Antibes, 22 settembre 2009
Arrivati qualche giorno fa, piove in continuo e l’estate sembra stia volgendo al termine.
Antibes è carina. Enorme. Un polo nautico di notevoli dimensioni, lo sapevo ma mi sono meravigliata lo stesso. Caso vuole che spulciando nei miei vecchi file ho scovato il numero di un tipo che avevo conosciuto secoli fa, e ricordavo che stava ad Antibes; lo chiamo e tutto stranito mi fa “pensa te la coincidenza: sono rientrato ieri dopo 7 mesi di assenza e stavo sistemando vecchie foto: avevo giusto sottomano le tue quando mi hai telefonato”. Vabbè, che sono telepatica ormai è un fatto appurato. Comunque ci accordiamo per prenderci un caffè insieme. Arrivo all’appuntamento (ovviamente dopo essermi persa almeno 6-7 volte nei vicolini della città vecchia, e sto gran gentiluomo, delicato come la carta vetrata, mi saluta con un “ciao, ma….non eri così…cicciottina!!!”. “Eh già, e te non eri così stronzo!” 4 anni senza vederci, e per quanto mi riguarda ne passeranno altri 4!!! Comunque, per la cronaca, da domani sono a dieta.
Mi sto arrovellando il cervello per decidere cosa fare nel mio futuro prossimissimo: attraverso in barca o vado in aereo? Valutate le opzioni possibili per andare in barca, a questo punto i piatti sulla bilancia sono esattamente identici, il che non fa che incasinare ulteriormente le idee. Ho i due neuroni che si corrono dietro da mattina a sera, quando si incrociano fanno dei brevi consulti e poi ogni volta cambiano la loro decisione. Non ci sto a capire più niente, e come solito decido di non capire ma di lasciar fare al caso, tanto qualcosa succede sempre!
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