13 gennaio 2008, Le Marin
E’ un mondo difficile…..futuro incerto….felicità a momenti…..
Ho letto l’oroscopo del 2008: per noi dei gemelli niente di buono: un anno difficile ed irto di ostacoli, di preparazione per vivere un meraviglioso 2009, così dice. Ne avevo la vaga impressione anche prima di leggere l’oroscopo.
E’ buffo come vivi una vita cercando di fare del tuo meglio, di dare il massimo, di essere una brava persona, di fare in modo che le persone ricordino cose belle di te, e credi di meritarti una fetta di paradiso perché ti sembra di comportarti bene, e poi invece ad un tratto il mondo ti si rivolta contro apparentemente senza motivo, quindi ti chiedi se invece non sei x caso una merdaccia senza rendertene conto.
A malincuore e con molto rammarico ho scelto 2-3 parole da abolire dal mio vocabolario personale: onestà, gentilezza, altruismo. Non pagano. O meglio, pagano finchè hai da darne, poi quando ne hai bisogno ti accorgi che le stesse persone a cui ne hai regalate tanto volentieri quintalate, improvvisamente non gradiscono più così tanto la tua compagnia come gli anni precedenti, quando invece eri uno dei pilastri della comunità e non passava mezzora che qualcuno non venisse a cercarti…..Ma le cose cambiano, quest’anno non hai un posto tuo, le belle giornate e le serate in compagnia a mangiare tutti insieme sulla tua barca sono solo un ricordo…e quindi l’unica cosa da fare è arrendersi all’evidenza, arrangiarsi e sparire, ma non puoi fare a meno di chiederti “Ma sono così cattiva? Che ho fatto?” Ma non trovi risposte, nessuno te ne dà, e ti si crea una certa confusione in testa, ti rimetti in discussione e per quanto ti sforzi a pensare non trovi tuoi comportamenti tali da giustificare quel che ti sta accadendo, e allora ti viene in mente di chiedere a chi ti sta intorno, in fondo gli amici servono a dirti quando fai delle stronzate e ti schiaffeggiano anche, se necessario; invece nessuno ti dice niente, tutti ti dicono che non hai fatto nessuna stronzata, nessuno ti schiaffeggia fisicamente ma tutti ti trattano a calci in culo, e non ti sfugge qualche commento sarcastico sulla tua persona, e allora capisci di aver sbagliato tutto, di aver vissuto per 3 anni in un limbo in cui solo tu vedevi e sentivi determinate cose… e ti senti anche un po’ stupida per averci creduto davvero.
Ma così è la vita, alla mia veneranda età sarebbe stato bello se avessi già capito prima questa lezione, invece sono cocciuta e ogni volta mi faccio trascinare dagli entusiasmi “semo tutta una famiglia volemose bene”, motto che piace sempre a tutti, peccato che sia a senso unico. Evidentemente ho sempre sbagliato a reputarmi persona dotata di media intelligenza, è chiaro a questo punto che sono una minorata mentale, l’importante è prenderne atto e regolarsi di conseguenza. Sono una cretina. Evviva. Graaande Vaifra!
Bene, se le statistiche dicono giusto mi restano ancora una quarantina d’anni di vita, ho tutto il tempo di ricominciare. Dove e come non lo so, l’unica cosa certa è via da qui. Se c’è quel detto là della serpe in seno, io mi sento proprio così: casa non è più casa, questo luogo che mi ha dato così tante gioie e mi ha visto vivere momenti bellissimi della mia vita, tanti ricordi che a dispetto di tutto rimarranno indelebili nella mia mente, ecco, ora questo stesso luogo fa da scenario a questa profonda delusione che sto vivendo….ma non ho nessuna intenzione di lamentarmi o di incolpare qualcuno se non me stessa e la mia ingenuità…seppur con l’amaro nel cuore ci metto una pietra sopra e avanti….come sempre. In fondo 11 mesi passano veloci e poi mi aspetta un fantastico ed entusiasmante 2009!!! Vorrei andare in letargo per 11 mesi e mezzo. Oppure se passassi il turno come a Monopoli? Posso prendere una carta delle probabilità?
Questo blog ha sempre avuto un carattere spiritoso e divertente, o almeno così ritengo (ho perso tutte le mie certezze, su ogni affermazione metto il punto interrogativo), e anche nei momenti difficili ho sempre cercato di mantenere il ritmo alto, perché in fondo era esattamente così che mi sentivo io: entusiasta, felice ed allegra; nonostante potesse esserci qualcosa che stava andando storto non mi sono mai fatta abbattere perché erano cose di poco conto, perlopiù di carattere lavorativo/economico. Questo blog mi rispecchia perfettamente, e mi rendo conto che il tono di quel che sto scrivendo è triste e amaro ma l’ho corretto mille volte prima di pubblicarlo, l’ho alleggerito, e meglio di così non mi esce…l’ho detto…..mi rispecchia….posso anche fare un sorriso di circostanza ma se ho la morte dentro non uscirà mai una bella risata!
31 gennaio 2008, sempre a Le Marin ma di ritorno da una vacanza in solitaria giù alle grenadine.
Eccomi qui, rigenerata e nuova, son passate solo un paio di settimane e il 2008 è ancora tutto da cominciare ma io sono nuova! Cosa ci voleva? Solo allontanarmi un po’ da qui. E così 15 giorni fa Milena è partita per il suo charter, in più scadeva il contratto dell’appartamento in cui vivevamo, avevo il morale sotto i tacchi e la telefonata di Dalo per invitarmi a Union è stata accolta con prontezza ed entusiasmo: presi accordi con Nicolas, il francese che vive a Union e che ha il suo piccolo aereo privato, eccomi pronta col mio zainetto a decollare su questo mezzo di trasporto che non si può neanche definire aereo….. Io seduta di fianco a lui e via, decollo, grandissima visuale delle Grenadine dall’alto (meraviglioso sorvolare tutte le isole fatte migliaia di volte in barca), un’ora e mezza di saltellamenti e turbolenze là a 4.000 piedi, poi Dalo è venuto a prendermi all’aeroporto, in paese tutti quelli che incrociavo mi facevano grande festa, Lambi mi ha dato una abbracciatona che dicevo che mi spezzava le ossa, mi è stata assegnata “la suite” della guest house…..ed eccomi in vacanza!
Settimana spettacolare!! Da dove iniziare a raccontare? Ho vissuto una settimana coi ragazzi delle aragoste, ogni giorno era da inventare, sono stata ovunque: Tobago, Mayerau, Palm Island, Petite Martinique, ovunque, con tutte le barche. Andavo con loro a vendere aragoste e frutta, li aiutavo nei barbecue in spiaggia, mi sono divertita tantissimo! Ero l’unica bianca e mi rendo conto che per le barche dei turisti forse era un quadretto un po’ anomalo vederci all’opera tutti collaborativi e allegri, ma loro mi trattavano proprio bene, erano sempre premurosi e attenti a me. Dalo è un gran disgraziato che dopo avermi invitata non l’ho praticamente più visto, e questo era fonte di risate su risate per tutti: lui continuava sempre a far la parte che io sono la sua fidanzata e quindi giù le mani e gli occhi da me, ma di fatto mi dimenticava in giro o mi tirava dei gran bidoni, così dopo il primo giorno e le prime sfuriate ho iniziato ad arrangiarmi x andare avanti e indietro con tutti gli altri, chi capitava. Per contro, loro mi hanno preso sotto la loro ala protettrice, si preoccupavano sempre che avessi un passaggio e dividevano il loro cibo con me, che per loro non è roba di poco conto, litigavano spessissimo con Dalo e lo sgridavano per come mi trattava, ero praticamente il caso umano di Union! Ho passato giorni indimenticabili…. da quella volta che durante il ritorno serale a Union con Jean Claude (la barca più grande e confortevole, praticamente un viaggio in business class!) ha iniziato a piovere a dirotto e uno dei suoi worker-boy mi ha gettato addosso una cerata che puzzava di tutto… io là sotto a questa giacca rischiando di morire asfissiata, col vento e la pioggia battente, un freddo bestia, e Jean Claude che teneramente mi asciugava la faccia con lo straccio delle aragoste, e io là che pensavo “ma se mi vedesse mio padre ora, che penserebbe!!!” Oppure quella volta che ero con Dalo, da Petite Martinique direttamente a Tobago, onde altissime, salti da paura sempre col timore di rompersi l’osso del collo, ad un certo punto un salto un po’ più alto degli altri e……bam! la cassetta dei pomodori salta per aria e mi casca tutto addosso…..il mio zaino finisce tra le papaye schiacciando un tonno che avevamo appena comprato e che continuava a calciarmi gli stinchi….io che se non mi prende lui al volo finisco in acqua con tutte queste merci….insomma un disastro! Ma molto divertente! Un bel giorno a Tobago è arrivata la Milena con tutto il suo gruppo, sono andata a rapirla dalla sua barca ed è stata in spiaggia con noi, purtroppo era una brutta e fredda giornata (saranno stati neanche 28°) e abbiamo passato il poco tempo a nostra disposizione sotto la tovaglia per proteggerci dalla pioggia, però è stato bello stare insieme di nuovo, anche se per poco! Dopodiché, quel giorno praticamente non si lavorava, abbiamo solo cotto 4 aragoste per consegnarle a delle barche e poi un po’ di pollo per noi (a me un’aragosta!), poi abbiamo passato qualche ora tutti seduti sotto un tavolone ad aspettare che il diluvio cessasse, sono stata caricata in barca con Tula (c’erano brutte onde e non volevano prendessi un barchino piccolo, troppo pericoloso) e poi tutti insieme a Union facendo la corsa e superandoci tra barche….bello! Momenti di vita che non si dimenticano! Altri giorni li ho passati a Union, sempre con loro, seduti al fish market, ad aspettare se x caso ci fosse qualche turista che necessitasse di water taxi, e le risate non mancavano mai. Soprattutto si rideva per Dalo-Wonderful e la sua immotivata gelosia nei miei confronti, e poi noi due litigavamo sempre, ogni giorno una discussione: lui mi sgridava e trovava fuori di testa alcuni miei atteggiamenti considerati assolutamente strani, come per esempio parlare con tutti: era fuori di testa quando mi beccava al bar a bere una birra con Joda, col quale ormai da 3 anni faccio una bevuta ad ogni puntatina ad Union, e trovava incomprensibile che dessi il mio numero di telefono a chiunque, sorridevo a tutti, e non capiva perché io dal canto mio mi ribellassi e mettessi in discussione certe cose che invece per loro sono scontate: io non tolleravo che lui mi dicesse di fare le cose con tono imperativo, pretendevo sempre un per favore ed un grazie, e finchè non mi diceva queste parole non muovevo un dito, e lui non capiva, usciva pazzo per queste cose! E così a Union mi sono meritata il soprannome di “little strange white woman”. Credo che per Dalo il semplice fatto di dire di avere la fidanzata bianca sia come uno status symbol. Io di mio ci ho solo che guadagnato da tutta la situazione perché a non smentire mai le sue parole ero impegnata e quindi intoccabile, giravo tranquillamente con tutti, parlavo con tutti e nessuno mi ha mai dato fastidio! Comodo, ho escogitato il sistema di viaggiare da sola indisturbata: ne becchi uno, il primo a caso, ti ci fidanzi platonicamente, e tutti gli altri non ti disturbano più!
Quando la sera rientravo a Union, assolutamente sempre bagnata e sporca da far schifo, pregavo ci fosse acqua per una buona doccia, a volte c’era, a volte dovevo aspettare una mezz’oretta, a volte mi toglievo il sale di dosso a secco. Poi scendevo in strada e se incontravo Joda mi bevevo una birra con lui, se no andavo a letto direttamente, le giornate erano talmente intense che massimo alle 20.30 in media ero in branda. Una sola sera sono uscita dopo tale ora causa presenza estranea nella mia camera (dicesi scarafaggio), ho incontrato un ragazzo italiano anche lui in vacanza a Union e col quale mi incrociavo varie volte durante il giorno, e siamo andati a fare un salto allo stress out, il nuovo locale di tendenza di Cliffton: unici bianchi noi due, una donna io, tanto per dire. Abbiamo incontrato alcuni dei ragazzi e siamo stati con loro, poi è passato Dalo, dritto impettito fulminandomi con lo sguardo, e il giorno dopo è stata scenata folle seguita da litigata assurda tra lui e Andy, col quale peraltro avevo già passato la giornata facendo il giro di tutta Union in barca per un tipo schizzatissimo di Chicago…..ormai si mettevano le mani addosso, Dalo era furioso e lo accusava di volergli portar via la fidanzata, finchè Andy non gli ha fatto giustamente notare che se lui non mi accudiva era logico che io poi parlassi anche con gli altri, europea o no che fossi! E Dalo niente, incazzato nero, sbraitava e urlava come un pazzo, io non capivo molto, poi il vecchio Joda, sempre saggio, se ne è uscito con un “Vaifra io te siamo buoni amici vero? Allora lasciamo qui questi due a litigare e vieni con me a bere una birra!” e io son scesa dal tavolone con un balzo e ce ne siamo andati via insieme per mano, tra le risate di tutti e Dalo che continuava ad imprecare, stavolta anche con Joda stesso! Quanto ridere!!!!
In questa settimana ho visto anche alcuni loro modi di fare che per noi civilizzati sono un po’ buffi, se vogliamo possiamo dire anche sgradevoli, e che invece ben pensandoci sono molto naturali, anche se primitivi: loro mentre ti parlano ruttano tranquillamente a bocca aperta, per non parlare di quando hanno qualche flautulenza da dietro, si puliscono le orecchie con i fiammiferi, si infilano le dita nel naso estraendone certi capolavori che poi tranquillamente appoggiano sul tavolo anche mentre mangi, per non parlare dei metodi culinari: a volte mi chiedo se noi in Europa con tutte le nostre menate di asl, igiene, antibatterici, sterilizzatori non siamo forse esagerati: io ero l’addetta al lavaggio pentole e non ho mai visto detersivi né spugne: sabbia e acqua di mare, e dove prima c’era l’aragosta mò ci mangi la frutta, tagliata a pezzettoni grandi con buccia e tutto, le stesse bucce che 10 minuti prima erano a contatto con il pesce o con uno straccio, ma tanto te la tagliano con lo stesso coltello che hanno usato per l’aglio e le patate e magari mentre uno taglia una banana l’altro gli chiede un attimo il coltello per sviscerare un pesce, e ovviamente non si lava mai niente. Loro fanno robe da chiodi e sono sani come pesci, anzi, direi che ci danno 10 a zero in quanto a salute!. Li ho conosciuti un pochino meglio tutti questi ragazzi: dal flemmatico ma sempre gentile Jean Claude (mr.Faboulous), Sidney il business-man, Sticky il fancazzista, Sunny ‘o sciupafemmene, Andy l’eterno sorridente ballerino, e a Union c’è un personaggio piuttosto vecchio, sempre vestito con abiti sbrandellati o a volte in mutande proprio, che mi fa schiantare dalle risate: io l’ho soprannominato Tassa, perché ogni volta che mi vedeva, fossero passati anche 5 minuti dal precedente incontro, mi chiedeva una sigaretta e 2 ec (circa € 0,50), e se osavo dire di no attaccava con delle crisi isteriche buttandosi a terra e urlandomi contro mettendo in bella mostra quei 3 denti che aveva in bocca “but whyyyyy, give me some moneyyyyyyyy, pleeeeeeease”.
Per tornare su ho preso un passaggio da un signore francese simpatico e davvero gentile col suo catamarano vecchissimo ma molto bello, vissuto e accogliente. I ragazzi si erano presi a cuore il mio rimpatrio in Martinica e facevano la posta alle barche in trasferimento finchè ho trovato questo passaggio. Ho salutato Union a malincuore, ho sempre avuto un debole per quest’ isola, per il clima allegro e colorato che ci respiri anche se sei in charter con clienti appresso e hai poco tempo per starci, ma ora che l’ho vissuta un po’ di più non ho dubbi: se dovessi scegliere un posto ai tropici dove vivere….è Union! Come mi ha fatto notare Dominique, una signora francese che vive lì da qualche anno, hostess anche lei: “ai caraibi in generale impari a PRENDERE il tuo tempo, a Union impari a PERDERE il tuo tempo”. Ora sono di nuovo a Marin, ho riaffittato lo stesso appartamento di prima, solo con l’affitto di 5 giorni ho speso ben più che 9 giorni di vacanza a Union, ma va bene. Milena venerdi riparte per l’Italia, io domenica volo al nord per un charter alle vergini, e non vedo l’ora: l’aria qui in porto non è cambiata, mi sento di nuovo l’appestata, se non fosse per Omero, G, Stefano e Michela, gli unici veramente sempre gentili che mi cagano, mi sta tornando l’alone grigio di poche settimane fa, urge andarmene! E magari quando torno andrà meglio.
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