10 DICEMBRE 2006 IN VIAGGIO VERSO LA MARTINICA, aeroporto di St.Barth

Eccomi qui, fine di un altro capitolo, è giunto il momento di salutare i miei nuovi amici. Peccato perché alla fine dopo quasi un mese di convivenza stavo bene in quella barca e mi sembrava di conoscere la loro famiglia da sempre, mi ricordano la famiglia Bradford, sono in mille e sembra si amino tutti quanti alla follia, io che pensavo che ste cose esistessero solo nei film….

Comunque, i festeggiamenti per la fine della traversata sono andati come da programma, e come ho scritto in mail a casa ho smesso di bere quando mi sono resa conto di far scarpetta con la pancetta nel gelato all’amarena e mi piaceva… poi siamo scesi a terra e Steve ha continuato a bere, bere, bere….alla fine l’abbiamo riportato in barca modello sacco di patate, uno straccio privo di ogni energia….comunque ci siamo divertiti!

Quindi sto andando, sono emozionata di tornare a Marin, “casa”… non vedo l’ora di rivedere tutti, sono davvero molto…..boh, non esiste neanche una parola per dirlo….
Il volo finora non è stato assolutamente noioso, vi racconto: avevo il primo aereo alle 08.45 per St.Barth, arrivo in aeroporto per tempo ma il check-in era chiuso, aspetta aspetta la tipa è arrivata alle 08.20, poi c’erano problemi per l’emissione dei ticket bagagli, vabbè aspetta, poi c’era da pagare la tassa aeroportuale, vado all’ufficio e non c’è nessuno, aspetta anche lì, arriva la tipa tranquilla col caffè in mano e mi dice che devo pagare 30 U$, le do 50 € e mi dà di resto 20 U$....brontolo un po’ ma non si cava un ragno da un buco, è tardi e lascio perdere, ma con un gran nervoso, vado di corsa al gate, erano le 08.43 e non c’era nessuno, solo un cartello “boarding”, arriva un peruviano che doveva prendere lo stesso volo, il tempo di riguardare il pannello e c’è scritto “started”…ma come???!!! All’ufficio air caraibe non c’era nessuno, il tipo del customer dell’aeroporto diceva che lui non ci poteva fare niente, ho iniziato a sbraitare come una gallina in francese e inglese, e tradurre in spagnolo per il peruviano che non capiva un tubo, ero talmente nera che fra un po’ iniziavo a parlare anche il cinese, e i tipi del controllo passaporti che mi dicevano di stare calma che l’indomani qualcuno di air caraibe ci sarebbe stato, ma ero veramente incazzata e scattavo foto agli uffici deserti dell’air caraibe con l’orologio in primo piano….poi è arrivato un tipo della corsair e mi ha detto di seguirlo, il peruviano anche…pensavo fosse la volta buona che mi arrestavano per schiamazzi (almeno non avevo problemi su dove passare la notte visto che sunshine partiva subito dopo il mio sbarco….) invece ci hanno fatti salire su un aereo che era poco più grande di una zanzara, nessuna scritta da nessuna parte, 8 seggiolini, io il peruviano e una cicciona tedesca, e un tipo in divisa che ha messo in moto, siamo decollati e dopo 20 minuti eravamo a St.Barth…Ho dei dubbi sui bagagli ma voglio esser fiduciosa. boh, chi era sto tipo e di quale compagnia non lo so, resterà un mistero, l’importante è che ora sono a St.Barth e fra poco ho il prossimo volo per la Guadalupa, se tutto va bene e non mi fanno altri scherzi per sera sono in Martinica, speriamo bene! A St.Barth emozionante anche l’atterraggio: l’aeroporto è uno sputo e la pista di atterraggio inizia subito dopo una montagna quindi la discesa è stata modello montagne russe, poi c’era una strada con un camion che passava in quel momento e lì mi sono detta che ci sbattevamo contro, invece niente, poi siamo atterrati e frena frena in fondo alla pista c’era una spiaggia, stavolta facciamo il bagno, invece niente anche lì… comunque sicuramente emozionante!
Questi 5 giorni a St.Martin (bellissima) sono stata bene, ho visitato un po’ l’isola e sono stata anche alla spiaggia dove ti atterrano gli aerei sulla testa, fa piuttosto impressione anche se non abbiamo visto aerei grossi, solo piccoli jet, io stavo lì che aspettavo un bel boeing invece niente da fare, peccato…. Poi ieri ho provato anche a fare il board-qualcosa, praticamente sci nautico con una specie di tavola da surf….non ho combinato molto se non bere ettolitri d’acqua, ma in compenso le barche intorno si sono divertite parecchio!
In conclusione, penso di esser stata davvero fortunata ad aver incontrato quei due americani, mi hanno trattata benissimo e ci siamo anche divertiti tanto….li sentivo parlare di me ogni tanto, loro pensano che se parlano in fretta non capisco, invece io adesso ci ho fatto l’orecchio e capisco tutto, ma quando parlavano tra di loro continuavo a far finta di non capire un tubo… quindi quel che dicono di me è: che cucino bene, che in navigazione ero bravissima perché non sono mai stata male (e che, si è bravi ad avere lo stomaco di ferro? E’ solo fortuna questa), e ho sempre cucinato anche quando rollavamo che ci piegavamo di 40° gradi per lato (una volta sola mi è caduta un barattolo di pelati, un disastro), certi giorni erano convinti che si sarebbe mangiato una scatoletta di tonno e invece io ad un certo punto gli dicevo che era pronto (tra di noi: io non avevo capito che a volte si può non cucinare, io credevo fosse obbligatorio farlo sempre e per questo anche se c’era un mare della madonna ci mettevo tanto tempo e tanta pazienza ma qualcosa lo facevo, se sapevo che si possono mangiare anche le scatolette….col piffero che mi sbattevo così tanto!!), poi dicono che d’ora in avanti cambieranno il modo di dire che le vele sbattono, perché come lo dico io è troppo buffo e gli piace un mucchio….hanno provato a spiegarmi perché il mio modo di dire “the sail flap” fa tanto ridere, secondo me è una questione di accenti... poi ridono del fatto che mi ostinavo a fare il dolce tutti i giorni e una volta è uscita dal forno una torta che era tutta storta, della serie un lato alto mezzo centimetro e dall’altro era trabordata dalla teglia, ma mica sarà colpa mia che la barca sta storta e il forno è poco basculante no? Poi sono stati sorpresi anche per come timono, dicono che sono brava. E qui mi perdono dei punti, prima li consideravo due persone intelligenti… ma se non tengo la rotta neanche a morire, come fanno a dire che sono brava!! Mi hanno fatto ridere un giorno che io ero là fuori al timone, c’erano le onde alte e io per veder qualcosa ero salita in piedi sul seggiolino ed ero in una posizione non molto naturale, sono usciti insieme cantando la canzone di Popeye con le parole I’m Vaifra the sailorman e senza dir nulla mi hanno infilato in testa la maglietta Sunshine Crew, dicendo che me l’ero meritata….sono orgogliosa di averla ricevuta! Per quando riguarda la navigazione invece dopo la mia “lunghissima” esperienza di timoniere posso dire che mi sembra più facile quando il mare è incazzato, o almeno: io la rotta la perdo meno, quando invece è tutto tranquillo, a parte la noia mortale, vado a zig zag che è una meraviglia, ho fatto i gasghi all’oceano!

Giovedì è arrivato John, un loro amico di famiglia simpaticissimo che mi ha insegnato tutta una serie di modi di dire e parolaccie e offese e insulti che non mancherò di sfoggiare all’occorrenza! Di mestiere progetta missili x sommergibili, volevo chiedergli una campionatura: l’obiettivo ce l’avrei anche….comunque, mi ha raccontato una serie di aneddoti molto divertenti su alcuni test che hanno fatto, e ha promesso che se capita una volta che testano qlc di tranquillo mi ci fa andare 3 giorni, wow non sarebbe meraviglioso andare in un sottomarino? A sparare missili? Beh, la seconda parte non mi piace molto, ma l’idea di andar sott’acqua si!! E questo mi ricollega all’anno scorso, quando ero sul Flying Cloud e avevo il vizio bruttissimo di non riaprire mai gli oblò dopo che finiva di piovere, me ne stavo lì a cucinare o fare altro sudando come un beduino, e regolarmente arrivava l’ammiraglio che apriva tutto quanto sbuffando e dicendo “vedo che fai le prove per quando ti imbarcherai su un sottomarino….” Vedi Mario che facevo bene???

Venerdi è partito Steve, mi è dispiaciuto tanto salutarlo, mi mancheranno i nostri scambi urlerecci “hey Steve-boy!” “hey Vaifra-girl!”. Comunque sono stata invitata ufficialmente a casa sua a Rhode Island, sembra che abbia una casa grande, e ormai mi sento di famiglia, so tutto di lui, la moglie, i 4 figli, il cane Parker…. Poi tra noi ormai c’è un legame spirituale: quando doveva decidere tra un volo e l’altro per tornare a casa, era combattutissimo tra due scelte: una per giovedì con orari bellissimi, ma non avrebbe incontrato John, e l’altra per venerdi, ma avrebbe dovuto fare 3 scali in due giorni perché il diretto era pieno…. Allora gli ho dato la famosa moneta delle Grenadine che mi aveva aiutato a decidere e gli ho spiegato la storia, la moneta ha detto venerdi e cosi è stato. Il giovedì ha richiamato in aeroporto e…..si era liberato un posto sul diretto, così mi ha infinitamente ringraziata…. e io non ho potuto far altro che regalargli la moneta, lui non la voleva perché diceva che era la mia moneta magica, io ho insistito di brutto allora alla fine l’ha presa, ma era quasi timoroso, sai queste tradizioni-superstizioni italiane…comunque ha detto che d’ora in avanti la userà anche per prendere decisioni importanti per la sua Società (se ho capito bene ha un’azienda produttrice di arredamenti, una roba piuttosto grandina), e mi ha fatto sorridere il modo in cui l’ha amorosamente e rispettosamente riposta nel portamonete, sembava che maneggiasse il Sacro Graal!

E’ tutto, ormai ho salutato Sunshine, sono sbarcata con i miei anticorpi ormai grandi come delle pantegane e tutte le mie belle malattie contratte nei 25 giorni di permanenza, ben catalogate in ordine alfabetico, e me le porto sul Ferraù per la gioia di Mario.

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