Isole Fiji, 26 ottobre 2011


all’ancora nei pressi di un isoletta ove c’è un villaggio e quindi si presume che sia abitata. Tutto calmo, tutto tranquillo, al limite della noia. Siamo tornati nelle isole Iasawa per cause di forza maggiore: il vento non ci permetteva proprio di prendere la rotta sud…. E quindi eccoci di nuovo qui: un paio di notti a Malolo, poi un paio a Blue Lagoon, e finalmente oggi abbiamo visto qualcosa di nuovo, ci stiamo dirigendo verso le Caves, che la volta scorsa ci siamo persi perché abbiamo saputo della loro esistenza solo l’ultimo giorno… Un po’ delusa di rifare lo stesso itinerario della volta scorsa ma non è colpa di nessuno quindi mi adeguo di buon grado e confido molto nelle caves, e poi quel che conta è star bene, e io qui sto davvero benone. Nemmeno il tempo è dalla nostra: cielo plumbeo, grigio, triste. Peccato.

E quindi, dal momento che ho tanto tempo libero visto che ho interrotto l’attività natatoria causa temperatura non favorevole (fa freschino, nemmeno 30°….) e visto anche che il lavoro non è che mi assorba poi così tanto (minchia, dire che sto lavorando è un parolone, quasi quasi mi vergogno anche ad usare questo verbo….) non è che abbia poi tutte ste cose da raccontare, e quindi approfitterò per esprimere un po’ di pensieri interni, quelli miei privati (ma non troppo, quindi condivisibili):

Questo viaggio mi fa un po’ paura. Non paura vera, lo definirei più un timore, nel senso che mi sto preoccupando dei miei stessi pensieri, ho un po’ di confusione in testa, penso di essere vicina alla chiusura di un cerchio e non saprei dire se spero o temo che sia così. Ricapitolando, io fino a qualche mese fa vivevo la mia vita felice e spensierata, entusiasta della mia scelta e sempre più con la testa nelle mie convinzioni. Poi cos’è successo? Niente, o forse tutto. Un momentino di crisi verso il 40° compleanno anagrafico, apparentemente superata. Poi una frase buttatami lì da Julien, il mio amico parigino che vive ad Hong Kong che è venuto con me a fare Barcellona-Viareggio in agosto. Mi ha detto: “Vaifra, bisogna che tu trovi il tempo di occuparti di te stessa, non solo degli altri”. Subito niente, mi ha strappato un sorriso e l’ho mandato a quel paese, poi nelle settimane a venire il rimbombo di questa frase nel cervello, ed il suo significato. A me piace occuparmi degli altri, e spesso lo faccio a discapito di me stessa. Talmente “dentro” il mio personaggio di quella che ha sempre un riguardo per tutti, quella che non gli sfugge niente, quella sempre organizzatissima, quella (d)efficiente…. che poi per non perder colpi trascuro me stessa e le mie esigenze, fisiche e psichiche. Ma non solo: trascuro anche le mie esigenze affettive. Oltre a non riuscire a costruirmi una storia normale con una persona normale (non ne incontro!!!!!) (ma questo probabilmente è nel mio karma perché era così già da ben prima di fare la vagabonda e quindi ci sono rassegnata), ora mi rendo conto che mi mancano la mia famiglia e i miei affetti, li vedo troppo poco e a volte mi sento in un certo senso fuori dalla loro vita. E quando sono a casa, quindi fuori dal lavoro, smetto di essere SuperVaifra e delle due divento MerdaVaifra perchè anziché far godere i miei cari delle esperienze messe a frutto durante i miei viaggi, non me li coccolo abbastanza. Quindi li trascuro, o almeno mi sento in difetto perché mi sembra di non fare molto per loro, in proporzione faccio molto di più per emeriti sconosciuti che mi salgono in barca una settimana e poi chi li rivede più. E questo non va bene.

Tornando al discorso principale…. Sono in crisi. E sento come dei flash, dei campanelli che questo viaggio sia un po’ la chiusura del cerchio, ci sono troppi tasselli che stanno trovando la loro collocazione. Il che potrebbe anche essere la chiusura di un cerchio piccolo per poi aprirsi un cerchione, chi lo sa, però sento vibrazioni strane e non riesco a vedere un futuro davanti a me oltre i 3-4 mesi. La prossima primavera per quanto mi riguarda è tutta da inventare, la mia porta è molto aperta, direi spalancata, e potrei andare a finire ovunque a fare qualunque cosa. Perfino sulla luna a raccoglier sassi. Da un lato voglia di tornare sulla barca di questa estate passata, che ormai sento come se fosse “mia” e mi sono affezionata alle persone, dall’altro lato voglia di fare qualcosa di nuovo.

In senso metaforico, veramente non so più se mi manca di più quella carezza della sera o quella voglia di avventura…. eh, grandi parole….

Vediamo i campanelli quali sono:

- Questo viaggio si concluderà in Nuova Zelanda. Il mio inseparabile ciondolo viene dalla Nuova Zelanda, ha una storia sua: me lo regalò Luciano, un carissimo amico torinese col quale da anni si discuteva di cambiar vita. Solo chiacchiere per me, lui invece un bel giorno mollò tutto davvero e partì per la Nuova Zelanda in cerca di chissàchecosa. Quando tornò aveva questo ciondolo, che significa “coraggio di affrontare i cambiamenti” e da Malpensa anziché andare diretto a casa sua (Torino) passò prima da Imola per portarmi il ciondolo. Io ero ancora in alto mare con le mie indecisioni. Tre mesi dopo davo le dimissioni. Inoltre, casi della vita, in questi 6 anni non ho mai navigato con persone di Torino. Qui a bordo sono tutti Torinesi, almeno di origine.

- Estate 2004, quando ebbe inizio la rincorsa del mio “salto”: quando noleggiavamo le barche per farci i week end all’Elba ci piaceva mettere lo stereo a palla con l’Haka e facevamo il ballettino degli All Blacks. All Blacks: neozelandesi. Haka: danza tipica delle isole del pacifico.

- Ancora: arrivo alle Fiji e trovo il Flying Cloud, il mio primo catamarano… quanto ho sofferto quando ho dovuto abbandonarlo perché era stato venduto!!! Ma è anche vero che soffrivo tanto perché vedevo “la fine” e invece il fatto di trovarmi a terra fu “l’inizio”. Ma non lo sapevo.

- Poi, mi trovo alle Fiji. E la Fiji erano il sogno nel cassetto di Simona, la mia più cara amica dell’adolescenza, ora persa di vista, ma da quando sono qui penso a lei ogni giorno e sto rivedendo tutto il film della nostra bellissima amicizia, e mi rivedo quando ancora ragazzetta mi immaginavo il mio futuro, o meglio i miei futuri, perché non avendo alcuna idea di quel che poi sarebbe stato cambiavo aspettative ed ambizioni ogni giorno (sono un gemelli doc…..)

- Addirittura sto facendo sempre più ricorrentemente un sogno, in situazioni diverse, luoghi diversi, con persone diverse ma sempre un unico denominatore comune: montagne di biancheria da lavare, e tocca a me. Allora ho cercato su google e sembra che il mio inconscio stia catarticamente cercando di trasmettermi il messaggio che è ora di cambiare qualcosa, di rinnovare, di trasformare. Come dice Ira, ogni 10 anni bisogna rivoluzionare la propria vita. I miei grossi cambiamenti sono stati nel 1991, nel 1999 e nel 2005, ma si sa che io in matematica son sempre stata un disastro.

Quando ho cambiato vita non lo sapevo nemmeno io cosa cercavo, ho trovato questa e mi piace da morire, però forse ho esagerato: io volevo viaggiare, ma forse ora sto viaggiando troppo, inizio a sentire la necessità di stare più vicina ai miei affetti, inizio ad essere stanca di questo vivere un po’ “mordi e fuggi”. Divertente, ma alla lunga ho l’impressione che la vita mi stia sfrecciando a fianco e mi sto perdendo un giro, che poi non si recupera più. E a parte il discorso affettivo c’è anche un lato pratico: inizia a mancarmi una base, un nido dove tornare. Vorrei un letto mio, un comodino mio, un armadio mio…. mi sembra troppo spesso di vivere in prestito, appoggiata qua e là, di non usare tante cose perché mi scoccia cercarle nella valigia, tanto che poi smetto di portarmele dietro, e assomiglio sempre più a una zingara. Devo trovare il tempo di occuparmi di me stessa.

Però poi obiettivamente non ho voglia di fermarmi, vorrei solo rallentare ma ho ancora troppe cose da fare, e troppo poco tempo. Ci sono posti dove voglio andare, e uso di proposito il “voglio” anziché il condizionale “vorrei”: voglio fare un periodo di volontariato in una missione in Africa, per esempio (lo penso da almeno 15 anni); voglio andare a vedere come si vive in Sudamerica e anche in Sudafrica; voglio navigare su al nord nei fiordi norvegesi ma anche fare un giretto in Groenlandia o da quelle parti lì; voglio fare Panama e le Galapagos, e prima di ciò voglio vedere Los Roques e San Blas; voglio entrare a New York in barca; voglio visitare l’India e soprattutto il Nepal; voglio fare un giro alle Hawaii, camminare sulla Grande Muraglia e visitare la Giordania; voglio fare Suez e il Mar Rosso; voglio fare un coast to coast negli Usa; voglio fare un salto in Madagascar e un altro in Giappone, e poi ci sarebbero le Maldive, l’isola di Pasqua, l’Argentina, il Mar Morto… E mi rendo conto che invece alla fine tutto ‘sto cambio di vita si riduce a ben poco visto che mi sono inchiodata a fare estate in mediterraneo ed inverno ai caraibi. Non faccio più nemmeno le vacanze! Ma adoro Martinica e Grenadine, amo troppo smodatamente i miei charterini easy style in quelle isole, non posso non andare. E non posso non fare la stagione in Mediterraneo, mi è necessaria per poter fare una capatina a casa di tanto in tanto (e anche per uno squallido discorso venale). Ci vorrebbero due vite.

Allora penso che sia meglio non pensare, semplicemente mi godo lo splendido momento di questo viaggio, di certo so solo che il 14 dicembre arriverò in Martinica bella carica per affrontare la stagione (già quasi tutto il planning programmato fino ad aprile compreso, quest’anno un record!)…. e poi si vedrà!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Vaifra...penso di capirti perfettamente.Ho fatto la vagabonda dal 1993 al 1999 e poi ho smesso perchè un po' stufa di non avere radici e dover ricominciare ogni volta.la vita come dici tu è fatta di cicli e forse ora è tempo di cambiare.Il cambiamento è BENE, non bisognerebbe averne paura (lo dico al condizionale perchè invece....); magari, dico io, riusciresti mica a organizzarti per continuare ancora in questa vita 6 mesi mentre gli altri 6 crearti qualcosa di più stabile?Anche mio moroso, che hai conosciuto, è nella tua stessa situazione e per questo, ti racconterò, a fine mese andiamo a Fuerteventura per vedere alcune cosette.......in bocca al lupo cara

vaifra ha detto...

miticiiii !!!!!!!!!!!!!!!!
dai che passo da Fuerteventura a salutarvi (ma nei 6 mesi da vagabonda o nei 6 mesi da persona normale "in ferie"?)

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