TRAVERSATA
ATLANTICA 2014
Che
ci si possa credere o meno, non riesco a scrivere molto di questi ultimi due
mesi. E dire che sono stati intensi, anzi molto intensi sia dal punto di vista
professionale che personale, sia dal lato emotivo che dal lato cose da
raccontare. C’è stata pure una traversata atlantica con tutto ciò che comporta
– e forse anche di più – e io qui davanti a sto foglio bianco che non so cosa
metterci sopra. Non mi esce molto, e non so nemmeno se questo sia un blocco o
un punto. Non avevo nemmeno voglia di fare il solito giornale di bordo. E dire
che cose da raccontare ne avrei avute milioni ma proprio non mi andava di
mettere le mani sulla tastiera.
La
traversata è andata BENISSIMO, mi sono divertita tantissimo, siamo stati
benissimo tutti insieme nonostante le notevoli differenze culturali,
linguistiche e generazionali. Problemi (tecnici) ne abbiamo avuti diversi –
anche seri ma niente di veramente grave - ma mai una volta è mancato il
buonumore, mai ci sono stati momenti di scazzo, nessun giorno è stato meno migliore
di un altro: tutti e 19 intensi, speciali, unici ed irripetibili.
L’equipaggio….
Ci vorrebbe un libro per descrivere ognuno di loro, riassumerò definendoli
semplicemente straordinari, tutti. Ognuno a modo suo e con le proprie
caratteristiche tutti personaggi unici, di un certo spessore. Insieme abbiamo
affrontato i problemi, abbiamo chiacchierato, ci siamo insegnati
vicendevolmente tante cose, abbiamo riso, giocato, scherzato, pescato (mamma
mia ho fatto il pieno di Omega 3 per i prossimi 15 anni), insomma sembra
incredibile come un viaggio possa avvicinare interiormente persone così diverse
– e quando dico diverse stavolta dico diverse per davvero - e come differenti
culture possano incontrarsi ed in certi momenti anche quasi scontrarsi (ma
sempre con il massimo rispetto per l’altro) fino a fondersi e diventare un
tutt’uno, un tutt’uno che in questo caso chiamiamo banalmente equipaggio.
I
19 giorni si sono susseguiti l’un l’altro con i nostri ritmi, ogni giorno è
stato un giorno speciale, ogni momento è stato vissuto in pieno. Dico solo che
tutti i miei sudoku sono rimasti quasi intatti.
Questo
per me non è stato un viaggio da A a B, e non è stato nemmeno un viaggio
interiore come lo fu la prima traversata, non è stato il viaggio della
spensieratezza come la seconda, non è stato il viaggio della paura come la
terza e non è stato il viaggio della rottura di palle come la quarta…. non so
nemmeno io cosa sia stato ma sinceramente credo che questa traversata mi abbia
dato molto più delle precedenti soprattutto dal punto di vista umano e
personale…. ma non mi va di raccontare niente, mi va solo di serbare dentro di
me il ricordo di questi momenti vissuti veramente intensamente. Sono partita
per lavorare ma se questo è lavoro voglio diventare stakkanovista perché tutto
quel che mi vien da dire è: ma che cosa meravigliosa mi è capitata!!!!!!!! Prima di partire avevo una fretta birichina di
arrivare in Martinica, invece avvistata terra il mio stato d’animo predominante
è stato “merda, di già!!!???” e se tutte le traversate in generale le ho sempre
considerate parentesi questa in particolare credo sia l’apertura di una graffa,
e non ho idea di quando potrà esserci la chiusura. Tutto si rifà alla
sensazione sempre più pulsante che provo da oltre un anno, quella sorta di
indefinibile qualcosa alle viscere che mi fa presagire una nuova svolta. Il cosa,
il quando, il come, il dove ed il perchè non li so…. Ma sono sempre più pronta.
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