perfino le uova, i pomodori, la frutta, tutto è diverso! Cioè, le cose son quelle, non è che una papaya sa di ananas, ma i sapori sono proprio diversi! La frutta in generale è più buona (salvo le banane, queste non mi piacciono), le altre cose non saprei dire se meglio o peggio: diverse. Ho mangiato foglie di Dalo, che non si è capito bene che genere di verdura sia, le abbiamo comprate al mercato e chi ce le ha vendute rideva. Mah. Fa impressione sia dirlo (ma in fondo sono nelle isole in cui fino a non molto tempo fa erano cannibali, quindi ci sta che io abbia mangiato Dalo che per chi non lo sapesse è il nome di un mio vecchio amico/nemico dei caraibi) che farlo: queste foglie sono idrorepellenti, stranissime; il sapore è subito neutro, poi dopo un po’ diventa pizzichino. Non sono piaciute a nessuno. Nemmeno il Jack fruit ha avuto grande successo in tavola: va insaporito bene con aglio, peperoncino, curry e quant’altro, praticamente alla fine ha il sapore di quel che ci hai messo dentro!



Capitolo del cambio data: solitamente sono abituata a fare i conti del fuso tra Italia e Caraibi: se sono da una parte calcolo l’orario dall’altra parte per gli appuntamenti skype, le mail, gli sms e le comunicazioni in generale. Qui è un casino: 10 ore con l’Italia, 16 con la Martinica. Praticamente mi trovo che qui al mattino devo pensare che a casa è sera, e fin qui ci sta, ma poi con la Martinica (dove è pomeriggio) faccio prima a fare i conti aggiungendo le 8 ore che mancano anziché togliere le 16 di fuso reale, e qui mi sbalino un po’: è pomeriggio di ieri!!!! E in questi giorni che sto triangolando per l’organizzazione del charter di capodanno e si fa tutto via mail, skype e facebook devo ammettere che mi si confondono un po’ le idee: magari apro la posta il mattino, trovo una mail dall’Italia, allora scrivo in Martinica e chiudo tutto. Poi do un’occhio la sera prima di andare a nanna e non vedo risposta alla mia mail. Merda, non mi cagano. Ah, ma no, è solo che ho mandato la mia mail ad orario di chiusura ufficio, e solitamente le segretarie non tornano a lavorare prima delle 8 del mattino successivo…. Che però per me è ieri. Fat casen.



Capitolo degli abitanti: confermo che i fijiani sono sempre sorridenti e ipercordiali, quasi mielosi con quel loro bula ostentato a tutte le ore e per ogni minima cazzata. Ci sono tantissimi indiani, ma veramente un’esagerazione, direi che sono quasi più indiani che fijani!



Ultimo capitolo, cosa alquanto strana: le scarpe in giro. Ogni tanto vedi scarpe appese ai fili dell’alta tensione. Perché? Boh. Al parco c’era addirittura l’albero delle scarpe perdute, e così pure nella foresta che abbiamo percorso col fuoristrada. Domanda: che siano ciò che rimane dei turisti mangiati!!???



Per chiudere il post: è tutto bello, mi piace tutto! Sì, quasi quasi inizio ad abituarmi anche agli uomini con la gonna. Mi piace la gonna dei poliziotti, bianca, a vita alta, piuttosto aderente e con quelle frangette a triangolo che cadono sui polpacci, sembra il cappello rovesciato del giullare di corte…. Quindi penso di mettere in valigia qualche gonna maschile da portare a casa in souvenir…. (babbo, Damiano e amici vari: tremate!!!!)

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao bella, sono contenta che sei in un posto nuovo, ma mi dici info sul buon vecchio Flying Cloud ?
E chi e' il catamarano accanto a te? Pierr Cosso?
Chris

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