- DALLA TURCHIA AI CARAIBI 2010 –
LA TRAVERSATA ATLANTICA
18 novembre
2010, pomeriggio inoltrato, Giorno -1 (stavolta partiamo col conto a rovescio,
meglio dello shuttle spaziale noi!)
Abbiamo
mollato gli ormeggi da Las Palmas stamattina presto, è tutto il giorno che
navighiamo ma non ho ancora capito se siamo già in traversata o se ci fermiamo
ancora, ed in questo caso se a Tenerife o La Gomera. L’indecisione deriva dal
dubbio che forse non abbiamo la cambusa giusta per partire, inoltre ci
piacerebbe anche fare un po’ i turisti, tipo sostare qualche ora in qualche bar
di un’isola diversa (c’è chi intende questo per visitare un paese). Ma sto
facendo casino, andiamo con calma: ieri in tarda mattinata siamo arrivati a Las
Palmas, posto non ce n’era (ma va? La settimana dell’Arc non ci sono posti
barca??? Proprio’na merda quest’isola eh!!! Scappiamo via subito!!!!) e ci
siamo messi all’ancora fuori dal porto. Programma della giornata: facciamo
cambusa subito così ci liberiamo di questa incombenza e possiamo andare a fare
un giro. Solo che tra aperitivo e pranzo si sono fatte le 8 di sera (ero
snervata), e finalmente gli uomini si sono incamminati al supermercato. Io con
la scusa di badare la barca l’ho svignata: visto che stavolta gira diversamente
dal solito per i motivi già spiegati antecedentemente e avendo già sopportato sufficienti
critiche su ogni mio acquisto in ben 5 nazioni differenti nell’arco dell’ultimo
mese, non avevo proprio voglia di farmi stracciare i maroni ancora una volta e
così mi sono offerta volontaria per vigilare la barca. Stamattina meno male si
sono resi conto da soli che forse, dico forse, la spesa non è stata fatta bene,
ma non ne sono ancora convinti, può darsi che vada bene così. E’ da questo
dubbio che nasce l’interrogativo se fermarci ancora o meno. Per il mio modesto
parere, che qui conta meno di zero, non siamo pronti a partire, non abbiamo
viveri oltre 10 giorni, e l’acqua sicuramente è troppo poca, e nonostante
continuino a dire il contrario per me l’acqua è importante, ecco. Dico solo che
non si può lesinare sull’acqua da bere, poi ognuno è libero di gestire la cosa
come meglio crede. Ma mi guardo bene dal dire la mia, inoltre per quanto mi
riguarda me ne strafrego della cambusa: visto il nervoso che sto patendo mi si
è completamente chiuso lo stomaco e non mangio praticamente niente (sono anche
dimagrita: i pantaloni mi cascano tutti!!!! Siiiiiiii!!!!! Figoooooo!!!!!! Con
questi qui ci voglio fare il giro del mondo!!!!! Due volte: in orizzontale e poi
anche in verticale!!!!!!).
19 novembre 2010
- GIORNO ZERO, anzi no chiamiamolo giorno X, fa più shuttle
Ce
l’abbiamo fatta. Al calar del sole partenza definitiva. Adesso abbiamo più o
meno quanto necessita per una degna alimentazione atta alla sopravvivenza per i
circa 20 giorni previsti. Ieri notte ci siamo fermati a sud di Tenerife, un
porticciolo che si chiama San Miguel, molto carino, accoglienza calorosa, gente
simpatica e tutt’attorno al porto una simpatica cittadina provvista di tutto
ciò che necessitavamo. Mi sono sciroppata una serie di sbuffi stile “che palle
che fai” ma almeno ho ottenuto ulteriori 20 litri di acqua, anche se penso che
comunque siano troppo precisi, ma di più non erano disposti a concedermi. Ho
anche insistito per le verdure e ho vinto un kg di pomodori, avrei desiderato
anche più carote ma ho già fatto fin troppo la parte della rompipalle, ci
faremo bastare queste 5 che abbiamo (no, non ho parlato di 5 kg, intendevo 5
unità). E poi abbiamo anche 2 melanzane, 3 zucchine e 2 peperoni, più le
patate. S’a vut ed piò Vaifra!? Penso che questo equipaggio sia allergico a
fibre e vitamine viste le espressioni dei volti alla vista di frutta e verdura.
In compenso abbiamo salumi e formaggi per un esercito, ci nutriremo di quelli.
Penso con consolazione al mio barattolone da 5 kg di giardiniera turca, pagato
2 euro in offerta speciale: farà pure schifo ma lo gradirò molto di qui ad una
settimana. E poi ho gli zucchini sott’olio della mamma, ovviamente dividerò
tutto con loro perché non sono un’egoista.
Inoltre,
e da qui si capisce che la felicità è data dalle piccole cose, ho trovato una
pianta di Aloe Vera!!! Non ci speravo di trovarla fino ai Caraibi ma è proprio
quel che stavo cercando per curare il mio polpaccio color avorio che dopo l’ustione
di 3 mesi fa ancora presenta pelle nuova completamente priva di melanina su
tutta la superficie bruciata. Tanto basta a risollevarmi l’umore. Quindi
andiamo, sono pronta a tutto. E che l’Aloe sia con noi.
20 novembre 2010
– giorno 1
E
così eccoci qui. Tenerife già nascosta ai nostri occhi dietro l’orizzonte e ci
ritroviamo noi, soli soletti, qui in mezzo, destinazione Tortola (Isole Vergini
Inglesi). Non c’è un refolo di vento quindi per il momento ci aiutiamo con un
motore acceso per scendere a sud il più velocemente possibile a cercare i buoni
alisei. A bordo va molto meglio, non dico che vada bene ma almeno la situazione
non è più così tragica: dopo aver fatto una bella litigata con François con
tanto di male parole ci siamo chiariti. Gli ho spiegato che il mio
atteggiamento solitario è una reazione all’ambiente di bordo, e che non
sopporto proprio più colui che giudica e critica perché tutto sa (detto anche
l’uomo del monte, Misternò, Bastian Contrario e Signorfacciotuttoio) perché lo
ritengo un vero cafone, il mio sistema nervoso non lo tollera proprio più ma
continuo a preferire l’armonia (almeno per gli altri) e quindi devo evitarlo, e
per farlo in 12 metri l’unica è starmene nella mia cabina a guardare film.
Questo avvenne nella navigazione tra Las Palmas e Tenerife. Mi ha chiesto un
piccolo sforzo per uscire dalla tana, e dopo aver rimuginato un po’ ho concluso
che questo quantomeno glielo devo. Allora ho deciso di mettere in atto la frase
di Michè con un tipo che la importunava ad Antigua: “tu sei libero di parlare
ma io sono libera di non sentirti” e ho programmato il mio cervello per
filtrare ciò che esce dalla sua bocca: visualizzo le sue parole come fossero
oggetti solidi, e le frasi che mi disturbano le lascio cadere a terra giusto un
attimo prima di entrare nelle mie orecchie: è musica sentirle sgretolarsi al
suolo! Per il momento questa tecnica sta funzionando. E anche la temperatura mi
aiuta molto: non essendo più costretti all’interno posso stare dentro o fuori,
a poppa o a prua a seconda di dove si posiziona lui, lo incrocio il minimo
indispensabile e sta andando tutto a meraviglia. Denis invece, che sta un
pochino meglio, è proprio un simpatico personaggio con cui si chiacchiera
piacevolmente, ha un umorismo sottile e fa delle espressioni che fanno ridere.
Mi piace.
21 novembre 2010
– giorno 2
oggi grande fermento a bordo, questa ne è la prova!!!! |
22 novembre 2010
– giorno 3
Qualcuno
ha visto il vento?? Da quando siamo partiti abbiamo spento i motori solo un
paio d’ore. Non abbiamo abbastanza gasolio per permetterci di tenerli accesi
tutto il tempo ma x adesso lo stiamo facendo comunque, abbiamo abbastanza
scorta per farlo almeno qualche giorno, nella speranza che il vento arrivi.
Stiamo andando sempre più a sud per cercare vento ma per il momento ancora non
abbiamo avuto fortuna. Ieri abbiamo visto una barca, ma i miei compagni di
viaggio trovano stupido contattare gli altri; per lo stesso motivo la radio ssb
è chiusa nell’armadio con le pile scariche. Io sono di parere differente:
sapere dove sono gli altri e farsi dire che vento hanno potrebbe esserci utile,
e in ogni caso mi fa piacere scambiare due chiacchiere con altri
equipaggi….così, giusto per fare qualcosa. Ma non insisto oltre, sono già stata
derisa abbastanza quando ho chiesto quali dotazioni di sicurezza abbiamo,
quindi la chiudo qui e confido nel Buon Signore che non si presenti la
necessità di far fronte ad un qualunque tipo di emergenza. Non mi considero una
persona ansiosa, anzi direi che sono abbastanza impavida e sprezzante del
pericolo, c’è anche chi mi ha detto che il mio cervello non ha sviluppato bene
il senso del pericolo ed è per questo che non lo sento e sono un po’
scavezzacollo nelle mie cose (un giorno capirò anche se questa affermazione è
un complimento o un insulto). Generalmente non è che mi freghi molto del
briefing sicurezza, quando navigo vicino a terra non mi preoccupo proprio di
niente perché nella peggiore delle ipotesi so di poter lanciare un mayday sul
16, vicino a costa qualcuno c’è sempre. Ma almeno chiederei di non esser presa
malamente per il culo quando chiedo come funzionano le cose, e gradirei
risposta. E in atlantico mi basta sapere di avere a bordo un epirb. Qui non
c’è. A maggior ragione sarei contenta di essere istruita. E poi diciamocelo: apprezzo
molto quando vengono assegnati i ruoli di chi fa che cosa, fa bene al morale,
fa prendere coscienza di un qualche cosa che si spera non accada mai ma è
sempre in agguato. Mi è bastata l’esperienza di 2 anni fa per farmi capire che
sapere dove sono le dotazioni di sicurezza e sapere come usarle è importante, e
ho ammirato tantissimo Edo e Vitto per come hanno gestito la situazione
critica, e come hanno istruito noi donzelle sul da farsi. Come sugli aerei, la
dimostrazione viene fatta sempre o no? Ci sarà un motivo? Non succede mai
niente, ma è sufficiente una volta per rimanerci secchi, e dopo non c’è una
seconda chance. E rimanerci secca perché la reazione dell’equipaggio
all’emergenza è disorganizzata e sconfusionata…..lo trovo veramente stupido!!! L’unica
cosa che ho ottenuto, dopo notevole insistenza e sbuffi/controsbuffi al punto
di arrivare a litigare è di farmi dire come si accende il telefono satellitare
(nostro unico collegamento col mondo). Lo so anche io che in caso di emergenza
sarà lo skipper a chiamare i soccorsi, mettere in acqua la zattera e lanciare i
razzi, ma…: 1 - mi chiedo: il resto dell’equipaggio che fa? Sta lì a guardarlo?
2 - mi piacerebbe che anche gli altri sapessero come funzionano le cose perchè
metti sfiga che lo skipper panichi o sia infortunato o casca in acqua…. ammesso
e non concesso che per assurdo resti io da sola e riesca a mettere in acqua la
zattera, potrò mica morire in mezzo ad un oceano, con tutti i pericoli
conseguenti (squali, ipotermia, disidratazione, colpo di sole, e chi più ne ha
più ne metta…..) perché non so accendere un telefono??? Sarebbe veramente grottesco. Ma non sono io
che comando qui, quindi se mi viene detto no per ben 2 volte non insisto, non
sopporto oltre quello sguardo di compassione a mò di “povera donnina paranoica,
cosa vuoi mai che succeda!” Ma osservo. Rifletto. E giudico. Stavolta sì, mi
spiace ma in cuor mio giudico. Giudizio che non vale niente, lo so benissimo,
ma intanto io giudico. Per me. E in risposta a quanti so già che mi diranno che
sono pazza a pubblicare sul blog certe cose che poi se l’interessato lo legge
si offende ribatto: no, stavolta no, stavolta mi spiace ma pubblico esattamente
ciò che penso: non ho scritto nessuna
bugia quindi non temo proprio niente. Su certe cose non si scherza, su questo
sono stata anche troppo soft. Se qualcuno pensa che io sia paranoica perché
chiedo di sapere dove sono le dotazioni di sicurezza e come funzionano prima di
attraversare un oceano…. spiacente ma il problema è suo, non mio. E non mi
piace sentirmi derisa perché sostengo che in caso di affondamento la zattera
potrebbe essere utile. Ma sembra ci sia chi sostiene la teoria del “meglio il
tender, che ha il motore”. Deficiente, in mezzo ad un oceano dove cavolo pensi
di andare col tender!!!!
E
adesso vado a stanare i razzi, da qualche parte dovranno pur esserci, e almeno io
voglio sapere dove sono! (Quando ho posto la domanda ho provocato ilarità a
bordo: non si sa! Ah ah ah ah, proprio da sbudellarsi dalle risate!!!!)
23 novembre 2010 – giorno 4
Descrizione
di questo catamarano: prendi un cubo, aggiungi un albero, un boma, un paio di
vele, sartiame, cime, motori, eliche e assembla il tutto. Fatto
Informazioni
tecniche di navigazione attuale:
posizione:
a sud di Tenerife, non troppo lontani dalla costa africana
prua:
molto sud, poco ovest, a caccia degli alisei
vento:
non un alito
mare/onde:
nienteeeeeee
previsioni
meteo: avercele….
nuvole:
forme varie, ma poche
amico
sole: inizia a farsi sentire
motori:
1.500 giri alternando i 2 motori ad intervalli di qualche ora
velocità:
oscillante tra i 5 ed i 5,5 nodi, punte di 5,8
equipaggio:
tranquillo (manco a dirsi)
rotta:
seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino
considerazioni
personali: Eolo…..dai, su, per favore, vedi di collaborare!!!
25 novembre 2010
– giorno 6
I
giorni si susseguono tutti uguali senza soluzione di continuità: lunghi momenti
di noia intervallati da altrettanto lunghi istanti di nulla assoluto. Un paio
di volte abbiamo giocato a carte (‘na botta di vita), per il resto si continua
ognuno nella propria solitudine. Ieri abbiamo finalmente avuto un po’ di vento.
E’ durato poco poi ha girato a sud-ovest, proprio la direzione in cui dovremmo
andare. Che culo eh. E così stiamo facendo i bordi un po’ sud-est un po’
nord-ovest, praticamente nelle ultime 24 ore non siamo avanzati di niente nella
nostra rotta. E non sappiamo neanche esattamente dove sia il vento, François
continua a dire che dobbiamo scendere almeno fino al 13° parallelo (ora siamo
al 21°). Mah. Vorrei poter usare l’ssb per sapere dove sono gli altri e avere
qualche dato da paragonare ma non avendo assolutamente voluto comprare le pile
per farlo funzionare non ho scelta: dobbiamo restare nella nostra ignoranza e
confidare che giù a sud ci sia vento. Sperando che sia buono per questa
scatoletta galleggiante che naviga solo al traverso.
27 novembre 2010
– giorno 8
Il
vento è arrivato, era ora! E’ da stamattina che abbiamo spento i motori e
stiamo navigando abbastanza bene, speriamo che duri. E speriamo di arrivare in
fretta perché io sono esaurita. 4 traversate atlantiche di cui 3 andate
meravigliosamente bene (parlo di equipaggio e ambiente di bordo) e la 4^ che
abbassa in maniera drastica la media mettendo a dura prova i miei nervi. Ogni
momento rischio di esplodere, e non voglio arrivare a ciò. Voglio solo toccare
terra e rimuovere questo equipaggio dalla mia esistenza e dalla mia memoria. A
parte colui-che-tutto-sa, che non calcolo proprio come persona per troppa paura
di sbottare, sto discutendo quasi tutti i giorni con François, sempre per delle
scemenze: si è accorto che sono Italiana e sembra che abbia difficoltà ad
accettare che non ho abitudini e mentalità francesi… e me ne fa una colpa! Ma
che mminghia vvole chisto!!!! Aria… fare chilometri dalla mia persona please!
Chi
mi conosce sa della mia poca diplomazia nell’esporre le mie opinioni, sono
molto diretta, a volte troppo, e gran parte dei miei problemi con le persone me
li provoco io da sola proprio a causa di questo difetto. Comunque devo
congratularmi con me stessa per gli enormi progressi che ho fatto negli ultimi
anni: sono diventata più riflessiva, non rispondo subito, non scateno guerre,
porto pazienza e se proprio qualcosa mi disturba molto allora provo con una
serena chiacchierata a tavolino. Poi se non conta neanche questo non sto più a
discutere inutilmente, semplicemente lascio perdere la persona che mi fa girare
le scatole, e sopporto qualunque cosa, sopporto, sopporto... Ho raggiunto
livelli di pazienza impensabili fino a qualche anno fa, non esplodo quasi mai.
Il problema è che quando esplodo lo faccio col botto, non cedo finchè non
provoco un bagno di sangue, e la mia battaglia la combatto con le parole: perdo
ogni riguardo e dalla mia bocca escono parole che sono frecce avvelenate,
spesso irriverenti, che scaglio contro il nemico con l’intento non di ferirlo
bensì di annientarlo psicologicamente. E qui mancano ancora oltre 2.000 miglia,
non è proprio il caso di esplodere. Tin bota Vaifra.
28 novembre 2010
– giorno 9
Mentre
dormivo l’onnifacente ha fatto un sugo per la pasta. Penso proprio che salterò
la cena. Va bene tutto, non volendolo mandare a quel paese per la sua
monopolizzazione della cucina (e tutto il resto) sto trangugiando tutto quello
che fa, e devo dire che non ha vie di mezzo: o cose buonissime o schifi
allucinanti. La sua pasta appartiene sempre alla seconda categoria, sigh. Dopo
l’ultima volta pensavo avesse capito che almeno la pasta la dovrebbe lasciare
fare all’unica italiana di bordo, invece stavolta non ha rispettato “il tacito
accordo”. Presuntuosetto il ragazzo no? E mi chiedo: possibile che non possa esser
nemmeno presa in considerazione l’idea di una pietanza senza almeno mezzo
panetto di burro, 1 confezione di panna e 7-8 spicchi d’aglio? Una bistecca
diventa un paciugo che cola grasso da tutte le parti, dei semplici fagiolini
lessi vengono trasformati in un ammasso verde grondante burro fuso e aglio, e
così via su questa strada. Il mio stomaco si sta iniziando a ribellare a questo
regime alimentare: sento distintamente le urla di fegato e pancreas. Chi mi
conosce sa quanto adoro salse salsine intrugli e porcherie varie, ma qui siamo
a livelli talmente alti che non ce la faccio proprio più. Il mio regno per una
lattuga….
29 novembre 2010
– giorno 10
….e
siamo a 350 miglia a ovest di Capo Verde, non so se rendo l’idea…. Siamo quasi
al tanto mitizzato 13° parallelo, siamo andati molto a sud (est) per trovarlo
ma ora ci siamo. Bene. E il vento? Poco. L’amico di François che ci manda gli
sms sull’iridium dice che è previsto per giovedì, quindi tra 3 gg. Abbiamo
ancora 1.900 miglia in linea retta da fare, forse meno se ci fermiamo prima in
Martinica come previsto, tanto siamo talmente a sud che sarebbe sciocco non
farlo, se non altro per scaricare tutto il materiale acquistato; se tutto va
per il meglio ci vogliono ancora almeno un paio di settimane. Ok, passeremo
agli annuari di storia delle traversate atlantiche, ci sto. Non conta niente
arrivare nella massa, tutti ci mettono dai 14 ai 19 giorni, fa notizia chi ce ne mette 12 oppure 25, no? L’unico vero problema è che non abbiamo acqua
né gas a sufficienza, e non aggiungo commenti personali perché sarebbero
mazzate per chi di dovere visto che sono proprio le due cose sulle quali avevo
insistito parecchio e per le quali sono stata poco cortesemente invitata a
tacere perché stavo dicendo fesserie e non ho il senso della misura.
Per
quanto riguarda la navigazione invece, premettendo che io non sono proprio
l’asso di briscola per rotta, vele ecc, però in tutte le navigazioni precedenti
ogni volta che mi mettevo a studiare perché le vele erano messe in un certo
modo piuttosto che in un altro e perché si stava seguendo una certa rotta, pur
con i miei tempi di osservazione ma sono quasi sempre riuscita a capire da
sola. E quando qualcosa non mi torna è sufficiente chiedere allo skipper che mi
delucida in merito. Finora quindi è sempre stato tutto piuttosto chiaro, in
questa navigazione sorry ma non riesco proprio a capire niente, e le
spiegazioni che mi vengono fornite non fanno che confondermi ulteriormente le
idee: allora, la matematica non è un’opinione: se stiamo andando per 130 con un
angolazione del vento di 30 gradi a tribordo, se voglio virare devo calcolare
30x2 che fa 60, mettiamoci un margine di 10, anzi esageriamo facciamo pure 20 e
crepi l’avarizia, siamo a 80, che
sommati ai 130 a casa mia dà una rotta di 210….il che significa ovest, non est!
E soprattutto, visto che il nostro traguardo ce lo siamo già lasciati a nord da
un pezzo (Tortola, 18° parallelo) e dovendo scegliere tra sud est oppure ovest
pieno, penso che pure una rotta 260/270 non farebbe tanto schifo…. Il che ci
regala ulteriore margine… o ho detto fesserie???? Può darsi. Su questo non
critico niente, penso che sia sbagliato quello che stiamo facendo, non capisco
ma mi adeguo perché è molto più probabile che sia io quella che sta prendendo una
cantonata. Spero che ci sia qualcosa che io ignoro a livello di declinazioni e
deviazioni, anche se mi ha detto che a queste latitudini non sono rilevanti. E
spero veramente di sbagliarmi con tutto il cuore, stavolta non voglio proprio
aver ragione, quando arriviamo e chiedo delucidazioni a Omero se ho ragione lo
massacro.
30 novembre 2010
– giorno 11
Risveglio
strano stamattina. Mi sono alzata prima del solito perché stavo facendo un
sogno troppo assurdo: ero appena arrivata in Martinica e dovevo ripartire
subito, piangevo di brutto perché non ero ancora riuscita a salutare Antonella
(?? Ok è una cara persona ma non è la mia priorità in Martinica…). Poi mi sono
trovata su un catamarano uguale a questo, l’abbiamo messo sul travel-lift che
era in un posto tipo officina meccanica per auto, mentre ci tiravano su io
stavo facendo la doccia e appena arrivati in alto anziché vestirmi sono uscita
in accappatoio per guardare lo skipper che lo legava a poppa ad una trave
usando un nastro azzurro tipo quello delle bomboniere. (?). Lo skipper non era
nessuno che conosco. Un attimo prima che lo skipper finisse il nodo (un
fiocchetto, carino carino) il tipo del cantiere ha tirato il catamarano, che è
partito in avanti infrangendo la vetrata che c’era e cadendo di sotto dove
c’era il mare, è affondato e l’hanno ripescato al volo, era intero ma crepato
da tutte le parti. La mia preoccupazione era per il tavolino in terracotta che
era nel bagno dell’armatrice (mah) e per il mio computer. Poi il caos più
totale, litighiamo con quelli dell’officina per farci ripagare la barca nuova,
dicono che non esiste e io tutta arrabbiata decido di agire per conto mio;
cambio di scena, ero con Ira e Carla a scegliere dei vestiti e abbiamo trovato
un telefono satellitare di un genere che usano solo i benzinai (???Ma noi
sapevamo che era così) e dovevamo chiamare i soccorsi perché avevamo finito i
soldi, e abbiamo fatto una telefonata anonima a non so chi perché ci lasciasse
delle ciabatte fuori dalla spiaggia in modo da non avere i piedi neri quando
salivamo sul taxi che ci doveva portare fino allo stabilimento balneare dove
sapevamo che avremmo trovato il catamarano di ricambio, senza crepe, garantito
che anche in caso di volo non si rompe. A quel punto mi sono dovuta alzare dal
letto, non ci stavo a capire più niente, chissà Freud che ne penserebbe. Esco
fuori e che vedo? A poche miglia da noi un fronte nero pesto che si estende lunghissimo,
il cielo di un colore plumbeo ed una strana luce che si riflette nel mare
rendendo l’acqua (calmissima, oleosa) di un colore indefinibile, quasi irreale.
Spettacolo mozzafiato da vedere, ma quel fronte nero là in fondo è brutto.
Ancora scossa dal sogno aiuto François che sta riducendo la vela e poi resto lì
come un’idiota ad aspettare che il nero ci prenda dentro, ancora con la testa
dentro al sogno e talmente certa che la fine sia vicina da salutare mentalmente
tutti i mei cari. Invece è solo un banale temporale (sì, lo so, si vedeva anche
da fuori questo, razionalmente lo capivo benissimo, ma concedetemi l’attenuante
che ero appena sveglia e avevo fatto un sogno un po’ particolare, ero proprio
convinta che una volta immersi nel nero saremmo volati in aria per poi
schiantarci sul mare, e il catamarano si rompeva tutto, e poi chi la sentiva
l’armatrice per il suo tavolino in terracotta!!!); il nero ci prende di
striscio, vento oltre i 30 nodi e mare abbastanza incazzato; il tutto è durato
meno di un’ora ma minchia che botte!!!! Patapim! Patapom! Denis che vomita
(beh, per fare questo non ha bisogno di temporali). Poi niente, tutto sereno,
cielo ancora coperto ma mare di nuovo tranquillo e vento chetato sui 5-6 nodi
dei giorni scorsi. Vie di mezzo no eh?
01 dicembre 2010
– giorno 12
Poco
vento, praticamente giusto un alito che ci spinge alla velocità “supersonica”
di quasi 4 nodi. Wow. Sarà il caso di legarmi i capelli per non trovarmeli
tutti ingrovigliati…??? Siamo in economia massima di gasolio quindi non abbiamo
difesa, niente motore e dobbiamo continuare così, e psicologicamente è meglio
non guardare il time to go del gps, dice un numero di giorni che mette
sconforto e demotivazione. Intanto qui fervono le attività di bordo, come
sempre: in questo preciso istante, ore 13 utc, uno dorme, uno fa i giochini al
pc e l’altro legge. Ma 2 ore fa la situazione non era molto diversa, e non lo
sarà nemmeno fra 4 ore, è così e basta, qui “interagire” è un verbo non
utilizzato. Ma poi tanto parliamoci chiaro, è meglio così: di 3 compagni di
viaggio uno mi innervosisce quindi meno ci ho a che fare meglio è, l’altro mi
risponde sempre sgarbatamente quindi lo cago sempre meno, ed il terzo… beh il
terzo vomita… Descrizione della mia giornata-tipo: 6 ore le passo di guardia, e
questi sono i momenti migliori in cui mi perdo a guardare l’orizzonte, il mare
e le nuvole e mi perdo nei miei pensieri. Poi circa una decina di ore le dormo,
a più riprese tra il giorno e la notte; un paio d’ore mi vanno a vedere il film
del giorno (ho deciso di ridurre la dose); circa mezzoretta mi ci vuole per
farmi uno spuntino verso ora di pranzo e la sera spesso riesco a lavare i
piatti del pasto comune (almeno questo….). Un’altra mezzoretta ogni mattina per
fare un minimo di pulizia, ma sempre in economia d’acqua faccio proprio il
minimo per vivere in ambiente sufficientemente igienico, non oltre. Cucinare mi
capita di averne l’occasione ogni 4-5 giorni, forse meno; ogni qualche giorno
mi slavicchio un po’ economizzando l’acqua ai massimi livelli; i capelli finora
li ho fatti una volta sola con l’ausilio di François che mi tirava su i secchi
d’acqua di mare, vorrei rifarlo ma ho avuto idea che sia stato un impegno
piuttosto gravoso per lui, che poi si scoccia, quindi ho deciso che i capelli
vanno bene così, ci penserò poi all’arrivo, in fondo ho sempre desiderato
diventare un po’ rasta. Le chiacchiere con gli altri mi occupano…. direi… boh
non so… ma sì, dai esageriamo, scriviamo almeno almeno una mezzora al giorno!!!
Il resto del tempo è scrivere pagine e pagine di mio diario personale, e sudoku
(caro sudoku, che invenzione fantastica, andrebbe fatto un monumento al suo
inventore) e tanto, tanto, tanto ozio, al punto che perfino passare lo scottex
a Denis che vomita mi sembra un’attività!!! Allora penso: ma che, sono scema a
lamentarmi di questo stile di vita? Ho passato talmente tanto nervoso che non
mi si lasciasse fare niente che ora che ci ho preso l’abitudine sto constatando
che non è assolutamente male questo periodo di nullafacenza: considerando il
ritmo frenetico quando lavoro, che non ho nemmeno il tempo di tagliarmi le
unghie, direi che queste sono le mie vacanze: c’è gente che paga per andare in
hotel e non dover fare assolutamente nulla, passare le giornate svaccati in
spiaggia e trovare tutto pronto: io passo le giornate svaccata sul divano o
fuori, trovo la pappa pronta, nessuno mi rompe le scatole e dormo quando ne ho
voglia… sono o non sono ferie??? Ma quando mai mi ricapita!!! Musica di bordo
rara e la maggior parte delle volte è Regis che stabilisce cosa ascoltare
(strano) e i gusti non si discutono ma… porca miseria roba normale no? Solo
roba che non so neanche bene come posizionare nei generi musicali, neanche lui
me l’ha saputo dire, sono rumori scoordinati di strumenti. Allora mi metto le
cuffiette e ascolto la mia musica, è un periodo che ascolto Vasco, Vasco e
ancora Vasco, praticamente è la persona che sento di più a bordo, e ogni tanto
mentre canta io gli rispondo… così ho l’impressione di chiacchierare con
qualcuno. Ora della fine del viaggio saremo due amiconi!!!
02 dicembre 2010
– giorno 13
Dai
che siamo quasi a metà, poche centinaia di miglia alla metà dell’atlantico, se
gli alisei (mito o leggenda???) sono con noi finalmente partiamo per questa
cacchio di traversata infinita. Ieri primo giorno completo senza motore, vento
perfetto, una meraviglia. Ma già verso sera il sogno di arrivare in tempi
rispettabili si è infranto…Eolo ci ha abbandonati di nuovo. Oggi c’è un sole
che ciocca, siamo al 12° e qualcosa, e senza aria si boccheggia dal caldo. Però
ho escogitato un metodo elementare per lavarmi i capelli senza chiedere aiuto a
nessuno, era tanto semplice che non so perché non ci ho pensato prima: prendo
qualche bottiglia vuota, la riempio di acqua salata dal rubinetto a pedale,
facile facile….e mi lavo e mi risciacquo quanto voglio!!!!! Stamattina ho fatto
una doccia completa con tanto di capelli consumando solo un litro di acqua
dolce (eh beh, almeno l’ultimo sciacquino…). Mitico!
04 dicembre 2010
– giorno 15
Oggi
il cielo ha dei colori meravigliosi, sembra un acquerello e avrò passato almeno
3 ore seduta a poppa a guardare le nuvole, completamente persa nei miei
pensieri. Penso tante cose, ricordi del passato e progetti futuri si alternano
random nella mia testa creando un bulirone che mi sconquassa l’animo. Ogni
tanto rido da sola, ogni tanto mi scende la malinconia, ogni tanto provo
semplicemente serenità, ma il tutto mi fa sentire talmente viva che penso sia
valsa la pena partire anche stavolta.
05 dicembre 2010
– giorno 16
Il
troppo dormire mi fa male: faccio sogni strani. Stanotte per esempio mia cugina
Pamela volava e si ostinava ad entrare dalla portafinestra della cucina vestita
da meccanico della Fiat. Mah.
05 dicembre 2010
– giorno 17
1.800
miglia percorse, avendo deciso di fare sosta in Martinica (è di strada) ne
mancano ancora 1.200…. non male questa rotta di bordi a motore prima tutto sud (tendente
all’est) poi tutto ovest, l’abbiamo allungata non poco! Però finalmente si è
alzato l’aliseo e da ieri pomeriggio navighiamo benone! E finalmente è arrivata
anche l’onda oceanica, quella bella lunga. Fino a ieri nada, ogni tanto c’era un
po’ d’onda ma non erano quelle belle montagne d’acqua che ti arrivano sotto la
barca e dolcemente ti spingono in avanti verso i caraibi, erano ondine stupide
e disturbanti. Un’altra differenza che ho notato di questa traversata rispetto
alle precedenti è che in Atlantico succede spesso di incontrare degli uccelli,
che normalmente ti si appoggiano sulla barca per riposarsi un po’: qui ci
girano intorno ma non si fermano mai (giusto uno il primo giorno lo ha fatto,
poi basta). E finora neppure abbiamo avuto pesci volanti schiantati sul ponte. Ed
un solo temporalino. Da qui mi è partita la teoria che in questo viaggio anche gli
elementi naturali si sono messi in linea con l’andazzo di bordo, cioè CALMA
PIATTA: in oltre due settimane niente onde, niente pioggia, niente uccelli,
niente pesci volanti. Son sempre dell’idea che gli individui con le proprie
energie chiamano a sé o respingono avvenimenti e processi naturali consoni al
proprio essere.
“….Devo
dare di gas, voglio energia…. metto carbone e follia!!! “
06 dicembre 2010
– giorno 18
Il
way point alla Martinica è sceso sotto
le mille miglia. Vento stabilizzato da 2 gg sui 15-18 nodi, buona onda, cielo
pulito. In genere dopo 18 giorni dovremmo essere in dirittura d’arrivo, ma vuoi
per il vento vuoi per altri motivi… così non è! Eolo stai con noi ancora un
po’, stiamo viaggiando talmente bene che se continuiamo così in meno in una
settimana arriviamo.
Nel
frattempo ho studiato ben bene i miei compagni di viaggio (il tempo l’ho
avuto…): allora, uno è in fase di metamorfosi, a forza di star male si sta
tramutando in un uno scheletro, penso che in futuro quando penserò a lui mi
verrà alla mente la sua immagine-tipo: steso sul banchetto di fuori con secchio
a portata di mano. Poi abbiamo il personaggio protagonista di questo viaggio
(sì sì, sempre lui, il nostro sciatore atlantico, quello che da 2 mesi mi
uccide ogni iniziativa sul nascere): non è cattivo, non è stronzo…. non lo fa
apposta a farmi innervosire, e secondo me non si rende neanche conto di essere
uno scassaminchia petulante con i suoi commenti inopportuni e non richiesti in
ogni dove ed in ogni contesto. E’ così, è il suo modo di essere. Ha un
grandissimo spirito di osservazione (al contrario di un altro che invece non si
accorge assolutamente mai di niente di quel che accade, tanto da chiederti se è
anche lui su questa barca o dove, eppure dovrebbe essere il capitano) e devo
pure ammettere che è una persona gentile, lui fa così perché vuole essere
gentile e non si rende conto che tutto il suo “faccio io faccio io” a volte può
anche urtare: non tutti a questo mondo siamo degli scansafatiche che godiamo
nel passare le ore sprofondati sul divano ad oziare mentre lui fa ogni cosa. A
me per esempio la cosa disturba non poco e ho faticato parecchio ad adattarmi ad
una persona così. E lo paragono allo skipper, tutt’altro genere, e mi appare
chiaro perché quei due sono così in sintonia in tutti i loro viaggi. Ora
capisco perché io qui non c’entro niente: sono l’elemento di troppo nel loro
equilibrio perfetto. A questo punto mi metto l’anima in pace, non è colpa mia
se non sono riuscita ad inserirmi nel loro connubio, e sono convinta di aver
fatto bene a prenderla persa in partenza senza scatenare inutili putiferi, che
peraltro loro non avrebbero nemmeno capito e mi avrebbero presa per isterica
vaneggiatrice. Uno fa tutto lui e a sentirlo parlare non fa niente. L’altro in
2 mesi avrà lavato i piatti tra sì e no un paio di volte (stima per eccesso) e
a sentirlo parlare i lavori di ménage sono equamente svolti da tutti. Come
potersi inserire?
07 dicembre 2010
– giorno 19
Ora
che ci stiamo apropinquando ai caraibi ed avendo mantenuto a bordo l’ora UTC i
miei turni cadono perfettamente all’alba e al tramonto e mi vedo degli
spettacoli senza pari che mi ripagano di tutto il resto. Quindi qualcosa di
positivo c’è, eccome.
Inoltre
stamattina al risveglio ben 2 pesci volanti sul ponte. Dai che a viaggio quasi
ultimato ci stiamo mettendo in riga con le traversate normali, anche la Natura
sta volgendo dalla nostra. 750 miglia al waypoint sulla Martinica. Eolo non mi
abbandonare proprio adesso…
Oggi
ho chiamato un amico in Martinica dal satellitare per chiedergli un paio di
favori visto l’arrivo imminente. Anche se è stata una telefonata brevissima
sono stata molto felice di sentire una voce amica ed è buffo notare come una
conversazione di un paio di minuti scarsi riesca a riempirti i pensieri di un
giorno intero. Tra le altre cose gli ho chiesto di avvisare casa che sta
andando tutto bene, visto il ritardo non vorrei si preoccupassero.
08 dicembre 2010
– giorno 20
Novità
del giorno: si sta anelando l’ipotesi di non fermarsi in Martinica, forse la
lisciamo e ci fermiamo a St.Martin. Ma… cosa vuol dire la lisciamo perché il
vento non ci permette di andarci??? Mancano 500 miglia!!!! Siamo scesi fino al
12° andando tanto a est e quindi perdendo vari giorni, e ora che siamo risaliti
fino al 14° non possiamo tirare 2 bordini per fermarci in Martinica?? Non ho
commentato la notizia, ho detto solo “va bene” ma dentro lo stomaco avevo un
vulcano in eruzione, una rabbia che non provavo veramente da tanto tanto tempo…
spero vivamente ci sia un errore di valutazione (uno più uno meno….) e che si
cerchi di correggere il tiro. Per me la cosa è davvero drastica,
significherebbe perdere altro tempo, sono già molto in ritardo rispetto ai
tempi previsti inizialmente, le 5/6 settimane che mi erano state pronosticate
son diventate 2 mesi, e visto il periodo prenatalizio e il salone nautico di
Parigi in cui si chiudono diverse prenotazioni charter, ogni ulteriore giorno
di ritardo è un casino sia per il lavoro che per la ricerca di alloggio
invernale. Beh, tanto ormai con sto viaggio ho fatto 30 posso anche fare 31, e
che mi serva da lezione… alla fine sono
convinta che l’errore madornale di questo viaggio sia stato il mio: accettare
di farlo.
09 dicembre 2010
– giorno 21
Beh….
Tutto ieri e tutta stamattina a chiedermi ma perché e percome non riusciamo a
beccare la Martinica (e intanto la vedevo passare a sinistra nel gps), mi
sembra una stronzata galattica scazzare un’isola ma vabbè, se non si può fare
diversamente amen. Da sola studiavo soluzioni di regolazione vele diverse, ma 9
su 10 prendo ancora cantonate quindi meglio tacere perché questo skipper qui
già risponde a fatica alle mie domande… figurati se mi sogno di fargli una
proposta!! Poi la brillante idea, stavolta son stata furba: mi son cacciata a
ridere da sola come una scema (effettivamente era da ridere), ovviamente mi ha
chiesto cos’avevo da sganasciarmi così tanto e io “beh, stavo immaginando la
telefonata quando tocco terra: no, non venirmi a prendere al porto, vieni
all’aeroporto domani perché sai…. lo so che è fatica da credere ma…. abbiamo
scazzato l’isola e abbiamo preso la seguente!”. Anche François ha ammesso che
effettivamente ci facevamo un po’ la figura dei pirla, poi tempo mezzora
e….tac! Inversione di rotta, bordino di mezza giornata, rollamento totale del
genoa che così riusciamo a tenere meno gradi al vento e… ta-tà…. la Martinica
diritta perfetta alla nostra prua! Un nodo in meno di velocità ma se il vento
resta così niente bordi, e la cosa ci fa addirittura guadagnare mezza giornata
sulle 320 miglia ancora mancanti. Ne sono molto soddisfatta perché io questa
cosa l’avevo pensata ma per i suddetti motivi non osavo parlare! Però penso: e allora,
visto che il ragionamento è paro paro quello che facevo quando stavamo facendo
tutto quel sud-est…. perchè cazzo abbiamo perso tutte quelle miglia (e tempo)
per andare fino al 12° perdendo anche ben 5 gradi di longitudine???? In più non
c’era neppure vento, avevamo tra si e no 8-10 nodi, ora ne abbiamo 20-25 e onde
di 2-3 metri, se questa andatura si può fare adesso….perchè prima no???? Da
grande farò lo skipper.
10 dicembre 2010
– giorno 22, mattino
240
miglia alla Martinica, velocità media 6,5 nodi… domani arriviamo!!!Wow ragazzi,
stavolta bacio il suolo per davvero!
Riflessione
della notte: quando fai un viaggio di questo genere crei un legame con le altre
persone che poi resta indissolubile nel tempo: così mi è successo con gli
equipaggi delle prime 3 traversate. Stavolta penso sarà diverso: non ho nulla
contro di loro, li reputo tutti persone positive….ma fuori dalla mia vita!
Posso anche continuare ad averci rapporti di lavoro (con uno sono costretta) ma
dentro di me c’è un bel taglio netto. Non abbiamo proprio niente da dirci:
davvero, dalle piccole cose ai fatti importanti sono sempre stata di parere
diverso dagli altri 3, la voce fuori dal coro, e ad un certo punto, molto
presto nel viaggio, ho smesso completamente di dire la mia per non fare la
spaccamaroni. Non importa da che parte sia la ragione (sicuramente ognuno è
certo di averla, com’è ovvio, quindi sarà nel mezzo) non ho la presunzione di
dire che sono io giusta e loro sbagliati, ma nemmeno loro hanno il diritto di
dire il contrario. Al di là dei pareri contrastanti su ogni cosa comunque tutto
è andato bene, non abbiamo avuto emergenze e non ci sono state liti né
discussioni sulle piccole cose di tipo organizzativo/logistico: io ho mangiato
un nervoso del 32, ma questa cosa loro manco la sanno quindi come se non
esistesse. Confesso che mi è costato parecchio (soprattutto su alcuni punti) e
mi sento come se fossi stata imbottigliata per due mesi…..quindi adesso che
siamo arrivati adios amigos, la Vaifra ha voglia di tornare sé stessa…. quindi
ciao!
Riaggiornamento
delle 20: come non detto, il vento è calato disilludendomi sui tempi di arrivo,
la velocità è precipitata vistosamente e non arriviamo prima di dopodomani
mattina… ancora un giorno pieno… da mattina a sera…
Non
ne posso proprio piùùùùùùùùùùùù
12 dicembre 2010
– giorno 23
Ieri
sera al tramonto figata figosissima, un balenottero si è avvicinato a noi ed è
stato a giocare almeno un’oretta con la barca, gli piaceva grattarsi la schiena
negli scafi; bello, bellissimo, sarà stato 5-6 metri massimo, con la pancia
tutta bianca che continuava a mostrarci nelle sue piroette. Un cucciolone pieno
di allegria che non la smetteva di giocare rincorrendoci tra le onde, uno
spettacolo unico! Sono proprio contenta e penso che sia stato una specie di
bonus inviato dal Cielo, grazie!
Ore
20, ora locale: avvistamento terraferma durante il tramonto, e oltretutto è
stato un tramonto fantastico, o forse sono solo io che l’ho visto con occhi
diversi = termine della corsa. Ricordo le altre volte quando alla vista della
terraferma provavo un sentimento misto di soddisfazione e contentezza mescolate
ad una sorta di tristezza per la fine del viaggio e conseguente separazione
dall’equipaggio. Stavolta è stato diverso: lacrime vere, sollievo puro.
13 dicembre 2010
– giorno 24 = FINITO!!!
Arrivati
nella notte e messi all’ancora a St.Anne. Un piccolo problemino ad ammainare la
randa ci ha fatto perdere 3 ore: sull’albero, nel punto in cui esce la drizza
ci dev’esser qualcosa che ha seghettato un po’ la guaina, finora non ci sono
stati problemi (son 23 giorni che la randa è issata), ma si vede che nel
momento di ammainare la guaina si è strappata e nello scendere la vela ha fatto
un gnocco che ne bloccava lo scorrimento. Il nostro montanaro, che sale in
testa d’albero tutti i giorni lui, è andato su e ha diagnosticato che l’unica
soluzione possibile era tagliare tutto, così ora abbiamo due mezze drizze. Meno
male esistono gli shipchandler. Vabbè, siamo arrivati, è questo l’importante.
Ancora
pochissime ore, direi quasi minuti… e sono libera!
ATTERRAGGIO A
MARIN, ore 08.30 del mattino
….
A REMI!!!!!! Sul tender col fuoribordo in panne. Così, tanto per chiudere in
bellezza!!!!
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