Al
largo della Dominica, 30 ottobre 2013. Vento buono, mare calmo con onde
esattamente perfette, motori spenti, pace e bene per tutti.
Io
penso di aver stabilito un record mondiale di dormita…. e non ho nemmeno
finito. Partiti da 27 ore penso di averne dormite 20, forse anche qualcosina in
più… Poi se questo skipper va a dire in giro che non sono di compagnia non
posso nemmeno biasimarlo, ha ragione!! Ma io gliel’ho chiesto se voleva che
prendessi delle guardie e ho anche rilanciato varie volte, lui ha detto dormi
serena che se sono stanco ti chiamo e poi se non mi chiama mai mica è colpa
mia, io la mia parte l’ho fatta! E si vede che ne avevo bisogno di dormire così
tanto. Ho il cervello fuso a forza di pensare a cosa fare, e non per la prima
volta in vita mia mi chiedo se non era meglio nascere stupida e vivere da
deficiente, sarebbe stato molto più semplice anche perché tutte queste
elucubrazioni alla fine mi mandano in tilt i neuroni e, più confusa che un
camaleonte in una vasca di smarties, rischio di fare veramente delle cretinate.
Allora ho deciso di non decidere niente e di lasciar fare al caso, tanto ho già
visto in passato che le cose succedono da sole e in maniera semplice quando
arrivano a maturazione. E mi sento meglio. E così almeno forse la smetto di
arrabattarmi il cervello cercando di spiegarmi il senso di tutti questi segnali
che da un paio di mesi non mi abbandonano (eh sì, continuano) e torno la Vaifra
di sempre perché mi rendo conto di non esser molto in me: magari chi mi
conosce non si accorge di nulla ma devo ammettere anche io di essere sgonfia e
demotivata. Penso di essere al capolinea di questo lavoro, non sono ancora
pronta ad abbandonarlo definitivamente ma non credo di esserne lontana.
Fisicamente sta diventando davvero dura, e ancora peggio questa vita nomade e
randagia che non so nemmeno più dov’è il mio posto al mondo, vorrei un letto ed
un comodino fissi, magari anche un armadio, come dicono i Francesi un "petit chez moi", chiedo troppo? Sto cercando
alternative ma….. dove? cosa? E poi non ne sono nemmeno sicura di voler
smettere di navigare. Richiudermi tra quattro mura di un ufficio non ci penso
nemmeno, dopo 6 mesi darei di matto. Ci vuole qualcosa che mi permetta di
restare in movimento, almeno di tanto in tanto. Un paio di idee ce le ho qui
che covano da un paio d’anni, non ne parlo per scaramanzia ma forse è la volta
buona che questo inverno anziché lavorare a testa bassa tutta la stagione mi
prendo una pausa per andare ad esplorare altre zone, in testa ho la Florida ma
sono aperta anche ad altre destinazioni, un’amica mi ha appena mandato info e
notizie sul Madagascar e anche là non sembra male. O l’Italia? Ahaahha, buona
la battuta!!!! Quando sarà saltata qualche testa a Roma allora magari anche si,
ma per il momento sono ancora troppo alla ricerca della qualità della vita,
cosa che in Italia ci è impossibile, in Italia si tira a campare…. vivere è
altro! Poi quando sono via muoio di nostalgia per casa, famiglia ed amici, ma
ogni volta che vedo il nostro Paese da fuori mi chiedo come si possa restare
lì, poi torno ed in breve anche io mi adeguo all’andazzo, poi ne esco e mi
chiedo “Oddio ma come ho fatto!”
Poi
succede che mentre scrivi guardi fuori e vedi queste nuvole bianche in questo
cielo così azzurro che ti spacca gli occhi, magari ci sono pure i delfini come
mezzora fa, e ti chiedi come puoi anche solo lontanamente pensare di
abbandonare tutto questo….e riparti da zero con la domanda primaria: cosa
voglio io nella vita?? Piano A: non mi è stato concesso; piano B: l’ho vissuto
intensamente, amandolo con tutta me stessa ma ora boh; piano C: chi vivrà
vedrà, io chiudo qui le trasmissioni neuroniche. E non ne parlerò PIU’!!!!
E
dopo questi pensieri che mi inondano la scatola cranica, e non li ho nemmeno
espressi tutti perché ce ne sarebbe un altro ma è veramente privato quindi zut
e facciamo finta di niente che tanto tutto passa, passa la vita, passa l’amore,
passa perfino che fuori piove; vado fuori a vedere il tramonto, e magari scambio
anche due chiacchiere con quel buonuomo lassù di sopra che mi sta portando in
Martinica come fossi un accessorio inanimato della barca; devono avergli detto
“tu porta giù la barca, e attento assicurati che sopra ci sia anche una
hostess, SE parla dovrebbe avere accento italiano, se la vedi esanime ogni
tanto scuotila un attimo per vedere se almeno respira ancora”. Si si, tranquilli tutti, sto bene, sono solo
chiusa nella mia grotta.
3 commenti:
come sempre ti lascio un commento non richiesto
sei una strafiga! hai mollato tutto e tutti per andare dall'altra parte del mondo a sfamare turisti rompicoglioni.
ok non è una vita che puoi fare per sempre, ma qualsiasi cosa deciderai di fare sarai in grado di farlo senza se e senza ma.
tieni d'occhio tutti i segnali che ti stanno arrivando e cerca di comporre il puzzle e buttati.
non è un problema di cosa vuoi fare da grande, grande lo sei già, è che evidentemente è arrivato il momento di dare un giro di vite e cambiare il ballo.
e allora?
e allora mambo, ragazza!
in bocca al lupo
Marina da torino :)
...allora non ti é chiaro. Te lo scrivo sul blog, cosi se hai i coglioni lo pubblichi, altrimenti leggitelo, cancellatelo ma non ti fare piu vedere ne' sentire. Il fatto che non voglia che tu scriva di me, vuol dire non SCRIVERE SU DI ME! Con o senza nome, parla dei cazzi tuoi, della tua vita del cazzo ma lasciami in pace, vai fuori dalla mia vita, tu, il tuo blog di merda e la tua voglia di 'portinaia radio serva'. Hai rotto il cazzo. Sparli dei clienti, degli skipper che sono i tuoi colleghi di lavoro, della gente che incontri senza neppure chiedergli il permesso. Hai passato il limite, mi spiace e mi fai girare i coglioni. Arrivato penso sia il momento di perseguire vie legali per impedirti di parlare pubblicamente di me, con il mio nome, senza il mio nome, con solo l'iniziale o solo con l'aka del senza nome. Vai, vai, fatti la tua vita ed esci dalla mia, grazie.
Io le palle le ho. Bastava dirlo anche in toni meno accesi. Ho sempre sostenuto di starti sulle palle, e tu dicevi no. Non si esplode così rabbiosamente nei confronti di qualcuno se non lo si detesta profondamente.
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