Ma stiamo dando i numeri?

Petit Saint Vincent, 06 maggio 2014

Malata come sono dello scrivere, figuriamoci se non mi scrivo appunti privati sui charter che faccio da questo lato dell’emisfero. E stasera li ho contati. 86 volte alle Grenadine, 6 invece al nord. 52 Skipper. 698 passeggeri nutriti per una media di 9,3 giorni. E questi si permettono di sbuffare quando gli parlo degli scali che andremo a fare e continuano a guardare le guide e qualunque mia proposta viene bocciata a priori (finchè appunto non leggono la stessa cosa su una guida, che allora è una cosa da fare!). Bene, allora taccio. Tanto io le Grenadine le conosco in dettagli che le guide non spiegano, e che solitamente amo condividere con i miei passeggeri, stavolta li terrò per me.

E non parliamo della sicurezza, che qui le regole basilari sono opzioni rompicoglioni e a noi piace da morire (proprio) partire con gli oblò aperti (anche quelli di sicurezza, si si dico veramente quelli a livello dell’acqua), così come ci piace lasciare tutte le cime in acqua perché prenderle nelle eliche ci rallegra la navigazione, ci piace anche saltellare sugli scogli e sfregarci nella sabbia…. e non parliamo di quant’è bello scoprire nuovi ancoraggi dove nessuno è mai stato (chissà perché), e poi ci piace dormire ad un metro sopravvento al reef ma soprattutto la figata più grande è ormeggiare il tender secondo l’antica tecnica giapponese della “c***o di cane” e poi andarsene a casa di Cristo, così che almeno la hostess non si annoi sudando davanti al forno ma possa farsi una bella nuotata in queste acque cristalline per andare a recuperarlo.

Ma d’altra parte si sa che charter con hostess ma senza skipper è una roulette russa, e sto giro non mi lamento nemmeno: sono simpatici e non rompono a livello dieci. Poi il fatto che la loro concezione di hostess sia “non abbiamo voluto prendere lo skipper perché avevamo paura che un estraneo rovinasse lo spirito del gruppo” la dice lunga su tutto il resto. Ma io ho messo il motore al minimo dei giri, niente extra per loro visto che non riesco ad organizzarmi per prepararli, ma sembrano contenti purchè ci sia qualcosa in tavola e io non tenti di interagire con loro, quindi faccio il minimo ma faccio tutto ciò che si aspettano da me… e per il resto me la sciallo godendomi il mio ultimo charter della stagione.

Certo che l’ultimo sguardo a Mayerau, l’ultimo tuffo con le tartarughe e l’ultimo bbq sulla spiaggia senza sapere se mai tornerò è roba triste, ma soprattutto l’ennesimo buonanotte ai miei amici del sud con il punto interrogativo sul cuore è straziante; e l’ultima notte alle Tobago Cays l’ho passata quasi in bianco a guardare la spiaggia rivivendo tanti anni di rastagrigliate. (Il giorno dopo rintronata come una campana ma tanto questi non vogliono hostess interattiva quindi ok così).

Io per l’inverno prossimo penso spero e credo di poter trovare altro da fare, nuove destinazioni e nuove avventure, ma questi posti e questa gente mi hanno talmente riempito la vita che non credo di poter di nuovo sentirmi così a casa in un posto che non sia Toscanella come qui alle Grenadine.


Inshallah, ancora una volta.

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