Ma purtroppo non ne ho avuto il tempo materiale, tutto un susseguirsi di cose che non mi lasciavano spazio per scrivere….. oltretutto mi si era anche guastato il pc e sono stata 2 settimane in lutto, senza avere neppure il tempo di andare a cercare un posto per farlo riparare, poi invece il marchingegno è risorto da solo e ora la vita sorride di nuovo, misteri della tecnologia, io non ci ho neanche provato a capire perché si è rimesso a funzionare…..
….da dove cominciare???? Eh, sembra facile…. Allora, andiamo per puntate:
Subito dopo la crociera di capodanno Le Marin è tornato a riempirsi di gente, di italiani eravamo veramente tantissimi e tra vecchi abitanti e nuovi arrivi c’era un traffico in cui raccapezzarsi era piuttosto difficile. Il Flying Cloud è stato riempito delle cambuse avanzate, in questo modo ogni giorno a colazione/pranzo/cena era peggio di un ristorante, e infatti è stato anche battezzato il “ristorante da Vaifra”, il Mango Bay poco ci mancava che mi facesse causa per concorrenza sleale, però era divertente e contro la noia non c’è nulla di meglio che non sapere per quanta gente cucinare, si facevano i conti a spanne. La nostra “famigliola” però era anche costretta ad un “regime alimentare controllato” imposto da Davide quindi i menu erano molto semplici e leggeri, anche se poi venivano regolarmente rovinati da aggiunte di quintalate di cose ingrassanti con la scusa “ma se no scade!!” E’ stato un periodo veramente divertente, animato anche dalle solite folli corse in tender, deliranti domeniche piovose canore e serate ridanciane in allegra compagnia.
Poi…..L’ARRIVO QUASI A SORPRESA DI DAMIANO + CROCIERA


E’ stata notevole anche l’accoglienza che Dalo ha riservato al mio big brother: arrivati a Tobago ho subito beccato Sidney che mi ha informata che Dalo era sull’altra spiaggia a preparare un barbecue: io e Damiano siamo saliti sulla barchetta con Sidney, ci ha portati là e l’arrivo è stato il mio momento di grande gloria: una trentina di francesi in spiaggia, Sidney che urla “Dalo, there is Vaifra!”, Dalo che arriva e si butta in acqua e mi prende in spalla tutto festoso dicendomi che c’è anche suo cugino Gary, che a sua volta urla dalla spiaggia il mio nome, io che presento Damiano a Dalo e baci e abbracci, tutti questi francesi che mi guardano chiedendosi probabilmente chi è questa grande star appena giunta (poi mi guardano meglio, capiscono che sono esattamente la sig.na Nessuno e tornano al loro barbecue)….


Al ritorno dalla crociera resta qualche giorno da passare finalmente in relax con mio fratello a chiacchierare e aggiornarci, ma l’impresa è impossibile, ci sono tante cose da fare (barche da preparare, cene, aperitivi, compleanni….) e poi grazie a quel tesoro di ragazzo che risponde al nome di G devo volare a St.Martin, lasciando Damiano sul Flying Cloud tutto solo, ma è in buona compagnia.
ARRIVANO I VICHINGHI
Breve charter tra St.Martin, St.Barth e Anguilla, 6 giorni con Moorings. Vacanza premio ai migliori venditori di una grossissima azienda norvegese, 3 barche per un totale di 21 persone: un equipaggio è misto di donne/uomini, l’altro è di “calmi” cinquantenni, poi c’è il mio: 6 energumeni con nomi impronunciabili, tutti maschi tra i 32 e i 37 anni, una catastrofe. Bevono vino già a colazione, e si sono ubriacati circa 2 ore dopo l’imbarco, mantenendo sempre la stessa sbronza fino a fine crociera…. Per me è stato distruttivo, passavo la giornata a buttare bottiglie vuote e cercar di parare i danni che loro combinavano, dato che erano sempre talmente ubriachi che gli cascava ogni cosa dalle mani, così avevamo regolarmente formaggio spalmato ovunque, sabbia in ogni dove, cicche di sigarette a non finire, e vani erano i miei tentativi di tenere in ordine, era una missione impossibile, considerando che lo skipper era un po’ “distratto” e non mi dava una mano per niente, così al secondo giorno ho alzato bandiera bianca e per 4 giorni abbiamo letteralmente vissuto in un porcilaio, ma loro sembravano non farci caso più di tanto, quando avevano una bottiglia di vino in mano erano come poppanti col biberon, andava bene tutto! Comunque simpatici, si rendevano conto (per quanto possibile) di essere clienti difficili e cercavano di ruffianarmi, quando sentivo urlare “Vaifra, my love, where are you?” sapevo che avevano combinato qualcosa, io di solito ridevo e dicevo no problem, anche se una volta ho avuto una sclerata fuori misura, tutta in italiano, non hanno capito un tubo di ciò che ho detto ma il messaggio è stato ricevuto bene perché per circa mezzora sono stati buoni e tranquilli e mi guardavano con timore, e io me la ridevo tra me e me al pensiero di questi 6 vichinghi sottomessi ad una nanerottola italiana. Mi hanno anche insegnato qualche frase in norvegese, anche se sono sicura che non mi abbiano detto la verità riguardo il significato: per esempio, quando il mangiare era pronto dovevo dire “iaiarecot” (non ho idea di come si scrive) e ridevano come pazzi, chissà cosa dicevo, comunque li assecondavo e continuavo a dirlo, faceva parte del gioco. Non vedo l’ora che mi mandino le foto, ne pubblicherò qualcuna perché erano proprio belle.

Sbarcati loro, avevo ancora un giorno da passare a St.Martin, così sono andata a cercare la Gabriella che ora lavora su un megayacht momentaneamente fermo a Simpson Bay, ho passato il pomeriggio con lei (che bello rivedersi dopo tanto tempo, un’emozione forte!!) e poi sono andata a Marigot a cercare gli americani, se per caso erano là. Non c’erano, e così mi sono trovata a girare come una vagabonda per l’isola, in autostop, e non sapendo dove andare a dormire sono andata a cercare un tipo che avevo conosciuto quando ero stata là in dicembre, solo che non lavorava più nello stesso bar e non avevo il numero di telefono. Poi una ragazza ha capito di chi parlavo e l’abbiamo chiamato, si ricordava di me e altro giro di autostop per andare a casa sua, stava ospitando amici ma con grande spirito di adattamento ci siamo stati tutti a dormire, io ero talmente stanca che un cuscino in terra mi è sembrato il letto più confortevole del mondo! La mattina dopo in aeroporto di nuovo in autostop, stavolta sono stata caricata addirittura dallo scuolabus!
E ora eccomi di nuovo qui a Marin, da due giorni. Il mio programma era di dormire minmo 60 ore filate per recuperare un po’ di energie, ma ancora una volta è stato impossibile in quanto la sera stessa sono arrivati gli ospiti di un tipo che è qui di cui non posso fare nome perché vuole tenere un profilo basso, abbiamo passato la serata insieme e alla fine l’ultima volta che ho guardato l’orologio erano le 2.30….io che volevo andare a letto con le galline!!!! Oltretutto, sempre per la serie il mondo è piccolo, uno di loro lo conoscevo anni fa!!! Stamattina loro sono partiti, Mario e Giovanni sono arrivati ieri, Davide dovrebbe arrivare tra qualche ora, ed ecco che la famigliola sarà di nuovo unita.
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