Maldive primo impatto. Possiamo migliorare

Hulumalè (Maldive), 19 aprile 2013
Già io credevo di essere a Malè invece mi dicono che siamo ad Hulumalè e la cosa mi ricorda un celebre film dove c'erano lupululà e castellululì, ma pazienza. E' tutto il resto che non mi quadra: arrivata da 28 ore, minuto più minuto meno. Toccato terra: 10 minuti, alla stazione dei traghetti. Visto: la stazione dei traghetti (appunto) e una marea di barche da charter tutto intorno a noi. La giornata è trascorsa all'insegna dell'incazzo più totale alternato ad attacchi di ridarella incontrollabili, praticamente o sto diventando schizofrenica o ho semplicemente bisogno di riposo.
Il fatto è che il nostro agente, il quale dovrebbe occuparsi di noi e delle nostre scartoffie e delle nostre esigenze come fece il suo collega a Port Blair, in realtà è un ismito che non sa nemmeno dove sta di casa. Appuntamento alle 16, vengo a bordo con custom ed immigration. Già le 16, minchia siamo qui da ieri sera, non puoi venire un po' prima? No, il venerdì è festa, e allora va bene paese che vai usanza che trovi ti adegui. Il guaio è che le 16 tra una telefonata e l'altra “sto arrivando” sono diventate le 20.15, mavaffanculovà e noi lì ad aspettare come dei pirla che quel che fa incazzare non è nemmeno l'attesa quanto la presa per il culo di tutte quelle telefonate “sto arrivando”, ma va bene siamo dei signori e non gli rinfacciamo nemmeno che causa questo ritardo gli armatori non possono ovviamente più sperare di prendere l'aereo delle 20.30 per Colombo (gitarella di qualche giorno, il tempo necessario per avere il permesso di navigazione nelle isole) tanto ce n'è un altro a mezzanotte. Finalmente tra una battuta ed uno sfogo d'ira arrivano i nostri e iniziano con la tiritera di scartoffie da firmare e timbrare, il nostro uomo lo osservo e spero con tutta me stessa che abbia passato il pomeriggio a farsi delle canne e quindi sia sballato duro, perchè se è così di natura poveri noi.... Comunque sia siamo entrati, ufficialmente accettati in suolo (….”suolo”....) maldiviano, armatori che se ne vanno con la navetta dei custom-immigration che li accompagna all'aeroporto, io e Capt dopo circa 10 nanosecondi siamo sul tender, o quasi. Traditi dal fuoribordo, capriccioso ed egoista, a nulla valgono le parole dolci né i clisteri di crc, non ne vuol sapere e ci abbandona obbligandoci a finire a remi la nostra gita fino al pontile della stazione dei traghetti, dove abbiamo appuntamento con gli armatori che nel frattempo hanno chiamato per dirci che non c'è nessun aereo di mezzanotte. Quindi dietrofront, si torna in barca, stavolta rimorchiati da quelli della barca vicino a noi, gentilissimi.
Quindi eccoci inchiodati qui fino a ricevimento permessi, e non è entusiasmante: dove siamo ancorati è una baia artificiale ove c'è il traghetto per Malè, poco distante qui di fronte. Praticamente siamo in un parcheggio da barche, intorno a noi è pieno strapieno: tutte barcone da charter, siamo gli unici a vela. Farsi il bagno qui nemmeno a pensarci, l'acqua è grigio topo e ci buttano di tutto. Aspettiamo, e nel frattempo accontentiamoci di continuare a sognare le Maldive.

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