MALE', 18 aprile 2013
Chi credeva di essersi liberato di me
si sbagliava di grosso, non sono sparita! Sono solo stata in
navigazione per luoghi ameni dove internet è semisconosciuto e anche
se c'è funziona con connessione a manovella, poi di nuovo in
navigazione. Nel frattempo, e credo che la cosa sia dipesa anche da
una connessione che mi ha un po' impallato il pc (tante di quelle
finestrelle di allarmi da far paura), mi si sono disinstallati vari
programmi tra cui office, e di conseguenza word, per cui tutti i miei
file di produzione scrivana inapribili ed inutilizzabili. Tragedia,
orrore, panico. Poi a forza di smanettare ho trovato questo altro
programma che nemmeno sapevo di avere, comunque funziona benino e mi
permette l'accesso ai miei file. Quindi ok, posso anche non tagliarmi
le vene.
Quindi ne segue questo post,
diciamocelo pure tutt'altro che breve perchè sono diversi post
raggruppati per pubblicarli insieme in ordine cronologico che se no
mi diventava un casino organizzare diversamente.
21
marzo 2013, mattina precedente la partenza dalla Thailandia
2
giorni fa ci siamo sganciati finalmente da quella banchina per
scendere più a sud possibile di Phuket, fare l'uscita ed andarcene
direttamente. Un po' di tristezza per i saluti, il piccolo gruppo di
amici frequentato per questo breve periodo mi resterà nel cuore, ma
a parte questo sono molto contenta di andarmene: onestamente, a parte
il caldo torrido questa Thailandia mi ha delusa sotto molti altri
aspetti: il cielo non è limpido ed il mare non è cristallino come
ai caraibi, ma forse è solo una questione di stagione e poi in fondo
non ho visto praticamente nulla di questo paese, magari ci sono
spiagge meravigliose che io non ho visto, anche se mi dicono esser
talmente oberate di turisti da non poter distiguere la differenza con
Rimini a ferragosto…. Ma non voglio giudicare quel che non conosco
quindi facciamo conto che non abbia detto niente. Ma la gente quella
sì, con quella ci ho/abbiamo avuto a che fare un pochino più che il
semplice vacanziero e…. no ragazzi, quest’attitudine che hanno
tutti del “fotti il turista” non mi piace proprio niente. Ok è
vero, lo sappiamo tutti che il turismo aiuta molto a far girare
l’economia locale, e altrettanto bene sappiamo tutti che quando
siamo turisti siamo “onestamente derubati”, ma a tutto c'è un
limite e poi tante volte la forma è più importante della sostanza,
e soprattutto ho sempre detestato l’espressione “il turista è
una mucca da mungere”; e invece qui ho proprio avuto l’impressione
che per loro noi farang (stranieri che vengono in Thailandia) siamo
dei coglioni e a loro non frega assolutamente un piffero della
soddisfazione della gente: per ogni cosa ti chiedono almeno 4 volte
tanto il costo senza pudore né ritegno, e una volta che hai pagato
riceverai il minimo sindacale della prestazione o del bene che hai
comprato, e lamentati se vuoi: come te domani ce ne saranno altri
1.000, e dopodomani ancora altri 1.000. La cosa allucinante è che
succede la stessa cosa non solo al mercato ma anche in uffici seri
che dovrebbero avere tariffe fisse tipo agenzie di assistenza varia
per documenti o rinnovi o servizi per la barca. E a quel che ho visto
con i miei occhi aggiungiamo racconti di esperienze di colleghi.
Delusione completa. Ci tornerò volentieri in Thailandia, questo
sicuro perché comunque ci sono tantissime cose che ho apprezzato ma
ora me ne vado senza rimpianti: Quando tornerò sarà come vacanziera
a fare la settimana canonica dopo un tour negli altri paesi
limitrofi, che mi dicono essere altrettanto interessanti ma dove la
gente è più genuina e lo spirito d’accoglienza non è ancora
stato inquinato dal turismo di massa, dove il turista non è una
mucca ma un amico di passaggio, perché così è come vedo io i miei
clienti, e così mi piacerebbe esser trattata quando vado in un paese
straniero. E da turista son certa che apprezzerò moltissimo questo
paese: cibo ottimo, massaggi a profusione, spiaggia e locali
notturni, queste sono le cose in cui la Thailandia va forte. Su
consiglio di tutti i barcaroli incontrati: prossimo giro del mondo
fare tappa in Malesia, non in Thailandia!
TRASFERIMENTO
DA PHUKET A PORT BLAIR, ISOLE ANDAMANE (INDIA)
21
marzo 2013, sera
E’
il primo giorno di primavera e noi si parte puntuali come un bus
svizzero alle 17 lasciandoci alle spalle senza rimpianti una
Thailandia troppo afosa e popolata di Thailandesi che non ci
piacciono. Vento inesistente, le previste 450 miglia con ogni
probabilità andranno ad arricchire ulteriormente le compagnie
petrolifere. L’equipaggio è carico di buoni propositi tra i quali
ginnastica quotidiana e maggior applicazione sulla pesca. Ci
crediamo?
22
marzo 2013
Sono
le 06.03 e comincia ad albeggiare. Partiti da 13 ore, non c’è
vento e quindi tutto motore: ci sono gli aspetti positivi (non siamo
sbandati e questo rende più facile per me preparare i pasti), ma
insomma un po’ di sana veleggiata non mi sarebbe dispiaciuta. E’
il mio turno di guardia, sono qui da un’ora e per non addormentarmi
ho fatto di tutto: caffè, ginnastica, pizzicotti nelle gambe, ho
scritto una caterva di stracavoli miei (no, niente di tutto ciò
verrà pubblicato sul blog). Adesso che inizia la giornata sto
meglio, il mio metabolismo sente che è l’ora del risveglio quindi
la chiudo qui e vado a godermi lo spettacolo del sole che nasce, che
lo so benissimo che è una cosa che capita tutti i giorni, ma non
tutti i giorni io sono qui a godermelo quindi voglio approfittare di
questo momento…..
Di
nuovo di guardia, ore 21.58
Che
giornata… bellissima! Abbiamo trovato un po’ di vento,
inaspettato e perfetto sia di direzione che di intensità, in
mattinata abbiamo dato vela e tutto il giorno abbiamo filato veloci
ed instancabili. Temperatura perfetta, mare calmo, intorno a noi il
nulla assoluto avvolto nel silenzio più totale, rotto solo dallo
sciabordio delle onde sullo scafo e dal vento nelle vele. Non mi
ricordavo nemmeno quanto potesse esser piacevole una bella veleggiata
senza una caterva di persone da accudire (qui ne ho solo due): me la
sono proprio goduta!!!
Ed
era tantissimo tempo che non facevo una bella navigata lunga, e
quant’è differente la barca a vela dal catamarano, anche questo
non me lo ricordavo più: l’ultima volta è stata su questa stessa
barca un anno e mezzo fa ma non è stata assolutamente così: allora
innanzitutto eravamo senza pilota automatico e quindi tutto a mano è
stata massacrante, più il freddo birichino che faceva, più la
stanchezza… ho un ricordo di quel trasferimento che non è così
rose e fiori: bella esperienza ma se non la ripeto non è un dramma.
E quindi oggi l’ho trovata una giornata fantastica, era troppo
tempo che non lo facevo e ho riscoperto il gusto di perdermi nel
niente ascoltando le onde, e anche una rondine che si è posata sulla
barca è stato uno spettacolo affascinante che ci ha tenuti in
osservazione una buona mezzora. Cose semplici.
23
marzo 2013, ore 21.30
Luna
piena, sempre a vela, filiamo via velocissimi tanto che arriveremo
prima del previsto, domattina all’alba vedremo terra. Pescare non
abbiamo pescato niente, nonostante i consigli ed i rapala che mi ha
dato G qui si va di pasta e carne, meno male il freezer è pieno…
24
marzo 2013
Alle
prime luci dell’alba si è intravisto un faro: terra!! E sbrigate
le quattromilacinquecento formalità burocratiche (alcune anche
piuttosto ridicole) eccoci ufficialmente in India: prima cosa da fare
regolare l’orologio col fuso locale, fanno 4 ore e mezzo
dall’Italia e mi fa strano esser per la prima volta in vita mia in
un posto con la mezzora di fuso…
Siamo
tutti curiosi di scoprire queste isole ancora incontaminate che
contano un passaggio di massimo 30-40 barche l’anno. Abbiamo letto
sulla guida che ci sono alcune isole dove è vietato (nonché
sconsigliato) scendere a terra in quanto le tribù degli originari
Negritos che vivono ancora all’età della pietra non sono molto
accoglienti, e se mai dovessero invece essere amichevoli potrebbe
essere rischioso per loro venire a contatto con forestieri per storie
di malattie, batteri, anticorpi eccetera, un nostro banale
raffreddore per loro potrebbe essere letale.
Port
Blair (Isole Andamane – India), 25 marzo 2013
Oggi
scesi a terra per completare la burocrazia (ancora?!?) e cominciare a
dare un’occhiata in giro. Peccato che in questo periodo la mia vena
umoristica sia chiusa perché mi sarei divertita a raccontare alcuni
dettagli delle prime impressioni, comunque per il momento il posto mi
piace molto. Internet è cosa rara, l’unica connessione trovata ci
è stata gentilmente accordata negli uffici dell’agenzia a cui ci
siamo rivolti per espletare le formalità di ingresso (diversamente
impossibili), il tipo è di una gentilezza disarmante (nb: finora
tutte le persone incontrate sono state molto disponibili) ma internet
è un disastro, eppure loro hanno la connessione migliore disponibile
sull’isola... Mezz’ora per aprire la posta elettronica
direttamente dal server perchè il programma delle mail non ne ha
voluto nemmeno sapere di connettersi al server, e con gmail che mi
tartassava di messaggi che mi stavo connettendo da una postazione
“sospetta” e non mi apriva gli allegati, il giornale che non si
caricava quindi impossibile avere notizie... ecco direi proprio che
questa è una buonissima occasione per disintossicarsi da internet e
pubblicherò tutti i miei post in una volta sola quando troverò una
connessione un po’ meno arcaica.
Ma
parliamo di questo posto, per me è la prima volta in terra indiana
e quindi tante cose mi sono completamente nuove e anche cose di cui
ero al corrente tipo vedere mucche ovunque catturano la mia
attenzione e rapiscono il mio sguardo incuriosito, facciamo una breve
carrellata:
- Ci sono in giro un sacco di donne in sari, sono elegantissime e molto belle; anche le meno avvenenti stanno bene col sari. Sono tutte un po’ pacioccone e mi sento molto a mio agio, siamo tra simili.
- Qui Port Blair è l’unica città di tutte le isole, conta circa 100.000 abitanti e c’è un traffico da paura, soprattutto scooter, simil-vespa, apecar e automobili che decorano con fantasia. Tutti suonano il clacson anche senza motivo, sembra che la regola sia: sali in auto, dai una strombazzata e poi metti in moto, e per tutto il tragitto ogni 40 secondi ricordati di controllare che il clacson funzioni. Guidano contromano che è una meraviglia, se ne strafregano dei pedoni (che se ne strafregano delle auto), ognuno va dove vuole e come vuole, e quando ti trovi faccia a faccia con un’altra auto di rallentare non se ne parla nemmeno, vige la legge del “chi la dura la vince”. A volte in automobile sembra di essere in un videogioco di quelli spaziali dove tu devi schivare gli asteroidi che ti vengono contro, certo la cosa ti tiene vivo ma minchia certi sghetti che ogni volta dici silenziosamente ed internamente addio alla vita.
- Gli indiani sono estremamente gentili e sorridenti. Turisti pochi, e quei pochi principalmente Indiani quindi noi siamo consci di destare curiosità, ma con noi sono tutti veramente gentili e nessuno ci frega (o per lo meno, se lo fanno sono bravi)
- Stendono ovunque, trovi fili da stendere sul marciapiede, lenzuola ed asciugamani aperti ad asciugare sulle aiuole, e stamattina perfino la staccionata che delimitava un monumento decorativo in mezzo ad un tornante era tutta bella ricoperta di biancheria stesa.
- In Thailandia ti dicono di no muovendo la testa in verticale, qui ti dicono di sì scuotendo il capo; è un casino, e anche se uno lo sa diventa un casino capirsi, tu chiedi qualcosa e loro ti dicono yes of course e intanto ti scossano la testa col loro sorriso tipo Monna Lisa che sembra quasi ti prendano per il culo e invece no, ti stanno veramente dicendo di sì ed il sorriso è sincero …
- Ieri sera siamo andati in un ristorante strafigo ma veramente strafighissimo: mangiato benissimo e dopo cena ci hanno portato una ciotolina di roba tritata che a prima vista poteva sembrare granella di nocciole. Per rinfrescare la bocca dopo il pasto, hanno detto, e allora ok mangiamone un pochino…. Avete presente una saponetta tritata con un retrogusto di anice e menta? Ecco, pari pari, tanto che capt dopo esitava a bere acqua perché aveva paura di fare le bollicine dalla bocca…
- Stamattina invece in panetteria ci siamo lasciati ingannare dai profumi e abbiamo comprato un po’ di pasticceria locale… no, non ci siamo, buona la cucina indiana ma in quanto a pasticceria abbiamo molto da insegnargli…
- Gli iter burocratici in India sono assurdi, prometto che da oggi in poi non mi lamenterò mai più dell’Italia!!! Già per entrare siamo stati visitati da 3 gruppi di persone (dogana, immigrazione, guardia costiera) che ci hanno chiesto caterve di fotocopie e montagne di moduli da riempire (tanto per fare un esempio: crew list in 13 esemplari, e scusate se l’amazzonia è in pericolo, ma meno male che non vengono tante barche da queste parti….), poi tra le cose buffe c’è da rimarcare che la guardia costiera una volta salita a bordo ha chiesto la posizione della barca…. ma come la posizione…. cacchioli, siamo ancorati davanti al tuo ufficio, SEI A BORDO, vuoi la posizione???? E poi foto: a noi, ad alcuni dettagli della barca, alla barca tutta intera da fuori. Abbiamo dovuto comunicare l’itinerario che intenderemo seguire, e due volte al giorno dovremo chiamare per dare la posizione della barca. Ti fanno davvero passare la voglia, ma prendiamola con spirito e facciamo un paio di timbri su tutte ste scartoffie, che sembra proprio gli piacciano tanto i timbri…
- E poi sempre per la burocrazia indiana stamattina facendo la coda al bancomat mi cade l’occhio sull’elenco dei documenti da presentare per aprire un conto corrente: ci vogliono 2 foto tessera e ben 18 diversi documenti tra cui addirittura la tessera elettorale!!! Ripeto: mai più mi lamenterò dell’Italia (forse).
In giro per le isole, 01 aprile
2013 - Pasquetta
Espletate le formalità di ingresso
siamo stati “liberi” di partire alla scoperta di queste isole. In
realtà siamo sorvegliatissimi.
Beh, dopo una settimana di gironzoli
dirò che sono piuttosto delusa: queste isole deserte belle ma vista
una viste tutte, sott'acqua non c'è molto da vedere probabilmente a
causa dello tsunami del 2004, insomma l'unica cosa degna di nota è
il villaggetto di Havelock, davvero molto folkloristico, abbiamo
trovato perfino un cyber-cafè..... Ok, i computer ancora con la
manovella e la connessione che non permette di collegarsi due insieme
e soprattutto non usare skype o caricare foto che si impalla tutto.
Ma c'è!
Le giornate si susseguono tutte uguali e piacevoli,
a bordo si sta bene ma confesso che non mi dispiacerebbe incontrare
qualche anima.
Di nuovo in navigazione verso le
Maldive, 09 aprile 2013
Ed eccoci di nuovo qui, davanti a noi una decina di giorni di
navigazione. Gli ultimi giorni alle Andamane abbiamo trovato
un'isoletta finalmente all'altrezza delle aspettative: acqua
limpidissima, fauna marina un po' meno scarna, bella spiaggia con
tanto di cerbiatti. Chissà poi cosa ci fanno qui i cerbiatti, come
ci sono arrivati e soprattutto cosa bevono visto che sono circondati
solo dal mare! Ad ogni modo ci siamo fermati due notti, e non eravamo
soli: una barca di pescatori ci ha raggiunti e ci hanno regalato
tanto pesce, abbiamo ri-riempito il congelatore! In cambio di tutto
questo pesce sono stati ben felici di accettare qualche birra e un
po' di abbigliamento in disuso, e poi ovviamente alla fine anche
qualche soldino siamo riusciti a darglielo.
Poi siamo ripassati da Port Blair per le duemila scartoffie di uscita
(un film!) e finalmente abbiamo preso la rotta del mare. Ieri bella
giornata di vento inaspettato; ”avete avuto una bella botta di
culo” come dice Carlo alla radio col suo accento veneto – e
infatti è già finita.
Stamattina capt mi ha chiesto se volevo fare il punto nave. Ok,
allora, premetto: io l'esame di carteggio l'ho passato alla
stragrande (quello di pratica in mare un po' meno gloriosamente) e
avevo studiato talmente tanto da sentirmi veramente sicura di me ad
affrontare qualunque tipo di quesito. Ma l'ho fatto troppo in fretta
e avevo il dubbio di non aver assimilato bene le nozioni. Dubbio
confermato stamattina quando mi sono trovata in mano squadretto e
compasso, davanti a me la carta nautica.... e la mia scatola cranica
come un enorme palasport vuoto dopo la finale, due neuroni che
giocano a tennis rimbalzandosi l'un l'altro la domanda, mi sembrava
quasi di sentirli: “hey tu, come si fa qui a trovare il punto
nave?” e dall'altra parte “che ne so, io non c'ero!”.
Probabilmente la mia espressione poteva essere paragonata a quella di
un pollo davanti ad un computer, poi però maldestramente e a modo
mio il punto nave l'ho fatto. Siamo scostati di pochissimo dalla
rotta che Capt aveva tracciato, la direzione è quella giusta!
11 aprile
2013, in mezzo al Golfo del Bengala
Ieri pomeriggio un uccellino si è posato sulla nostra barca per
prender fiato, a tratti lo vedevamo arrivare e ripartire, ci
svolazzava intorno cinguettando e di tanto in tanto si riposava
osservandoci con quei suoi occhietti piccoli e vivaci. Temerario, non
aveva paura di noi e si avvicinava. Non si è servito né dell'acqua
né delle briciole di pane che gli abbiamo offerto. Stamattina era
ancora con noi ma debole e silenzioso, si lasciava prendere
docilmente in mano ma sentivamo che non stava bene. Ad un certo punto
si è avvicinato all'armatore come per cercare conforto, e
probabilmente ha deciso che la mano amichevole di chi per due giorni
lo ha ospitato era un buon posto per esalare l'ultimo respiro. Non
una storia a lieto fine quindi, e la cosa ci ha un po' intristiti.
E dunque sarebbero queste le famose calme equatoriali. Che palle. Il
vento è morto la sera del primo giorno e non è più resuscitato. La
“botta di culo” è durata veramente poco e stiamo avanzando tutto
motore senza vele, 120 miglia al giorno....non ci passa più!!!! Qui
non si muove foglia, si crepa dal caldo, non c'è difesa dal sole
cocente di questi 9° di latitudine nord e gli animi cominciano –
inevitabilmente – ad innervosirsi. Non ci relazioniamo moltissimo
tra di noi, siamo tutti e 4 molto annoiati: brevi scambi di battute,
si mangia insieme ma non molto di più, ognuno è perso dentro al
proprio libro e si interagisce proprio poco... e io mi sto seriamente
annoiando, tanto che per ingannare il tempo sto pensando di tagliarmi
le vene e poi ricucirle. Penso che al terzo giorno di questa
lentissima navigazione stiamo semplicemente abituandoci a prenderne
il ritmo. Son certa che tra qualche giorno usciremo ognuno dalla
propria tana e riprenderemo le piacevoli conversazioni “di un
tempo” (la settimana scorsa). Se non mi butto in mare prima.
12 aprile 2013
Un pensiero speciale per mia cugina Catia, strepitosa, bellissima e
simpaticissima 37enne che da bambine non me la filavo tantissimo (lei
piccola, io “grande”!), ho iniziato ad apprezzare
nell'adolescenza, e ora con l'età adulta stimo immensamente:
AUGURI!!!!
Stamattina c'era nuvolo, e finalmente dopo il mio turno sono riuscita
a dormire un po': la mia cabina era agibile senza rischiare di morire
direttamente cremata nel mio stesso letto. Da un paio di giorni stavo
per dar di matto, questo grondare sudore dall'alba al tramonto mi
stava rendendo quasi isterica, e considerando che io subito dopo il
tramonto (quando si inizia a stare bene) devo iniziare a cucinare e
quindi grondo ancora sudore e continuo fino a che non ho finito di
lavare i piatti dopo cena, non avevo tregua e sono arrivata a bere 5
litri d'acqua al giorno, sto vivendo madida di sudore semi annegata
nei miei stessi liquidi (che immagine rivoltante), a nulla valgono le
secchiate d'acqua di mare e le docce, e questa condizione sta
iniziando a pesarmi parecchio. Quindi stamattina che tutto sommato
non era così torrido ho recuperato anche un po' di sonno arretrato,
morale della favola ho dormito almeno due ore e mezza, e alle 11.30
come ho messo piede fuori dalla cabina mi è stato chiesto di bollire
del riso. Non entusiasta della richiesta, e non lo nascondo perchè
porca miseria per un giorno che non si crepa dal caldo subito
dobbiamo uscire dai soliti menu freddi di pranzo? Ma forse sono io
che sono troppo nervosa, in fondo son qui per eseguire ordini quindi
non dico niente e metto su il mio bel pentolone cercando di calmarmi
anche perchè obiettivamente non è che mi sia stata chiesta la luna,
è solo che appena sveglia avrei preferito un semplice buongiorno, e
poi dopo 10 minuti chiedetemi anche l'anatra laccata se volete, ma
concedetemi un secondo per riconnettermi al mondo .... Oblò tutti
chiusi perchè pioviggina, in cucina ci sono almeno 50 gradi per fare
un fottutissimo riso bollito, ad un tratto da fuori mi chiamano
Vaifra Vaifra vieni, e io pensando che sia il tanto agognato e
desiderato pioggione che ci rinfreschi un po' tutti, resto lì in
cucina a scolare il riso che nel frattempo è arrivato a cottura, la
pioggia pazienza: se fra due minuti ci sarà ancora bene, se no sarà
per la prossima volta. Non era la pioggia invece, era un marlin che
aveva abboccato e stava piroettando a poppa della barca. Ha strappato
tutto: l'esca di G. (grande, grazie G, sapevo che le tue esche non
deludono mai!!!), il filo, tutto. Quando me lo raccontano ci resto un
po' male e dico che potevano specificarmi che era un pescione e non
la pioggia, io tra il motore e la cappa della cucina non sento
niente, e mi sento rispondere “pensavo avessi capito”. Ok,
allora, è vero che ieri mi sono dilettata ad interrogare i Ching
(oracolo cinese) e ad interpretarne le risposte, ma da qui ad essere
paragnosta ne passa ancora!!!
13 aprile 2013
Sempre caldo. Sempre senza vento (ne abbiamo avuto un po' nella notte
– non previsto - ma è già un ricordo lontano). Sempre una gran
rottura di palle... infinita... le giornate si susseguono tutte
uguali. Tutte. Uguali.
Sto diventando insofferente, prenderei la divisa e la brucerei: la
maglietta con le maniche, i pantaloni che si appicciccano alle gambe
rendendo goffi i movimenti.... poi penso che tutto sommato poteva
andare peggio: la divisa di questa barca, se paragonata alla divisa
di altre barche, è fatta bene ed è meno calda e scomoda di altre
indossate in passato..... Se penso a quelli che tutti contenti ti
danno i pantaloncini di tela grossa, magari ascellari, e la polo che
pesa tre kg – è cotone buono, ti dicono – allora mi bacio i
gomiti di avere questa roba che indosso. Ma adesso onestamente
pagherei oro per i miei pantaloncini e le mie canotte, che non è che
mi risolverebbero i problemi di caldo ma almeno avrei addosso meno
stoffa che si appiccica alla pelle.
14 aprile 2013 – “Vaifra ma
tu l'hai visto lo Sri Lanka?” “Come no, siam passati talmente
vicini che non serviva neanche il binocolo”
Stiamo sfilando la punta sud dello Sri Lanka. Bella isola, almeno
vista da qui.
Oggi è meno caldo, a occhio secondo me non superiamo i 30°, c'è
anche un vago refolo di vento e con le vele aperte che creano un po'
di ombra è più sopportabile; se poi aggiungo anche che finalmente
per una notte sono riuscita a dormire tutto il tempo del mio riposo
tra un turno e l'altro.... wow, oggi sono proprio in forma e
pimpante! Siamo ad uno sputo da terra, anche i telefoni ricevono più
o meno il segnale; stamattina gran traffico di cargo, e ancora adesso
ne abbiamo da tutti i lati, noi siamo proprio piccolini!!! E poi
abbiamo avuto i delfini, e visto che non avevo altro a cui pensare mi
sono posta sempre la stessa domanda: ma i delfini, che saltano sempre
in coppia e a volte in gruppo, come fanno a sincronizzarsi così
perfettamente tra loro? Nel senso: c'è un capo-delfino che in
qualche modo dà gli ordini oppure sanno per loro natura quali sono
le coreografie da fare stile un'onda così si salta cosà, un po'
come i ballerini ogni 3 piroette fanno una corsetta con salto e a
seguire tirano su la zampetta? Mah.
E poi oggi facciamo anche il pane, Capt ha fatto un corso di
panificazione e sono curiosa come una scimmia di vedere i trucchetti
che usa.
Manca ancora da fare un augurio alla Gabriella e poi per oggi posso
chiudere: auguri amica mia, sinceramente e con tutto il mio cuore!
Spero di vederti presto, mi manchi un sacco!!!!!!!
15 aprile 2013
“Domani troverete poco vento, e forse vi gira anche un po' a nord”.
Carlo sarà anche un vecchio lupo di mare, un grande navigatore, un
magellano dei giorni nostri, ma pur con tutto il bene che posso
volergli devo ammettere che quando fa le sue profezie c'è solo da
toccarsi gli zebedei. Mancano poco più di 300 miglia al way point e
se continua così ce le dobbiamo fare tutte a bordi perchè il poco
vento sono 20 nodi ed oltre, ed ovviamente precisi precisi dalla
direzione verso cui dobbiamo andare. Niente minestra in brodo quindi.
Ah, la dura vita del marinaio...
16 aprile 2013 – Bolina tu che
bolino io
In questa traversata si sono concentrati tanti compleanni di tanta
gente, ogni giorno ne avrei avuti almeno un paio da segnalare ma
questa mica è la rubrica del Carlino Imola, e quindi ho reso
pubblici solo quelli veramente veramente importanti. E oggi il più
importante di tutti: auguri e ciao mamma, guarda come mi diverto!
17 aprile 2013
Le previsioni più rosee prevedevano l'atterraggio all'alba di oggi.
Ma la sfida col monsone è dura e a bordo si mormora ottimisticamente
di arrivare domani.... Io, che ascolto gli insegnamenti di G. -
sperare il meglio prepararsi al peggio – mi reputerò fortunata ad
arrivare dopodomani mattina. Il caldo è sempre opprimente e da
quando siamo di bolina non si può nemmeno più tener aperto
l'obloncino sopra il mio letto (ci ho provato una notte, con l'unico
risultato di prendere un gavettone).
18 aprile 2013 04°15'N 74°19'E
La scommessa di oggi è “ce la faremo ad atterrare prima del
tramonto?” I bookmakers non ci danno favorevoli. Dopo una gimcana
all'alba tra i temporali la giornata è uggiosa ma gli animi sereni,
chi si pregusta già un buon cocktail, chi una pizza e chi una
lattuga, ognuno ha la sua wish list ma la cosa che ci accomuna è che
in ogni caso l'oggetto del desiderio sarà difficilmente reperibile
alle Maldive se non si è vacanzieri in un resort.
Ore 22.46 del 18 aprile
Non ce l'abbiamo fatta proprio per un pelo, abbiamo avvistato terra
al tramonto e tra una cosa e l'altra siamo entrati col buio. Sono dei
selvaggi, in questo Carlo ha ragione: segnalazioni luminose perfette,
peccato che entri pari pari tra il rosso ed il verde e dopo 20 metri
c'è un banco di sabbia enorme, buio ed insidioso. Visto e schivato
all'ultimo, abbiamo rischiato grosso. Mavabbè ora siamo ancorati al
sicuro, lo champagne ha fatto il botto e a me sembra una cosa
meravigliosa essere già nel mio letto e non dover mettere la sveglia
alle 5 per la guardia.
Sono stanca. Di tutta questa esperienza posso dire che è vero che
nella vita non bisogna prendere decisioni senza aver provato, e
quindi ho accettato, l'ho fatto, e confermo quanto pensavo: poco
buona l'idea di trasferimenti di barca avendo a bordo persone che non
siano equipaggio. E son contenta di averlo fatto con questi che
concorrono a pieno merito nella classifica dei migliori armatori del
globo e non chiedono assurdità. Ma, giuro, non lo farò mai più!
That’s
all!!!
(poi pubblico qualche foto, promesso!!!!)
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